et aliud genus satyrii erythraicon appellant, semine viticis maiore, levi, duro, radicis cortice rufo; intus album includi sapore subdulce, fere in montuosis inveniri | E chiamano un altro tipo di satirio eritraico, col seme maggiore del vitice, leggero, duro, con la corteccia rossa della radice; (tramandano) essere racchiuso dentro uno bianco con un sapore dolciastro, essere ritrovato per lo più sui luoghi montuosi |
[98] venerem, etiam si omnino manu teneatur radix, stimulari, adeo si bibatur in vino austero; arietibus quoque et hircis segnioribus in potu dari, et a Sarmatia equis ob adsiduum laborem pigrioribus in coitu, quod vitium prosedamum vocant | [98] Che viene stimolata la passione, anche se la radice sia solo tenuta in mano, specie se sia bevuta in vino forte; che viene data in bevanda anche agli arieti e ai caproni più deboli, e in Sarmazia ai cavalli più lenti nell'accoppiamento per la fatica continua, difetto che chiamano prosedamo |
restinguit vim eius aqua mulsa aut lactuca sumpta | L'acqua mielata o la lattuga mangiata spegne la sua forza |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 154 - 204
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 154 - 204
[99] in totum quidem Graeci, cum concitationem hanc volunt significare, satyrion appellant, sic et crataegin cognominantes et thelygonon et arrhenogonon, quarum semen testibus simile est | [99] I Greci in genere poi, quando vogliono intendere questa eccitazione, definiscono il satirio, chiamandolo così anche cratege e theligono e arrhenogono, il seme dei quali è simile ai testicoli |
tithymalli quoque ramorum medullam habentes ad venerem proniores fieri dicuntur | Quelli che hanno in mano il midollo dei rami del titimaglio sono detti diventare più propensi alla passione |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 131-153
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 131-153
prodigiosa sunt quae circa hoc tradit Theophrastus, auctor alioqui gravis, septuageno coitu durasse libidinem contactu herbae, cuius nomen genusque non posuit | Sono prodigiose le cose che Teofrasto, autore del resto serio, tramanda riguardo a ciò, che la passione sia durata con un accoppiamento di settanta giorni al contatto di un'erba, di cui non lasciò il nome e il genere |
[100] Sideritis adalligata varices minuit et sine dolore praestat | [100] La siderite legata sopra diminuisce le varici e le conserva senza dolore |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 70-123
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 70-123
Podagrae morbus rarior solebat esse non modo patrum avorumque memoria, verum etiam nostra, peregrinus et ipsos, nam si Italiae fuisset antiquitus, Latinum nomen invenisset | La malattia della gotta era solita essere più rara non solo a memoria dei padri e degli avi, ma anche nostra, forestiero e infatti se fosse stato anticamente in Italia, avrebbe avuto un nome latino |
insanabilis non est credendus, quippe quoniam et in multis sponte desiit et in pluribus cura | Non bisogna ritenerlo incurabile, poiché certo anche in molti è cessato spontaneamente e ai più con una cura |
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 163-178
medentur radices panacis cum uva passa, sucus hyoscyami cum farina vel semen, scordion ex aceto, Hiberis uti dictum est, verbenaca cum axungia trita, cyclamini radix, cuius decoctum et pernionibus | Le radici del panace guariscono con uva passa, il succo del giusquiamo con la farina o il seme, lo scordion con l'aceto, l'ibera come è stato detto, la verbena tritata con sugna, la radice del ciclamino, il cui decotto anche per i geloni |