Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 89-112

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 89-112

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 89-112
[89] annicula utilis esse incipit, bima utilior, gratior autumno patinisque maxime, et sic quoque virus intractabile illi est

hibiscum a pastinaca gracilitate distat, damnatum in cibis, sed medicinae utile

est et quartum genus in eadem similitudine pastinacae, quam nostri Gallicam vocant, Graeci vero daucon, cuius genera etiam quattuor fecere, inter medicamenta dicendum

[90] Siser et ipsum Tiberius princeps nobilitavit flagitans omnibus annis e Germania

Gelduba appellatur castellum Rheno inpositum, ubi generositas praecipua, ex quo apparet frigidis locis convenire

inest longitudine nervus, qui decoctis extrahitur, amaritudinis tamen magna parte relicta, quae mulso in cibis temperata etiam in gratiam vertitur

nervus idem et pastinacae maiori, dumtaxat anniculae
[89] Comincia ad essere utile a un anno, più utile a due, più gradevole in autunno e soprattutto nei piatti, e così anche per quello c'è un sapore sgradevole

L'ibisco si distingue dalla pastinaca per la sottigliezza, escluso nei cibi, ma utile per la medicina

C'è anche un quarto tipo nella stessa somiglianza della pastinaca, che i nostri chiamano Gallica, i Greci invece daucos, di cui distinsero anche quattro generi, da discutere fra i medicamenti

[90] Il principe Tiberio nobilitò anche il raperonzolo stesso richiedendolo tutti gli anni dalla Germania

Una città fortificata posta sul Reno è chiamata Gelduba, dove (c'è) una speciale abbondanza, da cui è chiaro adattarsi ai luoghi freddi

Nella lunghezza c'è un filamento, che è tolto da quelli cotti, tuttavia resta gran parte dell'amarezza, che anche mitigata con vino mielato nei cibi si muta in piacere

Uno stesso filamento anche per la pastinaca più grande, soltanto per quella di un anno
siseris satus mensibus Februario, Martio, Aprili, Augusto, Septembri, Octobri

[91] Brevior his est et torosior amariorque inula per se stomacho inimicissima, eadem dulcibus mixtis saluberrima

pluribus modis austeritate victa gratiam invenit

namque et in pollinem tunditur arida liquidoque dulci temperatur, et decocta posca aut adservata vel macerata pluribus modis et tunc mixta defruto aut subacta melle uvisve passis aut pinguibus caryotis

[92] alio rursus modo cotoneis malis vel sorbis aut prunis, aliquando pipere aut thymo variata defectus praecipue stomachi excitat, inlustrata maxime Iuliae Augustae cotidiano cibo

supervacuum eius semen, quoniam oculis ex radice excisis, ut harundo, seritur, et haec autem et siser et pastinaca utroque tempore, vere et autumno, magnis seminum intervallis, inula ne minus quam ternorum pedum, quoniam spatiose fruticat
La semina del raperonzolo nei mesi di Febbraio, Marzo, Aprile, Agosto, Settembre, Ottobre

[91] L'enula è più corta di queste e più tozza e più amara e molto nociva di per sé per lo stomaco, la stessa molto salutare con le cose dolci mescolate

Privata dell'asprezza in diversi modi acquista gradimento

Infatti secca è pestata anche in polvere ed è mitigata con un liquido dolce, e bollita con acqua e aceto o conservata o macerata in diversi modi e mescolata poi con mosto cotto o mitigata con miele e uve passe o datteri carnosi

[92] Ancora in un altro modo con mele cotogne o sorbe o susine, talvolta variata con pepe o timo smuove particolarmente i mali dello stomaco, rinomata soprattutto per il cibo quotidiano di Giulia Augusta

Superfluo il suo seme, perché tolti gli occhielli dalla radice, come la canna, è piantata, anche questa poi e il raperonzolo e la pastinaca nello stesso periodo, a primavera e in autunno, con grandi distanze dei semi, l'enula non meno di tre piedi, poiché germoglia largamente
siser transferre melius

[93] Proxima hinc est bulborum natura, quos Cato in primis serendos praecipit celebrans Megaricos

verum nobilissima est scilla, quamquam medicamini nata exacuendoque aceto

nec ulli amplitudo maior, sicuti nec vis asperior

duo genera medicae, masculae albis foliis, feminae nigris

set tertium genus est cibis gratum, Epimenidu vocatur, angustius folio ac minus asperum

[94] seminis plurimum omnibus; celerius tamen proveniunt satae bulbis circa latera natis et, ut crescant, folia, quae sunt his ampla, deflexa circa obruuntur; ita sucum omnem in se trahunt capita

sponte nascuntur copiosissimae in Baliaribus Ebusoque insulis ac per Hispanias

unum de eis volumen condidit Pythagoras philosophus, colligens medicas vires, quas proximo reddemus libro
Meglio trapiantare il raperonzolo

[93] Dopo viene la natura delle cipolle, che Catone ritiene doversi piantare fra i primi elogiando quelle di Megara

Certo è famosissima la scilla, sebbene nata per la medicina e per l'aceto da rinforzare

Per nessun (tipo) un'ampiezza maggiore, come nemmeno un'essenza più aspra

Due le specie di erba medica, maschile con foglie bianche, femminile nere

Ma c'è un terzo tipo gradito per i cibi, è detto epimenidio, più stretto nella foglia e meno aspro

[94] Per tutte le specie diversi semi; tuttavia producono più velocemente quelle piantate con i bulbi nati intorno ai lati e, affinché crescano, vengono sotterrate intorno le foglie piegate, che in queste sono larghe; così le cime traggono a sé tutto il succo

Nascono spontaneamente molto abbondanti nelle isole Baleari e a Ibiza e attraverso la Spagna

Il filosofo Pitagora realizzò un volume su esse, riassumendo i poteri curativi, che inseriremo nel prossimo libro

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 28-32
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 28-32

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 25, Paragrafi 28-32

[95] reliqua genera bulborum differunt colore, magnitudine, suavitate, quippe cum quidam crudi mandantur, ut in Cherroneso Taurica

post hos in Africa nati maxime laudantur, mox Apuli

genera Graeci haec fecere: bolbinen, setanion, opitiona, cyica, aegilopa, sisyrinchion

in hoc mirum imas eius radices crescere hieme, verno autem, cum apparuerit viola, minui ac contrahi, tunc deinde bulbum pinguescere

[96] est inter genera et quod in Aegypto aron vocant, scillae proximum amplitudine, foliis lapathi, caule recto duum cubitorum, baculi crassitudine, radice mollioris naturae, quae estur et cruda

[97] effodiuntur bulbi ante ver aut deteriores illico fiunt

signum maturitatis est folia inarescentia ab imo, vetustioresque improbant, item longos ac parvos; contra rubicundis rotundioribusque laus et grandissimis
[95] Gli altri tipi di cipolle differiscono per colore, grandezza, dolcezza, alcuni sono mangiati anche crudi, come nella Taurica nel Chersoneso

Dopo questi sono elogiati quelli nati soprattutto in Africa, poi in Puglia

I Greci distinsero questi tipi: bulbino, setanio, opizio, cigio, egilopo, sisirinchio

In questa strano che le sue radici più profonde crescano in inverno, invece a primavera, quando sia apparsa la viola, piccole e contratte, allora quindi che il bulbo s'ingrandisce

[96] C'è fra i tipi anche quello che in Egitto chiamano aro, simile alla scilla per grandezza, con le foglie del lapazio, un gambo dritto di due cubiti, con la grandezza di un bastone, la radice di natura piuttosto morbida, che si mangia anche cruda

[97] Le cipolle sono tolte prima della primavera o diventano subito guaste

E' indice di maturazione le foglie che seccano dal basso, e più vecchie si deteriorano, così le lunghe e piccole; invece un pregio per le rosse e più rotonde e per le molto grandi
amaritudo plerisque in vertice est, media eorum dulcia

bulbos non nasci nisi e semine priores tradiderunt, sed in Praenestinis campis sponte nascuntur ac sine modo etiam in Remorum arvis

[98] Hortensiis omnibus fere singulae radices, ut raphano, betae, apio, malvae, amplissima autem lapatho, ut quae descendat ad tria cubita, silvestri minor, et umida effossa quoque diu vivit

quibusdam tamen capillatae, ut apio, malvae, quibusdam surculosae, ut ocimo, aliis carnosae, ut betae, ut magis etiamnum croco; aliquis ex cortice et carne constant, ut raphano, rapis; quorundam geniculatae sunt, ut graminis

[99] quae rectam non habent radicem, statim plurimis nituntur capillamentis, ut atriplex et blitum

scilla autem et bulbi et cepae et alium non nisi in rectum radicantur
Per la maggior parte c'è un sapore amaro sulla punta, dolci le loro parti centrali

Gli antenati hanno tramandato che le cipolle non nascono se non dal seme, ma nei campi di Preneste nascono spontaneamente e senza limite anche nei campi dei Remi

[98] Per quasi tutti gli ortaggi radici singole, come per il rafano, la bietola, l'apio, la malva, molto ampia poi per il lapazio, affinchè questo scenda fino a tre cubiti, più piccolo il selvatico, e umido anche tolto vive a lungo

Invece filamentose per alcuni, come per l'apio, la malva, per alcuni legnose, come per il basilico, per altri carnose, come per la bietola, ancor più per il croco; alcuni risultano di corteccia e polpa, come per il rafano, le rape; sono nodose di alcuni, come per le gramigne

[99] Quelle che non hanno la radice dritta, si poggiano subito a diversi filamenti, come l'atrepice e la bietola

La scilla poi e i bulbi e le cipolle e l'aglio non mettono radici se non in linea retta

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 20, Paragrafi 99-189
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 20, Paragrafi 99-189

sponte nascentium quaedam numerosiora sunt radice quam folio, ut spalax, perdicium, crocum

[100] florent confertim serpullum, habrotonum, napi, raphani, menta, ruta, et cetera quidem, cum coepere, deflorescunt, ocimum autem particulatim et ab imo incipit, qua de causa diutissime floret

hoc et in heliotropio herba evenit

flos aliis candidus, aliis luteus, aliis purpureus

folia cadunt a cacuminibus origano, inulae et aliquando rutae iniuria laesae

maxime concava sunt cepae, getio

[101] Alium cepasque inter deos in iureiurando habet Aegyptus

cepae genera apud Graecos Sarda, Samothracia, Alsidena, setania, schista, Ascalonia, ab oppido Iudaeae nominata

omnibus etiam odor lacrimosus et praecipue Cypriis, minime Cnidiis

omnibus corpus totum pingui tunicarum cartilagine
Alcuni di quelli che nascono spontaneamente sono più folte per la radice che per la foglia, come l'aspalace, la parietaria, il croco

[100] Fioriscono in modo fitto il serpillo, l'abrotono, i navoni, i rafani, la menta, la ruta, e gli altri invece, quando hanno iniziato, sfioriscono, il basilico poi poco a poco e comincia dal basso, per cui fiorisce molto a lungo

Ciò avviene anche nell'erba per l'elitropio

Per alcuni un fiore candido, per altri giallo, per altri purpureo

All'origano le foglie cadono dalle cime, all'enula e talvolta alla ruta ferite da un colpo

Soprattutto alla cipolla, al gezio sono concave

[101] L'Egitto nel giurare considera l'aglio e le cipolle fra le divinità

Presso i Greci i tipi di cipolla sarda, samotracia, alsidena, setania, separata, ascalonia, denominata da una città della Giudea

Per tutte anche un odore lacrimoso e soprattutto per quella di Cipro, minimamente per le quelle di Cnido

Per tutte l'intero corpo con una cartilagine spessa di rivestimenti
[102] e cunctis setania minima, excepta Tusculana, sed dulcis

schista autem et Ascalonia condiuntur

schistam hieme cum coma sua relincunt, vere folia detrahunt, et alia subnascuntur iisdem divisuris, unde et nomen

hoc exemplo reliquis quoque generibus detrahi iubent, ut in capita crescant potius quam in semen

[103] Ascaloniarum propria natura

etenim velut steriles sunt ab radice, et ob id semine seri illas, non deponi iussere Graeci, praeterea serius circa ver, at cum germinent, transferri, ita crassescere et properare cum praeteriti temporis pensitatione

festinandum autem in iis est, quoniam maturae celeriter putrescunt

si deponantur, caulem emittunt et semen ipsaeque evanescunt

[104] est et colorum differentia; in Isso enim et Sardibus candidissimae proveniunt
[102] Fra tutte la setania la più piccola, eccetto la tuscolana, ma dolce

La separata poi e l'ascalonia vengono condite

In inverno lasciano la separata con il suo cespo, a primavera tolgono le foglie, e altre nascono con le stesse che si separeranno, da qui anche il nome

Con questo esempio consigliano che siano tolte anche agli altri tipi, affinchè crescano sulle cime pittosto che nel seme

[103] Una caratteristica propria per quelle di Ascalona

Intanto sono come sterili alla radice, e per questo i Greci consigliarono che quelle fossero piantate col seme, non messe a riposo, inoltre piuttosto tardi verso primavera, e quando germogliano, essere trapiantate, così ingrassare e affrettarsi con compensazione del tempo trascorso

E' da raccogliere presto poi fra questi, perché quelle mature marciscono velocemente

Se sono deposte, emettono il gambo e il seme e svaniscono

[104] C'è anche la diversità dei colori; infatti a Isso e a Sardi crescono bianchissime

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 193-210
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 193-210

sunt in honore et Creticae, de quibus dubitant, an eaedem sint quae Ascaloniae, quoniam satis capita crassescunt, depositis caulis et semen

distant sapore tantum dulci

[105] apud nos duo prima genera: unum condimentariae, quam illi getion, nostri pallacanam vocant, seritur mensibus Martio, Aprili, Maio, alterum capitatae, quae ab aequinoctio autumni vel a favonio

genera eius austeritatis ordine: Africana, Gallica, Tusculana, Ascalonia, Amiternina, optima autem quae rotundissima

item rufa acrior quam candida, et sicca quam viridis, et cruda quam cocta sicut quam condita

[106] seritur Amiternina frigidis et umidis locis, et sola alii modo capite, reliquae semine proximaque aestate nullum semen emittunt, sed caput tantum, quod increscit

sequenti autem anno permutata ratione semen gignitur, caput ipsum corrumpitur
Sono in pregio anche le cretesi, di cui dubitano, se siano le stesse che quelle di Ascalona, perché a quelle seminate s'ingrandiscono le punte, a quelle piantate il gambo e il seme

Differiscono solo per sapore dolce

[105] Presso di noi due i primi tipi: uno per il condimento, che quelli chiamano gezio, i nostri pallacana, è seminato nei mesi di Marzo, Aprile, Maggio, l'altro di testa grossa, che (si semina) dall'equinozio d'autunno o dal favonio

I generi nel loro ordine di asprezza: l'africana, la gallica, la tusculana, l'ascalonia, l'amiterna, ottima poi quelle molto rotonte

Così più aspra la rossa che la bianca, e la secca che la verde, e la cruda che la cotta così come la conservata

[106] Quella di Amiterno è seminata nei luoghi freddi ed umidi, anche la sola con la cima al modo dell'aglio, le altre col seme e nell'estate successiva non mettono alcun seme, ma solo la cima, che cresce

Poi nell'anno seguente cambiato sistema, è prodotto il seme, la cima stessa viene guastata
ergo omnibus annis separatim semen cepae causa seritur, separatim cepa seminis

servantur autem optime in paleis

[107] getium paene sine capite est, cervicis tantum longae et ideo totum in fronde, saepiusque resecatur, ut porrum

ideo et illud serunt, non deponunt

cetero cepas ter fosso seri iubent extirpatis radicibus herbarum, in iugera denas libras, intermisceri satureiam, quoniam melius proveniat, runcari praeterea et sariri, si non saepius, quater

Ascaloniam mense Februario serunt nostri

semen ceparum nigrescere incipiens, antequam inarescat, metunt

[108] Et de porro in hac cognatione dici conveniat, praesertim cum sectivo auctoritatem nuper fecerit princeps Nero vocis gratia ex oleo statis mensum omnium diebus nihilque aliud ac ne pane quidem vescendo
Dunque tutti gli anni il seme si pianta separatamente a motivo della cipolla, la cipolla separatamente a motivo del seme

Sono conservate poi ottimamente nelle paglie

[107] Il gezio è quasi senza testa, solo di un gambo lungo e perciò tutto nella fronda, e si taglia più spesso, come il porro

Perciò seminano anche questo, non lo piantano

Per il resto consigliano che le cipolle siano seminate dopo aver rivoltato tre volte dopo aver strappato le radici delle erbe, dieci libbre a iugero, che sia frapposta la santoreggia, perché produce meglio, inoltre che si ripulisca e si sarchi quattro volte, se non di più

I nostri seminano l'ascalona nel mese di Febbraio

Tagliano il seme delle cipolle, quando comincia ad annerire, prima che si secchi

[108] Conviene anche che si parli del porro riguardo a questa affinità, specialmente perché da poco il principe Nerone aveva distinto il pregio per quello falciato col nutrirsi a motivo della voce in giorni stabiliti di tutti i mesi con olio e nient'altro neppure il pane

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seritur semine ab aequinoctio autumno, si sectivum facere libuit, densius

in eadem area secatur, donec deficiat, [109] stercoraturque semper, si nutriatur in capita, antequam secetur

cum increvit, in aliam aream transfertur, summis foliis leviter recisis ante medullam et capitibus retractis tunicisve extremis

antiqui silice vel testa subiecta capita dilatabant, hoc item in bulbis, nunc sarculo leviter convelluntur radices, ut delumbatae alant neque distrahant

[110] insigne quod, cum fimo laetoque solo gaudeat, rigua odit

et tamen proprietate quaedam soli constant: laudatissimum Aegypto, mox Ostiae atque Ariciae

sectivi duo genera: herbaceum folio, incisuris eius evidentibus, quo utuntur medicamentarii, alterum genus flavidioris folii rotundiorisque, levioribus incisuris
Viene seminato col seme dopo l'equinozio d'autunno, se si vuole produrre più abbondantemente quello da falciare

Si falcia nella stessa zona, finché viene meno, [109] e sia concimato sempre, se è alimentato sulle cime, prima che sia tagliato

Quando è cresciuto, è trapiantato in un'altra zona, dopo aver tolto leggermente le foglie superiori davanti al midollo e tirato i rivestimenti esterni anche alle cime

Gli antichi allargavano i capi con una pietra o un coccio inserito, questo anche nelle cipolle, ora le radici sono allargate leggermente col sarchiello, cosicché indebolite alimentino e non disperdano

[110] Notevole il fatto che, godendo del concime e di un suolo fertile, odia le zone irrigate

E tuttavia alcuni dipendono dalla caratteristica del suolo: il più pregiato in Egitto, poi di Ostia e Ariccia

Due i tipi di quello piantato: l'erbaceo con la foglia, con le sue incisioni marcate, che usano i fabbricanti di medicine, l'altro tipo di foglia più chiara e più rotonda, con incisioni più lievi

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