Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16, pag 5

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 01 - 16
horum corpori ingenitum fuit virus exitiale serpentibus et cuius odore sopirent eas; mos vero liberos genitos protinus obiciendi saevissimis earum eoque genere pudicitiam coniugum experiendi, non profugientibus adulterino sanguine natos serpentibus Nel loro corpo ci fu un veleno congenito dannoso per i serpenti e il cui odore li stordiva; l'usanza poi di esporre i figli appena nati ai più pericolosi di questi e di provare in tal modo la fedeltà delle spose, poiché i serpenti non avrebbero schivato i nati da sangue adulterino
haec gens ipsa quidem prope internicione sublata est a Nasamonibus, qui nunc eas tenent sedes Questa stessa gente fu eliminata quindi quasi con uno sterminio dai Nasamoni, che ora occupano queste sedi
genus tamen hominum ex iis, qui profugerant aut cum pugnatum est afuerant, hodieque remanet in paucis Tuttavia una stirpe di uomini fra quelli, che erano fuggiti o che erano assenti quando si combattè, sopravvive oggi in pochi

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 12-24
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 12-24

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 12-24

[15] simile et in Italia Marsorum genus durat, quos a Circae filio ortos ferunt et ideo inesse iis vim naturalem eam [15] Anche in Italia resiste una razza simile dei Marsi, che dicono nati dal figlio di Circe e che quindi per loro questa forza naturale è innata
et tamen omnibus hominibus contra serpentes inest venenum: ferunt ictas saliva ut ferventis aquae contactu fugere; quod si in fauces penetraverit, etiam mori, idque maxime humani ieiuni oris E tuttavia per tutti gli uomini c'è un veleno contro i serpenti: dicono che colpiti dalla saliva fuggono come dal contatto di acqua bollente; che se sarà penetrata nelle fauci, anche morire, e ciò soprattutto (se è) della bocca di uomo digiuno

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 191-204
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 191-204

Supra Nasamonas confinesque illis Machlyas androgynos esse utriusque naturae, inter se vicibus coeuntes, Calliphanes tradit Callifane riferisce che sopra i Nasamoni e i confinanti con quelli ci sono i Machlie androgini e di entrambe le nature, che si accoppiano tra loro alternativamente
Aristoteles adicit dextram mammam iis virilem, laevam muliebrem esse Aristotele aggiunge che a loro la mammella destra è virile, la sinistra femminile

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 15-29

[16] in eadem Africa familias quasdam effascinantium Isigonus et Nymphodorus, quorum laudatione intereant probata, arescant arbores, emoriantur infantes [16] Isigono e Ninfodoro (dicono) che nella stessa Africa alcune famiglie di stregoni con l'esaltazione di questi uccidono le pecore, seccano gli alberi, fanno morire i neonati
esse eiusdem generis in Triballis et Illyris adicit Isigonus, qui visu quoque effascinent interemantque quos diutius intueantur, iratis praecipue oculis, quod eorum malum facilius sentire puberes; notabilius esse quod pupillas binas in oculis singulis habeant Isigono aggiunge che ci sono dello stesso genere fra i Triballi e gli Illiri, che incantano anche con lo sguardo e uccidono quelli che guardano più a lungo, specialmente se con occhi adirati, che gli adulti avvertono più facilmente questo loro maleficio; più singolare essere il fatto che hanno due pupille in ciascun occhio

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