dein morata in coitu solis biduo, cum tardissime, a tricesima luce rursum ad easdem vices exit, haut scio an omnium, quae in caelo pernosci potuerunt, magistra: in XII mensium spatia oportere dividi annum, [45] quando ipsa totiens solem redeuntem ad principia consequitur; solis fulgore, ut reliqua siderum, regi, siquidem in totum mutuata ab eo luce fulgere, qualem in repercussu aquae volitare conspicimus; ideo molliore et inperfecta vi solvere tantum umorem atque etiam augere, quem solis radii absumant | Poi trattenutasi per due giorni nella congiunzione del sole, al più tardi, dal trentesimo giorno si dirige di nuovo verso le solite successioni, non so se maestra, di tutte le cose che poterono essere conosciute in cielo: essere necessario che l'anno sia diviso in periodi di dodici mesi, [45] quando lei stessa raggiunge altrettante volte il sole che torna al punto di partenza; essere dominata dallo splendore del sole, come le rimanenti stelle, in effetti risplende per la luce ricavata completamente da esso, come vediamo oscillare nel riflesso dell'acqua; perciò con una forza più debole ed imprecisa sciogliere tanta umidità e anche accrescerla, che i raggi del sole consumano |
ideo inaequali lumine adspici, quia, ex adverso demum plena, reliquis diebus tantum ex se terris ostendat, quantum a sole ipsa concipiat; [46] in coitu quidem non cerni, quoniam haustum omnem lucis aversa illo regerat, unde acceperit | Perciò essere guardata con luce disuguale, poiché, piena finché in opposizione, nei restanti giorni mostra di sé alla terra tanto, quanto assume lei stessa dal sole; [46] non essere poi vista in congiunzione, poiché opposta rimanda tutta la luce assorbita da quello, da cui la ricevette |
sidera vero haut dubie umore terreno pasci, quia dimidio orbe numquam maculoso cernatur, scilicet nondum suppetente ad hauriendum ultra iusta vi; masculas enim non aliud esse quam terrae raptas cum umore sordes | Certo senza dubbio le stelle si nutrono di umidità terrestre, poiché non è mai vista con l'orbita a metà macchiata, certamente con la giusta forza che non richiede mai di attingere oltre; che infatti le macchie non sono altro che impurità della terra assorbite con l'umidità |
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defectus autem suos et solis, rem in tota contemplatione naturae maxime miram et ostento similem, magnitudinum umbraeque indices exsistere | Quindi le eclissi sue e del sole, cosa massimamente straordinaria in tutta la contemplazione della natura e simile a un portento, risultano indici delle grandezze e dell'ombra |
[47] quippe manifestum est solem interventu lunae occultari lunamque terrae obiectu ac vices reddi, eosdem solis radios luna interpositu suo auferente terrae terraque lunae | [47] Pertanto è chiaro che il sole per intervento della luna viene nascosto e che la luna reciprocamente è ricambiata dall'ostacolo della terra, la luna col suo frapporsi che toglie gli stessi raggi del sole alla terra e la terra alla luna |
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hac subeunte repentinas obduci tenebras rursumque illius umbra sidus hebetari | Che con questa che avanza sono portate improvvise tenebre e di nuovo l'astro viene spento dall'ombra di quella |
neque aliud esse noctem quam terrae umbram, figuram autem umbrae similem metae ac turbini inverso, quando mucrone tantum ingruat neque lunae excedat altitudinem, quoniam nullum aliud sidus eodem modo obscuretur et talis figura semper mucrone deficiat | Che la notte non è nient'altro che l'ombra della terra, la forma dell'ombra poi simile a una punta e a un cono rovesciato, quando tocca solo con la punta né supera l'altezza della luna, poiché nessun altro astro è oscurato nello stesso modo e tale forma finisce sempre con una punta |
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