Petronio, Satyricon: 91-110, pag 5

Petronio, Satyricon: 91-110

Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 91-110
Hinc mercennarius tonsor ferramenta sua nobis et ipse armatus distribuit, illinc Tryphaenae familia nudas expedit manus, ac ne ancillarum quidem clamor aciem destituit, uno tantum gubernatore relicturum se navis ministerium denuntiante, si non desinat rabies libidine perditorum collecta

Nihilo minus tamen perseverat dimicantium furor, illis pro ultione, nobis pro vita pugnantibus

Multi ergo utrinque sine morte labuntur, plures cruenti vulneribus referunt veluti ex proelio pedem, nec tamen cuiusquam ira laxatur

Tunc fortissimus Giton ad virilia sua admovit novaculam infestam, minatus se adbscissurum tot miseriarum causam, inhibuitque Tryphaena tam grande facinus non dissimulata missione
Da una parte il servo-barbiere ci distribuisce i suoi rasoi armandosi anche lui; dall'altra i servi di Trifena ci mostrano i pugni, mentre anche le ancelle partecipano allo scontro strillando a più non posso; soltanto il timoniere dichiara che avrebbe lasciato andare la nave alla deriva, se non cessava la gazzarra provocata dalla foia di quei depravati

Ciò nonostante il furore dei duellanti non accenna a placarsi, decisi com'erano quelli a vendicarsi, e noi a salvare la pelle

Sia di qui che di là ne andarono al tappeto parecchi, anche se nessuno ci lasciò le penne, mentre in molti abbandonarono sanguinanti lo scontro, proprio come in una battaglia vera, senza che però a nessuno si placassero i bollenti spiriti

Allora Gitone, coraggiosissimo, si accostò il rasoio funesto alle parti basse, minacciando di tagliar via la causa di tutti quei guai; ma Trifena si buttò a impedire un delitto tanto grave, mostrandosi però disposta al perdono
Saepius ego cultrum tonsorium super iugulum meum posui, non magis me occisurus quam Giton, quod minabatur, facturus

Audacius tamen ille tragoediam implebat, quia sciebat se illam habere novaculam, qua iam sibi cervicem praeciderat

Stante ergo utraque acie, cum appareret futurum non tralaticium bellum, aegre expugnavit gubernator ut caduceatoris more Tryphaena indutias faceret

Data ergo acceptaque ex more patrio fide, protendit ramum oleae a Tutela navigii raptum, atque in colloquium venire ausa:'Quis furor, exclamat, pacem convertit in arma

Quid nostrae meruere manus

Non Troius heroshac in classe vehit decepti pignus Atridae,nec Medea furens fraterno sanguine pugnat,sed contemptus amor vires habet

Ei mihi, fata hos inter fluctus quis raptis evocat armis
Allora anch'io mi accostai numerose volte il rasoio alla gola, deciso però a togliermi la vita tanto quanto Gitone lo era di mettere in pratica il suo di proposito

Lui però recitava la scenetta tragica con maggiore convinzione, perché sapeva di avere in mano proprio il rasoio col quale si era già in precedenza tagliato il collo

Quando fu chiaro che, stando così le cose da entrambe le parti, quella non sarebbe stata una scaramuccia delle solite, il timoniere ottenne non senza sforzi che Trifena, in qualità di mediatrice, proponesse una tregua

Dopo esserci così scambiati i giuramenti secondo la consuetudine dei nostri padri, Trifena avanza con in mano un ramo d'olivo tolto al dio protettore della nave, e coraggiosamente si fa avanti a parlamentare:Quale furore trasforma la pace in guerra

Che colpa scontano le nostre truppe

Su questa nave l'eroe troiano non conduce secoil pegno sottratto all'Atride ingannato; qui Medea non combatte furiosa per mezzo del sangue fraterno, ma l'amore spregiato schiera le sue milizie

Ahimè, chi impugnando le armi desidera affrettare la sorte
Cui non est mors una satis

Ne vincite pontum gurgitibusque feris alios immittite fluctus'

(CIX) Haec ut turbato clamore mulier effudit, haesit paulisper acies, revocataeque ad pacem manus intermisere bellum

Utitur paenitentiae occasione dux Eumolpos, et castigato ante vehementissime Licha tabulas foederis signat, queis haec formula erat:'Ex tui animi sententia, ut tu, Tryphaena, neque iniuriam tibi factam a Gitone quereris, neque si quid ante hunc diem factum est, obicies vindicabisve aut ullo alio genere persequendum curabis; ut tu nihil imperabis puero repugnanti, non amplexum, non osculum, non coitum venere constrictum, nisi pro qua re praesentes numeraveris denarios centum
Una morte non è già abbastanza

Non vincete per furia il mare, altri flutti di sangue non date ai gorghi selvaggi

109 Quando la donna proruppe in queste commosse parole, la mischia cessò per un attimo, e le schiere, richiamate alla pace, interruppero lo scontro

Eumolpo, il nostro capo, coglie al volo quell'attimo di rinsavimento e, dopo aver mosso i rimproveri più aspri a Lica, suggella i termini di un trattato, le cui clausole erano le seguenti: Nel pieno possesso delle tue facoltà mentali, tu, Trifena, prometti di non lamentarti più dell'affronto subito da Gitone, e di non accusarlo, di non vendicartene e di non perseguitarlo in alcun modo per tutto quello che tra di voi c'è stato fino a oggi; Inoltre ti impegni a non pretendere dal ragazzo, qualora non sia pienamente consenziente, che ti abbracci, ti baci, venga a letto con te, pena il pagamento di un'ammenda di cento denari in contanti

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Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 31-45

Item, Licha, ex tui animi sententia, ut tu Encolpion nec verbo contumelioso insequeris nec vultu, neque quaeres ubi nocte dormiat, aut si quaesieris, pro singulis iniuriis numerabis praesentes denarios ducenos'

In haec verba foederibus compositis arma deponimus, et ne residua in animis etiam post iusiurandum ira remaneret, praeterita aboleri osculis placet

Exhortantibus universis odia detumescunt, epulaeque ad certamen prolatae conciliant hilaritate concordiam

Exsonat ergo cantibus totum navigium, et quia repentina tranquillitas intermiserat cursum, alius exultantes quaerebat fuscina pisces, alius hamis blandientibus convellebat praedam repugnantem
Allo stesso modo, tu, Lica, nel pieno possesso delle tue facoltà mentali, ti impegni a non tormentare Encolpio con espressioni ingiuriose o con sguardi sprezzanti, né cercherai di sapere dove dorma la notte, pena - nel caso in cui tu debba violare ciascuna delle suddette condizioni - un'ammenda di duecento denari in contanti

Dopo aver concluso il trattato in questi termini, deponiamo le armi e, per evitare che anche dopo il giuramento ci resti un qualche residuo di rancore nell'animo, decidiamo di dimenticare il passato scambiandoci dei baci

Visto che entrambe le parti non vogliono altro, gli odi reciproci si sgonfiano, e un bel banchetto allestito sul luogo dello scontro suggella il ritorno all'armonia nell'ilarità generale

Tutta la nave risuona di canti e, siccome un'improvvisa bonaccia aveva fatto ridurre la velocità, alcuni si misero ad arpionare con la fiocina i pesci che saltavano fuori dall'acqua, mentre altri cercavano di tirare su le prede guizzanti servendosi di ami insidiosi
Ecce etiam per antemnam pelagiae consederant volucres, quas textis harundinibus peritus artifex tetigit; illae viscatis inligatae viminibus deferebantur ad manus

Tollebat plumas aura volitantes, pinnasque per maria inanis spuma torquebat

Iam Lichas redire mecum in gratiam coeperat, iam Tryphaena Gitona extrema parte potionis spargebat, cum Eumolpus et ipse vino solutus dicta voluit in calvos stigmososque iaculari, donec consumpta frigidissima urbanitate rediit ad carmina sua coepitque capillorum elegidarion dicere: Quod solum formae decus est, cecidere capilli, vernantesque comas tristis abegit hiemps

Nunc umbra nudata sua iam tempora maerent,areaque attritis ridet adusta pilis

O fallax natura deum: quae prima dedistiaetati nostrae gaudia, prima rapis
Sull'albero maestro venivano intanto a posarsi degli uccelli marini che un tizio, un vero virtuoso, toccava appena con delle canne preparate apposta, e quelli, rimanendo impigliati, si lasciavano poi catturare con le mani

Le piume leggere vorticavano nell'aria e la schiuma impalpabile del mare le avvolgeva nelle sue spire

Nel frattempo Lica era di nuovo in buona armonia con me e Trifena stava versando le ultime gocce del suo bicchiere addosso a Gitone, quando Eumolpo, anche lui un po' alticcio, cominciò a raccontare barzellette su calvi e marchiati; Quando poi ebbe esaurito il suo repertorio di scemenze e freddure, tornò ai versi e ci rifilò questa specie di elegia sui capelli: Sono caduti i capelli ch'erano il fiore della bellezza, un triste inverno ha spazzato via le chiome primaverili

Ora le tempie private dell'ombra perduta si struggono in lacrime, e il cranio bruciato dal sole perduti i suoi peli sogghigna

O natura ingannevole dei numi: Le gioie donate per primealla vita, per prime le togli

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Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 76-90

Infelix, modo crinibus nitebas Phoebo pulchrior et sorore Phoebi

At nunc levior aere vel rotundo horti tubere, quod creavit unda, ridentes fugis et times puellas

Ut mortem citius venire credas, scito iam capitis perisse partem

(CX) Plura volebat proferre, credo, et ineptiora praeteritis, cum ancilla Tryphaenae Gitona in partem navis inferiorem ducit, corymbioque dominae pueri adornat caput

Immo supercilia etiam profert de pyxide, sciteque iacturae liniamenta secuta totam illi formam suam reddidit

Agnovit Tryphaena verum Gitona, lacrimisque turbata tunc primum bona fide puero basium dedit

Ego etiam si repositum in pristinum decorem puerum gaudebam, abscondebam tamen frequentius vultum, intellegebamque me non tralaticia deformitate esse insipitum, quem alloquio dignum ne Lichas quidem crederet
Poveraccio, un attimo fa splendevi per chiome più bello di Febo e della sorella di Febo

Adesso più liscio del bronzo o del fungo rotondo cresciuto sotto la pioggia, pauroso eviti il riso delle fanciulle

Che la morte rapida arriva te lo dice quella parte del cranio che t'è già morta

110 E mi sa che l'avrebbe tirata ancora per le lunghe, con altre stupidaggini peggio delle precedenti, quando una delle ancelle di Trifena si porta Gitone sottocoperta e gli mette in testa una parrucca della padrona

Poi tira fuori da una scatoletta due sopracciglia finte e gliele applica così bene sulla fronte, da restituirgli tutta la bellezza di un tempo

Allora Trifena riconobbe il vero Gitone e, commossa fino alle lacrime, gli diede un primo bacio in piena regola

Quanto a me, anche se ci godevo tantissimo a rivedermi davanti il mio ragazzino di nuovo bello come in passato, ciò nonostante cercavo di nascondere la faccia il più possibile, consapevole com'ero di essere sfigurato e brutto a un livello tale che adesso nemmeno Lica mi rivolgeva più la parola
Sed huic tristitiae eadem illa succurrit ancilla, sevocatumque me non minus decoro exornavit capillamento; immo commendatior vultus enituit, quia flavum corymbion erat

Ceterum Eumolpos, et periclitantium advocatus et praesentis concordiae auctor, ne sileret sine fabulis hilaritas, multa in muliebrem levitatem coepit iactare: quam facile adamarent, quam cito etiam filiorum obliviscerentur, nullamque esse feminam tam pudicam, quae non peregrina libidine usque ad furorem averteretur

Nec se tragoedias veteres curare aut nomina saeculis nota, sed rem sua memoria factam, quam eiturum se esse, si vellemus audire

Conversis igitur omnium in se vultibus auribusque sic orsus est:
Ma a questo mio stato di scoramento venne in soccorso quella stessa ancella che, chiamatomi in disparte, mi sistemò in testa una parrucca non meno aggraziata; e anzi, il mio volto risplendette ancora più attraente, perché la parrucca era bionda

Nel frattempo Eumolpo, che ci aveva fatto da avvocato in quel momento critico e che era un po' l'artefice dell'avvenuta riappacificazione, perché il buon umore non scemasse per mancanza di storielle divertenti, cominciò a dirne di tutti i colori sulla leggerezza delle donne, che perdono la testa in un attimo, che si dimenticano subito persino dei figli e che non esiste al mondo una donna, fosse anche la più onesta, che non sia disposta a fare follie pur di buttarsi in qualche avventuretta fuori di casa

Il suo discorso, precisò Eumolpo, non si riferiva mica alle antiche tragedie o a certi nomi arcinoti da secoli, ma a un fatto successo ai suoi tempi, che lui ci avrebbe raccontato se solo lo avessimo voluto ascoltare

E quando poi tutti rivolsero occhi e orecchi verso di lui, attaccò così

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