Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40

Nocte initum proelium est; legionibus dictatoris clamore significant ab ea quoque parte rem in discrimine esse

Iam se ad prohibenda circumdari opera AEqui parabant cum ab interiore hoste proelio coepto, ne per media sua castra fieret eruptio, a munientibus ad pugnantes introrsum uersi vacuam noctem operi dedere, pugnatumque cum consule ad lucem est

Luce prima iam circumuallati ab dictatore erant et vix aduersus unum exercitum pugnam sustinebant

Tum a Quinctiano exercitu, Qui confestim a perfecto opere ad arma rediit, inuaditur uallum

Hic instabat noua pugna: illa nihil remiserat prior
Quando si buttarono nella mischia era notte fonda: con un urlo fecero capire alle legioni del dittatore che anche da qvella parte era cominciato lo scontro

Gli Equi si stavano già preparando a impedire l'accerchiamento delle fortificazioni, quando si videro investiti dagli assediati; per evitare una sortita attraverso il loro accampamento, girarono la schiena a qvelli che stavano costruendo la palizzata e si concentrarono sull'attacco proveniente dall'interno, lasciando che la costruzione procedesse indisturbata per il resto della notte e combattendo contro le truppe del console fino alle prime luci dell'alba

Quando fu giorno, erano ormai chiusi dal vallo del dittatore e riuscivano a malapena a tener testa a un solo esercito

Allora gli uomini di Quinzio, tornati rapidamente alle armi dopo aver finito la costruzione, si buttano all'assalto della trincea nemica

Qui ci fu una nuova battaglia, mentre l'altra cominciata prima continuava a infuriare
Tum ancipiti malo urgente, a proelio ad preces uersi hinc dictatorem, hinc consulem orare, ne in occidione victoriam ponerent, ut inermes se inde abire sinerent

Ab consule ad dictatorem ire iussi; is ignominiam infensus addidit; Gracchum Cloelium ducem principesque alios vinctos ad se adduci iubet, oppido Corbione decedi

Sangvinis se Aequorum non egere; licere abire, sed ut exprimatur tandem confessio subactam domitamque esse gentem, sub iugum abituros

Tribus hastis iugum fit, humi fixis duabus superque eas transversa una deligata

Sub hoc iugo dictator Aeqvos misit
E allora i nemici, pressati dalla doppia minaccia che incombeva su di loro e passati dall'assalto armato alle più disperate implorazioni, supplicavano ora il dittatore, ora il console di non trasformare la vittoria in un massacro, ma di lasciarli andar via di lì senza le armi

Il console ordinò loro di andare dal dittatore che, in un accesso di rabbia, aggiunse condizioni infamanti; Cincinnato ordina infatti di condurgli in catene il comandante Gracco Clelio e gli altri capi, e di evacuare la città di Corbione

Disse che del sangue degli Equi poteva benissimo fare a meno; avrebbe concesso loro di andarsene, ma, perché finalmente ammettessero che il loro popolo era stato sottomesso e domato, essi avrebbero dovuto passare sotto il giogo

Venne allestito un giogo con tre aste, due erano piantate nel terreno, mentre la terza era legata di traverso sopra le altre

Sotto a questo giogo il dittatore fece passare gli Equi
[29] Castris hostium receptis plenis omnium rerum- nudos enim emiserat-praedam omnem suo tantum militi dedit; consularem exercitum ipsumque consulem increpans 'carebis' inQuit 'praedae parte, miles, ex eo hoste cui prope praedae fvisti

Et tu, L Minuci, donec consularem animum incipias habere, legatus his legionibus praeeris

' Ita se Minucius abdicat consulatu iussusque ad exercitum manet

Sed adeo tum imperio meliori animus mansuete oboediens erat, ut beneficii magis quam ignominiae hic exercitus memor et coronam auream dictatori, libram pondo, decreuerit et proficiscentem eum patronum salutauerit

Romae a Q Fabio praefecto urbis senatus habitus triumphantem Quinctium quo ueniebat agmine urbem ingredi iussit
29 Dopo essersi impossessato dell'accampamento nemico che straripava d'ogni bendidio perché i suoi occupanti ne erano stati cacciati senza nulla addosso, Cincinnato divise l'intero bottino esclusivamente tra i suoi uomini; poi, rimproverando l'esercito del console e il console stesso, disse: Voi, o soldati, non parteciperete alla spartizione del bottino di qvel nemico che per poco non ha fatto di voi la sua preda

Quanto a te, Lucio Minucio, finché non comincerai ad avere un animo degno di un console, comanderai queste legioni col grado di luogotenente

Minucio rinuncia così al consolato, pur rimanendo con l'esercito in ottemperanza all'ordine ricevuto

Ma gli animi erano così pacificamente rivolti a obbedire ai comandi del migliore che l'esercito, memore dei benefici ricevuti più che dell'umiliazione subita, decretò al dittatore una corona d'oro del peso di una libbra: il giorno della sua partenza le truppe lo salutarono come loro protettore

A Roma intanto, in una seduta convocata dal prefetto della città Quinto Fabio, il senato ordinò a Quinzio di fare un ingresso trionfale in città con le sue truppe

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 50 - 51

Ducti ante currum hostium duces; militaria signa praelata; secutus exercitus praeda onustus

Epulae instructae dicuntur fvisse ante omnium domos, epulantesque cum carmine triumphali et sollemnibus iocis comisantium modo currum secuti sunt

Eo die L Mamilio Tusculano adprobantibus cunctis civitas data est

Confestim se dictator magistratu abdicasset ni comitia M Volsci, falsi testis, tenvissent

Ea ne impedirent tribuni dictatoris obstitit metus; Volscius damnatus Lanuvium in exsilium abiit

Quinctius sexto decimo die dictatura in sex menses accepta se abdicavit

Per eos dies consul Nautius ad Eretum cum Sabinis egregie pugnat; ad vastatos agros ea quoque clades accessit Sabinis

Minucio Fabius successor in Algidum missus
Davanti al carro vennero fatti avanzare i comandanti nemici e le insegne militari conquistate; dietro li segviva l'esercito carico di bottino

Stando a quanto si dice, di fronte a tutte le case furono imbandite delle tavole e i soldati, innalzando l'inno trionfale e scambiandosi le tradizionali battute mentre marciavano festosi, segvirono il carro come se fossero in piena baldoria

Qvel giorno Lucio Mamilio Tuscolano ottenne la cittadinanza con l'approvazione di tutti

Il dittatore avrebbe immediatamente rinunciato all'incarico, se il processo per falsa testimonianza a carico di Marco Volscio non lo avesse costretto a rimandare la propria decisione

Il timore del dittatore indusse i tribuni a non interferire nella cosa; Volscio fu condannato e andò in esilio a Lanuvio

A sedici giorni di distanza dalla nomina, Quinzio rinunciò alla dittatura che aveva assunto per un semestre

In qvel periodo il console Nauzio combatté valorosamente ad Ereto contro i Sabini, così alla devastazione dei campi si aggiunse per i Sabini questa sconfitta

Fabio venne inviato sull'Algido come successore di Minucio
Extremo anno agitatum de lege ab tribunis est; sed Quia duo exercitus aberant, ne quid ferretur ad populum patres tenvere; plebes vicit ut Quintum eosdem tribunos crearent

Lupos visos in Capitolio ferunt a canibus fugatos; ob id prodigium lustratum Capitolium esse

Haec eo anno gesta

[30] Sequuntur consules Q Minucius M Horatius Puluillus

Cuius initio anni cum foris otium esset, domi seditiones iidem tribuni, eadem lex faciebat; ulteriusque uentum foret -adeo exarserant animis-ni velut dedita opera nocturno impetu Aequorum Corbione amissum praesidium nuntiatum esset

Senatum consules uocant; iubentur subitarium scribere exercitum atque in Algidum ducere
Verso la fine dell'anno ci furono altre agitazioni provocate dai tribuni per la questione della legge; ma data la contemporanea assenza dei due eserciti, i senatori ottennero che nessuna proposta venisse portata di fronte al popolo; la plebe riuscì invece a far eleggere per la Quinta volta gli stessi tribuni

Pare che sul Campidoglio furono visti dei lupi insegviti da cani e che per tale prodigio il Campidoglio stesso venne sottoposto a un rito di purificazione

Questo è quanto accadde qvell'anno

30 I consoli successivi furono Quinto Minucio e Marco Orazio Puluillo

All'inizio dell'anno, mentre coi paesi stranieri regnava la pace, in patria gli stessi tribuni e la stessa legge continuavano invece a causare disordini; e si sarebbe arrivati a chissà quali estremi - tanta era l'eccitazione degli animi - se, quasi a farlo apposta, non fosse arrivata la notizia che il presidio armato di Corbione era finito in mano agli Equi a séguito di un assalto notturno

I consoli convocano il senato; fu dato loro l'ordine di arruolare un esercito in fretta e furia e di condurlo sull'Algido

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Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 16-20
Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 16-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 16-20

Inde posito legis certamine noua de dilectu contentio orta; vincebaturque consulare imperium tribunicio auxilio cum alius additur terror, Sabinum exercitum praedatum descendisse in agros Romanos, inde ad urbem venire

Is metus perculit ut scribi militem tribuni sinerent, non sine pactione tamen ut quoniam ipsi Quinquennium elusi essent paruumque id plebi praesidium foret, decem deinde tribuni plebis crearentur

Expressit hoc necessitas patribus: id modo excepere ne postea eosdem tribunos viderent

Tribunicia comitia, ne id quoque post bellum ut cetera uanum esset, extemplo habita

Tricensimo sexto anno a primis tribuni plebis decem creati sunt, bini ex singulis classibus; itaque cautum est ut postea crearentur
Accantonato Quindi lo scontro sulla legge, ecco saltar fuori una nuova contesa sul problema della leva; e l'autorità dei consoli stava per avere la peggio per l'intervento dei tribuni, quando si venne ad aggiungere un nuovo terrore: un esercito sabino era calato in territorio romano per compiervi razzie e di là si dirigeva verso Roma

Questa notizia suscitò uno spavento tale che i tribuni permisero l'arruolamento, non senza aver prima ottenuto - siccome per cinque anni erano stati presi in giro riuscendo così di ben poco aiuto alla plebe - la garanzia che in futuro sarebbero stati eletti dieci tribuni

I patrizi furono costretti ad accettare, assicurandosi però con una clausola di non rivedere più, da qvel giorno in poi, gli stessi tribuni

Si passò poi sùbito alla nomina dei tribuni, per evitare che qvella promessa, come tutte le altre in passato, non venisse mantenuta una volta finita la guerra

A 36 anni di distanza dai primi, furono allora nominati dieci tribuni, due per ciascuna classe, e si stabilì che in futuro l'elezione avrebbe segvito la stessa procedura
Dilectu deinde habito Minucius contra Sabinos profectus non invenit hostem

Horatius, cum iam AEqui Corbione interfecto praesidio Ortonam etiam cepissent, in Algido pugnat; multos mortales occidit; fugat hostem non ex Algido modo sed a Corbione Ortonaque

Corbionem etiam dirvit propter proditum praesidium

[31] Deinde M Valerius Sp Verginius consules facti

Domi forisque otium fuit; annona propter aquarum intemperiem laboratum est

De Auentino publicando lata lex est

Tribuni plebis iidem refecti

Hi sequente anno, T Romilio C Veturio consulibus, legem omnibus contionibus suis celebrant: pudere se numeri svi nEquiquam aucti, si ea res aeque suo biennio iaceret ac toto superiore lustro iacuisset
Una volta effettuata la leva, Minucio marciò contro i Sabini, ma non trovò tracce del nemico

Orazio, siccome gli Equi, dopo aver eliminato il presidio di Corbione, avevano conQuistato anche Ortona, li affronta sull'Algido, uccidendone una gran quantità e riuscendo a cacciarli non solo dall'Algido ma anche da Corbione e da Ortona

Corbione la rase addirittura al suolo per aver consegnato il presidio al nemico

31 Vennero in séguito eletti consoli Marco Valerio e Spurio Verginio

La situazione si mantenne tranQuilla in città e all'estero; ci furono però problemi di approvvigionamento alimentare dovuti all'eccesso di piogge

Venne approvata una legge sull'apertura dell'Aventino all'insediamento privato

I tribuni della plebe furono riconfermati in carica

L'anno successivo, sotto il consolato di Tito Romilio e Gaio Veturio, in tutti i comizi tenuti non perdevano occasione per riportare il discorso sul tema della legge; dicevano che si sarebbero vergognati dell'aumento di effettivi assegnato alla loro magistratura, se la legge durante il biennio del mandato avesse continuato a dormire com'era successo nei cinque anni precedenti

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Cum maxime haec agerent, trepidi nuntii ab Tusculo veniunt Aeqvos in agro Tusculano esse

Fecit pudorem recens eius populi meritum morandi auxilii

Ambo consules cum exercitu missi hostem in sua sede, in Algido inveniunt

Ibi pugnatum

Supra septem milia hostium caesa, alii fugati; praeda parta ingens

Eam propter inopiam aerarii consules uendiderunt

Invidiae tamen res ad exercitum fuit, eademque tribunis materiam criminandi ad plebem consules praebvit

Itaque ergo, ut magistratu abiere, Sp Tarpeio A Aternio consulibus dies dicta est Romilio ab C Caluio Cicerone tribuno plebis, Veturio ab L Alieno aedile plebis

Vterque magna patrum indignatione damnatus, Romilius decem milibus aeris, Veturius Quindecim
Mentre persegvivano questo scopo con determinazione, arrivano da Tuscolo dei messaggeri che in preda all'agitazione annunciano la presenza di Equi nel territorio di Tuscolo

Per le recenti benemerenze di qvel popolo si ebbe ritegno a ritardare gli aiuti

Inviati entrambi i consoli con un esercito, essi trovarono il nemico nel suo solito alloggiamento sul monte Algido

Lo scontro avvenne lì

Più di 7,000 nemici furono uccisi, gli altri messi in fuga; il bottino fu ingente

Per le pessime condizioni finanziarie del paese, fu posto all'incanto dai consoli

La cosa creò tuttavia malcontento nelle file dell'esercito, fornendo così ai tribuni materia per accusare i consoli di fronte alla plebe

Per questo, quando allo scadere del loro mandato divennero consoli Spurio Tarpeio e Aulo Aternio, Romilio e Veturio vennero trascinati in tribunale rispettivamente dal tribuno della plebe Gaio Caluio Cicerone e dall'edile della plebe Lucio Alieno

Con grande indignazione dei patrizi, furono entrambi condannati a pene pecuniarie: Romilio a 10,000 assi e Veturio a 15,000
Nec haec priorum calamitas consulum segniores novos fecerat consules

Et se damnari posse aiebant, et plebem et tribunos legem ferre non posse

Tum abiecta lege quae promulgata consenuerat, tribuni lenius agere cum patribus: finem tandem certaminum facerent

Si plebeiae leges displicerent, at illi communiter legum latores et ex plebe et ex patribus, Qui utrisque utilia ferrent quaeque aequandae libertatis essent, sinerent creari

Rem non aspernabantur patres; daturum leges neminem nisi ex patribus aiebant
La disavventura dei predecessori non aveva comunque affievolito l'energia dei nuovi consoli

Sostenevano che avrebbero sì potuto subire una condanna, ma di certo i tribuni e la plebe non sarebbero riusciti a far passare la legge

I tribuni, lasciata da parte la legge che a forza di essere presentata aveva ormai perso tutto il suo potere d'urto, adottarono maggiore moderazione nei confronti dei patrizi, invitandoli a porre fine agli scontri

Se le leggi proposte dai plebei non andavano a genio ai patrizi, questi avrebbero dovuto almeno consentire l'elezione collegiale di legislatori provenienti sia dalla plebe sia dal patriziato, in maniera tale che le proposte risultassero vantaggiose per entrambe le parti e assicurassero una pari libertà

I patrizi non disprezzavano l'iniziativa, ma sostenevano che le leggi non le poteva presentare nessuno che non fosse patrizio

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Cum de legibus conveniret, de latore tantum discreparet, missi legati Athenas Sp Postumius Albus A Manlius P Sulpicius Camerinus, iussique inclitas leges Solonis describere et aliarum Graeciae civitatium instituta mores iuraque noscere

[32] Ab externis bellis Quietus annus fuit, Quietior insequens P Curiatio et Sex Quinctilio consulibus, perpetuo silentio tribunorum, quod primo legatorum Qui Athenas ierant legumque peregrinarum exspectatio praebvit, dein duo simul mala ingentia exorta, fames pestilentiaque, foeda homini, foeda pecori

Vastati agri sunt, urbs adsidvis exhausta funeribus; multae et clarae lugubres domus
Siccome c'era accordo sulle leggi, ma non su chi doveva proporle, vennero inviati ad Atene Spurio Postumio Albo, Aulo Manlio e Publio Sulpicio Camerino con l'ordine di trascrivere le celebri leggi di Solone e di studiare a fondo le istituzioni, i costumi e i principi giuridici delle altre città greche

32 Se qvell'anno non venne turbato da guerre con paesi stranieri, l'anno successivo - sotto il consolato di Publio Curiazio e Sesto Quintilio - fu ancora più povero di conflitti per il lungo silenzio dei tribuni dovuto innanzitutto all'attesa del ritorno dei legati che erano andati ad Atene e delle leggi straniere che essi avrebbero portato con sé, e in secondo luogo per due atroci calamità abbattutesi contemporaneamente, cioè la fame e una pestilenza, funesta tanto per gli uomini quanto per gli animali

Le campagne si spopolarono, mentre la città si svvota per i continvi funerali; molte famose famiglie erano in lutto

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