La zattera della medusa - Theodore Gericault

La zattera della medusa - Theodore Gericault

Le dimensioni sono inaspettate per un dipinto che non rappresenta un evento storico, una grande battaglia, ma solo uno scandaloso fatto di cronaca accaduto nel 1816

Si trattava del naufragio di una fregata francese, la Medusa Il cui comandante aveva preferito salvare se stesso e i suoi ufficiali, di alta estrazione sociale, nelle sole sei scialuppe disponibili, abbandonando invece i ranghi inferiori e i passeggeri, 150 tra soldati e coloni tra cui una donna diretti al Senegal, su una zattera mal costruita. Due dei quindici sopravvissuti avevano reso nota, in un raccapricciante resoconto che impressionò molto l'opinione pubblica, la cronaca di quei terribili 13 giorni trascorsi su una cassa da morto che navigava nell'ignoto.

Gericault ha eseguito questo dipinto monumentale di sua iniziativa, senza aver avuto nessuna commissione; intendendo rappresentare in dimensioni epiche, sinora esclusive della pittura celebrativa, le vicende della gente comune solitamente relegate in quadri di piccolo formato e di gusto aneddotico. L'evento veniva trasfigurato in una sorta di allegoria politica che metteva sotto accusa sia la società della Restaurazione segnata dal recente ritorno della vecchia monarchia, sia la tradizionale gerarchia dei generi. Infatti il capitano senza umanità e senza onore era un giovane aristocratico messo in quel posto dal governo di Luigi XVIII. 

La zattera della medusa - Theodore Gericault, 1819 La zattera della medusa - Theodore Gericault, 1819

Il grande storico Jules Michelet scorse in quell'opera la rappresentazione allegorica di un paese senza più valori, che slittava verso una pericolosa deriva. La novità assoluta di questo dipinto sta anche nella modalità di esecuzione, segnate da un lavoro preliminare per cui il pittore, come un giornalista di cronaca, aveva intervistato i sopravvissuti e visitato le coste della Normandia per studiare il movimento delle acque. Aveva allestito nel suo studio un modello della zattera collocando le figurine in cera dei naufraghi. 

Aveva visitato ospizi, ospedali e camere mortuarie per studiare dal vero gli effetti della malattia e della morte. Anche se alla fine, nella solenne struttura della composizione e nell'atteggiamento dei nudi atletici ed eroici, non emaciati e ricoperti di piaghe e di ferite come dovevano essere stati nella realtà, risolveva la scena in una tragica dimensione epica nella tradizione della rappresentazione del terrore e del sublime il cui principale modello di riferimento rimaneva Michelangelo pittore. 

Dipinti dedicati alle vicende della storia contemporanea diventarono sempre più frequenti in Francia e in Inghilterra, meno in Italia forse per la situazione politica sfavorevole di un paese diviso sotto il dominio straniero. Sembravano fatti per suscitare l'interesse del pubblico che nelle grandi città, da Londra a Parigi, da Monaco a Milano, affollava le esposizioni, appassionandosi e discutendo animatamente delle opere. 

La zattera di Géricault venne premiata con la medaglia d'oro, cui seguirà proprio nel 1824 l'acquisto da parte dello Stato.

Nel frattempo il pittore, sia per trarre un vantaggio economico dal proprio lavoro sia per cavalcare il successo di scandalo riscosso a Parigi, portò il suo quadro nonostante le dimensioni gigantesche, in tournée tra Londra e Dublino, dove già dagli ultimi vent'anni del Settecento erano in uso queste vantaggiose operazioni di esposizione popolare e commerciale. 

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