Terrazza a Sainte-Adresse di Claude Monet

Terrazza a Sainte-Adresse di Claude Monet

Il ritratto è composto da tanti piccoli tocchi di colore. Monet vuole esaltare al massimo l'effetto visivo del colore che si esalta grazie alla luce del Sole

Cerca di portare ogni colore al massimo grado di luminosità e riesce nell'intento cambiando tecnica pittorica. Combina i toni cromatici per valorizzare il contrasto, accostando una tinta molto chiara ad una tinta molto scura. Per questo, dovevano sparire tutte le tinte spente e opache nella ricerca ottimale del rapporto tra luce, colore e percezione visiva.

Mirabile l'effetto dell'ombrello color avorio in primo piano, o anche i vestiti delle signore che, illuminati dal sole, si spezzano in pennellate che seguono la propria direzione. Sul mare le striature si accorciano e si arriva ad un minuzioso e certosino lavoro di tocchi nei fiori e nelle piante. Tutto è strutturato come composizione geometrica visibile: nelle linee dell'orizzonte, della balaustra e delle aste delle bandiere

Gli appassionati d'arte francese non erano molto colpiti dalle opere degli impressionisti. Al contrario altri collezionisti americani e russi, ebbero un maggior intuito di valorizzazione dei dipinti. A Sainte-Addresse, vicono Le Havre, Monet trascorse l'adolescenza, muovendo i primi passi nella pittura dipingendo vedute marine. I riflessi della luce sull'acqua furono uno stimolo e una passione che lo accompagnarono per tutta la sua vita.

Luce e colori appaiono vivaci e squillanti. Il mare è di un azzurro intenso e lungo la linea dell'orizzonte si possono scorgere tante navi a vapore. Nel cielo sereno, lasciano una scia di fumo. Le bandiere sventolano mosse da un vento forte. Le siepi fiorite intorno alla terrazza trasmettono un senso di vita.

Curiosità: il quadro è ambientato nella casa degli zii dell'artista. Ii due personaggi seduti sono il padre e la zia di Monet. In piedi di fronte a loro, la cugina e un amico di famiglia

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Opera che segna il suo esordio nel giapponismo. Un dipinto magistrale per espansione della luce, già quasi impressionista, e per l'eleganza dei colori vivaci. Il taglio prospettico è originale per quei tempi, con la visione d'insieme che si incanala nello spazio ottico stretto tra i pennoni delle due bandiere. 

Una scelta di profondità che deriva da una composizione di Hokusai. Già al suo primo approccio con lo studio dei maestri giapponesi, Monet riesce a rielaborare lo spunto in maniera personale, con il risultato della  serenità dei personaggi che si godono il tepore del Sole primaverile su quell'affaccio sul canale

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