la raggiungono soprattutto donne, che si fanno trainare su carri di fortuna, chiedono passaggio su lettighe o addirittura costringono i mariti a portarle sulle spalle. Qualsiasi mezzo illecito per tuffarsi nell'acqua miracolosa di una vasca vegliata da Venere e Amore.
A sinistra si appannano vecchie rugose, che non provano alcun pudore a denudarsi sotto l'occhio attento di un medico che le scruta con un certo malcelato disgusto. Si immergono, si cospargono del liquido miracoloso e dopo due bracciate tornano giovani, belle, boccoli biondi e seno turgido .
Sui loro volti, l'espressione sconsolata e lo sguardo perso lascia spazio a sorrisi ammalianti e gesti rapidi. Con la giovinezza hanno recuperato l'allegria.
Sono pronte per nuovi abbracci e banchetti, che sperano di vivere in eterno. Anche la natura che le circonda gode dell'effetto benefico di questa acqua, che pare sgorgare direttamente dall'eden. Se a sinistra della fonte svettano rocce irte e cespugli secchi, a destra, dove sprizza la gioia, spuntano alberi fioriti, campi coltivati e siepi rigogliosi in cui si nascondono focosi amanti.
Il giudizio di Lucas Cranach è spietato: sono soltanto donne quelle che si affidano a questa fonte prodigiosa. Sono solo loro a desiderare di tornare giovani e ad illudersi che ciò possa accadere. Sono deboli, facili vittime della superstizione, affezionate a un sentimento che il tempo affievolisce. Non si può essere allegri senza la prospettiva di un futuro. La fine che si avvicina cancello ogni gioia.
Nel Rinascimento la rappresentazione dell'allegria costituisce un monito per i membri delle Corti che possono goderne a spese del popolo che lavora. Cosi come Botticelli a Firenze, Cranach, pittore di corte presso il principe elettore Di Sassonia per oltre 50 anni, prende in prestito episodi biblici, miti antichi e leggende per incidere sulla morale dei suoi signori e della società in cui riveste il prestigioso ruolo da artista. la spensieratezza è sempre un inganno