Anche se Michelangelo ne ritrae solo cinque, le più note erano dieci: sibilla persiana, libica, delfica, cimmeria, eritrea, samia, cumana, ellespontica, frigia, tiburtina. Venivano spesso inserite in contesti artistici cristiani. Michelangelo è uno dei tanti che lo fa.
Tutte le sibille sono dipinte da Michelangelo mentre portano bende avvolte in testa. Erano sacerdotesse e spose vergini della divinità di cui trasmettevano gli oracoli. Michelangelo, attraverso loro, ci ricorda le decisioni di Dio sulla venuta di Cristo
- La sibilla delfica risiedeva a Delfi presso il santuario del Dio Apollo. Prima di profetizzare era solita masticare foglie di alloro. Nell'affresco è rappresentata bellissima con in mano un rotolo dalla cui lettura è distratta, sorpresa da qualcosa
- la sibilla cumana ha le sembianze di una vecchia con carnagione scura. Il suo volto è rugoso e tiene fra le sue mani un libro che aveva proposto a Tarquinio per l'acquisto. Il volume poggia su un cuscino rosso sotto cui ci sono altre previsioni arrotolate e un pugnale
- La sibilla eritrea era una profetessa che presiedeva l'oracolo di Apollo a eritre. Sta sfogliando le pagine di un volume di profezie appoggiato su un leggìo. Dietro il leggìo uno dei due assistenti accende una lampada con una fiaccola mentre l'altro, appena asvegliato, stropiccia gli occhi
- La sibilla persica nella tradizione, si crede fosse figlia di Noè. Viene dipinta come donna anziana con la gobba e avvicina lo sguardo ad un libro per leggere meglio. L'età avanzata si fa sentire sulla sua vista
- La sibilla libica, la cui più importante profezia riguardava la venuta di Cristo, fa una torsione del busto mentre solleva il libro delle profezie per poterlo leggere
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