[55] Non dubito, tu quid responsurus sis; itaque video, cui committam | [55] Non dubito su che cosa mi risponderai, così vedo a chi mi affiderò |
Non quemvis hoc idem interrogarem; responderet enim alius fortasse se non modo quattuor consulatus uni anteponere, sed unum diem Cinnae multorum et clarorum virorum totis aetatibus | Non chiederei questa stessa cosa a chiunque; un altro forse risponderebbe che non solo preferirebbe quattro consolati ad uno solo, ma anche un solo giorno di Cinna a tutti i tempi di molti uomini famosi |
Laelius si digito quem attigisset, poenas dedisset; at Cinna collegae sui consulis Cn Octavi praecidi caput iussit, P Crassi L Caesaris, nobilissimorum hominum, quorum virtus fuerat domi militiaeque cognita, M Antoni, omnium eloquentissimi quos ego audierim, C Caesaris, in quo mihi videtur specimen fuisse humanitatis salis suavitatis leporis | Lelio, se avesse toccato uno con un dito, avrebbe dato punizioni; ma Cinna ordinò che fosse tagliato il capo del suo collega, il console Gneo Ottavio, e di Publio Crasso e di Lucio Cesare, il più nobile degli uomini di cui la virtù era stata riconosciuta in pace e in guerra, di Marco Antonio, il più eloquente di tutti quelli che avevo udito, di Gaio Cesare in cui mi sembra che ci fosse un esempio di umanità, arguzia, dolcezza, simpatia |
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Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 274-332
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 274-332
Beatusne igitur, qui hos interfecit | Dunque reputi beato chi li fece uccidere |
Mihi contra non solum eo videtur miser, quod ea fecit, sed etiam quod ita se gessit, ut ea facere ei liceret (etsi peccare nemini licet; sed sermonis errore labimur; id enim licere dicimus, quod cuique conceditur) | A me al contrario, non solo mi sembra miserabile, perchè fece quelle cose ma anche perchè si mise nella condizione che gli fosse permesso fare queste cose (anche se peccare non è lecito per nessuno; ma siamo scivolati in un errore di lessico; infatti diciamo che è lecito ciò che è concesso a chiunque) |
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Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 02; 42-91
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 02; 42-91
[56] Utrum tandem beatior C Marius tum, cum Cimbricae victoriae gloriam cum collega Catulo communicavit, paene altero Laelionam hunc illi duco simillimum -, an cum civili bello victor iratus necessariis Catuli deprecantibus non semel respondit, sed saepe: 'moriatur' | [56] Infine Gaio Mario fu più felice allorchè condivise la gloria della vittoria Cimbrica con il collega Catulo, quasi un altro Lelio (infatti lo considero molto simile a lui) oppure quando, vincitore della guerra civili, irato, non una sola volta ma spesso rispose ai parenti di Catulo che lo supplicavano: muoia |
In quo beatior ille, qui huic nefariae voci paruit, quam is, qui tam scelerate imperavit | E in ciò fu più beato quello che obbedì a questo ordine infausto che quello che comandò in maniera così scellerata |
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Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 04; 01-10
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 04; 01-10
Nam cum accipere quam facere praestat iniuriam, tum morti iam ipsi adventanti paulum procedere ob viam, quod fecit Catulus, quam quod Marius, talis viri interitu sex suos obruere consulatus et contaminare extremum tempus aetatis | Infatti è preferibile ricevere piuttosto che fare un torto e andare incontro alla morte che già si avvicina, cosa che fece Catulo, piuttosto che Mario, che con lassassinio di un uomo del genere distrusse i suoi sei consolati e offuscò lultimo periodo della sua vita |
[XX] [57] Duodequadraginta annos tyrannus Syracusanorum fuit Dionysius, cum quinque et viginti natus annos dominatum occupavisset | [XX] [57] Dionisio fu tiranno dei siracusani per trentotto anni, avendo preso il potere a venticinque anni |
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Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 396-428
Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 396-428
Qua pulchritudine urbem, quibus autem opibus praeditam servitute oppressam tenuit civitatem | Tenne una città dotata di che grazia, di che ricchezza oppressa dalla servitù |