Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 65-84

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 65-84

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 03; 65-84
[65] Qui fortis est, idem est fidens, - quoniam confidens mala consuetudine loquendi in vitio ponitur, ductum verbum a confidendo, quod laudis est [65] Chi è forte, è anche fiducioso, - poiché confidens è adoperato al posto di fidens per un cattivo uso della lingua, questa parola derivata da confidere, ha un significato positivo
[66] Qui autem est fidens, is profecto non extimescit; discrepat enim a timendo confidere [66] Dunque chi è fiducioso, certamente non ha paura; infatti avere fiducia differisce dallavere paura
[67] Atqui, in quem cadit aegritudo, in eundem timor; quarum enim rerum praesentia sumus in aegritudine, easdem impendentes et venientes timemus [67] Ora, chi è soggetto allafflizione, lo è anche al timore; infatti la presenza delle cose a causa delle quali proviamo afflizione, provoca anche il nostro timore quando esse sono imminenti e ci raggiungono

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 274-332

[68] Ita fit, ut fortitudini aegritudo repugnet [68] Così accade che lafflizione è inconciliabile con la fortezza
[69] Veri simile est igitur, in quem cadat aegritudo, cadere in eundem timorem et infractionem quidem animi et demissionem [69] Dunque è verosimile che chi è soggetto allafflizione, lo sia anche al timore e certamente allabbattimento dellanima ed alla depressione

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[70] Quae in quem cadunt, in eundem cadit ut serviat, ut victum, si quando, se esse fateatur [70] Coloro che cadono in questi mali, sono soggetti anche ad essere schiavi, o a volte, a dichiararsi vinti
[71] Quae qui recipit, recipiat idem necesse est timiditatem et ignaviam [71] Chi accetta queste cose, è necessario che accetti anche la codardia e la viltà

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[72] Non cadunt autem haec in virum fortem; igitur ne aegritudo quidem [72] Però queste cose non accadono ad un uomo forte; dunque certamente egli non proverà neanche afflizione
[73] At nemo sapiens nisi fortis; non cadet ergo in sapientem aegritudo [73] Ma nessuno è sapiente se non è forte; perciò lafflizione non coinvolgerà il sapiente

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[74] Praeterea necesse est, qui fortis sit, eundem esse magni animi; qui autem magni animi sit, invictum; qui invictus sit, eum res humanas despicere atque infra se positas arbitrari; despicere autem nemo potest eas res, propter quas aegritudine adfici potest; ex quo efficitur fortem virum aegritudine numquam adfici; omnes autem sapientes fortes; non cadit igitur in sapientem aegritudo [74] Inoltre è necessario che, chi è forte, sia dotato anche di grandezza danimo; poi chi è dotato di grandezza danimo, non conosce la sconfitta; chi non conosce la sconfitta, disprezza le cose umane e le considera inferiori a sé; ma nessuno può disprezzare quelle cose a causa delle quali può essere sopraffatto dallafflizione; da questo deriva che luomo forte non è mai colpito dallafflizione; ma tutti i sapienti sono forti; dunque lafflizione non colpisce i sapienti

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