Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 129-148, pag 2

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 03; 129-148

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 03; 129-148
[138] Quae vox declarat iis esse haec acerba quibus non fuerint cogitata [138] Queste parole dimostrano che questi eventi sono stati dolorosi per coloro che non hanno meditato su di essi
[139] Ergo id quidem non dubium quin omnia quae mala putentur sint improvisa graviora [139] Dunque certamente ciò è indubbio, che tutto ciò che è considerato un male è più grave se è imprevisto
[140] Itaque quamquam non haec una res efficit maximam aegritudinem, tamen, quoniam multum potest provisio animi et praeparatio ad minuendum dolorem, sint semper omnia homini humana meditata [140] Perciò sebbene non solo questa cosa procuri la massima afflizione, tuttavia, poiché la previsione e la preparazione dellanima contribuiscono molto a diminuire il dolore, gli uomini dovrebbero meditare sempre su tutti gli eventi umani

Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 01-10
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 01-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 01-10

[141] Et nimirum haec est illa praestans et divina sapientia, et perceptas penitus et pertractatas res humanas habere, nihil admirari, cum acciderit, nihil ante quam evenerit, non evenire posse arbitrari [141] E indubbiamente questa è la sapienza superiore e divina, raggiungere la conoscenza approfondita delle vicende umane attraverso unindagine rigorosa, non meravigliarsi di nulla, quando accade, e prima che avvenga, credere che non cè nulla che non possa avvenire
[142] Quam ob rem omnis, cum secundae res sunt maxume, tum maxume meditari secum oportet, quo pacto adversam aerumnam ferant [142] Perciò tutti, quando sono al culmine della prosperità, soprattutto allora devono meditare tra sé, come sopportare avversità e tormento

Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 91-100
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 91-100

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 91-100

[143] Pericla, damna peregre rediens semper secum cogitet aut fili peccatum aut uxoris mortem aut morbum filiae, communia esse haec, ne quid horum umquam accidat animo novum; quicquid praeter spem eveniat, omne id deputare esse in lucro [143] Ritornando da un viaggio, si pensi sempre ai pericoli, ai danni o ad una colpa del figlio o alla morte della moglie, o ad una malattia della figlia, tutti sono mali comuni, affinché nessuno di questi risulti nuovo allanima; qualunque bene giunga inaspettato, lo consideri essere un guadagno
[144] Ergo hoc Terentius a philosophia sumptum cum tam commode dixerit, nos, e quorum fontibus id haustum est, non et dicemus hoc melius et constantius sentiemus [144] Dunque poiché Terenzio ha affermato in modo tanto opportuno questo concetto ricavato dalla filosofia, noi, dalle cui fonti è stato attinto, non lo esprimeremo meglio e non lo avvertiremo in maniera più sicura

Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 396-428
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 396-428

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 396-428

Hic est enim ille voltus semper idem, quem dicitur Xanthippe praedicare solita in viro suo fuisse Socrate: eodem semper se vidisse exeuntem illum domo et revertentem Infatti questo è il volto sempre uguale, che si racconta che Santippe era solita osservare in suo marito Socrate: sempre la stessa espressione con la quale lo aveva visto uscire di casa e rientrare
[145] Nec vero ea frons erat quae Marci Crassi illius veteris, quem semel ait in omni vita risisse Lucilius, sed tranquilla et serena; sic enim accepimus [145] Certamente non era laspetto di Marco Crasso il Vecchio, che Lucilio disse che aveva riso una vota sola in tutta la vita, ma un aspetto tranquillo e sereno; infatti così ci è stato tramandato

Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 02; 01-41
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 02; 01-41

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 02; 01-41

[146] Iure autem erat semper idem voltus, cum mentis a qua is fingitur nulla fieret mutatio [146] Daltronde il volto sempre uguale era giustificato dal fatto che nellanima su cui essa si modella, non si verificava nessun mutamento

Maybe you might be interested

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 41-50
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 41-50

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 41-50

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 154-187
Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 154-187

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 154-187

Cicerone, In Verrem: 02; 21-25

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Cicerone, In Verrem: 02; 04-01-02

Cicerone, In Verrem: 02; 04-03-08

Cicerone, De officiis: Libro 01 - Parte 04

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 61-70