Cicerone, Pro Cluentio: 152 - 161

Cicerone, Pro Cluentio: 152 - 161

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 152 - 161

[152] Nec nunc quicquam agitur mihi credite, iudices, et prospicite id quod providendum est nisi ut equester ordo in huiusce legis periculum concludatur [152] Né ora si cerca altro, datemi retta, o giudici, e pensate le misure da prendere, se non a fare in modo che lordine equestre rimanga intrappolato nei lacci insidiosi di questa legge
Neque hoc agitur ab omnibus, sed a paucis E anche vero daltronde, che non tutti hanno questo scopo, ma soltanto pochi
Nam ii senatores qui se facile tuentur integritate et innocentia quales, ut vere dicam, vos estis, et ceteri qui sine cupiditate vixerunt equites ordini senatorio dignitate proximos, concordia coniunctissimos esse cupiunt; sed ii qui sese volunt posse omnia neque praeterea quicquam esse aut in homine ullo aut in ordine hoc uno metu se putant equites Romanos in potestatem suam redacturos, si constitutum sit ut de eis qui rem iudicarint huiusce modi iudicia fieri possint Quei senatori, infatti, che possono facilmente utilizzare per difendersi la propria integrità e innocenza, e tali, a dire la verità, siete voi e gli altri che hanno vissuto senza cedere allavidità, desiderano che i cavalieri godano di un prestigio sociale molto simile a quello dellordine senatorio e siano strettamente legati ad esso dalla concordia: quelli che, al contrario, desiderano un potere assoluto e non vogliono che ad altri, individuo o gruppo sociale, ne rimanga la minima parte, credono di riuscire in futuro di ridurre in loro potere i cavalieri romani agitando questunico fantasma, cioè quando sia stabilita per legge la facoltà di sottoporre a simili processi coloro che hanno precedentemente fatto parte di un collegio giudicante

Maybe you might be interested

Cicerone, Pro Cluentio: 01 - 09
Cicerone, Pro Cluentio: 01 - 09

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 01 - 09

Vident enim auctoritatem huius ordinis confirmari: vident iudicia comprobari: hoc metu proposito evellere se aculeum severitatis vestrae posse confidunt Vedono infatti che lautorità di questo ordine si va rafforzando, vedono che le sentenze emesse dai suoi componenti ottengono approvazione; agitandovi davanti questo spettro credono di poter estirpare il pungiglione della vostra severità
[153] Quis enim de homine audeat paulo maioribus opibus praedito vere et fortiter iudicare, cum videat sibi de eo quod coierit aut consenserit causam esse dicendam [153] E chi allora oserebbe pronunciare una sentenza vera e coraggiosa su un uomo che disponga di risorse anche appena superiori alla media, quando la sua prospettiva fosse quella di doversi poi difendere dallaccusa di aver tramato con altri o di aver preso parte a una congiura

Maybe you might be interested

Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30
Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 21 - 30

LVI O viros fortes, equites Romanos, qui homini clarissimo ac potentissimo, M Druso, tribuno plebis restiterunt, cum ille nihil aliud ageret cum illa cuncta quae tum erat nobilitate, nisi ut ii qui rem iudicassent huiusce modi quaestionibus in iudicium vocarentur LVI Che uomini valorosi i cavalieri romani, che seppero opporsi a un personaggio così famoso e potente come il tribuno della plebe M Druso, quando egli, con tutta la nobiltà di quel tempo, lavorava per far sì che coloro che avevano fatto parte di una giuria fossero trascinati in giudizio davanti a questo genere di tribunali
Tunc C Flavius Pusio, Cn Titinius, C Maecenas, illa robora populi Romani, ceterique eiusdem ordinis non fecerunt idem quod nunc Cluentius ut aliquid culpae suscipere se putarent recusando, sed apertissime repugnarunt, cum haec recusarent et palam fortissime atque honestissime dicerent se potuisse iudicio populi Romani in amplissimum locum pervenire, si sua studia ad honores petendos conferre voluissent; sese vidisse in ea vita qualis splendor inesset, quanta ornamenta, quae dignitas; quae se non contempsisse, sed ordine suo patrumque suorum contentos fuisse et vitam illam tranquillam et quietam, remotam a procellis invidiarum et huiusce modi iudiciorum sequi maluisse; [154] aut sibi ad honores petendos aetatem integram restitui oportere, aut, quoniam id non posset, eam condicionem vitae quam secuti petitionem reliquissent manere Allora Gaio Flavio Pusione, Gneo Tittinio, Gaio Mecenate, il nerbo del popolo romano, e gli altri appartenenti allo stesso ordine non agirono come adesso ha fatto Cluenzio, non si preoccuparono di assumersi una parte di colpa rifiutando il tribunale, ma vi si opposero decisamente, pesando attentamente il problema e annunciando in pubblico con il più grande coraggio e il più alto senso dellonorabilità che essi avrebbero potuto, mediante i suffragi del popolo romano, salire fino al gradino più alto della gerarchia sociale, se avessero voluto dedicare le loro energie alla carriera politica; si erano accorti, affermavano, quale splendore, quali servigi, e quale prestigio comportasse quella vita: essi non avevano per niente voluto disprezzare tutti questi aspetti, ma si erano ritenuti soddisfatti di appartenere al loro ordine, che era già stato dei loro padri, e avevano preferito seguire il modello di una vita tranquilla e pacifica, distante sia dalle tempeste scatenate dai rancori dallostilità pubblica, che da questo genere di processi; [154] Era necessario o che fossero loro restituiti gli anni di vita favorevoli per poter partecipare alla corsa alle cariche pubbliche, o, poiché ciò non era possibile, che restasse loro integro quel modello di vita, seguendo il quale avevano rinunciato a candidarsi alle magistrature

Maybe you might be interested

Cicerone, Pro Cluentio: 192 - 202
Cicerone, Pro Cluentio: 192 - 202

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 192 - 202

Iniquum esse eos qui honorum ornamenta propter periculorum multitudinem praetermisissent populi beneficiis esse privatos, iudiciorum novorum periculis non carere Non era giusto, aggiungevano, che proprio loro, che non si erano preoccupati dellimportanza data dalle cariche pubbliche in virtù della grande quantità di rischi connessi, fossero, da un lato privati dei benefici concessi dal popolo, senza, dallaltro, essere posti al riparo dai pericoli costituiti da nuove procedure giudiziarie
Senatorem hoc queri non posse, propterea quod ea condicione proposita petere coepisset, quodque permulta essent ornamenta quibus eam mitigare molestiam posset, locus, auctoritas, domi splendor, apud exteras nationes nomen et gratia, toga praetexta, sella curulis, insignia, fasces, exercitus, imperia, provinciae: quibus in rebus cum summa recte factis maiores nostri praemia tum plura peccatis pericula proposita esse voluerunt Di ciò non poteva certamente lamentarsi un senatore, sia perché egli aveva cominciato la sua carriera politica avendo chiaramente davanti a sé questa condizione, sia perché moltissimi erano gli onori di cui poteva ornarsi e attenuare così lamarezza di quel fastidio: posizione sociale, autorità, fama in patria, celebrità e favore allestero, toga pretesta, sedia curule, insegne, fasci, eserciti, comandi militari province; in questo ambito i nostri antenati hanno voluto che fossero messe in palio le ricompense più alte per le imprese coronate da successo e, daltra parte, un numero più grande di rischi per gli errori

Maybe you might be interested

Cicerone, Pro Cluentio: 61 - 71
Cicerone, Pro Cluentio: 61 - 71

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 61 - 71

Illi non hoc recusabant, ne ea lege accusarentur qua nunc Habitus accusatur, quae tunc erat Sempronia, nunc est Cornelia; intellegebant enim ea lege equestrem ordinem non teneri; sed ne nova lege adligarentur laborabant Quelli, quindi, non rifiutavano già di essere accusati secondo la legge per la quale ora Abito è accusato, legge che allora era Sempronia e ora è Cornelia, comprendevano bene che lordine equestre non era soggetto a questa legge, ma si comportavano i modo da non trovarsi avvolti nelle maglie di una nuova legge
Cicerone, In Verrem: 02; 04-106-110

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Cicerone, In Verrem: 02; 04-01-02

Cicerone, In Verrem: 02; 04-96-100

Cicerone, Filippiche: 04; 11-14

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 01-90