Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 11-15

[XI] [45] Tum ille "non sum" inquit "nescius, Scaevola, ista inter Graecos dici et disceptari solere; audivi enim summos homines, cum quaestor ex Macedonia venissem Athenas, florente Academia, ut temporibus illis ferebatur, cum eam Charmadas et Clitomachus et Aeschines obtinebant; erat etiam Metrodorus, qui cum illis una ipsum illum Carneadem diligentius audierat, hominem omnium in dicendo, ut ferebant, acerrimum et copiosissimum; vigebatque auditor Panaeti illius tui Mnesarchus et Peripatetici Critolai Diodorus; [46] multi erant praeterea clari in philosophia et nobiles, a quibus omnibus una paene voce repelli oratorem a gubernaculis civitatum, excludi ab omni doctrina rerumque maiorum scientia ac tantum in iudicia et contiunculas tamquam in aliquod pistrinum detrudi et compingi videbam; [47] sed ego neque illis adsentiebar neque harum disputationum inventori et principi longe omnium in dicendo gravissimo et eloquentissimo, Platoni, cuius tum Athenis cum Charmada diligentius legi Gorgiam; quo in libro in hoc maxime admirabar Platonem, quod mihi [in] oratoribus inridendis ipse esse orator summus videbatur [XI] [45] A questo punto Crasso replicò: So bene, o Scevola, che tra i Greci si suole parlare e discutere di queste cose; infatti quando da questore, tornando dalla Macedonia, giunsi ad Atene, ebbi modo di ascoltare le lezioni di alcuni uomini valentissimi, quando lAccademia era nel suo pieno splendore, come si diceva a quei tempi, e in essa dominavano Carmada, Clitomaco ed Eschine;vi era anche Metrodoro, che era stato diligentissimo scolaro, insieme ai tre che ho nominato, proprio di quel famoso Carneade, loratore più illustre ed eloquente fra tutti, come essi stessi dicevano: molto ascoltato era pure Mnesarco, scolaro di quel tuo Panezio, e Diodoro, scolaro del Peripatetico Critolao; [46] vi erano inoltre molti altri eccellenti e famosi maestri di filosofia, da cui tutti pressoché unanimi cacciavano loratore dal governo dello Stato, lo escludevano da ogni serio studio e dalla conoscenza delle discipline più importanti, spingendolo e relegandolo nei tribu g nali e nelle adunanze di poco conto, come in un mulino ;[47] ma io non davo ragione a costoro, né al primo inventore di queste discussioni, il più profondo ed eloquente fra tutti gli oratori, cioè Platone, di cui proprio allora io lessi attentamente, insieme a Carmada, il suo Gorgia: e la cosa che più mi colpì in questo libro fu questa, che Platone nel deridere gli oratori mi sembrava lui stesso un grandissimo oratore
Verbi enim controversia iam diu torquet Graeculos homines contentionis cupidiores quam veritatis Infatti è solo una questione di parole quella che affatica ormai da tempo codesti Greci, uomini più desiderosi di discutere che di ricercare la verità
[48] Nam si quis hunc statuit esse oratorem, qui tantummodo in iure aut in iudiciis possit aut apud populum aut in senatu copiose loqui, tamen huic ipsi multa tribuat et concedat necesse est; neque enim sine multa pertractatione omnium rerum publicarum neque sine legum, morum, iuris scientia neque natura hominum incognita ac moribus in his ipsis rebus satis callide versari et perite potest; qui autem haec cognoverit, sine quibus ne illa quidem minima in causis quisquam recte tueri potest, quid huic abesse poterit de maximarum rerum scientia [48] Infatti se uno ritiene che sia oratore colui che è capace di parlare copiosmente davanti ai pretore o ai giudici o nelle assemblee popo lan o in Senato, noi siamo obbligati ad ammettere perfino in un oratore di questo genere molte conoscenze; se egli non avrà una lunga pratica di tutti gli affari pubblici e una sicura nozione delle leggi, delle tradizioni, del diritto, del lindol e dei costumi degli uomini, non potrà trattare quegli stessi argomenti con la dovuta perspicacia e perizia; daltra parte se possiederà queste nozioni, senza le quali non potrà difendere decorosamente, nei processi, neppure le questioni più semplici, come potrà ignorare le nozioni più importanti

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 06-10

Sin oratoris nihil vis esse nisi composite, ornate, copiose loqui, quaero, id ipsum qui possit adsequi sine ea scientia, quam ei non conceditis Se poi tu ammetti che è caratteristica essenziale delioratore parlare con ordine, eleganza e abbondanza, io vi chiedo: come potrà egli ottenere ciò senza quelle nozioni che voigli negate
Dicendi enim virtus, nisi ei, qui dicet, ea, quae dicet, percepta sunt, exstare non potest Infatti larte del dire non ha modo di rifulgere se loratore non ha studiato profondamente i problemi che dovrà trattare

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[49] Quam ob rem, si ornate locutus est, sicut et fertur et mihi physicus ille materies illa fuit physici, de qua dixit, ornatus vero ipse verborum oratoris putandus est; et, si Plato de rebus ab civilibus controversiis remotissimis divinitus est locutus, quod ego concedo; si item Aristoteles, si Theophrastus, si Carneades in rebus eis, de quibus disputaverunt, eloquentes et in dicendo suaves atque ornati fuerunt, sint eae res, de quibus disputant, in aliis quibusdam studiis, oratio quidem ipsa propria est huius unius rationis, de qua loquimur et quaerimus [49] Perciò, se, come dicono ed io credo, quel famoso filosofo naturalista Democrito parlava con eleganza, dobbiamo ammettere che la materia dei suoi discorsi apparteneva al naturalista, ma leleganza formale apparteneva alloratore; e se Platone ha parlato divinamente su problemi che non hanno alcuna attinenza coi dibattimenti riguardanti il diritto civile, e se Aristotele, Teofrasto e Carneade hanno trattato i loro argomenti con abbondanza di eloquio con eleganza e raffinatezza di linguaggio, i problemi da essi trattati appartengano pure ad altre discipline specifiche, la forma del discorso appartiene a questa unica disciplina, che costituisce loggetto del nostro discorso ed indagine
[50] Etenim videmus eisdem de rebus ieiune quosdam et exiliter, ut eum, quem acutissimum ferunt, Chrysippum, disputavisse neque ob eam rem philosophiae non satis fecisse, quod non habuerit hanc dicendi ex arte aliena facultatem [50] Sappiamo bene che su questi medesimi argomenti alcuni ifiosofi hanno discusso con uno stile arido e povero, come quel Crisippo che tutti ritengono spirito acutissimo e che non venne meno al suo còmpito di filosofo, per il fatto che non avesse quellabilità oratoria che proviene da unarte estranea alla filosofia

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[XII] Quid ergo interest aut qui discernes eorum, quos nominavi, in dicendo ubertatem et copiam ab eorum exilitate, qui hac dicendi varietate et elegantia non utuntur [XII] Che differenza cè dunque, o in qual modo potremmo distinguere leloquenza ricca e doviziosa di coloro che ho ricordato dallaridità di coloro che non posseggono una tale varietà ed eleganza di linguaggio
Unum erit profecto, quod ei, qui bene dicunt, adferunt proprium, compositam orationem et ornatam et artificio quodam et expolitione distinctam; haec autem oratio, si res non subest ab oratore percepta et cognita, aut nulla sit necesse est aut omnium inrisione ludatur Una caratteristica di coloro che parlano bene è certamente questa: uno stile armonioso e forbito, che si distingue per la sua elegante fattura;ma un tale stile, se non poggia sopra un argomento perfettamente conosciuto dalloratore, inevitabilmente o non ha alcuna consistenza o è deriso da tutti

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[51] Quid est enim tam furiosum, quam verborum vel optimorum atque ornatissimorum sonitus inanis, nulla subiecta sententia nec scientia [51] Quale stoltezza può eguagliare un vuoto fragore di parole, perfino le più scelte ed eleganti, che non siano sostenute da un pensiero e dalla perfetta conoscenza dellargomento

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