Cicerone, In Verrem: 02; 04-66-70, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 04-66-70

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-66-70
Id etsi antea iam mente et cogitatione sua fratrisque sui consecratum esset, tamen tum se in illo conventu civium Romanorum dare donare dicare consecrare Iovi Optimo Maximo, testemque ipsum Iovem suae voluntatis ac religionis adhibere Anche seprima era stato consacrato nella mente e nel pensiero suo e di suo fratello, tuttavia, in quel momneto, in quel raduno di cittadini romani, lo dava, lo donava, lo consacrava a Giove Ottimo Massimo e invocava Giove stesso della sua volontà e venerazione
Quae vox, quae latera, quae vires huius unius criminis querimoniam possunt sustinere Quale voce, quale corpo, quali uomini possono esprimere pienamente la deplorazione per questa che è una sola (delle colpe)
Rex Antiochus, qui Romae ante oculos omnium nostrum biennium fere comitatu regio atque ornatu fuisset, is cum amicus et socius populi Romani esset, amicissimo patre, avo, maioribus, antiquissimis et clarissimis regibus, opulentissimo et maximo regno, praeceps provincia populi Romani exturbatus est Il principe Antioco, che era stato a Roma dinanzi agli occhi di tutti noi per circa due anni con un seguito e un corredo di un re, pur essendo amico e alleato del popolo romano, discendente da un padre, da un uomo, da antenati, da re antichissimi e famosi, pur essendo erede di un regno, subito fu espulso dalla provincia del popolo romano

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-41-45

[68] Quem ad modum hoc accepturas nationes exteras, quem ad modum huius tui facti famam in regna aliorum atque in ultimas terras perventuram putasti, cum audirent a praetore populi Romani in provincia violatum regem, spoliatum hospitem, eiectum socium populi Romani atque amicum [68] Hai pensato in che modo avrebbero accolto le altre nazioni ciò, in che modo sarebbe giunta la notizia di questo tuo fatto nei regni degli altri (principi), quando avrebbero ascoltato che da parte del governatore del popolo romano nella provincia era stato oltraggiato un re, spogliato un ospite, espulso un alleato e amico del popolo romano
Nomen vestrum populique Romani odio atque acerbitati scitote nationibus exteris, iudices, futurum, si istius haec tanta iniuria impunita discesserit Il nome vostro e del popolo romano, sappiate, o giudici, saranno oggetto di acerbo odio da parte delle nazioni straniere, se sarà impunita una così grande ingiuria di costui

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-16-20

Sic omnes arbitrabuntur, praesertim cum haec fama de nostrorum hominum avaritia et cupiditate percrebruerit, non istius solius hoc esse facinus, sed eorum etiam qui adprobarint Così tutti crederanno, soprattutto dopo che si sarà diffusa questa notizia sullavarizia e sulla bramosia del nostro uomo, questo delitto non è soltanto di costui, ma anche di coloro che lo avranno approvato
Multi reges, multae liberae civitates, multi privati opulenti ac potentes habent profecto in animo Capitolium sic ornare ut templi dignitas imperique nostri nomen desiderat; qui si intellexerint interverso hoc regali dono graviter vos tulisse, grata fore vobis populoque Romano sua studia ac dona arbitrabuntur; sin hoc vos in rege tam nobili, re tam eximia, iniuria tam acerba neglexisse audient, non erunt tam amentes ut operam curam pecuniam impendant in eas res quas vobis gratas fore non arbitrentur Molti re, molte città libere, molti privati ricchi e potenti hanno nellanimo sicuramente di adornare il Campidoglio così come richiede la maestà del tempio e il nome della nostra potenza; coloro che, se si accorgeranno che la rapina di questo dono regale ha incontrato la vostra riprovazione, crederanno che i loro doni saranno graditi a voi e al popolo romano; se invece udranno che vi siete disinteressati del caso, pur trattandosi di un principe così nobile, di un oggetto così straordinario, di unoffesa così bruciante, non saranno così folli da spendere fatiche, affanni e denari in cose che pensino non vi saranno gradite

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[69] Hoc loco, Catule, te appello; loquor enim de tuo clarissimo pulcherrimoque monumento [69] A questo punto mi appello a te, Catulo; parlo infatti del tuo famoso e bellissimo monumento
Non iudicis solum severitatem in hoc crimine, sed prope inimici atque accusatoris vim suscipere debes Devi farti carico in questa accusa non solo della severità di un giudice, ma quasi dellardore di un nemico e di un accusatore

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Tuus enim honos illo templo senatus populique Romani beneficio, tui nominis aeterna memoria simul cum templo illo consecratur; tibi haec cura suscipienda, tibi haec opera sumenda est, ut Capitolium, quem ad modum magnificentius est restitutum, sic copiosius ornatum sit quam fuit, ut illa flamma divinitus exstitisse videatur, non quae deleret Iovis Optimi Maximi templum, sed quae praeclarius magnificentiusque deposceret Infatti con questo tempio, per concessione del senato e del popolo romano, si consacra la memoria eterna del tuo nome insieme con quel tempio; ti devi far carico di questo impegno, questa incombenza ti devi assumere, che il Campidoglio, che è stato costruito con maggiore splendore, sia adornato più sontuosamente di quello che fu, cosicchè sembri che quelle fiamme furono per volontà divina, non per ditruggere il tempio di Giove Ottimo Massimo, ma per richiederne uno più eccelso e fastoso

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