[111] Non illi decumarum imperia, non bonorum direptiones, non iniqua iudicia, non importunas istius libidines, non vim, non contumelias quibus vexati oppressique erant conquerebantur; Cereris numen, sacrorum vetustatem, fani religionem istius sceleratissimi atque audacissimi supplicio expiari volebant; omnia se cetera pati ac neglegere dicebant | [111] Essi si lametavano non per gli abusi di potere, non per il saccheggio dei loro beni, non per le sentenze emesse ingiustamente, non per la sua sfrenata lussuria, non per le violenze, non per gli oltraggi da cui erano stati tormentati e oppressi; volevano che la punizione di costui, il più infame e sfacciato dei delinquenti, costituisse un atto di riparazione nei confronti del nume di Cerere, dellantichità dei riti sacri, della devozione religiosa da cui è circondato il santuario; dicevano di essere disposti a sopportare e a non dar peso a tutto il resto |
Hic dolor erat tantus ut Verres alter Orcus venisse Hennam et non Proserpinam asportasse sed ipsam abripuisse Cererem videretur | Questo dolore era così profondo che Verre sembrava esser venuto ad Enna come un altro Plutone e non aveva portato via Proserpina ma aveva strappato dalla sua terra la stessa Cerere |
Etenim urbs illa non urbs videtur, sed fanum Cereris esse; habitare apud sese Cererem Hennenses arbitrantur, ut mihi non cives illius civitatis, sed omnes sacerdotes, omnes accolae atque antistites Cereris esse videantur | Infatti quella città non sembra una città, ma è un santuario di Cesare; gli Ennesi credono che Cerere abiti presso di loro, tanto che a me sembra di essere non cittadini di quella città, ma tutti sacerdoti, tutti coinquilini e sovrintendenti del culto di Cesare |
[112] Henna tu simulacrum Cereris tollere audebas, Henna tu de manu Cereris Victoriam eripere et deam deae detrahere conatus es | [112] Da Enna tu psasti sottrarre la statua di Cerere, da Enna tu hai avuto laudacia di strappare la Vittoria dalla mano di Cerere e di portar via una dea ad unaltra dea |
quorum nihil violare, nihil attingere ausi sunt in quibus erant omnia quae sceleri propiora sunt quam religioni | Nulla di queste cose profanarono, nulla osarono toccare tra le quli cerano tutte le cose che denotavano una disposizione verso lempietà più che alla religione |
Tenuerunt enim Popilio Rupilio consulibus illum locum servi, fugitivi, barbari, hostes; sed neque tam servi illi dominorum quam tu libidinum, neque tam fugitivi illi ab dominis quam tu ab iure et ab legibus, neque tam barbari lingua et natione illi quam tu natura et moribus, neque tam illi hostes hominibus quam tu dis immortalibus | Sotto il consolato di Popilio e di Rupilio, i servi fuggitivi, barbari nemici, occuparono quella località; ma quelli non erano tanto schiavi dei loro padroni quanto tu della libidine, né tanto fuggitivi dai loro padroni quanto tu dal diritto e dalle leggi, né tanto barbari sotto il profilo della lingua e della nascita quanto tu dellindole e del comportamento, né tanto nemici nei confronti degli uomini quanto tu nei confronti degli dèi immortali |
Quae deprecatio est igitur ei reliqua qui indignitate servos, temeritate fugitivos, scelere barbaros, crudelitate hostes vicerit | Quale condanna è dunque rimasta a uno che ha superato gli schiavi in mancanza di dignità, i servi fuggitivi in temeriarietà, i barbari in empietà, i nemici in crudeltà |
[113] Audistis Theodorum et Numenium et Nicasionem, legatos Hennensis, publice dicere sese a suis civibus haec habere mandata, ut ad Verrem adirent et eum simulacrum Cereris et Victoriae reposcerent; id si impetrassent, tum ut morem veterem Hennensium conservarent, publice in eum, tametsi vexasset Siciliam, tamen, quoniam haec a maioribus instituta accepissent, testimonium ne quod dicerent; sin autem ea non reddidisset, tum ut in iudicio adessent, tum ut de eius iniuriis iudices docerent, sed maxime de religione quererentur | [113] Avete udito Teodoro, Numenio e Nicasione, delegati di Enna, dire pubblicamente Di aver avuto dai loro concittadini queste disposizioni, affinchè si facesse ricevere da Verre per richiedergli la statua di Cerere e della Vittoria; se lavessero ottenuta, per rispettare lantica usanza degli abitanti di Enna, cioè astenersi pubblicamente dal deporre contro di lui, anche se egli avesse angariato la Sicilia, tuttavia dovevano prevalere le regole di condotta tramandate dagli antenati, se invece non le avesse restituite, allora si doveva presentare in tribunale, informare i giudici delle sue ingiurie, ma soprattutto protestare contro la religione |
Quas illorum querimonias nolite, per deos immortalis, aspernari, nolite contemnere ac neglegere, iudices | Non volgiate, per gli dèi immortali, respingere quelle loro proteste, non vogliatele disprezzare e trascurare, o giudici |
Aguntur iniuriae sociorum, agitur vis legum, agitur existimatio veritasque iudiciorum | Sono chiamati in causa gli oltraggi degli alleati, è chiamata in causa lefficacia delle leggi, è in gioco la reputazione e la credibilità dei tribunali |