[119] Hydropicos sanat panaces, plantago in cibo, cum prius panem siccum comederint sine potu, Vettonica drachmis II in II cyathis vini aut mulsi, vel agaricum vel semen lonchitidis II lingulis ex aqua potum, psyllion ex vino, anagallidum sucus, cotyledonis radix e mulso, ebuli recentis radix excussa tantum nec colluta, quod II digiti conprehendant, ex vini veteris caldi hemina, trifolii radix drachmis II in vino, tithymallum platyphyllon cognomine, semen hyperici, quod caros appellatur, [120] acte, quam esse ebulum putant quidam, radice contrita in vini cyathis III, si feris absit, vel semine ex vino nigro, item verbenaca fasciculo manus plenae in aqua decocta ad dimidias | [119] Il panace cura gli idropici, la piantaggine nel cibo, purchè prima abbiano mangiato pane secco senza bere, la vettonica in due dracme in 2 bicchieri di vino o di vino mielato, o l'agarico o il seme di lonchitide bevuto in 2 cucchiai con acqua, lo psillio col vino, il succo delle anagallidi, la radice del cotiledone con vino mielato, la radice fresca dell'ebbio solo scossa e non lavata, quella che racchiudono 2 dita, con un'emina di vino vecchio caldo, la radice del trifoglio con 2 dracme nel vino, il titimaglio con la definizione di platyfillo, il seme dell'iperico, che è detto caros, [120] L'acte, che alcuni ritengono essere l'ebbio, con la radice pestata in 3 bicchieri di vino, se non c'è febbre, o col seme nel vino nero, anche la verbena con una manciata di mano ricolma in acqua bollita fino alla metà |
praecipue tamen chamaeactes sucus aptissimus creditur | Tuttavia specialmente il succo della chamaeacte è ritenuto adattissimo |
Eruptiones pituitae emendant plantago, cyclamini radix e melle, ebuli folia trita e vetere vino; inposita etiam boam sanant, id est rubentes papulas, pruriginem sucus strychni inlitus | Tolgono le eruzioni del catarro la piantaggine, la radice del ciclamino col miele, le foglie tritate dell'ebbio con vino vecchio; messe sopra curano anche la boa, cioè le pustole rosse, il succo dello stricnio spalmato (cura) il prurito |
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 124-132
[121] Igni sacro medentur aizoum, folia trita cicutae, mandragorae radix; secatur in asses ut cucumis, primumque super mustum suspenditur, mox in fumo, dein teritus e vino aut aceto | [121] Curano l'erpes il sempreverde, le foglie tritate della cicuta, la radice di mandragora; si taglia a fette come il cocomero, e dapprima si mette sul mosto, poi nel fumo, quindi pestata con vino o aceto |
prodest et vino myrteo fovere, mentae sextans vivi sulpuris uncia ex aceto simul trita, fuligo ex aceto | Giova anche curare con vino di mirto, un sestante di menta con un'oncia di zolfo vivo pestata insieme con l'aceto, la fuliggine con l'aceto |
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ignis sacri plura sunt genera, inter quae medium hominem ambiens, qui zoster vocatur, et enecat, si cinxit | Molti sono i tipi di erpes, fra cui quella che colpisce comunemente l'uomo, che è detta zoster, ed uccide, se lo pervade |
medetur plantago cum creta Cimolia et peristereos per se, radix persollatae; aliis, quae serpunt, cotyledonis radix cum mulso, aizoum, sucus e linozosti ex aceto | Lo cura la piantaggine con la creta cimolia e il peristero da solo, la radice della persollata; per le altre, che serpeggiano, la radice del cotiledone con vino mielato, il sempreverde, il succo del linozoste con aceto |
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[122] Radix polypodi inlita luxatis medetur, doloremque et tumores tollunt semen psyllii, folia plantaginis trita, sale modice addito, verbasci semen ex vino decoctum contritum, cicuta cum axungia | [122] La radice del polipodio spalmata cura le lussazioni, tolgono il dolore e i gonfiori il seme di psillio, le foglie tritate della piantaggine con poco sale aggiunto, il seme del verbasco pestato cotto col vino, la cicuta con la sugna |
folia ephemeri tuberibus tumoribusque inlinuntur, quae etiamtum discuti possunt | Le foglie dell'efemero si spalmano per i gonfiori e gli ascessi, che possono ancora essere tolti |
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[123] Morbum regium in oculis praecipue mirari est, tenuitatem etiam densitatemque tunicularum felle subeunte | [123] L'itterizia è da guardare particolarmente negli occhi, poiché il fiele invade la sottigliezza e la densità dei tessuti |