Orcheni quoque, tertia Chaldaeorum doctrina, in eodem situ locantur ad meridiem versi ab his Notitae et Orothophanitae et Gnesiochartae [124] Euphrate navigari Babylonem e Persico mari CCCCXII p tradunt Nearchus et Onesicritus; qui vero postea scripsere, ad Seleuciam CCCCXL; Iuba a Babylone Characen CLXXV D fluere aliqui ultra Babylona continuo alveo, prius quam distrahitur ad rigua, LXXXVII, universo autem cursu |XII| p inconstantiam mensurae diversitas auctorum facit, cum Persae quoque schoenos et parasangas alii alia mensura determinent; [125] ubi desiit alveo munire, ad confinium Characis accedente tractu, statim infestant Attali latrones, Arabum gens, ultra quos Scenitae, ambitu vero Euphratis Nomades Arabiae usque ad deserta Syriae, unde in meridiem flecti eum diximus, solitudines Palmyrenas relinquentem |
Anche gli Orcheni, terza scuola dei Caldei, sono collocati nella stessa zona volti a sud Dopo questi i Notiti e gli Orotofaniti e gli Gnesiocarti [124] Onesicrito e Nearco tramandano che dal mare Persico a Babilonia si naviga sull'Eufrate per 412 miglia; invece quelli di dopo scrissero, 440 fino a Seleucia; Giuba da Babilonia a Carace 175 miglia e mezzo Alcuni che scorre oltre Babilonia con un alveo continuo, per 87 miglia prima che sia suddiviso a canali, con un corso quindi complessivo di 1200 miglia La diversità degli autori produce l'imprecisione della misura, stabilendo anche i Persiani gli scheni e i parasanghi alcuni con una misura altri con altre [125] Dove cessa di difendere con l'alveo, nel tratto che si avvicina al confine di Carace, subito i predoni Attali molestano, popolazione degli Arabi, oltre i quali gli Sceniti, invece nel corso dell'Eufrate i Nomadi d'Arabia fino ai deserti della Siria, da dove abbiamo detto che quello è piegato verso sud, lasciando i luoghi solitari di Palmira |
[126] Seleucia abest a capite Mesopotamiae Euphrate navigantibus |XI| XXV p , a mari Rubro, si Tigri navigetur, CCCXX, a Zeugmate DCCXXIIII, Zeugma ab Seleucia Syriae ad nostrum litus CLXXV; haec est ibi latitudo terrarum inter duo maria, Parthici vero regni DCCCCXLIII [127] Est etiamnum oppidum Mesopotamiae in ripa Tigris circa confluentes, quod vocant Digbam sed et de Tigri ipso dixisse conveniat Oritur in regione Armeniae Maioris, fonte conspicuo in planitie loco nomen Elegosine est; ipsi qua tardior fluit Diglito; unde concitatur, a celeritate Tigris incipit vocari: ita appellant Medi sagittam influit in lacum Aretissam, omnia inlata pondera sustinentem et nitrum nebulis exhalantem unum genus ei piscium est, idque transcurrentis non miscetur alveo, sicut neque e Tigri pisces in lacum transnatant |
[126] Seleucia dista dall'inizio della Mesopotamia per chi naviga sull'Eufrate 1125 miglia dal mar Rosso, se si naviga sul Tigri, 320 miglia, da Zeugma 724, Zeugma da Seleucia di Siria alla nostra costa 175 Questa è qui la larghezza delle terre fra i due mari, invece del regno dei Parti 943 [127] C'è ancora una città della Mesopotamia sulla riva del Tigri attorno alla confluenza, che chiamano Digba Ma conviene aver parlato anche dello stesso Tigri Nasce nella regione dell'Armenia Maggiore, da una sorgente visibile in pianura Per il luogo il nome è Elegosine; dove scorre più lento per lo stesso (il nome) Diglito; da dove è agitato, per la velocità comincia ad essere chiamato Tigri: così i Medi chiamano la freccia S'immette nel lago Aretissa, che sostiene tutti i pesi gettati e che esala il salnitro con i vapori Per esso c'è una sola specie di pesci, e non è mescolata nell'alveo di quello che scorre, come i pesci dal Tigri non passano a nuoto nel lago |
[128] fertur autem et cursu et colore dissimilis transvectusque occurrente Tauro monte in specum mergitur subterque lapsus a latere altero eius erumpit; locus vocatur Zoaranda; eundem esse manifestum, quod demersa perfert alterum deinde transit lacum, qui Thespites appellatur, rursusque in cuniculos mergitur, post XXII p circa Nymphaeum redditur tam vicinum Arsaniae fluere eum in regione Archene Claudius Caesar auctor est, ut, cum intumuere, confluant nec tamen misceantur leviorque Arsanias innatet MMMM ferme spatio, mox divisus in Euphraten mergatur |
[128] Corre poi dissimile per velocità e colore e passato oltre col monte Tauro che si pone davanti s'immerge in una grotta e passato da sotto prorompe dall'altro suo versante Il luogo è chiamato Zoaranda; evidente che è lo stesso, poiché trasporta le cose inabissate Poi passa in un altro lago, che è chiamato Tespite, e di nuovo s'immerge nei cunicoli, dopo 22 miglia è restituito presso Ninfeo E' testimone Claudio Cesare che questo scorre tanto vicino all'Arsania nella regione Archene, che, quando si gonfiano, si uniscono tuttavia non si mescolano e che l'Arsania più leggero scorre sopra per uno spazio di quasi 4 miglia, poi diviso è immerso nell'Eufrate |
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[129] Tigris autem, ex Armenia acceptis fluminibus claris Parthenia ac Nicephorione, Arabas Orroeos Adiabenosque disterminans et quam diximus Mesopotamiam faciens, lustratis montibus Gordyaeorum circa Apameam Mesenes oppidum, citra Seleuciam Babyloniam CXXV p divisus in alveos duos, altero meridiem ac Seleuciam petit Mesenen perfundens, altero ad septentrionem flexus eiusdem gentis tergo campos Cauchas secat; ubi remeavere aquae, Pasitigris appellatur, [130] postea recipit ex Media Choaspen atque, ut diximus, inter Seleuciam et Ctesiphontem vectus in lacus Chaldaicos se fundit eosque LXII p amplitudine implet; mox vasto alveo profusus dextra Characis oppidi infertur mari Persico X p ore; inter duorum amnium ostia XXV p |
[129] Il Tigri poi, ricevuti dall'Armenia i famosi fiumi Partenia e Niceforione, dividendo Arabi Orrei e Adiabeni e formando la Mesopotamia che abbiamo citato, attraversati i monti dei Gordiei presso Apamea città Mesena, a 125 miglia al di qua di Seleucia di Babilonia diviso in due alvei, si dirige con uno verso sud e Seleucia bagnando la Mesene, piegato con l'altro verso nord alle spalle di quello stesso popolo attraversa i campi Cauchi Dove le acque si riuniscono, è chiamato Pasitigri, [130] poi riceve dalla Media il Coaspe e, come abbiamo detto, portato tra Seleucia e Ctesifonte s'immerge nei laghi Caldaici e li riempie con un'ampiezza di 62 miglia; poi gettatosi con un vasto alveo a destra della città di Carace si getta nel mare Persico con una foce di 10 miglia Tra le foci dei due fiumi ci furono 25 miglia, 7 come tramandano altri, entrambi navigabili Ma da molto tempo gli Orcheni hanno sbarrato l'Eufrate e gli abitanti i campi irrigati, pertanto è portato nel mare attraverso il Tigri |
fuere, ut alii tradunt, VII, utroque navigabili; sed longo tempore Euphraten praeclusere Orcheni et accolae agros rigantes, nec nisi per Tigrim defertur in mare; |