Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 104-130

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 104-130

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 104-130
[104] navigare incipiunt aestate media ante canis ortum aut ab exortu protinus veniuntque tricesimo circiter die Ocelim Arabiae aut Canen turiferae regionis

est et tertius portus qui vocatur Muza, quem Indica navigatio non petit nec nisi turis odorumque Arabicorum mercatores

intus oppidum, regia eius, appellatur Sapphar, aliudque Save

Indos autem petentibus ultilissimum est ab Oceli egredi; inde vento hippalo navigant diebus XL ad primum emporium Indiae Muzirim

non expetendum propter vicinos piratas, qui optinent locum nomine Nitrias, neque est abundans mercibus; praeterea longe a terra abest navium statio, lintribusque adferuntur onera et egeruntur

regnabat ibi, cum proderem haec, Caelobothras

[105] alius utilior portus gentis Neacyndon, qui vocatur Becare

ibi regnabat Pandion, longe ab emporio in mediterraneo distante oppido quod vocatur Modura
[104] Cominciano a navigare a metà estate prima del sorgere del Cane o subito dall'inizio e in circa trenta giorni arrivano ad Oceli d'Arabia o a Cane di una regione ricca d'incenso

C'è anche un terzo porto che è chiamato Muza, che la navigazione verso l'India non raggiunge se non i mercanti d'incenso e di profumi arabi

All'interno una città, la sua reggia, è chiamata Saffar, e un'altra Save

Poi per chi raggiunge gli Indi è molto conveniente partire da Oceli; in seguito col vento ippalo navigano per 40 giorni verso Muziri primo mercato dell'India

Non è da preferire a causa dei vicini pirati, che occupano un luogo di nome Nitria, né è abbondante di merci; inoltre il luogo di sosta delle navi dista lontano dalla terra, e i carichi sono trasportati e scaricati su piccole barche

Qui regnava Celobotra, quando narravo queste cose

[105] Un altro porto più utile del popolo dei Neacindi, che è chiamato Becare

Qui regnava Pandione, in una città nell'entroterra distante molto dal mercato che è chiamato Modura
regio autem, ex qua piper monoxylis lintribus Becaren convehunt, vocatur Cottonara

quae omnia gentium portuumve aut oppidorum nomina apud neminem priorum reperiuntur, quo apparet mutari locorum status

[106] ex India renavigant mense Aegyptio Tybi incipiente, nostro Decembri, aut utique Mechiris Aegyptii intra diem sextum, quod fit intra idus Ianuarias nostras: ita evenit ut eodem anno remeent

navigant autem ex India vento volturno et, cum intravere Rubrum mare, Africo vel austro

nunc revertemur ad propositum

[107] Carmaniae oram patere duodeciens quinquaginta milia passuum Nearchus scripsit

ab initio eius ad flumen Sabim C p

; inde vineas coli et arva ad flumen Ananim XXV milium spatio; regio vocatur Armuzia
Poi la regione, da cui trasportano il pepe a Becare con barche fatte con un solo pezzo di legno, è chiamata Cottonara

Tutti questi nomi di popoli o di porti o di città non si trovano in nessuno dei precedenti, per cui è evidente che la situazione dei luoghi è cambiata

[106] Dall'India si rinaviga all'inizio del mese (detto) Tibi in egiziano, il nostro Dicembre, o comunque entro il sesto giorno del (mese) di Mechiri dell'Egitto, il che capita entro le nostre Idi di Gennaio: così avviene che tornino nello stesso anno

Navigano quindi Dall'India col vento Volturno e, dopo che entrarono nel mar Rosso, con l'Africo o l'austro

Ora torneremo all'argomento

[107] Nearco ha scritto che la costa della Carmania si estende per 1250 miglia

Dal suo inizio al fiume Sabi 100 miglia; che di lì al fiume Anani per uno spazio di 25 miglia sono coltivati vigneti e campi; la regione è chiamata Armuzia

Le città della Carmania Zeti e Alessandria
oppida Carmaniae Zetis et Alexandria; Inrumpit deinde et in hac parte geminum mare in terras, quod Rubrum dixere nostri, Graeci Erythrum a rege Erythra aut, ut alii, solis repercussu talem reddi existimantes colorem, alii ab harena terraque, alii tali aquae ipsius natura

[108] sed in duos dividitur sinus

is qui ab oriente est Persicus appellatur, |XXV| circuitu, ut Eratosthenes tradit; ex adverso est Arabia, cuius |XV| longitudo

rursus altero ambitur sinu Arabico nominato

oceanum qui influit Azanium appellant

Persicum introitu V latitudinis, alii IIII fecerunt

ab eo ad intimum sinum recto cursu |XI| XXV propemodum constat esse et situm eius humani capitis effigie

[109] Onesicritus et Nearchus ab Indo amne in sinum Persicum atque illinc Babylonem Euphratis paludibus scripserunt |XVII| esse
Poi anche in questa parte irrompe sulle terre il mare diviso in due, che i nostri chiamarono Rosso, i Greci Eritro dal re Eritra o, secondo altri, che pensano che tale colore derivi dal riflesso del sole, altri dalla sabbia e dalla terra, altri da tale natura dell'acqua stessa

[108] Ma il golfo è diviso in due

Questo che è ad oriente è detto Persico, col perimetro di 2500 miglia, come tramanda Eratostene; di traverso c'è l'Arabia, la cui lunghezza (è) 1500 miglia

Di nuovo è bagnata dall'altro golfo detto Arabico

Chiamano Azanio l'oceano che penetra

Ritennero il Persico all'ingresso di 5 miglia di larghezza, altri di 4

Da questo al golfo interno in linea retta risulta essere quasi di 1125 miglia e che il suo sito (è) in forma di testa umana

[109] Onesicrito e Nearco scrissero che dal fiume Indo al golfo Persico e da lì a Babilonia ci sono 1700 miglia attraverso le paludi dell'Eufrate

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 67-95

In Carmaniae angulo Chelonophagi, testudinum superficie casas tegentes, carne vescentes

a flumine Arabi promunturium ipsum inhabitant, praeter capita toto corpore hirti coriisque piscium vestiti

[110] ab horum tractu Indiam versus Cascandrus, deserta insula, in oceano L p

traditur iuxtaque eam freto interfluente Stoidis, quaestuosa margaritis; a promunturio Carmanis iunguntur Harmozaei; quidam interponunt Arbios, CCCCXXI p

toto litore

ibi portus Macedonum et arae Alexandri in promunturio

[111] amnes Siccanas, dein Dratinus et Salsum

ab eo promunturium Themisteas; insula Aphrodisias habitatur; inde Persidis initium ad flumen Oratim, quo dividitur ab Elymaide

contra Persidem insulae Psilos, Cassandra, Aracha cum monte praealto Neptuno sacra

ipsa Persis adversus occasum sita optinet litore DL p
In un angolo della Carmania i Celonofagi, che coprono le case col guscio delle tartarughe, che si nutrono della carne

Abitano lo stesso promontorio dopo il fiume Arabi, pelosi in tutto il corpo tranne le teste e vestiti con squame di pesci

[110] Dal territorio di questi verso l'India si tramanda il Cascandro, un'isola deserta, a 50 miglia nell'oceano e vicino ad essa Stoide ricca di perle in uno stretto che s'interpone

Dal promontorio gli Armozei sono uniti ai Carmani

Alcuni vi interpongono gli Arbi, su tutto il litorale 421 miglia

Qui il porto dei Macedoni e gli altari di Alessandro sul promontorio

[111] I fiumi il Siccana, poi il Dratino e il Salso

Da qui il promontorio Temisteo; è abitata l'isola Afrodisia

Poi l'inizio della Perside fino al fiume Orati, dove è divisa dall'Elemaide

Di fronte alla Perside le isole di Psilo, Cassandra, Araca sacra a Nettuno con un altissimo monte
, etiam in luxum dives, in Parthorum iam pridem translata nomen

horum de imperio nunc in paucis

[112] Regna Parthorum duodeviginti sunt omnia; ita enim dividunt provincias circa duo, ut diximus, maria, Rubrum a meridie, Hyrcanium a septentrione

ex his XI, quae superiora dicuntur, incipiunt a confinio Armeniae Caspiisque litoribus, pertinent ad Scythas, cum quibus ex aequo degunt; reliqua VII regna inferiora appellantur

quod ad Parthos attinet, semper fuit Parthyaea in radicibus montium saepius dictorum, qui omnes eas gentes praetexunt

[113] habet ab ortu Arios, a meridie Carmaniam et Arianos, ab occasu Pratitas Medos, a septentrione Hyrcanos, undique desertis cincta

ulteriores Parthi Nomades appellantur
La stessa Perside situata verso occidente comprende 550 miglia sul litorale, ricca fino alla sfarzo, avendo cambiato già da prima il nome in (quella) dei Parti

Ora in breve riguardo al loro regno

[112] Tutti i regni dei Parti sono 18; infatti così dividono, come abbiamo detto, le province intorno ai due mari, il Rosso a sud, l'Ircanio a nord

Fra questi 11, che sono detti superiori, cominciano dal confine dell'Armenia e dalle coste del Caspio, s'estendono fino agli Sciti, con cui vivono in parità, i restanti 7 regni sono detti inferiori

Per quanto riguarda i Parti, ci fu sempre una regione Partica ai piedi dei monti più spesso citati, che racchiudono tutte queste popolazioni

[113] Ha ad oriente gli Ari, a sud la Carmania e gli Ariani, ad occidente i Medi Pratiti, a nord gli Ircani, circondata da ogni mparte da deserti

I Parti più lontani sono chiamati Nomadi

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 15-29
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 15-29

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 16, Paragrafi 15-29

citra deserta ab occasu urbes eorum quas diximus, Issatis et Calliope, ab oriente aestivo Pyropum, ab hiberno Maria, in medio Hecatompylos, Arsace, regio Nisiaea Parthyenes nobilis, ubi Alexandropolis a conditore

[114] Necessarium est hoc in loco signare et Medorum situm terrarumque faciem circumagere ad Persicum mare, quo facilius dein reliqua noscantur

namque Media, ab occasu transversa oblique Parthiae occurrens, utraque regna praecludit

habet ergo ipsa ab ortu Caspios et Parthos, a meridie Sittacenen et Susianen, Persida, ab occasu Adiabenen, ab septentrione Armeniam

[115] Persae Rubrum mare semper accoluere, propter quod is sinus Persicus vocatur

regio ibi maritima Ceribobus; qua vero ipsa subit ad Medos, Climax Megale appellatur locus arduo montis ascensu per gradus, introitu angusto, ad Persepolim, caput regni, dirutam ab Alexandro
Al di qua dei deserti da occidente le loro città che abbiamo citato, Issati e Calliope, dall'oriente estivo Piropo, dall'invernale Maria, nel mezzo Ecatompilo, Arsace, famosa regione della Partia Nisiea, dove (c'è) Alessandropoli (denominata) dal fondatore

[114] E' necessario a questo punto descrivere anche il territorio dei Medi e seguire l'aspetto delle terre fino al mare Persico, dove più facilmente poi si conoscano le altre

Infatti la Media, che s'estende trasversale obliquamente alla Partia da ovest, delimita entrambi i regni

La stessa ha dunque ad oriente i Caspi e i Parti, a sud la Sittacene e la Susiane, la Perside, ad ovest Adiabene, a nord l'Armenia

[115] I Persiani abitarono sempre il mar Rosso, perciò questo golfo è detto Persico

La regione marittima qui (è) Ceribobo; ma la stessa dove sale verso i Medi, è chiamata Climax Megale luogo successivamente con una difficile salita del monte, con uno stretto passaggio, verso Persepoli, capitale del regno, distrutta da Alessandro
praeterea habet in extremis finibus Laodiceam ab Antiocho conditam

[116] inde ad orientem Magi optinent Phrasargida castellum, in quo Cyri sepulchrum; est et horum Ecbatana oppidum, translatum ab Dario rege ad montes

inter Parthos et Arianos excurrunt Paraetaceni

his gentibus et Euphrate inferiora regna cluduntur

reliqua dicemus a Mesopotamia, excepto mucrone eius Arabumque populis in priore dictis volumine

[117] Mesopotamia tota Assyriorum fuit, vicatim dispersa praeter Babylona et Ninum

Macedones eam in urbes congregavere propter ubertatem soli

oppida praeter iam dicta habet Seleuciam, Laodiceam, Artemitam; item in Arabum gente qui Orroei vocantur et Mardani Antiochiam, quae a praefecto Mesopotamiae Nicanore condita Arabis vocatur
Inoltre ha ai confini estremi Laodicea fondata da Antioco

[116] Da lì ad oriente i Magi possiedono la fortezza di Frasargida, in cui (c'è) la tomba di Ciro; è anche di questi la città di Ecbatana, trasferita dal re Dario sui monti

Tra i Parti e gli Ariani si frappongono i Paretaceni

I regni inferiori sono delimitati dall'Eufrate e da questi popoli

Descriveremo il resto dopo la Macedonia, esclusa la sua punta estrema e i popoli degli Arabi citati nel volume precedente

[117] Tutta la Mesopotamia fu degli Assiri, divisa in villaggi tranne Babilonia e Ninive

I Macedoni la concentrarono in città per la fertilità del suolo

Eccetto le città già citate ha Seleucia, Laodicea, Artemita; ancora Antiochia fra la popolazione degli Arabi che sono chiamati Orrei e Mardani, che fondata da Nicaore prefetto della Mesopotamia, è chiamata Araba

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 51-71
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 51-71

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 51-71

[118] iunguntur his Arabes introrsus Eldamari, supra quos ad Pallacontam flumen Bura oppidum, Salmani et Masei Arabes; Gordyaeis vero iuncti Azoni, per quos Zerbis fluvius in Tigrim cadit, Azonis Silices montani et Orontes, quorum ad occidentem oppidum Gaugamela, item Suae in rupibus

supra Silicas Sitrae, per quos Lycus ex Armenia fertur; ab Sitris ad hibernum exortum Azochis oppidum, mox in campestribus oppida Diospege, Polytelia, Stratonicea, Anthemus

[119] in vicinia Euphratis Nicephorion, quod diximus, Alexander iussit condi propter loci opportunitatem

dicta est et in Zeugmate Apamea, ex qua orientem petentes excipit oppidum Caphrena munitum, quondam stadiorum LXX amplitudine et satraparum regia appellatum, quo tributa conferebantur, nunc in arcem redactum
[118] All'interno sono congiunti a questi gli Arabi Eldamari, sopra questi accanto al fiume Pallaconta la città di Bura, gli Arabi Salmani e Masei; invece gli Azoni uniti ai Gordiei, attraverso i quali il fiume Zerbi scende nel Tigri, i montani Silici con gli Azoni e gli Oronti, di cui ad occidente la città di Gaugamela, ancora Sue sulle rocce

Sopra i Silici i Sitri, attraverso i quali il Lico è trasportato dall'Armenia; dai Sitri all'oriente invernale la città di Azochi, poi in zone campestri le città di Diospege, Politelia, Stratonicea, Antemo

[119] Nelle vicinanze dell'Eufrate Niceforio, che abbiamo nominato, Alessandro ordinò che fosse costruita per il vantaggio del luogo

Fu nominata anche Apamea nella Zeugmate, da cui chi va verso oriente incontra la città fortificata di Cafrena, un tempo con l'ampiezza di 70 stadi e chiamata reggia dei satrapi, dove erano raccolti i tributi, ora ridotta ad una rocca
[120] durant, ut fuere, Thebata et, ductu Pompei Magni terminus Romani imperi, Oruros, a Zeugmate CCL

sunt qui tradunt Euphraten Gobaris praefecti opere diductum esse ubi diximus findi, ne praecipiti cursu Babylona infestaret, ab Assyriis vero universis appellatum Narmalchan, quod significat regium flumen

qua dirivatur, oppidum fuit Agranis e maximis, quod diruere Persae

[121] Babylon, Chaldaicarum gentium caput, diu summam claritatem inter urbes obtinuit toto orbe, propter quod reliqua pars Mesopotamiae Assyriaeque Babylonia appellata est, LX p

amplexa II muris ducenos pedes altis, quinquagenos latis, in singulos pedes ternis digitis mensura ampliore quam nostra, interfluo Euphrate, mirabili opere utroque
[120] Rimangono, come furono, Tebata e, Oruro, termine dell'impero romano con la spedizione di Pompeo Magno, a 250 miglia da Zeugma

Ci sono quelli che affermano che l'Eufrate per opera del prefetto Gobari sia stato deviato da dove abbiamo detto essere diviso, affinchè non danneggiasse Babilonia col corso impetuoso, in verità chiamato da tutti gli Assiri Narmalca, che significa fiume reale

Da dove viene deviato, ci fu la città di Agrane fra le più grandi, che in Persiani distrussero

[121] Babilonia, capitale dei popoli della Caldea, ebbe a lungo grandissima fama tra le città in tutta la terra, per questo la restante parte della Mesopotamia e dell'Assiria fu chiamata Babilonia, racchiusa per 60 miglia da due cinta di mura alte duecento piedi, larghe cinquanta, con la misura per ogni piede di tre dita più grande della nostra, con l'Eufrate che scorre in mezzo, con mirabile opera su entrambe le parti

Qui resta ancora il tempio di Giove Belo; questo fu il fondatore della scienza dell'astronomia
durat adhuc ibi Iovis Beli templum; inventor hic fuit sideralis scientiae; [122] cetero ad solitudinem rediit exhausta vicinitate Seleuciae, ob id conditae a Nicatore intra XC lapidem in confluente Euphratis fossa perducti atque Tigris, quae tamen Babylonia cognominatur, libera hodie ac sui iuris Macedonumque moris

ferunt ei plebis urbanae DC milia esse, situm vero moenium aquilae pandentis alas, agrum totius orientis fertilissimum

invicem ad hanc exhauriendam Ctesiphontem iuxta tertium ab ea lapidem in Chalonitide condidere Parthi, quod nunc caput est regnorum, et postquam nihil proficiebatur, nuper Vologesus rex aliud oppidum Vologesocertam in vicino condidit

[123] sunt etiamnum in Mesopotamia oppida Hipparenum, Chaldaeorum doctrina et hoc, sicut Babylon, iuxta fluvium qui cadit in Narragam, unde civitati nomen

muros Hipparenorum Persae diruere
[122] In seguito si ridusse a un deserto svuotata dalla vicinanza di Seleucia, fondata per questo da Nicatore entro la novantesima pietra miliare sul canale confluente dell'Eufrate derivato e del Tigri, essa tuttavia è denominata Babilonia, oggi libera e con leggi proprie e usanze dei Macedoni; dicono che per lei ci sono 600

000 abitanti urbani, che invece la posizione delle mura (come) ali di un'aquila che si distende, la terra la più fertile di tutto l'oriente

A loro volta i Parti per indebolirla fondarono nella Calonitide, vicino alla terza pietra miliare da questa, Ctesifonte che ora è la capitale dei regni, e poiché non dava nessun vantaggio, il re Vologeso da poco ha fondato un'altra città nelle vicinanze, Vologesocerta

[123] In Mesopotamia ci sono inoltre le città di Ippareno, scuola anche questa dei Caldei, come Babilonia, vicino al fiume che si versa nel Narraga, da cui il nome alla città

I Persiani distrussero le mura degli Ipparenori
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 29-101

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, Paragrafi 104-127

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 17 - 33

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 48 - 56

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 61-65