Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 23 - 25

Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 23 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 23 - 25
[23] Atque haec tamen hostium iratorum ac tum maxime dimicantium iure belli in armatos repugnantesque edebantur: foedior alia in urbe trucidatio erat cum turbam feminarum puerorumque imbellem inermem ciues sui caederent et in succensum rogum semianima pleraque inicerent corpora riuique sanguinis flammam orientem restinguerent [23] Queste azioni, pertanto, si sviluppavano secondo le leggi della guerra per opera di nemici furibondi, nel pieno della battaglia, contro altri nemici armati che si opponevano; nell'interno della città, invece, nel medesimo momento avveniva ben altro orrendo massacro, quello della massa imbelle ed inerme di donne e di fanciulli, massacrati dai loro concittadini, che gettavano i loro corpi, in gran parte semivivi, in mezzo alle fiamme dei roghi, che mentre si levavano erano spente dai fiotti di sangue
Postremo ipsi caede miseranda suorum fatigati cum armis medio incendio se iniecerunt Alla fine, gli stessi concittadini prostrati dall'orrenda carneficina dei loro congiunti, si gettarono con le armi in mezzo alle fiamme
Iam caedi perpetratae uictores Romani superuenerunt Quando ormai la strage era alla fine, arrivarono i Romani vittoriosi

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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 01-10

Ac primo conspectu tam foedae rei mirabundi parumper obstipuerunt; dein cum aurum argentumque cumulo rerum aliarum interfulgens auiditate ingenii humani rapere ex igni uellent, correpti alii flamma sunt, alii ambusti adflatu uaporis, cum receptus primis urgente ab tergo ingenti turba non esset Questi, appena si trovarono di fronte ad una scena così spaventosa, per qualche istante si fermarono sbalorditi; ma poi, spinti dalla naturale avidità dell'uomo, volendo togliere al fuoco l'oro e l'argento che scintillavano nella massa degli altri oggetti, gli uni furono afferrati dal fuoco, gli altri furono bruciati in parte dall'ardore che emanava dalle fiamme, poiché, essendo nelle prime file, non potevano retrocedere, a causa della gran folla che premeva alle loro spalle
Ita Astapa sine praeda militum ferro ignique absumpta est In questo modo Astapa fu conquistata col ferro e col fuoco, senza che i soldati romani potessero saccheggiarla

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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 15 - 30

Marcius ceteris eius regionis metu in deditionem acceptis uictorem exercitum Carthaginem ad Scipionem reduxit A Marcio si arresero per paura altre città di quella regione; egli poi ricondusse a Scipione in Cartagena l'esercito vincitore
Per eos ipsos dies perfugae a Gadibus uenerunt pollicentes urbem Punicumque praesidium quod in ea urbe esset et imperatorem praesidii cum classe prodituros In quegli stessi giorni vennero da Gades alcuni disertori con la promessa di consegnare ai Romani la città e la guarnigione cartaginese, che si trovava nella città stessa, nonché il comandante di quella insieme con la flotta

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Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 41 - 55

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 41 - 55

Mago ibi ex fuga substiterat, nauibusque in Oceano conlectis aliquantum auxiliorum et trans fretum ex Africa ora et ex proximis Hispaniae locis per Hannonem praefectum coegerat Magone, dopo essere scappato, si era trattenuto qui e, adunate delle navi nell'Oceano, aveva per mezzo del suo ufficiale Annone raccolto un certo numero di ausiliari dalle spiagge dell'Africa al di là dello stretto e dalle più vicine località della Spagna
Fide accepta dataque perfugis, et Marcius eo cum expeditis cohortibus et Laelius cum septem triremibus quinqueremi una est missus ut terra marique communi consilio rem gererent Scambiata coi disertori promessa di lealtà, furono mandati a Gades Marcio con alcune coorti libere da impedimenti e Lelio con sette triremi ed una quinquereme, perché in pieno accordo tra loro realizzassero la guerra per terra e per mare

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Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 01 - 02 - 03

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 01 - 02 - 03

[24] Scipio ipse graui morbo implicitus, grauiore tamen fama cum ad id quisque quod audierat insita hominibus libidine alendi de industria rumores adiceret aliquid [24] Scipione fu in quel tempo colpito da una grave malattia, circostanza che fu, tuttavia, resa più preoccupante dalle voci che correvano, per quel vizio congenito in ciascuno degli uomini di ingrandire di proposito ciò che è venuto a sapere e per di più aggiungere alle notizie qualche cosa di suo

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