(31( Senatus quo die primum est in Capitolio consultus decreuit ut quod eo anno duplex tributum imperaretur simplex confestim exigeretur, ex quo stipendium praesens omnibus militibus daretur praeterquam qui milites ad Cannas fuissent De exercitibus ita decreuerunt ut duabus legionibus urbanis Ti Sempronius consul Cales ad conueniendum diem ediceret; inde eae legiones in castra Claudiana supra Suessulam deducerentur Quae ibi legiones essent, erant autem Cannensis maxime exercitus, eas Ap Claudius Pulcher praetor in Siciliam traiceret quaeque in Sicilia essent Romam deportarentur Ad exercitum cui ad conueniendum Cales edicta dies erat M Claudius Marcellus missus, isque iussus in castra Claudiana deducere urbanas legiones |
31Il senato, il giorno in cui si riunì per la prima volta sul Campidoglio, deliberò che in quell'anno si imponesse untributo, e se ne riscuotesse subito uno: così si sarebbe potuto dare la paga di quell'anno a tutti i soldati, esclusi coloro che avevano combattuto a Canne In quanto agli eserciti, deliberarono che il console Tiberio Sempronio fissasse un giorno in cui si trovassero raccolte a Cales le due legioni urbane; di qui quelle legioni sarebbero state condotte agli accampamenti di Claudio sopra Suessula Le legioni, che già là si trovavano e che costituivano in massima parte l'esercito di Canne, dovevano essere fatte passare dal pretore Appio Claudio Pulcro in Sicilia e quelle che si trovavano in Sicilia avrebbero dovuto essere trasferite a Roma M Claudio Marcello fu mandato al comando di quell'esercito al quale era stato fissato il giorno per l'adunanza di Cales ed ebbe l'ordine di condurre le legioni urbane nel suo accampamento |
Ad ueterem exercitum accipiendum deducendumque inde in Siciliam Ti Maecilius Croto legatus ab Ap Claudio est missus Taciti primo exspectauerant homines uti consul comitia collegae creando haberet; deinde ubi ablegatum uelut de industria M Marcellum uiderunt, quem maxime consulem in eum annum ob egregie in praetura res gestas creari uolebant, fremitus in curia ortus Quod ubi sensit, consul, utrumque, inquit, e re publica fuit, patres conscripti, et M Claudium ad permutandos exercitus in Campaniam proficisci et comitia non prius edici quam is inde confecto quod mandatum est negotio reuertisset, ut uos consulem, quem tempus rei publicae postularet, quem maxime uoltis, haberetis Ita de comitiis donec rediit Marcellus silentium fuit |
Tito Mecilio Crotone fu mandato da Appio Claudio con l'incarico speciale di prendere in consegna il vecchio esercito e di condurlo in Sicilia Dapprima, i senatori aspettarono in silenzio che il console indicesse i comizi per scegliere il collega; poi come videro che Marcello era allontanato a bella posta da Roma, proprio quel Marcello che essi volevano creare console per quell'anno in virtù delle felici imprese compiute durante la sua pretura, nella Curia si levò un fremito di protesta Come il console se ne accorse, così parlò: O senatori, nell'interesse dello stato si è deciso che M Claudio parta per la Campania per lo scambio degli eserciti e che non vengano banditi i comizi prima ch'egli sia ritornato dopo aver assolto l'incarico; così voi potrete avere quel console che soprattutto desiderate e che la situazione della repubblica richiede Così fino al ritorno di Marcello non si parlò più di comizi |
Interea duumuiri creati sunt Q Fabius Maximus et T Otacilius Crassus aedibus dedicandis, Menti Otacilius, Fabius Veneri Erycinae; utraque in Capitolio est, canali uno discretae Et de trecentis equitibus Campanis qui in Sicilia cum fide stipendiis emeritis Romam uenerant latum ad populum ut ciues Romani essent; item uti municipes Cumani essent pridie quam populus Campanus a populo Romano defecisset Maxime ut hoc ferretur mouerat quod quorum hominum essent scire se ipsi negabant uetere patria relicta, in eam in quam redierant nondum adsciti Postquam Marcellus ab exercitu rediit, comitia consuli uni rogando in locum L Postumi edicuntur Creatur ingenti consensu Marcellus qui extemplo magistratum occiperet |
Frattanto furono eletti i duumviri Q Fabio Massimo e T Otacilio Crasso al fine di dedicare, Otacilio il tempio alladea Mente e Fabio quello a Venere Ericina: l'uno e l'altro Sono sul Campidoglio, separati soltanto da un canale Riguardo poi ai trecento cavalieri campani che, avendo compiuto in Italia il servizio militare erano venuti a Roma fu proposto al popolo di farli cittadini romani e di iscriverli nel municipio di Cuma dal giorno anteriore a quello in cui il popolo campano aveva abbandonato l'alleanza romana Il movente di tale proposta fu soprattutto il fatto che i cavalieri stessi affermavano di non sapere più a quale cittadinanza appartenessero, avendo abbandonato l'antica patria e non essendo ancora stati ammessi a far parte di quella città alla quale erano ritornati Dopo che Marcello dall'esercito tornò in Roma, furono indetti i comizi per l'elezione del console in luogo di L Postumio A grandissima maggioranza fu eletto Marcello con l'ordine di assumere immediatamente la carica |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 41-50
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 41-50
Cui ineunti consulatum cum tonuisset, uocati augures uitio creatum uideri pronuntiauerunt uolgoque patres ita fama ferebant, quod tum primum duo plebeii consules facti essent, id deis cordi non esse In locum Marcelli, ubi is se magistratu abdicauit, suffectus Q Fabius Maximus tertium Mare arsit eo anno; ad Sinuessam bos eculeum peperit; signa Lanuui ad Iunonis Sospitae cruore manauere lapidibusque circa id templum pluit ob quem imbrem nouendiale, ut adsolet, sacrum fuit; ceteraque prodigia cum cura expiata (32( Consules exercitus inter sese diuiserunt |
Mentre egli iniziava il suo consolato, si udì tuonare; chiamati gli auguri, questi dichiararono che a loro tale segno sembrava significare che nell'elezione del console vi era stato un vizio di forma I senatori andavano divulgando la voce che agli dei tornava sgradito che allora per la prima volta si fossero eletti due consoli venuti dalla plebe Al posto di Marcello che aveva abdicato alla magistratura, fu eletto per la terza volta Q Fabio Massimo In quell'anno il mare si coperse di fiamme; presso Sinuessa una mucca partorì un cavallino; a Lanuvio presso il tempio di Giunone Sospita alcune statue grondarono sangue, nei dintorni di quel tempio piovvero pietre Per tale pioggia, come è consuetudine, si celebrò un novendiale; per gli altri prodigi fu con ogni scrupolo placata l'ira degli dei 32 I consoli si divisero fra loro l'esercito |
Fabio exercitus Teani, cui M Iunius dictator praefuerat, euenit; Sempronio uolones qui ibi erant et sociorum uiginti quinque milia, M Valerio praetori legiones quae ex Sicilia redissent decretae; M Claudius pro consule ad eum exercitum qui supra Suessulam Nolae praesideret missus; praetores in Siciliam ac Sardiniam profecti Consules edixerunt, quotiens in senatum uocassent, uti senatores quibusque in senatu dicere sententiam liceret ad portam Capenam conuenirent Praetores quorum iuris dictio erat tribunalia ad Piscinam publicam posuerunt; eo uadimonia fieri iusserunt ibique eo anno ius dictum est |
A Fabio toccò l esercito di Teano, che era già stato comandato dal dittatore M Giunio; a Sempronio gli schiavi arruolatisi volontariamente che si trovavano là e in più venticinquemila alleati; al pretore M Valerio furono assegnate le legioni che sarebbero ritornate dalla Sicilia; M Claudio fu mandato come proconsole a quell'esercito che stava a difesa di Nola sopra Suessula; i pretori partirono per la Sicilia e per la Sardegna I consoli stabilirono poi che, ogni volta che avessero convocato il senato, quei senatori ai quali spettava il diritto di prender parte alle discussioni, si radunassero alla porta Capena I pretori che avevano l'incarico della giurisdizione, posero i tribunali presso la piscina pubblica, dove disposero che i processi si dovessero svolgere; qui, infatti, in quell'anno fu amministrata la giustizia |
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Interim Carthaginem, unde Mago, frater Hannibalis, duodecim milia peditum et mille quingentos equites, uiginti elephantos, mille argenti talenta in Italiam transmissurus erat cum praesidio sexaginta nauium longarum, nuntius adfertur in Hispania rem male gestam omnesque ferme eius prouinciae populos ad Romanos defecisse Erant qui Magonem cum classe ea copiisque omissa Italia in Hispaniam auerterent, cum Sardiniae recipiendae repentina spes adfulsit paruum ibi exercitum Romanum esse; ueterem praetorem inde A Cornelium prouinciae peritum decedere, nouum exspectari; ad hoc fessos iam animos Sardorum esse diuturnitate imperii Romani, et proximo iis anno acerbe atque auare imperatum; graui tributo et conlatione iniqua frumenti pressos; nihil deesse aliud quam auctorem ad quem deficerent |
Frattanto a Cartagine, dalla quale Magone, fratello di Annibale, stava per far passare in Italia dodicimila fanti e millecinquecento cavalieri, con venti elefanti e mille talenti d'argento e con una scorta di sessanta navi da guerra, giunse notizia che in Spagna le cose andavano male e che quasi tutte le popolazioni di quella provincia erano passate ai Romani Vi erano alcuni che consigliavano di far abbandonare a Magone il progetto di venire in Italia per ripiegare invece sulla Spagna con quella flotta e con quelle forze militari di cui disponeva, quando sorse improvvisamente la speranza di recuperare la Sardegna Qui, infatti, vi era un piccolo esercito romano; l'antico pretore A Cornelio, che era esperto della situazione della provincia, se ne era andato e si aspettava il nuovo; oltre a ciò l'animo dei Sardi era stanco della lunga durata del dominio romano, che nell'anno precedente era stato spietato ed avido; li aveva oppressi con pesanti tributi e con inique imposizioni di rifornimenti di grano; null'altro mancava se non un protettore col quale i Sardi potessero allearsi |
Haec clandestina legatio per principes missa erat, maxime eam rem moliente Hampsicora, qui tum auctoritate atque opibus longe primus erat His nuntiis prope uno tempore turbati erectique Magonem cum classe sua copiisque in Hispaniam mittunt, in Sardiniam Hasdrubalem deligunt ducem et tantum ferme copiarum quantum Magoni decernunt Et Romae consules transactis rebus quae in urbe agendae erant mouebant iam sese ad bellum Ti Sempronius militibus Sinuessam diem ad conueniendum edixit, et Q Fabius consulto prius senatu ut frumenta omnes ex agris ante kalendas Iunias primas in urbes munitas conueherent qui non inuexisset eius se agrum populaturum, seruos sub hasta uenditurum, uillas incensurum |
Per iniziativa dei principali cittadini fu mandata a Cartagine una segreta ambasceria a riferire tutto questo chi muoveva la cosa era soprattutto il sardo Ampsicora, che allora superava di gran lunga i suoi cittadini perautorità e per ricchezze I Cartaginesi quasi nello stesso tempo sconcertati e rallegrati da queste notizie, mandarono Magone in Spagna con la sua flotta e le sue milizie; per la Sardegna, invece, scelsero come generale Asdrubale e gli assegnarono quasi altrettante forze quante ne toccarono a Magone A Roma, intanto, i consoli, concluse le faccende che si dovevano sbrigare nella città, si avviavano ormai alla guerra Tiberio Sempronio fissò il giorno in cui i soldati dovevano radunarsi a Sinuessa e Quinto Fabio, dopo aver consultato il senato, ordinò che prima delle calende di giugno tutti trasportassero dai campi il grano verso le più vicine città fortificate Se qualcuno non l'avesse portato, i suoi campi sarebbero stati devastati, i suoi schiavi venduti all'asta, le case incendiate |
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Ne praetoribus quidem qui ad ius dicendum creati erant uacatio a belli administratione data est Valerium praetorem in Apuliam ire placuit ad exercitum a Terentio accipiendum; cum ex Sicilia legiones uenissent, iis potissimum uti ad regionis eius praesidium, Terentianum (exercitum Tarentum( mitti cum aliquo legatorum; et uiginti quinque naues datae quibus oram maritimam inter Brundisium ac Tarentum tutari posset Par nauium numerus Q Fuluio praetori urbano decretus ad suburbana litora tutanda C Terentio proconsuli negotium datum ut in Piceno agro conquisitionem militum haberet locisque iis praesidio esset Et T Otacilius Crassus, postquam aedem Mentis in Capitolio dedicauit, in Siciliam cum imperio qui classi praeesset missus |
Neppure ai pretori, che erano stati eletti per amministrare la giustizia, fu concesso l'esonero dall'obbligo di combattere Il senato deliberò che il pretore Valerio andasse in Apulia per farsi consegnare da Terenzio l'esercito; gli fu poi ordinato di servirsi soprattutto delle legioni che fossero venute dalla Sicilia per presidiare quella regione; mandasse, invece, a Taranto l'esercito di Terenzio con qualche luogotenente; furono anche date al pretore Valerio venticinque navi con le quali potesse difendere la costa fra Brindisi e Taranto Un ugual numero di navi fu assegnato al pretore urbano Q Fulvio per proteggere le spiagge più vicine a Roma Il proconsole C Terenzio fu incaricato di fare le leve nell'agro Piceno e di stare a difesa di quei paesi T Otacilio Crasso, dopo aver consacrato in Campidoglio il tempio alla dea Mente, fu mandato in Sicilia con lo pedale incarico di comandare la flotta |
(33( In hanc dimicationem duorum opulentissimorum in terris populorum omnes reges gentesque animos intenderant, inter quos Philippus Macedonum rex eo magis quod propior Italiae ac mari tantum Ionio discretus erat Is ubi primum fama accepit Hannibalem Alpes transgressum, ut bello inter Romanum Poenumque orto laetatus erat, ita utrius populi mallet uictoriam esse incertis adhuc uiribus fluctuatus animo fuerat Postquam tertia iam pugna, tertia uictoria cum Poenis erat, ad fortunam inclinauit legatosque ad Hannibalem misit qui uitantes portus Brundisinum Tarentinumque, quia custodiis nauium Romanarum tenebantur, ad Laciniae Iunonis templum in terram egressi sunt Inde per Apuliam petentes Capuam media in praesidia Romana inlati sunt deductique ad Valerium Laeuinum praetorem, circa Luceriam castra habentem |
33 A questo conflitto tra i due più potenti popoli della terra avevano volto l'animo attento tutti i re e le nazioni, tra i quali, primo fra tutti, Filippo di Macedonia, perché si trovava molto vicino all'Italia, anzi ne era separato soltanto dal mare Ionio Filippo, appena venne a sapere che Annibale aveva attraversato le Alpi, come si era rallegrato che tra Romani e Cartaginesi fosse sorta la guerra, così, finché le sorti ancora erano dubbie, era stato molto ondeggiante nell'animo suo, incerto di quale dei due popoli preferisse la vittoria Dopo che vide che la terza battaglia ormai dava la terza vittoria ai Cartaginesi, si volse dalla parte della fortuna e mandò degli ambasciatori ad Annibale Costoro, evitando i porti di Brindisi e di Taranto che erano presidiati dai Romani, sbarcarono nei pressi del tempio di Giunone Lacinia Di qui, dirigendosi verso Capua, incapparono nelle guarnigioni romane e furono condotti dinanzi al pretore Valerio Levino, che aveva posto l'accampamento nei dintorni di Luceria |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 26; 11-20
Ibi intrepide Xenophanes, legationis princeps, a Philippo rege se missum ait ad amicitiam societatemque iungendam cum populo Romano; mandata habere ad consules ac senatum populumque Romanum Praetor inter defectiones ueterum sociorum noua societate tam clari regis laetus admodum hostes pro hospitibus comiter accepit Dat qui prosequantur; itinera cum cura demonstrat (et( quae loca quosque saltus aut Romanus aut hostes teneant Xenophanes per praesidia Romana in Campaniam, inde qua proximum fuit in castra Hannibalis peruenit foedusque cum eo atque amicitiam iungit legibus his: ut Philippus rex quam maxima classe, ducentas autem naues uidebatur effecturus, in Italiam traiceret et uastaret maritimam oram, bellum pro parte sua terra marique gereret |
Qui il capo dell'ambasceria Senofane, senza scomporsi, dichiarò che era stato mandato dal re Filippo a stringere amicizia ed alleanza col popolo romano; disse di avere dei messaggi per i consoli, il senato ed il popolo romano II pretore, lieto, fra tante defezioni di antichi alleati, di questa nuova alleanza con un re tanto famoso, accolse cordialmente come fossero ospiti quelli che in realtà erano nemici perciò diede a loro una scorta, indicando con cura l'itinerario ed informandoli sui luoghi e sui passaggi occupati dai Romani o dai Cartaginesi Senofane, attraverso i presidi romani, giunse in Campania e di qui per la via più corta pervenne agli accampamenti di Annibale e con lui strinse un patto d'alleanza e d'amicizia a queste condizioni: il re Filippo con una grandissima flotta, che si credeva potesse comprendere duecento navi, sarebbe passato in Italia e ne avrebbe devastato le coste e da parte sua avrebbe condotto la guerra per mare e per terra |