Durante il periodo Edo (1603-1868) il Giappone era in pieno boom: una fiorente cultura consumistica dove molto alta era la domanda di immagini preziose, dalle grandi pitture sul rotolo alle xilografie e ai libri illustrati. Diversi generi raggiunsero una grande popolarità, in particolare:
- i dipinti in tema morali didascalici di origine cinese,
- la pittura dei letterati (dipinti di paesaggi immaginari e naturali)
- ukiyo-e : le immagini del mondo fluttuante. Molto popolari nelle classi mercantili, rappresentavano scene della vita di tutti i giorni, intrattenimenti, paesaggi, oppure le cortigiane che lavoravano nei quartieri dei postriboli.
Katsushika Oi , sposata e poi divorziata (divorziata secondo le voci perché i dipinti del marito non erano all'altezza), tornò alla bottega del padre e si rimise immediatamente al lavoro. I sinuose, calligrafici, intricati tratti di Oi sono tracciati, come tipico dello stile pittorico dell'Asia orientale, con una consumata perizia tecnica. Era maestra nel creare forti contrasti tra luce e ombra molto fitta, e i suoi colori brillanti, molto saturi, uniti alle squisite ombreggiature delle pieghe dei vestiti, tolgono davvero il fiato.
A quanto si sa, per il suo innovativo uso dei pigmenti faceva affidamento su una ricetta segreta. i suoi audaci soggetti però rivelano anche una grande perizia narrativa, in particolare per le scene che hanno le donne per protagonista, osservate attraverso una lente inconfondibilmente femminile.
è un'abilità che traspare chiaramente nel drammatico ed estremamente atmosferico dipinto intitolato la sala-vetrina del quartiere di Yoshiwara di notte, realizzato negli anni quaranta dell'Ottocento. Raffigura alcune cortigiane rinchiuse dietro finestre a sbarre, illuminate da una grande luce, ed è una scena che trasuda malinconia. Nel quadro si può leggere chiaramente la solidarietà di OI verso quelle lavoratrici nei personaggi degli astanti che, infagottati nelle scure ombre create dalle loro lampade, spiano rapacemente le donne nelle stanze nella stanza.
Molte delle immagini di donne create da Oi appaiono intime e toccanti, in particolare la squisita ragazza che compone una poesia di notte sotto i fiori del ciliegio. Sotto un cielo notturno, in un turbinio di stelle, circondata da una fitta trama di ciliegi, illuminata dal bagliore di una lanterna, vediamo una donna, forse intenta a comporre una poesia, forse a scrivere una lettera, oppure a disegnare. Il luogo inconsueto è senz'altro non ottimale per quell'attività, fa nascere una domanda: lo sta facendo di nascosto? Dopotutto è uscita tra le ombre del cielo notturno dove nessuno la può vedere. Possiamo solo fare congetture, eppure l'opera fa tornare alla mente le restrizioni che le donne, scrittrici o artiste, devono affrontare non solo in Giappone, ma in tutto il mondo.
Dopo la morte del padre la vita di Oi è avvolta nell'oscurità - neppure la sua morte è documentata. Forse continuava a dipendere dal genitore; la ragione però potrebbe anche essere che Oi era la figlia del più importante artista di ukiyo-e mai esistito, Hokusai, celebre per la sua stampa sotto l'onda al largo di Kanagawa, più nota come la grande onda: e dunque la sua attività veniva considerata all'ombra di quella del padre.
Oi era la principale collaboratrice assistente di Hokusai. Non di meno guardando la maestria con la quale padroneggiava il tratto e la raffinatezza dei colori che continuavano a caratterizzare i dipinti degli anni estremi di Hokusai, la critica si sta domandando quale fosse la reale entità della collaborazione che la figlia gli prestò negli ultimi anni di vita