Cicerone, Pro Cluentio: 01 - 09, pag 2

Cicerone, Pro Cluentio: 01 - 09

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 01 - 09
Non est nostri ingenii: vestri auxilii est, iudices, huius innocentiae sic in hac calamitosa fama quasi in aliqua perniciosissima flamma atque in communi incendio subvenire Non ne ho la capacità; è il vostro aiuto, o giudici, che in questa infamia rovinosa, come in qualche fiamma dannosissima e in un normale incendio, deve giungere in aiuto in soccorso di questo innocente
II [5] Etenim sicut aliis in locis parum firmamenti et parum virium veritas habet, sic in hoc loco falsa invidia imbecilla esse debet II [5] E in effetti come in altri luoghi la verità ha poco appoggio e poco sostegno, così in questo luogo la falsa ostilità deve essere priva di forza
Dominetur in contionibus, iaceat in iudiciis; valeat in opinionibus ac sermonibus imperitorum, ab ingeniis prudentium repudietur; vehementes habeat repentinos impetus, spatio interposito et causa cognita consenescat: denique illa definitio iudiciorum aequorum, quae nobis a maioribus tradita est, retineatur, ut in iudiciis et sine invidia culpa plectatur et sine culpa invidia ponatur Domini nelle assemblee, giaccia a terra nei processi; abbia valore nelle opinioni e nei discorsi degli incompetenti, ripudiata dalle menti assennate degli esperti; abbia assalti repentini, impetuosi, ma perda forze con il passare del tempo e conosciuti i fatti; insomma si ricordi quella definizione duna giustizia equa, che ci è stata tramandata dagli avi, affinché nei processi la colpa sia punita senza malanimo e lostilità venga messa da parte senza la colpa

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Cicerone, Pro Cluentio: 61 - 71

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 61 - 71

[6] Quam ob rem a vobis, iudices, ante quam de ipsa causa dicere incipio, haec postulo: primum id quod aequissimum est ut ne quid huc praeiudicati adferatis (etenim non modo auctoritatem, sed etiam nomen iudicum amittemus, nisi hic ex ipsis causis iudicabimus ac si ad causas iudicia iam facta domo deferemus); deinde si quam opinionem iam vestris mentibus comprehendistis, si eam ratio convellet, si oratio labefactabit, si denique veritas extorquebit, ne repugnetis eamque animis vestris aut libentibus aut aequis remittatis; tum autem, cum ego una quaque de re dicam et diluam, ne ipsi quae contraria sint taciti cogitationi vestrae subiciatis, sed ad extremum exspectetis meque meum dicendi ordinem servare patiamini: cum peroraro, tum, si quid erit praeteritum, animo requiratis [6] Perciò, o giudici, prima di iniziare a trattare questa causa, chiedo ciò: primo, ciò è cosa molto equa, che non portiate qui idee preconcette- perderemo infatti non solo lautorità ma anche il nome di giudici, se non giudicheremo qui da queste relazioni ma porteremo da casa un giudizio già fatto; in secondo luogo, quindi, se comprendete con le vostre menti la mia orazione, se la ragione sradicherà quella, se lorazione indebolirà, se quindi la verità estorcerà, di non opporre resistenza e di non allontanarla dai vostri cuori con gioia o almeno con serena obiettività; quando affronterò e abbatterò una a una le accuse, (chiedo) che voi non sottoponiate tacitamente alla vostra riflessione quelle cose che sono contrarie ma aspettiate sino alla fine e sopportiate che io mantenga lordine della mia esposizione; quando terminerò, allora domandatevi nellanimo se qualcosa è stato tralasciato
III [7] Ego me, iudices, ad eam causam accedere quae iam per annos octo continuos ex contraria parte audiatur atque ipsa opinione hominum tacita prope convicta atque damnata sit, facile intellego: sed si qui mihi deus vestram ad me audiendum benivolentiam conciliarit, efficiam profecto ut intellegatis nihil esse homini tam timendum quam invidiam, nihil innocenti suscepta invidia tam optandum quam aequum iudicium, quod in hoc uno denique falsae infamiae finis aliquis atque exitus reperiatur III [7] Comprendo, o giudici, di avvicinarmi a questa causa di cui si sente parlare già da otto anni dalla parte avversa e su cui la stessa opinione degli uomini ha già tacitamente emesso un verdetto definitivo di condanna; ma se qualche dio mi concederà la vostra benevolenza di ascoltarmi, riuscirò a farvi capire che non cè nulla che un uomo debba temere quanto unostilità preconcetta, che non cè nulla che un innocente, vittima suo malgrado di questa ostilità, voglia desiderare quanto un giudizio equo, perché solo in ciò si trova la fine e la conclusione di una calunnia infamante

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Cicerone, Pro Cluentio: 192 - 202

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 192 - 202

Quam ob rem magna me spes tenet, si quae sunt in causa explicare atque omnia dicendo consequi potuero, hunc locum consessumque vestrum, quem illi horribilem A Cluentio ac formidolosum fore putaverunt, eum tandem eius fortunae miserae multumque iactatae portum ac perfugium futurum Perciò ho grande speranza che, se avrò la possibilità di poter spiegare e esprimere nel mio discorso tutte le cose, questo luogo e il vostro consesso, che per gli avversari avrebbe provocato terrore e paura in Cluenzio, saranno infine il porto e il rifugio della sua sorte misera e travagliata
[8] Tametsi permulta sunt quae mihi, ante quam de causa dico, de communibus invidiae periculis dicenda esse videantur, tamen, ne diutius oratione mea suspensa exspectatio vestra teneatur, adgrediar ad crimen cum illa deprecatione, iudices, qua mihi saepius utendum esse intellego, sic ut me audiatis quasi hoc tempore haec causa primum dicatur, sicuti dicitur, non quasi saepe iam dicta et numquam probata sit [8] Sebbene esistano molte cose che, prima di trattare la causa, devono essere dette sui pericoli comuni dellostilità, tuttavia, affinché la vostra attenzione non sia sospesa troppo a lungo dalla mia orazione, mi avvicinerò alloggetto daccusa con quella richiesta di perdono, o giudici, che comprendo dovrò rivolgervi spesso: che mi ascoltiate come se questa causa sia ora esposta per la prima volta, e del resto è proprio così, e non come se fosse stata esposta già molte volte e mai con successo

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Hodierno enim die primum veteris istius criminis diluendi potestas est data: ante hoc tempus error in hac causa atque invidia versata est Solo oggi infatti ci è stata data la possibilità di confutare questa accusa ormai datata; prima dora in questa causa hanno dominato lerrore e lostilità
Quam ob rem dum multorum annorum accusationi breviter dilucideque respondeo, quaeso ut me, iudices, sicuti facere instituistis, benigne attenteque audiatis Per questo, mentre rispondo brevemente e chiaramente a una accusa di molti anni, vi prego affinché, o giudici, voi mi ascoltiate benevolmente e attentamente, come avete fatto fin dallinizio

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IV [9] Corrupisse dicitur A Cluentius iudicium pecunia, quo inimicum innocentem Statium Albium condemnaret IV [9] Si dice che A Cluenzio abbia corrotto un tribunale per far condannare un nemico innocente, Stazio Abbio

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