Afrodite rende viva la statua di cui si era innamorato Pigmalione

Afrodite rende viva la statua di cui si era innamorato Pigmalione

Pigmalione era un devoto della dea che non riusciva ad amare nessuna donna: diffidava di loro, o era troppo timido per accostarvisi. le trovava tutte inaffidabili, viziose, vanitose. Così siccome era un gran scultore ebbe un'idea. si sarebbe creato, da solo, una donna perfetta, che sarebbe stata la sua compagna
la scolpì nell'avorio e, non appena l'opera fu terminata, si innamorò della sua creazione: troppo incantevoli erano le forme candide di quella creatura, troppo sensuale il suo corpo eburneo. La chiamò Galatea, cioè bianca come il latte, e visse con lei come fosse una moglie.

La baciava, e gli sembrava che lei ricambiasse i suoi baci. L'accarezzava, e credeva che anche lei la accarezzasse. Le regalava fiori, le comprava gioielli e tutte quelle altre cose che piacciono alle ragazze. Di notte dormiva al suo fianco, in un grande letto, sotto una coperta rosso porpora. Venne il giorno della grande festa di Afrodite. Gli incensi fumavano davanti all'altare della dea dell'amore. Pigmalione aveva un solo desiderio ma non ebbe il coraggio di esprimerlo.

Quando tornò a casa, nella sua solitudine, rischiarata solo dalla presenza inerte di quel simulacro d'avorio, si avvicinò al letto dove giaceva la statua. Si accorse che il petto era diventato morbido, la superficie calda, le labbra si erano accese di un nuovo colore. la statua era viva, il sangue scorreva nelle sue vene. Pigmalione rese grazie alla dea che era stata benevola dall'Olimpo

Jean Raoux - Pigmalione del 1717
Etienne-Maurice Falconet: Pigmalione ai piedi della sua statua, 1763

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La lavorazione del marmo - Jean-Léon Gerome, 1895

  1. la scena rappresentata da Jean Raoux è piuttosto affollata, mostra l'artista inginocchiato ai piedi della sua creatura, che sta prendendo vita, come mostra un amorino che le stringe delicatamente un seno (il diverso riflesso della luce ci rivela che la parte inferiore del suo corpo è ancora di materia lucida ma inerte); in alto tubano due colombe e Venere, adagiata su una nuvola, si gode l'apprezzamento del dono fatto; a destra Imeneo, Dio delle nozze dalla Corona Fiorita, regge una torcia che tiene lontani i demoni del male e allude ai bambini che verranno a rischiarare le vite degli sposi; un puttino, in basso, rovista fra i gioielli che nel tempo Pigmalione aveva regalato alla sua Galatea; nello sfondo, due assistenti sono al lavoro nell'atelier, ignari degli eventi. 
  2. Il Rococò non si farà sfuggire questo ghiotto soggetto. Falconet nel 1763 ne ricava un ambiziosa versione. Pigmalione ai piedi della sua statua
  3. Gerome, pittore ma anche scultore, invece riporta a dimensione più terrena la vicenda, riducendo a un quadretto sul muro la sua celebre opera di cinque anni prima, e mostrando un se stesso al lavoro su una scultura in marmo, ma stavolta con una modella in carne e ossa messa in posa nell'atelier

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