2) il fallimento degli accordi di Minsk
3) le violenze contro gli ucraini filo-russi
4) il traguardo della NATO inserito nella costituzione Ucraina
5) le esercitazioni della Nato in territorio ucraino
La rivolta contro Janukovic fu sostenuta dagli Stati Uniti. Per paura che le proprie basi militari cadessero nelle mani della NATO, Putin invase la Crimea, dove ha una importantissima base navale a Sebastopoli. Il rovesciamento di Janukovic provocò lo scoppio della guerra civile nel Donbass, composto dagli oblast di Donetsk e Lugansk. Il 14 febbraio 2014, separatisti ucraini filorussi hanno celebrato un referendum per l'indipendenza riportando una vittoria 80% Sì 20% no.
Secondo i dati OCSE, la guerra civile nel Donbass è proseguita provocando circa 14.000 morti dal 2014 fino al giorno dell' invasione russa. Le notizie delle morti degli ucraini filorussi accompagnavano la quotidianità dei cittadini russi esasperando la loro indignazione e il loro nazionalismo
Seconda causa, il fallimento degli accordi di Minsk per porre fine alla guerra civile. Firmati il 5 settembre 2014 da: Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk sotto l'egida dell'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Putin ha sostenuto che la mancata applicazione degli accordi di Minsk da parte del governo ucraino è stata una delle cause che hanno condotto all'invasione
terza causa, le violenze contro i cittadini ucraini filorussi da parte dell'esercito ucraino o di milizie armate filo-occidentali. Una delle violenze che ha reso l'opinione pubblica russa favorevole all'invasione è stato l'incendio della casa dei sindacati di Odessa, il 2 maggio 2014, dove sono morti 42 manifestanti filorussi, in seguito a una serie di scontri armati con le forze ucraine filo-occidentali
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Quarta causa è stata la decisione del governo ucraino di inserire l'obiettivo dell'adesione alla Nato nella Costituzione, accrescendo le paure di Putin. Nel febbraio 2019 il presidente Porosenko firmò un emendamento costituzionale che impegnava l'Ucraina a diventare membro della NATO e dell'Unione Europea. Il 19 febbraio, parlando al Parlamento, Porosenko disse che l'adesione alla Nato era un obiettivo strategico dell'Ucraina e che l'adesione sarebbe dovuta avvenire entro il 2023. Secondo i vertici del Cremlino, questa notizia ha accelerato la decisione russa di condurre l'invasione. Putin temeva che l'Ucraina sarebbe diventata troppo temibile militarmente dopo l'ingresso nella NATO e l'ha invasa prima che forse troppo tardi.
Maggiore era la paura di Zelensky di essere invaso, maggiore era il numero di esercitazioni militari della NATO che autorizzava sul proprio territorio. Il risultato è stato di aumentare la convinzione russa che l'invasione fosse la soluzione migliore
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quinta causa, l'aumento delle esercitazioni della NATO in quei territori
- operazione Sea Brezze (brezza marina) svolta dal 28 giugno al 10 luglio 2021 e ha coinvolto 32 Nazioni. la NATO si compone di 30 membri, ma l'occidente ha invitato anche l'Australia. Le esercitazioni si sono svolte nel Mar Nero e a Odessa
- dal 17 al 30 luglio la NATO ha condotto un esercitazione militare a Javoriv, denominata Three Swords (tre spade) vicino al confine con la Polonia
- Il 20 settembre 2021 la NATO ha iniziato un altra esercitazione militare denominata Rapid Trident (tridente rapido) di nuovo a Javoriv che ha coinvolto 12 paesi
RIFLESSIONI
l'Ucraina confina con la Russia, la quale ha un forte interesse a confinare con uno stato amico, o comunque non ostile, che la separi dai Paesi NATO per avere più tempo di organizzare la difesa in caso di invasione. Una volta rovesciato Janukovich, poi scappato in Russia, l'allarme sicurezza è divenuto massimo. L'esercito russo ha invaso la Crimea, nel timore che la base navale di Sebastopoli cadesse nelle mani del nuovo governo filo-occidentale di Kiev. La crisi in Ucraina dell'est deve leggersi come una reazione di Putin alla espansione della NATO a spese della Russia. La fame insaziabile della NATO si può leggere in questi step:
- 1999 inclusione della Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia
- 2004 inclusione Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia