Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01, pag 5

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 08 - Parte 01
at is, dum animo et oculis in terra defixis formas describit, militi, qui praedandi gratia domum inruperat strictoque super caput gladio quisnam esset interrogabat, propter nimiam cupiditatem inuestigandi quod requirebat nomen suum indicare non potuit, sed protecto manibus puluere noli inquit, obsecro, istum disturbare, ac perinde quasi neglegens imperii uictoris obtruncatus sanguine suo artis suae liniamenta confudit

quo accidit ut propter idem studium modo donaretur uita, modo spoliaretur

ext Socraten etiam constat aetate prouectum fidibus tractandis operam dare coepisse satius iudicantem eius artis usum sero quam numquam percipere

et quantula Socrati accessio illa futura scientia erat

sed peruicax hominis industria tantis doctrinae suae diuitiis etiam musicae rationis uilissimum elementum accedere uoluit
Ma quello, mentre tutto intento, occhi e mente, disegnava a terra delle figure, quando un soldato che aveva fatto irruzione nella sua casa per predare impugnando la spada sulla sua testa gli chiese chi fosse, per il troppo desiderio di risolvere il problema allo studio, non poté dirgli il suo nome; ma, proteggendo con le mani il disegno tracciato sulla polvere: Ti prego, non scompigliarmelo, disse; e avendo dato l'impressione di trascurare l'ordine del vincitore, ne fu decapitato così che confuse col sangue gli abbozzi delle sue formule

Così avvenne che la medesima passione prima gli fece dono della vita, poi gliela tolse

() Si sa pure che Socrate, in età già avanzata,, volle imparare a suonare la cetra, poiché credeva che fosse meglio far ciò tardi che mai

Si dirà: ma che avrebbe aggiunto al sapere di Socrate l'apprender quell'arte

Ebbene, la sua costante operosità volle arricchire il tesoro della dottrina con quel trascurabile elemento della musica
ergo dum ad discendum semper se pauperem credit, ad docendum fecit locupletissimum

ext Atque ut longae et felicis industriae quasi in unum aceruum exempla redigamus, Isocrates nobilissimum librum, qui Panatenaico inscribitur, quartum et nonagesimum annum agens, ita ut ipse significat, conposuit, opus ardentis spiritus plenum

ex quo apparet senescentibus membris eruditorum intus animos industriae beneficio florem iuuentae retinere

neque hoc stilo terminos uitae suae clausit: namque admirationis eius fructum quinquennio percepit

ext Citerioris aetatis metas, sed non parui tamen spatii chrysippi uiuacitas flexit: nam octogesimo anno coeptum undequadragesimum Logikn exactissimae subtilitatis uolumen reliquit

cuius studium in tradendis ingenii sui monumentis tantum operae laborisque sustinuit, ut ad ea, quae scripsit, penitus cognoscenda longa uita sit opus
Perciò, mentre credeva di essere perennemente incapace d'insegnare, si provvide di abbondantissima materia per farlo

() Ora, quasi per assommare in uno solo gli esempi di lunga e fortunata operosità, Isocrate compose a novantatré anni, come lui stesso attesta, quell'infiammato discorso, che è il celeberrimo Panatenaico

Donde risulta che, pur nella decadenza fisica, la mente degli studiosi conserva, con l'ausilio dell'attività, il fiore della giovinezza

E non fu questo scritto a segnare la fine della sua vita: ché per altri cinque anni egli colse i frutti dell'ammirazione suscitata dal Panatenaico

() La longevità di Crisippo fu più corta, ma tuttavia di non disprezzabile durata: tanto che egli ci ha lasciato trentanove libri di Logica scritti con assoluta lucidità , cominciati a comporre quando aveva ottant'anni

Il suo appassionato desiderio di lasciare le testimonianze del proprio ingegno lo sorresse nel fargli affrontare tante fatiche, che, per conoscerne appieno i frutti, occorre una lunga vita
ext Te quoque, Cleanthe, tam laboriose haurientem et tam pertinaciter tradentem sapientiam numen ipsius industriae suspexit, cum adulescentem quaestu extrahendae aquae nocturno tempore inopiam tuam sustentantem, diurno Chrysippi praeceptis percipiendis uacantem, eundemque ad undecentesimum annum adtenta cura erudientem auditores tuos uideret: duplici enimlabore unius saeculi spatium occupasti, incertum reddendo discipulusne an praeceptor esses laudabilior

ext Sophocles quoque gloriosum cum rerum natura certamen habuit, tam benigne mirifica illi opera sua exhibendo quam illa operibus eius tempora liberaliter sumministrando: prope enim centesimum annum attigit, sub ipsum transitum ad mortem Oedipode scripto, qua sola fabula omnium eiusdem studi poetarum praeripere gloriam potuit
Il nume stesso dell'operosità rivolse lo sguardo a te, o Cleante, che attingesti con tanta laboriosità alle fonti del sapere e lo stesso sapere insegnasti con tanta pertinacia, quando ti vedeva sopperire ancor giovane alla miseria tirando acqua dai pozzi, di notte, e dedicarti ad ascoltare le lezioni di Crisippo di giorno e poi insegnare con amorosa cura ai tuoi discepoli fino a novantanove anni: occupasti, infatti, nella duplice fatica lo spazio di un secolo, lasciando incerto se fossi miglior discepolo o maestro

() Anche Sofocle sostenne una nobile gara con la natura, offrendole le sue meravigliose tragedie con tanta generosità, quanta essa ne ebbe per lui concedendogli lunga vita perché potesse comporle: infatti sfiorò i cento anni, dopo avere scritto poco prima di morire l'Edipo a Colono, che da sola valse a cacciar di nido tutti gli altri poeti tragici

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 01

idque ignotum esse posteris filius Sophoclis Iophon noluit, sepulcro patris quae retuli insculpendo

ext Simonides uero poeta octogesimo anno et docuisse se carmina et in eorum certamen descendisse ipse gloriatur

nec fuit inicum illum uoluptatem ex ingenio suo diu percipere, cum tantam omni aeuo fruendam traditurus esset

ext Nam Solon quanta industria flagrauerit et uersibus conplexus est, quibus significat se cotidie aliquid addiscentem senescere, et supremo uitae die confirmauit, quod adsidentibus amicis et quadam de re sermonem inter se conferentibus fatis iam pressum caput erexit interrogatusque quapropter id fecisset respondit ut, cum istud, quidquid est, de quo disputatis, percepero, moriar

migrasset profecto ex hominibus inertia, si eo animo uitam ingrederentur, quo eam Solon egressus est
E il figlio di Sofocle, Iofonte, non volle che ciò restasse sconosciuto ai posteri, facendo incidere sul sepolcro del padre la frase che ho sopra riferita

() Il poeta Simonide si vanta da sé di aver diretto l'esecuzione di sue opere in poesia e di aver partecipato ad agoni poetici a ottant'anni

E non fu ingiusto che a lungo godesse i frutti del suo talento, se era destinato a dare tanto godimento ai posteri per sempre

() Ad esempio, di che operoso ardore sia stato Solone, non solo egli testimoniò nei versi, nei quali dichiarava d'invecchiare imparando sempre qualche cosa, ma confermò nell'ultimo giorno di vita, allorché, standogli attorno gli amici che disputavano non so su quale argomento, già morente eresse la testa e, richiesto perché l'avesse fatto, rispose: Per morire, non appena avrò sentito di che cosa, quale ch'essa sia, state discutendo

Certo l'inerzia sarebbe già scomparsa di tra gli uomini, se essi entrassero nella vita con lo stesso spirito con cui Solone ne usci
ext Quam porro industrius Themistocles, qui maximarum rerum cura districtus, omnium tamen ciuium suorum nomina memoria conprehendit per summamque iniquitatem patria pulsus et ad Xerxem, quem paulo ante deuicerat, confugere coactus, prius quam in conspectum eius ueniret, Persico sermone se adsuefecit, ut labore parta commendatione regiis auribus familiarem et adsuetum sonum uocis adhiberet

ext Cuius utriusque industriae laudem duo reges partiti sunt, Cyrus omnium militum suorum nomina, Mitridates duarum et xx gentium, quae sub regno eius erant, linguas ediscendo, ille, ut sine monitore exercitum salutaret, hic, ut eos, quibus imperabat, sine interprete adloqui posset
() E ancora: quanto operoso non fu Temistocle che, pur oberato da importantissimi impegni, riuscì tuttavia a fissare nella memoria i nomi di tutti i suoi concittadini e, bandito da Atene per somma iniquità dei compatrioti e costretto a rifugiarsi presso Serse, da lui prima sgominato, prima di presentarsi al suo cospetto, si abituò alla lingua persiana, onde, ottenuto con la sua fatica un titolo di raccomandazione, le sue parole suonassero familiari e abituali agli orecchi del re

Si divisero tra loro la fama dell'uno e dell'altro genere di operosità messa in atto da Temistocle due re: Ciro, ricordando a memoria i nomi di tutti i suoi soldati, Mitridate, imparando i dialetti dei ventidue popoli che facevano parte del suo regno, il primo per poter salutare i componenti del suo esercito senza ricorrere ad un suggeritore, il secondo per poter fare a meno di un interprete nel rivolgersi ai suoi sudditi

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init Otium, quod praecipue industriae et studio maxime contrarium uidetur, praecipue subnecti debet, non quo euanescit uirtus, sed quo recreatur: alterum enim etiam inertibus uitandum, alterum strenuis quoque interdum adpetendum est, illis, ne propriae uitam inermem exigant, his, ut tempestiua laboris intermissione ad laborandum fiant uegetiores

Par uerae amicitiae clarissimum Scipio et Laelius, cum amoris uinculo tum etiam omnium uirtutum inter se iunctum societate, ut actuosae uitae iter aequali gradu exequebantur, ita animi quoque remissionibus communiter adquiescebant: constat namque eos Caietae et Laurenti uagos litoribus conchulas et umbilicos lectitasse, idque se P Crassus ex socero suo Scaeuola, qui gener Laelii fuit, audisse saepe numero praedicauit
() All'operosità e all'impegno più di ogni altra cosa va aggiunto, pur se ne sembri esattamente l'opposto, l'ozio: e qui non intendo quello che fa svanire la virtù, ma quello che la ristora: il primo, in realtà, dev'essere assolutamente evitato anche dai pigri, l'altro desiderato talvolta persino dagli attivi, da quelli perché non trascorrano una vita imbelle, da questi perché, dopo una tempestiva pausa del lavoro, possano tornare più freschi alle nuove fatiche

() La famosa coppia di amici costituita da Scipione e Lelio, tra loro congiunti non solo da fraterno affetto, ma, e di più, dalla comunanza di tutte le virtù, come percorreva di pari passo la via di una vita operosa, così anche insieme si rilassava con qualche svago: per esempio, è noto che, vagando sulle spiagge di Gaeta e di Laurento, andavano raccogliendo conchiglie e testacei: fatto più volte raccontato da Publio Crasso, che dichiarava di averlo udito da suo suocero, Scevola, il quale era stato genero di Lelio
Scaeuola autem, quietis et remissionis eorum certissimus testis, optime pila lusisse traditur, quia uidelicet ad hoc deuerticulum animum suum forensibus ministeriis fatigatum transferre solebat

alueo quoque et calculis interdum uacasse dicitur, cum bene ac diu iura ciuium et caerimonias deorum ordinasset: ut enim in rebus seriis Scaeuolam, ita in scaelus lusibus hominem agebat, quem rerum natura continui laboris patientem esse non sinit

ext Idque uidit, cui nulla pars sapientiae obscura fuit, Socrates, ideoque non erubuit tunc, cum interposita harundine cruribus suis cum paruulis filiolis ludens ab Alcibiade risus est
() Scevola, testimone autorevolissimo delle loro pause di riposo, si dice che giocasse ottimamente a palla, indubbiamente perché soleva trovare in questo un diversivo, col quale distendere il suo animo stanco degli impegni forensi

A quanto sembra, sedeva anche a giocare ai dadi e agli scacchi, dopo aver bene e a lungo dato norme di diritto civile e di pratiche religiose: in sostanza, come nelle cose serie si comportava da Scevola, cosi negli svaghi si comportava da uomo, cui la natura non permetteva di sottoporsi ininterrottamente alle fatiche

Ciò vide Socrate, cui nessuna parte del sapere rimase sconosciuta: fu per questo che non arrossì di vergogna,allorché, visto da Alcibiade mentre giocava con i suoi bambini tenendo una canna tra le gambe, ne suscitò le risate

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