Tacito, Annales: Libro 12, 40-69, pag 4

Tacito, Annales: Libro 12, 40-69

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 12, 40-69
neque dubium habetur multa eorundem in populum Romanum merita sociasque victorias potuisse tradi: sed Claudius facilitate solita quod uni concesserat nullis extrinsecus adiumentis velavit

[62] At Byzantii data dicendi copia, cum magnitudinem onerum apud senatum deprecarentur, cuncta repetivere

orsi a foedere, quod nobiscum icerant, qua tempestate bellavimus adversus regem Macedonum, cui ut degeneri Pseudophilippi vocabulum impositum, missas posthac copias in Antiochum Persen Aristonicum et piratico bello adiutum Antonium memorabant, quaeque Sullae aut Lucullo aut Pompeio obtulissent, mox recentia in Caesares merita, quando ea loca insiderent quae transmeantibus terra marique ducibus exercitibusque, simul vehendo commeatu opportuna forent
Degli abitanti di Coo si potevano vantare, senza dubbio, le numerose benemerenze verso il popolo romano e le vittorie riportate insieme: ma Claudio evitò di mascherare con motivazioni esterne il privilegio concesso, con la sua solita facilità, a un solo destinatario

62 E gli abitanti di Bisanzio, quand'ebbero facoltà di parlare in senato, nel lagnarsi dei pesanti gravami fiscali, riesumarono tutte le proprie benemerenze

Iniziarono dal patto stretto con noi in occasione della guerra contro il re dei Macedoni, da noi soprannominato, perché usurpatore, Pseudofilippo; passarono poi alle truppe inviate contro Antioco, Perseo, Aristonico, agli aiuti forniti ad Antonio nella guerra contro i pirati e i successivi a Silla, Lucullo e Pompeo, per ricordare ancora i meriti recenti verso i Cesari, poiché il territorio da loro abitato era in posizione favorevole per il transito, via terra e via mare, di generali ed eserciti e per il trasporto di viveri
[63] Namque artissimo inter Europam Asiamque divortio Byzantium in extrema Europa posuere Graeci, quibus Pythium Apollinem consulentibus, ubi conderent urbem, redditum oraculum est, quaererent sedem caecorum terris adversam

ea ambage Chalcedonii monstrabantur, quod priores illuc advecti, praevisa locorum utilitate, peiora legissent

quippe Byzantium fertili solo, fecundo mari, quia vis piscium immensa Pontum erumpens et obliquis subter undas saxis exterrita omisso alterius litoris flexu hos ad portus defertur

unde primo quaestuosi et opulenti; post magnitudine onerum urgente finem aut modum orabant, adnitente principe, qui Thraecio Bosporanoque bello recens fessos iuvandosque rettulit

ita tributa in quinquennium remissa
63 Infatti, i Greci, nel punto della brevissima separazione fra Europa e Asia, fondarono Bisanzio, sull'estremità dell'Europa; ad essi, che interrogavano Apollo Pizio circa il luogo in cui fondare la loro città, il dio rispose di cercare una sede fronteggiante la terra dei ciechi

Quella risposta enigmatica alludeva ai Calcedonii, perché, giunti là per primi, pur avendo visto in precedenza i vantaggi del luogo, ne avevano scelto uno peggiore

E davvero Bisanzio ha terra fertile e mare fecondo, perché immensa è la massa dei pesci che, provenendo dal Ponto in grande quantità, spaventati dagli scogli che sporgono insidiosi sotto le onde, evitano le insenature della costa asiatica e si spostano verso il porto di quella terra

Quindi i Bizantini in un primo tempo si arricchirono e vissero nell'abbondanza; ma poi seguì il peso opprimente dei tributi, di cui chiedevano la cessazione o almeno il contenimento; li appoggiò Claudio, che sostenne l'opportunità di aiutare i Bizantini stremati dalla recente guerra in Tracia e nel Bosforo

Così i tributi furono sospesi per cinque anni
[64] M Asinio M Acilio consulibus mutationem rerum in deterius portendi cognitum est crebris prodigiis

signa ac tentoria militum igne caelesti arsere; fastigio Capitolii examen apium insedit; biformis hominum partus et suis fetum editum cui accipitrum ungues inessent

numerabatur inter ostenta deminutus omnium magistratuum numerus, quaestore, aedili, tribuno ac praetore et consule paucos intra mensis defunctis

sed in praecipuo pavore Agrippina, vocem Claudii, quam temulentus iecerat, fatale sibi ut coniugum flagitia ferret, dein puniret, metuens, agere et celerare statuit, perdita prius Domitia Lepida muliebribus causis, quia Lepida minore Antonia genita, avunculo Augusto, Agrippinae sobrina prior ac Gnaei mariti eius soror, parem sibi claritudinem credebat
64 Il presagio di un peggioramento della situazione politica apparve evidente, nell'anno dei consoli Marco Asinio e Manio Acilio, da una serie di prodigi

Bruciarono, colpite dal fulmine, insegne e tende militari; uno sciame d'api si posò in cima al Campidoglio; si parlò di neonati biformi e di un maiale partorito con unghie di avvoltoio

Si annoverava, tra i prodigi, la diminuzione del numero di magistrati di ogni livello, perché erano morti, nell'arco di pochi mesi, un questore, un edile, un tribuno, un pretore e un console

Ma seria preoccupazione destò in Agrippina una frase, sfuggita a Claudio, in un momento ch'era ubriaco: era suo destino - disse - subire le infamie della moglie e poi punirle; decise allora, sotto la spinta della paura, di agire, e in fretta; volle prima la rovina di Domizia Lepida, per motivi del tutto femminili, perché costei, figlia di Antonia minore, pronipote di Augusto, cugina prima di Agrippina e sorella del suo ex marito Gneo Domizio, pretendeva una nobiltà pari alla sua

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Tacito, Annales: Libro 14, 01-19

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 01-19

nec forma aetas opes multum distabant; et utraque impudica, infamis, violenta, haud minus vitiis aemulabantur quam si qua ex fortuna prospera acceperant

enimvero certamen acerrimum, amita potius an mater apud Neronem praevaleret: nam Lepida blandimentis ac largitionibus iuvenilem animum devinciebat, truci contra ac minaci Agrippina, quae filio dare imperium, tolerare imperitantem nequibat

[65] Ceterum obiecta sunt quod coniugem principis devotionibus petivisset quodque parum coercitis per Calabriam servorum agminibus pacem Italiae turbaret
Si equivalevano del resto per bellezza, età e ricchezza; entrambe poi, impudiche, malfamate e violente, gareggiavano non meno nei vizi che nelle doti loro elargite dalla fortuna

Ma il vero nodo dello scontro era l'ascendente maggiore o minore che la zia o la madre potevano avere su Nerone; Lepida infatti, con modi affettuosi e con doni, cercava di attirare a sé l'animo del giovane Nerone, mentre Agrippina aveva toni energici e minacciosi, perché, se poteva dare al figlio il potere, non tollerava che lo esercitasse

65 Ben altre furono, però, le imputazioni che le mossero: l'aver fatto incantesimi contro la moglie del principe e turbato la pace in Italia, perché in Calabria non aveva tenuto a freno con sufficiente fermezza le bande formate dai suoi schiavi
ob haec mors indicta, multum adversante Narcisso, qui Agrippinam magis magisque suspectans prompsisse inter proximos ferebatur certam sibi perniciem, seu Britannicus rerum seu Nero poteretur; verum ita de se meritum Caesarem, ut vitam usui eius impenderet

convictam Messalinam et Silium; pares iterum accusandi causas esse, si Nero imperitaret; Britannico successore nullum principi metum: at novercae insidiis domum omnem convelli, maiore flagitio quam si impudicitiam prioris coniugis reticuisset

quamquam ne impudicitiam quidem nunc abesse Pallante adultero, ne quis ambigat decus pudorem corpus, cuncta regno viliora habere
Questi i motivi per cui le fu comminata la morte, nonostante la fiera opposizione di Narcisso, il quale, nutrendo sospetti sempre più gravi contro Agrippina, avrebbe confidato ad alcuni intimi - secondo quanto si diceva - che la sua rovina era inevitabile, sia che al potere ci fosse Britannico sia Nerone, ma che aveva tali debiti verso Claudio da voler sacrificargli la propria vita

La condanna di Messalina e di Silio - considerava - era stato lui a volerla, ed eguali motivi d'accusa potevano ancora valere, se Nerone saliva al potere; la designazione di Britannico non costituiva invece, per il principe, nessun pericolo; intanto però tutta la casa era sconvolta dalle trame della matrigna e tacerle era, per lui, vergogna peggiore che se avesse coperto gli scandali della moglie precedente

Del resto lo scandalo non mancava neppure ora, con l'adulterio di Agrippina e Pallante; e nessuno poteva dunque aver dubbi che per lei la dignità, il pudore, il rispetto del proprio corpo, tutto era meno di nulla rispetto al potere

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haec atque talia dictitans amplecti Britannicum, robur aetatis quam maturrimum precari, modo ad deos, modo ad ipsum tendere manus, adolesceret, patris inimicos depelleret, matris etiam interfectores ulcisceretur

[66] In tanta mole curarum valetudine adversa corripitur, refovendisque viribus mollitia caeli et salubritate aquarum Sinuessam pergit

tum Agrippina, sceleris olim certa et oblatae occasionis propera nec ministrorum egens, de genere veneni consultavit, ne repentino et praecipiti facinus proderetur; si lentum et tabidum delegisset, ne admotus supremis Claudius et dolo intellecto ad amorem filii rediret

exquisitum aliquid placebat, quod turbaret mentem et mortem differret

deligitur artifex talium vocabulo Locusta, nuper veneficii damnata et diu inter instrumenta regni habita
E, così parlando, abbracciava Britannico e, tendendo le mani ora verso gli dèi, ora verso di lui, gli augurava di raggiungere al più presto la pienezza delle sue forze giovanili, di cacciare i nemici di suo padre e anche di vendicarsi di chi aveva voluto la morte di sua madre

66 Oppresso da tante preoccupazioni, Narcisso cade malato e si reca a Sinuessa a riprendersi, in quel dolce clima, con le sue acque salutari

Allora Agrippina, decisa da tempo al delitto, svelta ad approfittare dell'occasione offertasi e non priva certo di chi le tenesse mano, si informò sul veleno da usare: non fulmineo, perché poteva rivelare il misfatto; temeva però che, con la scelta di uno ad azione tossica lenta, Claudio potesse, scoperto l'inganno, tornare, nei momenti precedenti la morte, all'amore per il figlio

Le occorreva qualcosa di speciale, che sconvolgesse la mente senza affrettare la morte

Viene scelta un'avvelenatrice di nome Locusta, recentemente condannata per veneficio e da tempo considerata come uno degli strumenti del potere
eius mulieris ingenio paratum virus, cuius minister e spadonibus fuit Halotus, inferre epulas et explorare gustu solitus

[67] Adeoque cuncta mox pernotuere ut temporum illorum scriptores prodiderint infusum delectabili boleto venenum, nec vim medicaminis statim intellectam, socordiane an Claudii vinolentia; simul soluta alvus subvenisse videbatur

igitur exterrita Agrippina et, quando ultima timebantur, spreta praesentium invidia provisam iam sibi Xenophontis medici conscientiam adhibet

ille tamquam nisus evomentis adiuvaret, pinnam rapido veneno inlitam faucibus eius demisisse creditur, haud ignarus summa scelera incipi cum periculo, peragi cum praemio
Grazie all'abilità di quella donna, venne confezionato il veleno, che gli fu somministrato poi dall'eunuco Aloto, incaricato di portare i cibi e assaggiarli

67 In seguito i particolari divennero tanto notori che gli storici contemporanei poterono stabilire che il veleno venne messo su dei funghi, di cui Claudio era ghiotto, e che gli effetti tossici non furono subito intuiti, o per la stupidità di Claudio o perché ebbro; pareva però che una diarrea provvidenziale lo avesse salvato

Perciò Agrippina, in preda al terrore e vistasi perduta, decide di affrontare l'emergenza con un gesto odioso e ricorre alla complicità, che già si era assicurata, del medico Senofonte

Questi - così si crede - fingendo di facilitare a Claudio i conati di vomito, gli introdusse in gola una penna intrisa di veleno istantaneo: bene sapeva che nei delitti di massima portata l'avvio è rischioso, ma che, una volta conclusi, c'è il premio

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[68] Vocabatur interim senatus votaque pro incolumitate principis consules et sacerdotes nuncupabant, cum iam exanimis vestibus et fomentis obtegeretur, dum quae res forent firmando Neronis imperio componuntur

iam primum Agrippina, velut dolore victa et solacia conquirens, tenere amplexu Britannicum, veram paterni oris effigiem appellare ac variis artibus demorari ne cubiculo egrederetur

Antoniam quoque et Octaviam sorores eius attinuit, et cunctos aditus custodiis clauserat, crebroque vulgabat ire in melius valetudinem principis, quo miles bona in spe ageret tempusque prosperum ex monitis Chaldaeorum adventaret

[69] Tunc medio diei tertium ante Idus Octobris, fortibus palatii repente diductis, comitante Burro Nero egreditur ad cohortem, quae more militiae excubiis adest
68 Si convoca intanto il senato, e consoli e sacerdoti innalzano voti per l'incolumità del principe; ma lui, già morto, era avvolto in vesti e bende, mentre veniva data contemporanea esecuzione agli atti indispensabili ad assicurare il potere a Nerone

Dapprima Agrippina, come sopraffatta dal dolore e bisognosa di conforto, si teneva stretto fra le braccia Britannico, lo chiamava vera immagine di suo padre e lo tratteneva con ogni astuzia, per impedirgli di uscire dalla stanza

Trattenne anche Antonia e Ottavia, sorelle di lui e, fatti chiudere tutti gli ingressi, di frequente diffondeva notizie sul miglioramento della salute del principe, perché i soldati sperassero fiduciosi e giungesse il momento predetto dai Caldei

69 Verso mezzogiorno del terzo giorno prima delle Idi di ottobre, si spalancano d'improvviso le porte del palazzo imperiale ed esce Nerone, accompagnato da Burro e diretto verso la coorte, che, secondo la prassi, fungeva da guardia
ibi monente praefecto faustis vocibus exceptus inditur lecticae

dubitavisse quosdam ferunt, respectantis rogitantisque ubi Britannicus esset: mox nullo in diversum auctore quae offerebantur secuti sunt

inlatusque castris Nero et congruentia tempori praefatus, promisso donativo ad exemplum paternae largitionis, imperator consalutatur

sententiam militum secuta patrum consulta, nec dubitatum est apud provincias

caelestesque honores Claudio decernuntur et funeris sollemne perinde ac divo Augusto celebratur, aemulante Agrippina proaviae Liviae magnificentiam

testamentum tamen haud recitatum, ne antepositus filio privignus iniuria et invidia animos vulgi turbaret

Qui, su indicazione del prefetto, viene accolto da acclamazioni augurali e fatto salire in lettiga

Raccontano che alcuni esitarono, girandosi a cercare e chiedendo dove fosse Britannico; poi, in mancanza di iniziative contrarie, si adattarono alla situazione loro proposta

Nerone, nella caserma dei pretoriani, dopo poche parole di circostanza e dopo la promessa di donativi secondo l'esempio paterno, viene salutato imperatore

Una delibera del senato fece seguito alla scelta dei soldati; e nelle province non si manifestarono esitazioni

A Claudio vengono decretati onori celesti e un funerale di solennità pari a quello di Augusto, perché Agrippina gareggiava in magnificenza con la bisnonna Livia

Non venne però letto in pubblico il testamento: un figliastro anteposto al figlio poteva turbare, dando l'impressione di un'odiosa ingiustizia, l'animo popolare

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