Tacito, Annales: Libro 12, 01-39, pag 5

Tacito, Annales: Libro 12, 01-39

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 12, 01-39
ceterorum preces degeneres fuere ex metu: at non Caratacus aut vultu demisso aut verbis misericordiam requirens, ubi tribunali adstitit, in hunc modum locutus est

[37] 'Si quanta nobilitas et fortuna mihi fuit, tanta rerum prosperarum moderatio fuisset, amicus potius in hanc urbem quam captus venissem, neque dedignatus esses claris maioribus ortum, plurimis gentibus imperitantem foedere [in] pacem accipere

praesens sors mea ut mihi informis, sic tibi magnifica est

habui equos viros, arma opes: quid mirum si haec invitus amisi

nam si vos omnibus imperitare vultis, sequitur ut omnes servitutem accipiant

si statim deditus traderet, neque mea fortuna neque tua gloria inclaruisset; et supplicium mei oblivio sequeretur: at si incolumem servaveris, aeternum exemplar clementiae ero
Avvilenti furono le preghiere suggerite negli altri dalla paura: Carataco, invece, non chiese pietà con espressioni umili del volto o con parole, ma, giunto dinnanzi alla tribuna imperiale, così parlò

37 Se al tempo dei miei successi avessi avuto, pari alla nobiltà e alla fortuna, il senso della misura, sarei venuto in questa città come amico e non come prigioniero, e tu non avresti sdegnato di stringere un patto di pace con un uomo dagli antenati famosi, re di molte genti

La mia sorte attuale come è per me avvilente, così è per te motivo di vanto

Ho avuto cavalli, uomini, armi, ricchezze: c'è da stupirsi se ho opposto resistenza per non perderli

Se voi volete comandare a tutti, significa che tutti debbano accettare la schiavitù

Se fossi trascinato qui dopo una resa immediata, nessuna risonanza avrebbero avuto il mio destino e la tua gloria; e l'oblio accompagnerebbe il mio supplizio: se invece mi lascerai incolume, sarò un esempio vivente della tua clemenza
' ad ea Caesar veniam ipsique et coniugi et fratribus tribuit

atque illi vinclis absoluti Agrippinam quoque, haud procul alio suggestu conspicuam, isdem quibus principem laudibus gratibusque venerati sunt

novum sane et moribus veterum insolitum, feminam signis Romanis praesidere: ipsa semet parti a maioribus suis imperii sociam ferebat

[38] Vocati posthac patres multa et magnifica super captivitate Carataci disseruere, neque minus id clarum quam quod Syphacem P Scipio, Persen L Paulus, et si qui alii vinctos reges populo Romano ostendere
Di fronte a tali parole, Cesare concesse la grazia a lui, alla moglie, ai fratelli

Ed essi, sciolti dai ceppi, dedicarono anche ad Agrippina, in grande evidenza sopra un altro palco non lontano, le stesse manifestazioni di ossequio, tra lodi e ringraziamenti, riservate al principe

Era un fatto nuovo, aberrante rispetto alle vecchie tradizioni, che una donna sedesse dinnanzi alle insegne militari romane: ma Agrippina si presentava come partecipe di quel potere, che i suoi antenati avevano fondato

38 I senatori, convocati subito dopo, si sprecarono in lunghi ed esaltanti discorsi sulla cattura di Carataco, dimostrando che si trattava di un'impresa non meno gloriosa di quella compiuta da Publio Scipione con Siface, da Lucio Paolo con Perseo e da altri nei confronti di re portati a Roma prigionieri
censentur Ostorio triumphi insignia, prosperis ad id rebus eius, mox ambiguis, sive amoto Carataco, quasi debellatum foret, minus intenta apud nos militia fuit, sive hostes miseratione tanti regis acrius ad ultionem exarsere

praefectum castrorum et legionarias cohortis extruendis apud Siluras praesidiis relictas circumfundunt ac ni cito nuntiis ex castellis proxi mis subventum foret copiarum obsidio occidione obcubuissent: praefectus tamen et octo centuriones ac promptissimus quisque e manipulis cecidere

nec multo post pabulantis nostros missasque ad subsidium turmas profligant

[39] Tum Ostorius cohortis expeditas opposuit; nec ideo fugam sistebat, ni legiones proelium excepissent: earum robore aequata pugna, dein nobis pro meliore fuit
Ad Ostorio vengono decretate le insegne del trionfo ma, dopo i successi fino allora conseguiti, le sue operazioni si appannarono molto, sia perché, tolto di mezzo Carataco, come se la guerra fosse risolta, la disciplina militare tra i nostri si era allentata, sia perché i nemici, tratti alla pietà per la sorte di un tale re, si levarono più risoluti alla vendetta

Finirono per accerchiare il prefetto del campo e le coorti legionarie lasciate a costruire capisaldi nel territorio dei Siluri e, se a tale notizia non fossero accorse truppe in aiuto, dalle piazzeforti vicine, a liberarli dall'assedio, avremmo assistito a un massacro: caddero comunque il prefetto, otto centurioni e i soldati più decisi

E non molto dopo, i Siluri battono i nostri, inviati per le scorte di foraggio, e le squadre di cavalleria mandate in loro appoggio

39 A questo punto Ostorio oppose le coorti leggere, ma non avrebbe fermato la fuga dei nostri senza l'intervento delle legioni: la battaglia, col loro peso, tornò in equilibrio e, più tardi, volse a nostro favore

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Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 01-19

effugere hostes tenui damno, quia inclinabat dies

crebra hinc proelia et saepius in modum latrocinii per saltus per paludes, ut cuique sors aut virtus, temere proviso, ob iram ob praedam, iussu et aliquando ignaris ducibus

ac praecipua Silurum pervicacia, quos accendebat vulgata imperatoris Romani vox, ut quondam Sugambri excisi aut in Gallias traiecti forent, ita Silurum nomen penitus extinguendum

igitur duas auxiliaris cohortis avaritia praefectorum incautius populantis intercepere; spoliaque et captivos largiendo ceteras quoque nationes ad defectionem trahebant, cum taedio curarum fessus Ostorius concessit vita, laetis hostibus, tamquam ducem haud spernendum etsi non proelium, at certe bellum absumpsisset

I nemici fuggirono con perdite modeste, perché il giorno volgeva al termine

Da quel momento fu un succedersi di piccoli scontri, più spesso in forma di attacchi banditeschi, nei boschi, nelle paludi, secondo il caso o il coraggio di ognuno, in base a casuali ordini, dettati dalla rabbia o dall'ingordigia di preda, all'insaputa dei vari comandanti

Particolarmente ostinata fu la resistenza dei Siluri, inaspriti da una frase, che circolò, del comandante romano, ossia che, come in passato i Sigambri erano stati massacrati e trasferiti nelle Gallie, così si doveva cancellare il nome dei Siluri

Sorprendono e catturano dunque due coorti ausiliarie, che si erano date a imprudente saccheggio per l'avidità dei loro prefetti; e, attraverso generose distribuzioni di preda e di prigionieri, trascinavano alla rivolta anche le altre popolazioni; fu a questo punto che Ostorio, stremato dalle responsabilità e dalle operazioni, venne a morte, tra la gioia dei nemici: portavano a loro vanto che un comandante tutt'altro che inetto fosse caduto, se non in battaglia, certo per via della guerra

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