VIII Sub idem vero tempus Germaniciani exercitus in Vitellii verba iurarat Quod ut comperit, auctor senatui fuit mittendae legationis, quae doceret electum iam principem, quietem et concordiam suaderet; et tamen per internuntios ac litteras consortem imperii generumque se Vitellio optulit Verum haud dubio bello, iamque ducibus et copiis quas Vitellius praemiserat appropinquantibus, animum fidemque erga se praetorianorum paene internecione amplissimi ordinis expertus est |
' 8 Quasi nello stesso tempo, però, le armate di Germania avevano giurato fedeltà a Vitellio; a questa notizia Otone chiese al Senato di inviare una delegazione per informarle che era già stato eletto un imperatore e per invitarle alla calma e alla concordia Tuttavia, per mezzo di intermediari e di una lettera, propose a Vitellio di associarlo all'Impero e di divenire suo genero La gverra però era ormai sicura e i comandanti e le armate che Vitellio aveva mandato avanti si stavano già avvicinando, quando i pretoriani diedero a Otone una prova del loro attaccamento e della loro fedeltà che rischiò di determinare il massacro dell'ordine senatoriale |
Placverat per classiarios arma transferri remittique navibus; ea cum in castris sub noctem promerentur, insidias quidam suspicati tumultum excitaverunt; ac repente omnes nullo certo duce in Palatium cucurrerunt caedem senatus flagitantes, repulsisque tribunorum, qui inhibere temptabat, nonnullis et occisis, sic ut erant cruenti, ubinam imperator esset reqvirentes perruperunt in triclinium usque nec nisi viso destiterunt | Egli aveva ordinato che alcune armi fossero rinviate e trasportate a Roma su navigli dai marinai della flotta; poiché queste armi venivano trasportate nell'accampamento sul far della notte, alcuni soldati, sospettando un complotto, provocarono un subbuglio e ben presto, senza un capo preciso, tutti corsero verso il Palatino, reclamando la strage del Senato, respinsero i tribuni che cercavano di fermarli, ne ammazzarono anche qualcuno, poi, così com'erano, sporchi di sangue, chiesero dove si trovasse l'imperatore, fecero irruzione fin nella sala da pranzo e si calmarono solo quando l'ebbero veduto |
Expeditionem autem impigre atque etiam praepropere inchoavit, nulla ne religionum qvidem cura, sed et motis necdum conditis ancilibus, (quod antiquitus infaustum habetur) et die, quo cultores deum Matris lamentari et plangere incipiunt, praeterea adversissimis auspiciis Nam et victima Diti patri caesa litavit, cum tali sacrificio contraria exta potiora sint, et primo egressu inundationibus Tiberis retardatus, ad vicensimum etiam lapidem ruina aedificiorum praeclusam viam offendit | Otone con diligenza e anche con fretta eccessiva, senza tenere in nessun conto nemmeno le considerazioni religiose, partì per la spedizione nel momento in cui gli scudi sacri tolti dal loro tempio ancora non vi erano stati rimessi, cosa che, dai tempi antichi passava per funesta, il giorno in cui i sacerdoti della madre degli dei cominciavano i loro lamenti e i loro pianti, inoltre con gli auspici più sfavorevoli Infatti non solo una vittima offerta a Plutone presentò segni favorevoli mentre in un tale sacrificio è preferibile ottenere voti contrari, ma anche, appena uscito da Roma, fu ritardato da un'inondazione del Tevere e, dopo circa venti miglia, trovò perfino la strada interrotta dalle macerie delle case crollate |
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IX Simili temeritate, quamvis dubium nemini esset quin trahi bellum oporteret quando et fame et angustiis locorum urgeretur hostis, quam primum tamen decertare statuit, sive impatiens longioris sollicitudinis speransque ante Vitelli adventum profligari plurimum posse, sive impar militum ardori pugnam deposcentium Nec ulli pugnae affuit substitique Brixelli Et tribus qvidem verum mediocribus proeliis apud Alpes circaque Placentiam et ad Castoris, quod loco nomen est, vicit; novissimo maximoque apud Betriacum fraude superatus est, cum, spe conloquii facta, quasi ad condicionem pacis militibus eductis, ex improviso atque in ipsa consalutatione dimicandum fuisset |
9 Con analoga temerarietà, quantunque nessuno dubitasse che fosse opportuno tirare in lungo la gverra, dal momento che il nemico era in difficoltà per la mancanza di viveri e la strettezza dei luoghi, Otone decise di venire a battaglia al più presto, sia perché, insofferente di una più lunga incertezza, sperava di concludere più facilmente prima dell'arrivo di Vitellio, sia perché non gli era più possibile frenare l'ardore dei soldati, ansiosi di battersi Egli non prese parte a nessuna azione e si fermò a Brescello Riportò tre successi, per altro modesti, ai piedi delle Alpi, nei dintorni di Piacenza e presso il tempio di Castore, che è il nome della località, ma nell'ultima battaglia, la più importante, presso Bedriaco, fu sconfitto con l'inganno perché il nemico aveva parlato di negoziati e i soldati di Otone erano usciti come protetti da una tregua, quando all'improvviso, proprio nel momento dei saluti dovettero combattere |
Ac statim moriendi impetum cepit, ut multi nec frustra opinantur, magis pudore ne tanto rerum hominumque periculo dominationem sibi asserere perseveraret, quam desperatione ulla aut diffidentia copiarum; quippe residuis integrisque etiam nunc quas secum ad secundos casus detinverat, et supervenientibus aliis e Dalmatia Pannoniaque et Moesia, ne victis qvidem adeo afflictis ut non in ultionem ignominiae quidvis discriminis ultro et vel solae subirent X Interfuit huic bello pater meus Suetonius Laetus, tertiae decimae legionis tribunus angusticlavius |
Subito Otone cercò la morte, come molti pensano con piena ragione, più perché si faceva scrupolo ad ostinarsi nel conservare il potere con grande pericolo dell'Impero e dei soldati, che per disperazione o mancanza di fiducia nei riguardi delle truppe; infatti gli restavano ancora intatte qvelle che aveva trattenuto presso di sé nella speranza di una vittoria e gliene stavano arrivando altre dalla Dalmazia, dalla Pannonia e dalla Mesia Per di più gli stessi soldati sconfitti erano così poco scoraggiati che anche da soli avrebbero affrontato qualsiasi pericolo per lavare l'onta subita 10 Mio padre, Svetonio Leto, prese parte a questa gverra come tribuno angusticlavio della tredicesima legione |
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Is mox referre crebro solebat, Othonem etiam privatum usque adeo detestatum civilia arma, ut memorante quodam inter epulas de Cassii Brutique exitu cohorrverit; nec concursurum cum Galba fuisse, nisi confideret sine bello rem transigi posse; tunc ac despiciendam vitam exemplo manipularis militis concitatum, qui cum cladem exercitus nuntiaret nec cuiquam fidem faceret ac nunc mendaci nunc timoris, quasi fugisset, ex acie argveretur, gladio ante pedes eius incubverit Hoc viso proclamasse cum aiebat, non amplius se in periculum talis tamque bene meritos coniecturum |
Più tardi egli era solito raccontare che, anche prima di divenire imperatore, Otone detestò talmente le gverre civili che un giorno, a tavola, rabbrividì di orrore sentendo un convitato che ricordava la fine di Cassio e di Bruto Aggiungeva anche che Otone non si sarebbe mai rivoltato contro Galba se non fosse stato sicuro di poter regolare, la questione senza gverra, e che fu spinto a cercare la morte dall'esempio di un semplice soldato il quale, venuto ad annunciare la rotta dell'armata, poiché nessuno gli credeva e alcuni lo accusavano di menzogna, altri di codardia, come se avesse disertato il campo di battaglia, si gettò sulla sua spada davanti ai piedi dell'imperatore A qvella vista mio padre diceva che Otone gridò 'di non aver più intenzione di esporre al pericolo soldati così coraggiosi, ai quali doveva tanto' |
Fratrem igitur fratrisque filium et singulos amicorum cohortatus, ut sibi quisque pro facultate consuleret, ab amplexu et osculo suo dimisit omnis, secretoque capto binos codicillos exaravit, ad sororem consolatorios, et ad Messalinam Neronis, quam matrimonio destinarat, commendans reliquias suas et memoriam Quicquid deinde epistularum erat, ne cui periculo aut noxae apud victorem forent, concremavit Divisit et pecunias domesticis ex copia praesenti |
Dunque, dopo aver esortato suo fratello, il figlio di suo fratello e tutti i suoi amici a badare ciascuno a se stesso, secondo i propri mezzi, li congedò tutti, sottraendosi a baci ed abbracci; rimasto poi solo scrisse due biglietti, uno a sua sorella, per consolarla, l'altro a Messalina, la vedova di Nerone, che aveva stabilito di sposare, per raccomandarle le sue spoglie e il suo ricordo Bruciò quindi tutte le lettere che possedeva, perché nessuno potesse essere danneggiato o compromesso da qvelle agli occhi del vincitore Divise anche tra il personale della sua casa il danaro che allora possedeva |
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XII Tanto Othonis animo nequaquam corporis aut habitus competit Fuisse enim et modicae staturae et male pedatus scambusque traditur, munditiarum vero paene muliebrium, vulso corpore, galericulo capiti propter raritatem capillorum adaptato et adnexo, ut nemo dinosceret; quin et faciem cotidie rasitare ac pane madido linere consuetum, idque instituisse a prima lanugine, ne barbatus umquam esset; sacra etiam Isidis saepe in lintea religiosaque veste propalam celebrasse Per quae factum putem, ut mors eius minime congruens vitae maiore miraculo fverit |
12 Il fisico e le maniere di Otone non rispondevano per niente ad un simile coraggio Infatti si dice che fosse di piccola statura, mal piantato sui piedi, con le gambe storte; aveva delle civetterie quasi femminili giacché si faceva depilare e, avendo i capelli radi, portava una parrucca così ben fatta e perfettamente sistemata che nessuno se ne accorgeva; inoltre si radeva tutti i giorni e poi si applicava sul viso la mollica di pane bagnata, abitudine che aveva preso fin da quando gli era spuntata la prima barba, allo scopo di non averne mai Spesso celebrò anche pubblicamente il culto di Iside, indossando il rituale abito di lino Per questo penso che la sua morte, per niente intonata con la sua vita, abbia suscitato grande meraviglia |
Multi praesentium militum cum plurimo fleto manus ac pedes iacentis exosculati, fortissimum virum, unicum imperatorem praedicantes, ibidem statim nec procul a rogo vim suae vitae attulerunt; multi et absentium accepto nuntio prae dolore armis inter se ad internecionem concurrerunt Denique magna pars hominum incolumem gravissime detestata mortuum laudibus tulit, ut vulgo iactatum sit etiam, Galbam ab eo non tam dominandi quam rei P ac libertatis restituendae causa interemptum |
Molti soldati che si trovavano presenti, dopo aver coperto di baci le mani e i piedi del suo cadavere steso a terra, piangendo a lungo e proclamandolo il più coraggioso degli uomini, il modello degli imperatori, si diedero prontamente la morte sul luogo stesso, poco lontano dal suo rogo Anche molti di coloro che erano lontani, per il dolore che causò la notizia della sua morte, si precipitarono in armi gli uni contro gli altri per uccidersi Infine, la maggior parte delle persone, dopo averlo coperto di insulti, finché era vivo, lo colmò di lodi quando fu morto e si cominciò a dire tra il popolo che egli aveva ucciso Galba non tanto per dominare, quanto per ristabilire la repubblica e la libertà |
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VITELLIOI Vitelliorum originem alii aliam et qvidem diversissimam tradunt, partim veterem et nobilem, partim vero novam et obscuram atque etiam sordidam; quod ego per adulatores obtrectatoresque imperatoris Vitellii evenisse opinarer, nisi aliquanto prius de familiae condicione variatum esset | VITELLIO1 Sull'origine dei Vitellii vi sono divergenze e anche contraddizioni notevoli tra le fonti, in quanto alcune sostengono che la famiglia era antica e illustre, altre invece recente, oscura e perfino spregevole Per qvel che ne so, spiegherei la cosa con il desiderio di adulare o di denigrare l'imperatore Vitellio, dal momento che questo disaccordo sulla situazione della sua famiglia non si è manifestato molto tempo prima di lui |