Liberaliora alimenta sunt carceris, sepositos ad capitale supplicium non tam anguste qui occisurus est pascit: quanta est animi magnitudo ad id sua sponte descendere quod ne ad extrema quidem decretis timendum sit hoc est praeoccupare tela fortunae Incipe ergo, mi Lucili, sequi horum consuetudinem et aliquos dies destina quibus secedas a tuis rebus minimoque te facias familiarem; incipe cum paupertate habere commercium; aude, hospes, contemnere opes et te quoque dignumfinge deo Nemo alius est deo dignus quam qui opes contempsit; quarum possessionem tibi non interdico, sed efficere volo ut illas intrepide possideas; quod uno consequeris modo, si te etiam sine illis beate victurum persuaseris tibi, si illas tamquam exituras semper aspexeris Sed iam incipiamus epistulam complicare 'Prius' inquis 'redde quod debes |
In carcere il vitto è più abbondante; il carnefice non dà così poco cibo ai condannati alla pena capitale: sottoporsi volontariamente a disagi che neppure chi è condannato a morte deve temere è segno di una straordinaria grandezza d'animo Questo significa prevenire i colpi della sorte Comincia dunque, mio caro, a seguire le abitudini di costoro e stabilisci dei giorni in cui abbandonare le tue cose e prendere familiarità col poco; comincia ad avere rapporti con la povertà: abbi la forza di disprezzare le ricchezze, ospite, e renditi anche tu degno di dio Nessun altro è degno di dio quanto colui che disprezza le ricchezze; non ti proibisco di possederle, ma voglio che tu le possieda senza timori; e questo risultato lo conseguirai in un solo modo: se sarai convinto di poter vivere felice anche senza, se le guarderai sempre come se dovessi perderle Ma è tempo ormai di chiudere la lettera Prima, mi dici, paga il tuo debito |
' Delegabo te ad Epicurum, ab illo fiet numeratio: 'immodica ira gignit insaniam' Hoc quam verum sit necesse est scias, cum habueris et servum et inimicum In omnes personas hic exardescit affectus; tam ex amore nascitur quam ex odio, non minus inter seria quam inter lusus et iocos; nec interest ex quam magna causa nascatur sed in qualem perveniat animum Sic ignis non refert quam magnus sed quo incidat; nam etiam maximum solida non receperunt, rursus arida et corripi facilia scintillam quoque fovent usque in incendium Ita est, mi Lucili: ingentis irae exitus furor est, et ideo ira vitanda est non moderationis causa sed sanitatis Vale Exulto quotiens epistulas tuas accipio; implent enim me bona spe, et iam non promittunt de te sed spondent |
Ti farò pagare da Epicuro: L'ira sfrenata genera pazzia Quanto ciò sia vero lo sai necessariamente perché hai avuto servi e nemici Questo sentimento può divampare contro qualsiasi persona; nasce tanto dall'amore, quanto dall'odio, sia nei momenti critici che tra giochi e scherzi e non importa la gravità delle cause, ma l'animo in cui si manifesta Allo stesso modo del fuoco non importa la sua violenza, ma il materiale su cui si sviluppa: i corpi più compatti non lo alimentano anche se è violentissimo, mentre quelli aridi e facilmente infiammabili mantengono viva anche una scintilla fino a trasformarla in incendio così, Lucilio mio: dall'ira violenta nasce la follia, perciò l'ira va evitata non solo in nome della moderazione, ma anche per mantenersi sani Stammi bene Sono felice ogni volta che ricevo le tue lettere: mi colmano di buone speranze e non mi portano più solo promesse, ma precise garanzie su di te |
Ita fac, oro atque obsecro - quid enim habeo melius quod amicum rogem quam quod pro ipso rogaturus sum si potes, subducte istis occupationibus; si minus, eripe Satis multum temporis sparsimus: incipiamus vasa in senectute colligere Numquid invidiosum est in freto viximus, moriamur in portu Neque ego suaserim tibi nomen ex otio petere, quod nec iactare debes nec abscondere; numquam enim usque eo te abigam generis humani furore damnato ut latebram tibi aliquam parari et oblivionem velim: id age ut otium tuum non emineat sed appareat Deinde videbunt de isto quibus integra sunt et prima consilia an velint vitam per obscurum transmittere: tibi liberum non est |
Continua così, ti supplico; che posso chiedere di meglio a un amico, se non ciò che chiedo per il suo stesso bene Se puoi, sottraiti a codeste occupazioni; se no, staccatene a viva forza Abbiamo già sprecato troppo tempo: ora che siamo vecchi cominciamo a preparare i bagagli disonorevole Abbiamo vissuto in mezzo ai marosi, almeno moriamo in porto Non ti consiglio di ricercare la fama con una vita ritirata: non devi sbandierarla e nemmeno nasconderla; pur condannando la follia umana non arriverei mai al punto da volere che tu vivessi nell'oscurità dimenticato da tutti: comportati in modo che il tuo ritiro non spicchi troppo; sia, però evidente Quelle persone che sono agli inizi e devono ancora prendere le loro decisioni vedranno se scegliere una vita oscura: tu non sei libero |
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Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 17-18 (parte 01)
In medium te protulit ingenii vigor, scriptorum elegantia, clarae et nobiles amicitiae; iam notitia te invasit; ut in extrema mergaris ac penitus recondaris, tamen priora monstrabunt Tenebras habere non potes; sequetur quocumque fugeris multum pristinae lucis: quietem potes vindicare sine ullius odio, sine desiderio aut morsu animi tui Quid enim relinques quod invitus relictum a te possis cogitare Clientes quorum nemo te ipsum sequitur, sed aliquid ex te; amicitia olim petebatur, nunc praeda; mutabunt testamenta destituti senes, migrabit ad aliud limen salutator Non potest parvo res magna constare: aestima utrum te relinquere an aliquid ex tuis malis Utinam quidem tibi senescere contigisset intra natalium tuorum modum, nec te in altum fortuna misisset |
Sei al centro dell'attenzione per il vigore del tuo ingegno, l'eleganza degli scritti, l'amicizia con uomini nobili e illustri; ormai sei famoso; anche se ti apparti e cerchi di nasconderti completamente, le tue azioni passate ti metteranno in mostra Non puoi rimanere nell'ombra: dovunque tu fugga, ti seguirà gran parte della vecchia luce: puoi, però, rivendicare la tua tranquillità senza attirarti l'astio di nessuno, senza rimpianti o rimorsi Che cosa dovresti lasciare a malincuore I clienti Nessuno di loro vuole te, ma qualcosa da te; un tempo si cercava l'amicizia, oggi il profitto; i vecchi cambieranno testamento, vedendosi abbandonati, il cliente busserà ad altre porte Una cosa di gran valore non può costare poco: valuta se preferisci rinunciare a te stesso o a qualcuno dei tuoi privilegi Ti fosse toccato di invecchiare nello stesso stato in cui nascesti e la fortuna non ti avesse innalzato tanto |
Tulit te longe a conspectu vitae salubris rapida felicitas, provincia et procuratio et quidquid ab istis promittitur; maiora deinde officia te excipient et ex aliis alia: quis exitus erit quid exspectas donec desinas habere quod cupias numquam erit tempus Qualem dicimus seriem esse causarum ex quibus nectitur fatum, talem esse cupiditatum: altera ex fine alterius nascitur In eam demissus es vitam quae numquam tibi terminum miseriarum ac servitutis ipsa factura sit: subduc cervicem iugo tritam; semel illam incidi quam semper premi satius est Si te ad privata rettuleris, minora erunt omnia, sed affatim implebunt: at nunc plurima et undique ingesta non satiant Utrum autem mavis ex inopia saturitatem an in copia famem Et avida felicitas est et alienae aviditati exposita; quamdiu tibi satis nihil fuerit, ipse aliis non eris 'Quomodo' inquis 'exibo |
La tua rapida carriera, il governo della provincia, l'ufficio di procuratore e tutti i vantaggi connessi ti hanno allontanato dalla visione di una vita sana; poi si succederanno cariche sempre più importanti: quale sarà il risultato Che cosa aspetti, Di aver esaurito tutti i tuoi desideri Non arriverà mai quel momento Noi diciamo che c'è una successione di cause cui il fato è concatenato: tale è la successione dei desideri: nascono l'uno dall'altro Ti sei cacciato in un sistema di vita che mai porrà fine da sé alle tue miserie e alla tua schiavitù: sottrai al giogo il collo ormai consunto; meglio un taglio netto che una continua oppressione Se ti ritirerai a vita privata, avrai di meno, ma sarai soddisfatto; ora invece la gran quantità di beni raccolti da ogni parte non ti sazia Ma allora preferisci la sazietà nell'indigenza o la fame nell'abbondanza Il ricco è avido ed è soggetto all'avidità altrui; fino a quando non ti basterà niente, tu stesso non basterai agli altri E come ne uscirò |
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' Utcumque Cogita quam multa temere pro pecunia, quam multa laboriose pro honore temptaveris: aliquid et pro otio audendum est, aut in ista sollicitudine procurationum et deinde urbanorum officiorum senescendum, in tumultu ac semper novis fluctibus quos effugere nulla modestia, nulla vitae quiete contingit Quid enim ad rem pertinet an tu quiescere velis fortuna tua non vult Quid si illi etiam nunc permiseris crescere quantum ad successus accesserit accedet ad metus Volo tibi hoc loco referre dictum Maecenatis vera in ipso eculeo elocuti: 'ipsa enim altitudo attonat summa' Si quaeris in quo libro dixerit, in eo qui Prometheus inscribitur Hoc voluit dicere, attonita habet summa Est ergo tanti ulla potentia ut sit tibi tam ebrius sermo |
domandi In qualunque modo, Pensa a quanto hai temuto per il denaro, quanto ti sei affaticato per la carriera: bisogna osare qualcosa anche per conseguire il riposo, oppure invecchiare nelle preoccupazioni delle procurature e poi delle cariche cittadine, in continua agitazione e fra sempre nuove inquietudini: non vi si può sfuggire né con la moderazione, né con una vita calma Che importa se tu vuoi vivere tranquillo Il tuo destino non vuole E che accadrà se anche ora gli permetterai di crescere Le paure aumenteranno proporzionalmente ai successi Voglio a questo punto riferirti una frase di Mecenate, Ha detto molte verità anche in mezzo ai tormenti della sua posizione: L'altezza di per sé espone le cime ai fulmini Vuoi sapere in che libro lo ha scritto In quello intitolato Prometeo Mecenate voleva dire che chi sta in alto è esposto ai colpi della sorte E tu valuti tanto il potere da giudicare queste parole un discorso da ubriaco |
Ingeniosus ille vir fuit, magnum exemplum Romanae eloquentiae daturus nisi illum enervasset felicitas, immo castrasset Hic te exitus manet nisi iam contrahes vela, nisi, quod ille sero voluit, terram leges Poteram tecum hac Maecenatis sententia parem facere rationem, sed movebis mihi controversiam, si novi te, nec voles quod debeo in aspero et probo accipere Ut se res habet, ab Epicuro versura facienda est 'Ante' inquit 'circumspiciendum est cum quibus edas et bibas quam quid edas et bibas; nam sine amico visceratio leonis ac lupi vita est ' Hoc non continget tibi nisi secesseris: alioquin habebis convivas quos ex turba salutantium nomenclator digesserit; errat autem qui amicum in atrio quaerit, in convivio probat |
Quell'uomo ebbe un grande ingegno e avrebbe dato un insigne esempio di eloquenza romana, se non lo avesse snervato, anzi castrato, la prosperità Ti attende questa fine se non ammaini le vele, se non ti dirigi verso la terraferma, cosa che egli decise di fare troppo tardi Con questa massima di Mecenate avrei potuto saldare il mio debito con te, ma, se ben ti conosco, ne farai una questione e vorrai ricevere quanto ti devo in valuta nuova e pregiata Stando così le cose, devo chiedere un prestito a Epicuro Scrive: Bisogna prima guardare con chi si beve e si mangia e poi che cosa si beve e si mangia; mangiare senza un amico è vivere come i leoni o i lupi E questo non ti succederà, se non farai vita ritirata: altrimenti avrai come commensali quelli scelti tra la massa dei clienti dallo schiavo addetto ai nomi; chi cerca gli amici nell'atrio o li prova a tavola sbaglia |
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Nullum habet maius malum occupatus homo et bonis suis obsessus quam quod amicos sibi putat quibus ipse non est, quod beneficia sua efficacia iudicat ad conciliandos animos, cum quidam quo plus debent magis oderint: leve aes alienum debitorem facit, grave inimicum 'Quid ergo beneficia non parant amicitias ' Parant, si accepturos licuit eligere, si collocata, non sparsa sunt Itaque dum incipis esse mentis tuae, interim hoc consilio sapientium utere, ut magis ad rem existimes pertinere quis quam quid acceperit Vale Si vales et te dignum putas qui aliquando fias tuus, gaudeo; mea enim gloria erit, si te istinc ubi sine spe exeundi fluctuaris extraxero |
Il male peggiore per l'uomo indaffarato e occupato ad amministrare i suoi beni è ritenere amici persone cui egli non è amico, e pensare che i suoi favori servano ad accattivargli gli animi, mentre certuni più sono debitori, più odiano: una piccola somma data in prestito crea un debitore, una grossa crea un nemico E allora I favori non procurano amici Certo li procurano, se è possibile scegliere chi li riceve, se sono fatti a ragion veduta, non distribuiti a caso Perciò ora che cominci a ragionare con la tua testa, segui questo consiglio dei saggi: giudica più importante il beneficato del beneficio Stammi bene Se hai la forza e ti ritieni degno di avere un giorno pieno dominio su di te, ne sono contento; sarà per me motivo di gloria se riuscirò a tirarti fuori da questa situazione in cui ondeggi senza speranza di uscirne |
Illud autem te, mi Lucili, rogo atque hortor, ut philosophiam in praecordia ima demittas et experimentum profectus tui capias non oratione nec scripto, sed animi firmitate, cupiditatum deminutione: verba rebus proba Aliud propositum est declamantibus et assensionem coronae captantibus, aliud his qui iuvenum et otiosorum aures disputatione varia aut volubili detinent: facere docet philosophia, non dicere, et hoc exigit, ut ad legem suam quisque vivat, ne orationi vita dissentiat vel ipsa inter se vita; ut unus sit omnium actio dissentio num color sit Maximum hoc est et officium sapientiae et indicium, ut verbis opera concordent, ut ipse ubique par sibi idemque sit 'Quis hoc praestabit ' Pauci, aliqui tamen Est enim difficile hoc; nec hoc dico, sapientem uno semper iturum gradu, sed una via |
Ti prego caldamente, Lucilio mio, scolpisci nel profondo del tuo animo i princip filosofici e constata i tuoi progressi non in base ai discorsi o agli scritti, ma alla fermezza d'animo e al controllo delle passioni: dimostra con i fatti la verità delle parole Diverso proposito hanno gli oratori che cercano di ottenere il consenso del pubblico, oppure coloro che attirano l'attenzione dei giovani e degli oziosi dissertando con scioltezza su svariati argomenti: la filosofia insegna ad agire, non a parlare, ed esige che si viva secondo le sue leggi, perché la vita non sia in contrasto con le parole, né con se stessa, e tutte le nostre azioni si uniformino a un unico principio Questo è il compito principale della saggezza, e anche l'indizio più certo: che le azioni concordino con i discorsi, così che l'uomo sia sempre uguale e identico a se stesso Chi si comporta così Pochi, ma qualcuno c'è Certo non è facile; io non sostengo che il saggio avanzerà sempre con lo stesso passo, ma per una stessa via |
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Observa te itaque, numquid vestis tua domusque dissentiant, numquid in te liberalis sis, in tuos sordidus, numquid cenes frugaliter, aedifices luxuriose; unam semel ad quam vivas regulam prende et ad hanc omnem vitam tuam exaequa Quidam se domi contrahunt, dilatant foris et extendunt: vitium est haec diversitas et signum vacillantis animi ac nondum habentis tenorem suum Etiam nunc dicam unde sit ista inconstantia et dissimilitudo rerum consiliorumque: nemo proponit sibi quid velit, nec si proposuit perseverat in eo, sed transilit; nec tantum mutat sed redit et in ea quae deseruit ac damnavit revolvitur Itaque ut relinquam definitiones sapientiae veteres et totum complectar humanae vitae modum, hoc possum contentus esse: quid est sapientia semper idem velle atque idem nolle |
Perciò esaminati a fondo: se i tuoi abiti sono in contrasto con la tua casa, se sei generoso con te e avaro con i tuoi, se ceni frugalmente, ma hai dimore lussuose, Scegli un'unica regola di vita e conforma ad essa tutta la tua esistenza Alcuni in casa si moderano, fuori, invece, conducono una vita sfarzosa e senza freni; questa disuguaglianza è un difetto ed è indizio di un animo volubile che non ha trovato ancòra la sua strada Ti spiegherò anche da dove nascano quest'incostanza e questa incoerenza di azione e di pensiero: nessuno ha chiari propositi e, se li ha, non persevera, ma li lascia da parte; e non si limita a cambiare idea: torna indietro e si volge nuovamente a quelli che aveva abbandonato e rinnegato Perciò per lasciare da parte le vecchie definizioni di saggezza e abbracciare ogni espressione della vita umana, mi contento di questa: che cos'è la saggezza Volere o non volere sempre la stessa cosa |