Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia X
SED tempus lustrare aliis Helicona choreis, et campum Haemonio iam dare tempus equo | Ma è tempo di percorrere l'Elicona con altri cori, ed è tempo di dare ormai il campo al cavallo Emonio |
iam libet et fortis memorare ad proelia turmas et Romana mei dicere castra ducis | Ora piace celebrare le forti schiere per la guerra e decantare gli accampamenti romani del mio comandante |
quod si deficiant vires, audacia certe[5] laus erit: in magnis et voluisse sat est | Che se le forze vengono meno,certo il coraggio[5] sarà gloria: nelle grandi imprese basta aver voluto |
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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia XIV
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XIV
aetas prima canat Veneres, extrema tumultus: bella canam, quando scripta puella mea est | La giovinezza canti gli amori, l'età matura la guerra: canterò le guerre, dal momento che la mia fanciulla fu celebrata |
nunc volo subducto gravior procedere vultu, nunc aliam citharam me mea Musa docet | Ora voglio avanzare più severo con il volto chinato, ora la mia Musa mi mostri un'altra cetra |
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Properzio, Elegie: Libro III, Elegia XXIV
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro III, Elegia XXIV
[10] surge, anima, ex humili; iam, carmine, sumite vires; Pierides, magni nunc erit oris opus | [10] Elevati, o anima, dall'umile tono; ormai, canti, prendete vigore; O Pieridi, ora sarà compito di una voce possente |
iam negat Euphrates equitem post terga tueri Parthorum et Crassos se tenuisse dolet: India quin, Auguste, tuo dat colla triumpho,[15] et domus intactae te tremit Arabiae; et si qua extremis tellus se subtrahit oris, sentiat illa tuas postmodo capta manus | Già l'Eufrate rifiuta di proteggere la cavalleria dei Parti alle spalle e si duole di aver trattenuto i Crassi: anche l'India, o Augusto, offre il collo al tuo trionfo,[15] e la dimora dell'Arabia inviolata ti spaventa; e se una terra si sottrae nelle estreme regioni, quella, vinta, provi ormai le tue braccia forti |
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Properzio, Elegie: Libro III, Elegia XV
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haec ego castra sequar; vates tua castra canendo magnus ero: servent hunc mihi fata diem | Io seguirò questi eserciti; cantando come vate le tue schiere sarò grande: che i fati mi riservino questo giorno |
[20] at caput in magnis ubi non est tangere signis, ponitur hac imos ante corona pedes; sic nos nunc, inopes laudis conscendere carmen, pauperibus sacris vilia tura damus | [20] Ma laddove non è dato raggiungere il capo sulle grandi statue, la corona viene messa qua, davanti ai piedi in basso; così ora noi, deboli, per raggiungere il carme della gloria, offriamo umili incensi per semplici riti |
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Properzio, Elegie: Libro I, Elegia XVI
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nondum etiam Ascraeos norunt mea carmina fontis,[25] sed modo Permessi flumine lavit Amor | Non ancora i miei versi conoscono le fonti Ascree,[25] ma Amore li bagnò solo con l'acqua del permesso |