Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 43-82

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 43-82

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 43-82
[43] arboris sucum esse etiam prisci nostri credidere, ob id sucinum appellantes

pinei autem generis arboris esse indicio est pineus in adtritu odor et quod accensum taedae modo ac nidore flagrat

adfertur a Germanis in Pannoniam maxime provinciam, et inde Veneti primum, quos Enetos Graeci vocaverunt, famam rei fecere proximique Pannoniae et agentes circa mare Hadriaticum

[44] Pado vero adnexa fabula est evidente causa, hodieque Transpadanorum agrestibus feminis monilium vice sucina gestantibus, maxime decoris gratia, sed et medicinae; creditur quippe tonsillis resistere et facium vitiis, varie genere aquarum iuxta Alpis infestante guttura hominum
[43] Anche i nostri antichi credettero essere il succo dell'albero, chiamandolo per ciò succino

E' poi indizio essere del tipo dell'albero del pino l'odore di pino nello sfregamento e il fatto che acceso brucia al modo della torcia e con esalazione

E' trasportata dai Germani soprattutto nella provincia della Pannonia, e da lì prima i Veneti, che i Greci chiamarono Eneti, dettero fama al prodotto e vicini alla Pannonia e che vivono intorno al mare Adriatico

[44] Al Po invece è collegata la leggenda per una causa evidente, portando ancora oggi le donne di campagna dei Transpadani ambre al posto dei monili, soprattutto a motivo di ornamento, ma anche di medicina; si crede infatti resistere alle tonsilliti e ai mali delle gole, per il genere delle acque che vicino alle Alpi infesta variamente le gole degli uomini
[45] DC M p fere a Carnunto Pannoniae abesse litus id Germaniae, ex quo invehitur, percognitum nuper, vivitque eques R ad id comparandum missus ab Iuliano curante gladiatorium munus Neronis principis

qui et commercia ea et litora peragravit, tanta copia invecta, ut retia coercendis feris podium protegentia sucinis nodarentur, harena vero et libitina totusque unius diei apparatus in variatione pompae singulorum dierum esset e sucino

[46] maximum pondus is glaebae attulit XIII librarum

nasci et in India certum est

Archelaus, qui regnavit in Cappadocia, illinc pineo cortice inhaerente tradit advehi rude polirique adipe suis lactentis incoctum

liquidum id primo destillare argumento sunt quaedam intus tralucentia, ut formicae culicesque et lacertae, quae adhaesisse musteo non est dubium et inclusa durescente eodem remansisse
[45] Quella costa della Germania distare circa 600 miglia da Carnunto in Pannonia, da dove è importata, scoperta da poco, e vive un cavaliere romano mandato a comprarla da Giuliano che organizza lo spettacolo dei gladiatori del principe Nerone

Costui frequentò sia quei mercati sia le coste, trasportata tanta quantità, che le reti che proteggevano il podio dalle bestie che erano chiuse erano annodate con ambre, invece l'arena e le lettighe e tutto l'apparato di un giorno nella varietà dell'addobbo dei singoli giorni era di ambra

[46] Costui portò il massimo peso di un pezzo di 13 libbre

E' certo nascere anche in India

Archelao, che regnò in Cappadocia, tramanda che da lì viene portata rudemente con la corteccia di pino che aderisce e viene levigata cotta col grasso di maiale da latte

Sono a prova che essa dapprima goccioli liquida certe cose che traspaiono dentro, come formiche e zanzare e lucertole, che non c'è dubbio essersi attaccate alla parte fresca ed essere rimaste richiuse con lo stesso indurirsi
[47] Genera eius plura sunt

ex iis candida odoris praestantissimi, sed nec his nec cerinis pretium

fulvis maior auctoritas

ex iis etiamnum amplius tralucentibus, praeterquam si nimio ardore flagrent; imaginem igneam in iis esse, non ignem, placet

summa laus Falernis a vini colore dictis, molli fulgore perspicuis in quibus et decocti mellis lenitas placeat

[48] verum hoc quoque notum fieri oportet, quocumque modo libeat, ea tingui, haedorum sebo et anchusae radice, quippe iam et concylio inficiuntur

ceterum attritu digitorum accepta caloris anima trahunt in se paleas et folia arida et philyras, ut magnes lapis ferrum

ramenta quoque eius oleo addito flagrant dilucidius diutiusque quam lini medulla
[47] I suoi generi sono numerosi

Fra essi il bianco di odore fortissimo, ma né per questi né per quelli cerei un valore

Maggiore pregio per quelli fulvi

Fra questi ancor più grandemente per quelli traslucidi, tranne se bruciano con troppo ardore; piace che in essi ci sia l'aspetto del fuoco, non il fuoco

Il massimo pregio per quelli detti di Falerno dal colore del vino, limpidi per la lucidità tenera nei quali piace anche la leggerezza del miele cotto

[48] Anche questa verità occorre essere nota, che essi si tingono in qualsiasi modo si voglia, con grasso di capretto e radice di borragine, anzi ormai sono tinti anche con la porpora

Del resto con l'attrito delle dita ricevuta la forza del calore attraggono a sé paglie e foglie secche e tigli, come la pietra magnete il ferro

Anche i suoi trucioli con olio aggiunto bruciano più chiaramente e più a lungo che le stoppe del lino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 81-92
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 81-92

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 81-92

[49] taxatio in deliciis tanta, ut hominis quamvis parva effigies vivorum hominum vigentiumque pretia exsuperet, prorsus ut castigatio una non sit satis

in Corinthiis aes placet argento auroque mixtum, in caelatis ars et ingenia; myrrhinorum et crystallinorum diximus gratiam; uniones capite circumferuntur, gemmae digitis; in omnibus denique aliis vitiis aut ostentatio aut usus placet: in sucinis sola deliciarum conscientia

[50] Domitius Nero in ceteris vitae suae portentis capillos quoque Poppaeae coniugis suae in hoc nomen adoptaverat quodam etiam carmine sucinos appellando, quoniam nullis vitiis desunt pretiosa nomina; ex eo tertius quidam hic colos coepit expeti matronis

Usus tamen aliquis sucinorum invenitur in medicina, sed non ob hoc feminis placent

infantibus adalligari amuleti ratione prodest
[49] Tanta la valutazione nei lussi, che un'immagine pur piccola di uomo supera i prezzi di uomini vivi e vigorosi, tanto che un rimprovero non è sufficiente

Sugli oggetti corinzi piace il bronzo misto con argento e oro, su quelli cesellati l'arte e gli ingegni; abbiamo descritto l'eleganza di quelli di murrina e di cristallo; le perle sono messe intorno al capo, le gemme alle dita; insomma in tutti gli altri vizi piace o l'ostentazione o l'uso: nelle ambre la sola consapevolezza dei lussi

[50] Domizio Nerone fra le altre cose incredibili della sua vita aveva associato anche i capelli di sua moglie Poppea a questo nome col chiamarli ambrati in una certa poesia, perché a nessun vizio mancano nomi ricercati; da allora questo certo terzo colore cominciò ad essere ricercato dalle matrone

Ma un qualche uso delle ambre si trova in medicina, ma non per questo piacciono alle donne

Giova legarle ai bambini al modo di un amuleto
[51] Callistratus prodesse etiam cuicumque aetati contra lymphationes tradit et urinae difficultatibus potum adalligatumque

hic et differentiam novam fecit appellando chryselectrum quod sit coloris aurei et matutino gratissimi aspectus, rapacissimum ignium, si iuxta fuerint, celerrime ardescens

hoc collo adalligatum mederi febribus et morbis, tritum vero cum melle ac rosaceo aurium vitiis et, si cum melle Attico teratur, oculorum quoque obscuritati, stomachi etiam vitiis vel per se farina eius sumpta vel cum mastiche pota ex aqua

Sucina et gemmis, quae sunt tralucidae, adulterandis magnum habent locum, maxime amethystis, cum tamen omni, ut diximus, colore tinguantur
[51] Callistrato tramanda giovare anche a qualunque età contro i deliri e per le difficoltà dell'urina bevuta e legata addosso

Costui produsse anche una nuova varietà chiamando chryselettro quello che è di colore dorato e di aspetto molto gradito al mattino, molto recettivo dei fuochi, se sono stati vicini, che brucia molto velocemente

Questo legato al collo curare febbri e mali, invece tritato col miele e olio di rosa per i difetti delle orecchie e, se è pestato con miele Attico, anche per l'offuscamento degli occhi, anche per i mali dello stomaco o la sua farina presa da sola o bevuta col mastice in acqua

Le ambre hanno un grande impiego anche per le gemme da imitare, che sono traslucide, soprattutto le ametiste, venendo tinte tuttavia, come abbiamo detto, con ogni colore

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 191-197
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 191-197

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 191-197

[52] De lyncurio proxime dici cogit auctorum pertinacia, quippe, etiamsi non electrum id, tamen gemmam esse contendunt, fieri autem ex urina quidem lyncis, sed et genere terrae, protinus eo animali urinam operiente, quoniam invideat homini, ibique lapidescere

[53] esse autem, qualem in sucinis, colorem igneum, scalpique nec folia tantum aut stramenta ad se rapere, sed aeris etiam ac ferri lamnas, quod Diocli cuidam Theophrastus quoque credit

ego falsum id totum arbitror nec visam in aevo nostro gemmam ullam ea appellatione

falsum et quod de medicina simul proditur, calculos vesicae poto eo elidi et morbo regio succurri, si ex vino bibatur aut spectetur etiam
[52] La costanza degli autori costringe a parlare successivamente del lyncurio, poiché, sebbene questo non un elettro, tuttavia considerano che sia una gemma, ricavarsi poi certo dall'urina della lince, ma anche da un tipo di terreno, coprendo subito quest'animale l'urina, perché invidia l'uomo, e lì solidificarsi

[53] Che il colore poi è igneo, come nelle ambre, ed essere intagliato ed attrarre a sé non solo foglie o paglie, ma anche lamine di bronzo e di ferro, cosa che anche Teofrasto attribuisce a un certo Diocle

Ritengo falso tutto questo e che non si sia vista nel nostro tempo alcuna gemma con questo nome

Falso anche ciò che insieme si dice sulla medicina, bevuto questo essere eliminati i calcoli della vescica e curare l'itterizia, se è bevuto col vino o anche è guardato
[54] Nunc gemmarum confessa genera dicemus ab laudatissimis orsi, nec vero id solum agemus, sed etiam maiore utilitate vitae coarguemus Magorum infandam vanitatem, quando vel plurima illi prodidere de gemmis ab medicinae blandissima specie ad prodigia transgressi

[55] Maximum in rebus humanis, non solum inter gemmas, pretium habet adamas, diu non nisi regibus et iis admodum paucis cognitus

ita appellabatur auri nodus in metallis repertus perquam raro [comes auri] nec nisi in auro nasci videbatur

veteres eum in Aethiopum metallis tantum inveniri existimarive inter delubrum Mercuri et insulam Meroen, dixeruntque non ampliorem cucumis semine aut colore dissimilem inveniri
[54] Ora citeremo i tipi conosciuti di gemme dopo essere partiti dalle più apprezzate, e non faremo solo ciò in verità, ma anche per maggiore utilità per la vita smaschereremo la nefanda impostura dei maghi, poiché quelli tramandarono moltissime cose sulle gemme dopo essere passati dalla seducentissima parvenza di medicina ai prodigi

[55] L'adamas fra le cose umane, non solo fra le gemme, ha il massimo valore, a lungo non conosciuto se non ai re e ad alquanto pochi fra essi

Così era chiamato un nodo dell'oro trovato nelle miniere molto raramente [compagno dell'oro] e sembrava non formarsi se non nell'oro

Gli antichi (dissero) che esso si trovava solo nelle miniere degli Etiopi ed era considerato fra il tempio di mercurio e l'isola di Meroe, e dissero essere trovato non più grande di un seme di cocomero o non diverso nel colore

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 137-162
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 137-162

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 34, Paragrafi 137-162

[56] nunc primum genera eius sex noscuntur: Indici non in auro nascentis et quadam crystalli cognatione, siquidem et colore tralucido non differt et laterum sexangulum levore, turbinati in mucronem e duabus contrariis partibus, quo magis miremur, ut si duo turbines latissimis partibus iungantur, magnitudine vero etiam abellani nuclei

similis est huic Arabius, minor tantum, similiter et nascens

ceteris pallor argenti et in auro non nisi excellentissimo natalis

[57] incudibus hi deprehenduntur ita respuentes ictus, ut ferrum utrimque dissultet, incudes ipsae etiam exiliant

quippe duritia est inenarrabilis, simulque ignium victrix natura et numquam incalescens, unde et nomen [interpretatione Graeca indomita vis] accepit

unum ex iis vocant cenchron, milii magnitudine, alterum Macedonium, in Philippico auro repertum; hic est cucummis semini par
[56] Ora per la prima volta si conoscono i suoi sei tipi: di quello indiano che non si forma nell'oro e con una certa affinità del cristallo, se certo non differisce anche per il colore traslucido e per la levigatura dei lati esagonali, sottile sulla punta con due parti opposte, di cui ci meravigliamo ancor più, che se due coni siano uniti con parti molto ampie, con la grandezza poi anche di una nocciola

E' uguale a questo l'arabo, solo più piccolo, che si forma anche ugualmente

Per gli altri il pallore dell'argento e originati se non nell'oro molto pregiato

[57] Questi si riconoscono con le incudini respingendo i colpi così, che il ferro si divide in due, le stesse incudini anche vibrano

La durezza poi è indicibile, e ugualmente la natura vittoriosa dei fuochi e che non si scalda mai, da lì prese anche il nome [con significato greco forza indomita]

Chiamano uno di questi cenchron, con la grandezza del miglio, un altro mecedonio, trovato nell'oro del Filippi; questo è uguale ad un seme di cocomero
[58] post hos Cyprius vocatur in Cypro repertus, vergens ad aereum colorem, sed medica vi, de qua dicemus, efficacissimus

post hunc siderites ferrei splendoris, pondere ante ceteros, sed natura dissimilis

namque et ictibus frangi et alio adamante perforari potest, quod et Cyprio evenit, breviterque ut degeneres nominis tantum auctoritatem habent

[59] Nunc quod totis voluminibus his docere conati sumus de discordia rerum concordiaque, quam antipathian Graeci vocavere ac sympathian, non aliter clarius intellegi potest, siquidem illa invicta vis, duarum violentissimarum naturae rerum ferri igniumque contemptrix, hircino rumpitur sanguine, neque aliter quam recenti calidoque macerata et sic quoque multis ictibus, tunc etiam praeterquam eximias incudes malleosque ferreos frangens

[60] cuius hoc invento quove casu repertum
[58] Dopo questi è citato il ciprio trovato a Cipro, che tende al colore dorato, ma con una qualità curativa, di cui parleremo, molto efficace

Dopo questo la siderite dello splendore del ferro, davanti agli altri per il peso, ma diversa la natura

Infatti può essere rotta anche con i colpi ed essere forata con un altro adamas, cosa che avviene anche al ciprio, e in breve poiché degeneri hanno solo il prestigio del nome

[59] Ora ciò che abbiamo tentato di insegnare in tutti questi volumi sulla disarmonia e l'armonia delle cose, che i Greci chiamarono antipatia e simpatia, non diversamente può essere compreso più chiaramente, se certo quella forza invincibile, incurante del ferro e dei fuochi le due più violente della natura, è spezzata dal sangue di capro, e non diversamente che macerata in quello fresco e caldo e così anche con molti colpi, anche allora spaccando incudini oltremodo notevoli e magli di ferro

[60] Ciò trovato per la scoperta di chi o per quale caso

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 241-265
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 241-265

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 241-265

aut quae fuit coniectura experienci rem inmensi pretii in foedissimo animalium

numinum profecto talis inventio est et hoc munus eo, nec quaerenda ratio in ulla parte naturae, sed voluntas

cum feliciter contigit rumpere, in tam parvas friatur crustas, ut cerni vix possint

expetuntur hae scalptoribus ferroque includuntur, nullam non duritiam ex facili cavantes

[61] adamas dissidet cum magnete in tantum, ut iuxta positus ferrum non patiatur abstrahi aut, si admotus magnes adprehenderit, rapiat atque auferat

adamas et venena vincit atque inrita facit et lymphationes abigit metusque vanos expellit a mente

ob id quidam eum ananciten vocavere

Metrodorus Scepsius in eadem Germania Basilia insula nasci, in qua et sucinum, solus, quod equidem legerim, dicit et praefert Arabis

quod esse falsum quis dubitet
O quale fu l'intuizione di provare una cosa d'immenso valore nel più immondo degli animali

Certo tale scoperta è dei numi e perciò questo un dono, e non bisogna cercare il motivo in nessuna parte della natura, ma la volontà

Quando capitò felicemente di romperlo, si sbriciola in pezzi tanto piccoli, che a stento possono essere visti

Questi sono ricercati dagli incisori e sono racchiusi nel ferro, non temendo facilmente alcuna durezza

[61] L'adamas discorda col magnete di tanto, che messo vicino non permette che il ferro sia attratto o, se rimosso il magnete abbia attirato, toglie e porta via

L'adamas vince anche e rende inutili i veleni e rimuove i deliri e caccia i vani timori dalla mente

Per questo alcuni lo chiamarono anancite

Metrodoro di Scepsi dice nascere in Germania nella stessa isola di Basilia, in cui anche l'ambra, il solo, almeno per quanto abbia letto e lo preferisce a quelli arabi

Chi dubita che ciò sia falso
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 01-13

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 17 - 33

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 128-139

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 37-51

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 60 - 65