Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 117-136

[117] ingenio ergo utendum suo Curioni et aliquid excogitandum fuit

operae pretium est scire, quid invenerit, et gaudere moribus nostris ac verso modo nos vocare maiores

theatra iuxta duo fecit amplissima ligno, cardinum singulorum versatili suspensa libramento, in quibus utrisque antemeridiano ludorum spectaculo edito inter sese aversis, ne invicem obstreperent scaenae, repente circumactis, ut constat, post primos dies etiam sedentibus aliquis, cornibus in se coeuntibus faciebat ampitheatrum gladiatorumque proelia edebat, ipsum magis auctoritatum populum Romanum circumferens

[118] quid enim miretur quisque in hoc primum, inventorem an inventum, artificem an auctorem, ausum aliquem hoc excogitare an suscipere an iubere

super omnia erit populi sedere ausi furor tam infida instabilique sede
[117] Curione dovette usare dunque il suo ingegno ed escogitare qualcosa

Vale la pena sapere, cosa aveva inventato, e rallegrarci dei nostri usi e in modo contrario definirci antenati

Fece accanto due teatri molto ampi di legno, sospesi con l'equilibrio rotante di ciascuno dei cardini, su cui nello spettacolo mattutino rappresentato dei giochi entrambi erano opposti fra loro, cosicché non si disturbassero reciprocamente per la scena, ruotati improvvisamente, come risulta, dopo i primi giorni anche con alcuni seduti, con le estremità che si univano formava un anfiteatro ed offriva battaglie di gladiatori, portando in giro lo stesso popolo romano ancor più dei poteri

[118] Infatti cosa dapprima in questo ciascuno dovrebbe guardare stupito, l'inventore o l'invenzione, l'artefice o il committente, colui che osò escogitare ciò o intraprenderla o ordinarla

Sopra tutte le cose sarà la follia di un popolo che osò sedersi su una sedia tanto precaria e instabile
en hic est ille terrarum victor et totius domitor orbis, qui gentes, regna diribet, iura exteris mittit, deorum quaedam immortalium generi humano portio, in machina pendens et ad periculum suum plaudens

[119] quae vilitas animarum ista aut quae querella de Cannis

quantum mali potuit accidere

hauriri urbes terrae hiatibus publicus mortalium dolor est: ecce populus Romanus universus, veluti duobus navigiis inpositus, binis cardinibus sustinetur et se ipsum depugnantem spectat, periturus momento aliquo luxatis machinis

[120] et per hoc quaeritur tribuniciis contionibus gratia, ut pensiles tribus quatiat, in rostris quid non ausurus apud eos, quibus hoc persuaserit

vere namque confitentibus populus Romanus funebri munere ad tumulum patris eius depugnavit universus
Ecco questo è quel vincitore di terre e dominatore di tutto il mondo, che ripartisce le genti, i regni, emana leggi per gli stranieri, un certo frammento degli dei immortali per il genere umano, che è sospeso su un macchinario e che applaude al suo pericolo

[119] Quale disprezzo delle persone questo o che lamenti su Canne

Quanto male potè succedere

E' un dolore comune dei mortali che le città siano inghiottite dalle voragini della terra: ecco tutto il popolo romano, come imbarcato su due navi, è sostenuto da due cardini e guarda se stesso che combatte, mentre sta per morire in un certo momento per i macchinari rovinati

[120] E attraverso ciò si cerca il favore per i discorsi tribunizi, affinchè agiti le tribù sospese (alle tribune), cosa non oserà presso quelli, che aveva spinto a questo

Infatti veramente tutto il popolo romano si cimentò con quelli che si presentarono nell'onore funebre per la tomba di suo padre
variavit hanc suam magnificentiam fessis turbatisque cardinibus et amphitheatri forma custodita novissimo die diversis duabus per medium scaenis athletas edidit raptisque e contrario repente pulpitis eodem die victores e gladiatoribus suis produxit

nec fuit rex Curio aut gentium imperator, non opibus insignis, ut qui nihil in censu habuerit praeter discordiam principum

[121] Sed dicantur vera aestimatione invicta miracula

Q
Variò questa sua magnificenza per i cardini logori e guasti e nell'ultimo giorno mantenuto l'assetto di anfiteatro offrì atleti nel mezzo sulle due diverse scene e al contrario tolti improvvisamente i palcoscenici nello stesso giorno presentò i vincitori fra i suoi gladiatori

Né Curione fu re o signore di genti, non con ricchezze notevoli, come colui che non aveva avuto nulla in capitale tranne la discordia dei principi

[121] Ma siano riferite con una vera valutazione le meraviglie insuperabili

Q

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 01-18

Marcius Rex, iussus a senatu aquarum Appiae, Anienis, Tepulae ductus reficere, novam a nomine suo appellatam cuniculis per montes actis intra praeturae suae tempus adduxit; Agrippa vero in aedilitate adiecta Virgine aqua ceterisque conrivatis atque emendatis lacus DCC fecit, praeterea salientes D, castella CXXX, complura et cultu magnifica, operibus iis signa CCC aerea aut marmorea inposuit, columnas e marmore CCCC, eaque omnia annuo spatio

adicit ipse aedilitatis suae conmemoratione et ludos diebus undesexaginta factos et gratuita praebita balinea CLXX, quae nunc Romae ad infinitum auxere numerum

[122] Vicit antecedentes aquarum ductus novissimum inpendium operis incohati a C
Marcio Re, incaricato dal senato di rifare le condotte delle acque dell'Appia, dell'Aniene, di Tepula, aggiunse una nuova chiamata col suo nome con gallerie scavate attraverso i monti durante il periodo della sua pretura; Agrippa poi durante l'edilità aggiunta l'acqua Vergine e collegate e riordinate le altre fece 700 bacini, inoltre 500 zampillanti, 130 serbatoi, diversi anche magnifici nell'ornamento, in queste opere mise 300 statue bronzee o marmoree, 400 colonne di marmo, e tutte queste nello spazio di un anno

Egli stesso aggiunge nel ricordo della sua edilità anche i giochi fatti per 59 giorni e i 170 i bagni offerti gratuiti, che ora a Roma hanno aumentato il numero all'infinito

[122] Superò i precedenti la conduttura delle acque ultimissima spesa di un'opera iniziata da C
Caesare et peracti a Claudio, quippe a XXXX lapide ad eam excelsitatem, ut omnes urbis montes lavarentur, influxere Curtius atque Caeruleus fontes et Anien novus, erogatis in id opus HS |MMM| D

[123] quod si quis diligentius aestumaverit abundantiam aquarum in publico, balineis, piscinis, euripis, domibus, hortis, suburbanis villis, spatia aquae venientis, exstructos arcus, montes perfossos, convalles aequatas, fatebitur nil magis mirandum fuisse in toto orbe terrarum
Cesare e finita da Claudio, infatti dal 40° miglio confluirono verso questa altezza le fonti Curzia e Cerulea e l'Aniene nuovo, affinché si irrigassero tutti i monti della città, spesi in quest'opera 350 milioni di sesterzi

[123] Che se qualcuno più scrupolosamente avrà considerato l'abbondanza delle acque sul suolo pubblico, nei bagni, nelle vasche, nei canali, nelle case, nei giardini, nelle ville suburbane, le distanze dell'acqua che scorre, gli archi costruiti, i monti scavati, le convalli spianate, ammetterà che in tutto il mondo non c'è stato niente da ammirare maggiormente

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 67-95

[124] Eiusdem Claudi inter maxime memoranda equidem duxerim, quamvis destitutum successoris odio, montem perfossum ad lacum Fucinum emittendum inenarrabili profecto inpendio et operarum multitudine per tot annos, cum aut conrivatio aquarum, qua terrenus mons erat, egereretur in verticem machinis aut silex caederetur quantaque intus in tenebris fierent, quae neque concipi animo nisi ab iis, qui videre, neque enarrari humano sermone possunt

[125] nam portus Ostiensis opus praetereo, item vias per montes excisas, mare Tyrrhenum a Lucrino molibus seclusum, tot pontes tantis inpendiis factos

et inter plurima alia Italiae ipsius miracula marmora in lapidicinis crescere auctor est Papirius Fabianus, naturae rerum peritissimus, exemptores quoque adfirmant compleri sponte illa montium ulcera

quae si vera sunt, spes est numquam defutura luxuriae
[124] Dello stesso Claudio inserirei certo fra le cose soprattutto da ricordare, sebbene tralasciato per odio del successore, un monte scavato per far defluire il lago Fucino veramente con indicibile costo e quantità di operai per tanti anni, poiché o la raccolta delle acque, dove il monte era di terra, si scaricava in cima o quanta roccia veniva tagliata e si lavoravano dentro nelle tenebre, cose che non possono neanche essere immaginate con la mente se non da quelli, che li videro, né essere descritte con parola umana

[125] Infatti tralascio il lavoro del porto di Ostia, anche le vie scavate attraverso i monti, il mare Tirreno separato dal Lucrino con le dighe, tanti ponti fatti con tante spese

E fra i molti altri prodigi dell'Italia stessa che i marmi crescono nelle cave è testimone Papirio Fabiano, molto esperto della natura, anche gli scavatori confermano che quelle ferite dei monti si rimarginano spontaneamente

Se queste cose sono vere, la speranza del lusso non mancherà mai
[126] A marmoribus degredienti ad reliquorum lapidum insignes naturas quis dubitet in primis magnetem occurrere

quid enim mirabilius aut qua in parte naturae maior inprobitas

dederat vocem saxis, ut diximus, respondentem homini, immo vero et obloquentem

quid lapidis rigore pigrius

ecce sensus manusque tribuit illi

[127] quid ferri duritia pugnacius

pedes ei inpertivit et mores trahitur namque magnete lapide, domitrixque illa rerum omnium materia ad inane nescio quid currit atque, ut propius venit, adsilit, tenetur amplexuque haeret

sideritim ob id alio nomine vocant, quidam Heraclion, magnes appellatus est ab inventore, ut auctor est Nicander, in Ida, ut reperio, namque et passim inveniuntur, in Hispania quoque, invenisse autem fertur clavis crepidarum, baculi cuspide haerentibus, cum armenta pasceret
[126] Chi dubita di allontanarsi dai marmi per passare alle caratteristiche notevoli delle altre pietre fra le prime il magnete

Infatti cosa più straordinaria o in quale parte della natura una maggiore malizia

Aveva dato una voce ai sassi, come abbiamo detto, che rispondeva all'uomo, anzi anche contrapponendosi

Cosa più inerte della pietra per la rigidità

Ecco le assegnò sensi e mani

[127] Cosa più tenace della durezza del ferro

Gli dette piedi e consuetudini infatti è attratto dalla pietra magnete, e quella materia dominatrice di tutte le cose corre verso non so che d'indefinito e, appena viene più vicino, assale, è catturata e s'avvinghia nel contatto

Per questo con altro nome la chiamano siderite, alcuni eraclia, fu detta magnete dallo scopritore, come testimonia Nicandro, sull'Ida, come scopro, e infatti vengono trovate qua e là, anche in Spagna, si dice averla scoperta poi per i chiodi dei sandali, che si attaccavano con la punta del bastone, pascolando le greggi

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 99-109

[128] quinque genera magnetis Sotacus demonstrat: Aethiopicum et a Magnesia Macedoniae contermina ab Euboea Iolcum petentibus dextra, tertium in Hyetto Boeotiae, quartum circa Alexandriam Troadem, quintum in Magnesia Asiae

differentia est prima, mas sit an femina, proxima in colore

nam qui in Magnesia Macedonica reperiuntur rufi nigrique sunt, Boeoti vero rufi coloris plus habent quam nigri

is, qui in Troade invenitur, niger est et feminei sexus ideoque sine viribus, deterrimus autem in Magnesia Asiae, candidus neque attrahens ferrum similisque pumici

conpertum tanto meliores esse, quanto sint magis caerulei

[129] Aethiopico palma datur pondusque argento rependitur

invenitur hic in Aethiopiae Zmiri; ita vocatur regio harenosa

ibi et haematites magnes sanguinei coloris sanguinemque reddens, si teratur, sed et crocum
[128] Sotaco descrive cinque tipi di magnete: etiopico e (quello) da Magnesia confine della Macedonia dall'Eubea a destra per quelli che vanno a Iolco, il terzo a Ietto in Beozia, il quarto intorno ad Alessandria della Troade, il quinto a Magnesia in Asia

La prima distinzione è, se sia maschio o femmina, la successiva nel colore

Infatti quelli che sono trovati a Magnesia della Macedonia sono rossicci e neri, invece della Beozia hanno più del colore rossiccio che del nero

Quello, che è trovato nella Troade, è nero e di genere femminile perciò senza forze, molto scadente poi a Magnesia in Asia, bianco e che non attrae il ferro e simile alla pomice

Scoperto essere tanto migliori, quanto più sono azzurri

[129] A quello etiopico è dato il primato ed è pagato il peso in argento

Questo si trova a Smiri in Etiopia; è chiamata così una regione sabbiosa

Qui anche il magnete ematite di colore sanguigno e che, se pestato, dà sangue, ma anche lo zafferano
in adtrahendo ferro non eadem haematiti natura quae magneti

Aethiopici argumentum est, quod magneta quoque alium ad se trahit

[130] omnes autem hi oculorum medicamentis prosunt ad suam quisque portionem, maximeque epiphoras sistunt

sanant et adusta cremati tritique

alius rursus in eadem Aethiopia non procul magnes ferrum omne abigit respuitque

de utraque natura saepius diximus

Lapidem e Syro insula fluctuari tradunt, eundem comminutum mergi

[131] In Asso Troiadis sarcophagus lapis fissili vena scinditur

corpora defunctorum condita in eo absumi constat intra XL diem exceptis dentibus

Mucianus specula quoque et strigiles et vestes et calciamenta inlata mortuis lapidea fieri auctor est

eiusdem generis et in Lycia saxa sunt et in oriente, quae viventibus quoque adalligata erodunt corpora
Nell'aderire al ferro per l'ematite non la stessa natura che per il magnete

E' prova di quello etiopico, che attira a sé anche altro magnete

[130] Tutti questi poi giovano ai medicamenti degli occhi ciascuno secondo la propria dose, e fermano soprattutto le lacrimazioni

Curano anche le ustioni bruciati e pestati

Un altro magnete poi nella stessa Etiopia non lontano allontana e respinge ogni ferro

Di entrambe le caratteristiche abbiamo parlato più volte

Tramandano che una pietra dell'isola di Syro galleggi, che la stessa frantumata venga sommersa

[131] Ad Asso in Troade una pietra che consuma è scissa con una venatura che si fende

Risulta che i corpi dei defunti conservati in essa siano distrutti entro il quarantesimo giorno tranne i denti

Muciano testimonia che anche gli specchi e i raschiatoi e le vesti e le calzature messi ai morti diventano di pietra

Anche in Licia e in oriente ci sono sassi dello stesso genere, che corrodono i corpi anche messi sui viventi

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 171 - 175

[132] Mitiores autem servandis corporibus nec absumendis chernites ebori simillimus, in quo Darium conditum ferunt, Parioque similis candore et duritia, minus tantum ponderosus, qui porus vocatur

Theophrastus auctor est et tralucidi lapidis in Aegypto, quem Chio similem ait

fortassis tunc fuerit, quoniam et desinunt et novi reperiuntur

Assius gustatu salsus podagras lenit, pedibus in vas ex eo cavatum inditis

praeterea omnia crurum vitia in iis lapidicinis sanatur, cum in metallis omnibus crura vitientur

[133] eiusdem lapidis flos appellatur, in farinam mollis ad quaedam perinde efficax

est autem similis pumici rufo

admixtus cerae Cypriae mammarum vitia sanat, pici autem resinaeve strumas et panos discutit

prodest et phthisicis linctu
[132] Più deboli poi per conservare i corpi e non per distruggerli la chernite molto simile all'avorio, in cui dicono seppellito Dario, e quello che è detto poro simile al pario per candore e durezza, solo meno pesante

Teofrasto è testimone anche di una pietra traslucida in Egitto, che dice simile a quella di Chio

Forse c'era stata allora, perché si esauriscono anche e vengono trovate le nuove

Quella di Assio salata nel sapore calma le gotte, con i piedi immersi in un bacile ricavato da essa

Inoltre sono curati tutti i mali delle gambe in queste cave, mentre le gambe si ammalano in tutte le miniere

[133] Della stessa pietra è chiamato il fiore, il tenero in polvere efficace inoltre per alcuni rimedi

E' poi simile alla pomice rossiccia

Mescolato alla cera di Cipro cura i mali delle mammelle, o alla pece e alla resina elimina le scrofole e gli ascessi

Giova anche ai tisici in linimento
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