Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100
[91] Ergo quaedam herbarum spinosae sunt, quaedam sine spinis

spinosarum multae species

in totum spina est asparagus, scorpio, nullum enim folium habent

quaedam spinosa foliata sunt, ut carduus, erynge, glycyrrhiza, urtica; his enim omnibus foliis inest aculeata mordacitas

aliqua et secundum spinam habent folium, ut tribulus et anonis

quaedam in folio non habent et in caule habent, ut pheos, quod aliqui stoeben appellavere

hippophaes spinis geniculatum

tribulo proprietas, quod et fructum spinosum habet

[92] Ex omnibus his generibus urtica maxime noscitur acetabulis in flore purpuream lanuginem fundentibus, saepe altior binis cubitis

plures eius differentiae: silvestris, quam et feminam vocant, mitiorque; et silvestri quae dicitur canina acrior, caule quoque mordaci, fimbriatis foliis; quae vero etiam odorem fundit Herculanea vocatur
[91] Dunque alcune delle piante sono spinose, alcune senza spine

Molte le specie delle spinose

L'asparago, lo scorpio è completamente con la spina, infatti non hanno alcuna foglia

Alcune sono spinose con foglie, come il cardo, l'eringio, la liquirizia, l'ortica; infatti per tutte queste foglie c'è una puntura aculeata

Alcune hanno la foglie dietro la spina, come il tribolo e la bonagra

Alcune non l'hanno sulla foglia ma l'hanno sullo stelo, come il pheos, che alcuni hanno chiamato stoebe

L'euforbia con spine di nodo in nodo

Per il tribolo una caratteristica, che ha anche il frutto spinoso

[92] Fra tutti questi generi è conosciuta soprattutto l'ortica con i calici che espandono una lanugine purpurea nella fioritura, spesso più alta di due cubiti

Molteplici le sue differenze: la selvatica, che chiamano anche femmina, e una più tenera; anche per la selvatica quella che è detta canina più aspra, con gambo anche pungente, con foglie sfrangiate; quella che invece diffonde anche il profumo è detta erculanea
semen omnibus copiosum, nigrum

[93] mirum sine ullis spinarum aculeis lanuginem ipsam esse noxiam et tactu tantum levi pruritum pusulasque confestim adusto similes existere

notum est [et] remedium olei

sed mordacitas non protinus cum ipsa herba gignitur, nec nisi solibus roborata

incipiens quidem ipsa nasci vere non ingrato, multis etiam religioso in cibo est ad pellendos totius anni morbos

silvestrium quoque radix omnem carnem teneriorem facit simul cocta

quae innoxia est, morsu carens, lamium vocatur

de scorpione dicemus inter medicas

[94] Carduus et folia et caules spinosae lanuginis habet, item acorna, leucacanthos, chalceos, cnecos, polyacanthos, onopyxos, helxine, scolymos

chamaeleon in foliis non habet aculeos
Nero il seme, abbondante per tutte

[93] Strano che senza alcun aculeo di spine la stessa lanugine sia dannosa e che solo con un leggero contatto si formino prurito e pustole subito simili ad una bruciatura

Il rimedio dell'olio è [anche] noto

Ma la puntura non è generata subito con la pianta stessa, né se non supportata dai raggi del sole

Inoltre essa cominciando a nascere in primavera appartiene ad un cibo non disprezzabile, per molti anche sacro per respingere i mali di tutto l'anno

La radice anche di quelle selvatiche rende più tenera ogni carne cotta insieme

Quella che è innocua, mancando della puntura, è detta lamio

Dello scorpio parleremo fra le piante medicinali

[94] Il cardo ha sia le foglie sia gli steli di lanugine spinosa, così il cardo giallo, il biancospino, il cardo comune, il cartamo, il poliacanto, il cardo asinino, la parietaria, il cardone

Il chamaleon non ha aculei sulle foglie
est et illa differentia, quod quaedam in his multicaulia ramosaque sunt, ut carduus, uno autem caule nec ramosum cnecos

quaedam cacumine tantum spinosa sunt, ut erynge

quaedam aestate florent, ut tetralix et helxine

[95] scolymos quoque sero floret et diu

acorna a cneco colore tantum rufo distinguitur et pinguiore suco

idem erat atractylis quoque, nisi candidior esset et nisi sanguineum sucum funderet, qua de causa phonos vocatur a quibusdam, odore etiam gravis, sero maturescente semine nec ante autumnum, quamquam id de omnibus spinosis dici potest

verum omnia haec et semine et radice nasci possunt

[96] scolymus carduorum generis ab his distat, quod radix eius vescendo est decocta

mirum, quod sine intervallo tota aestate aliud floret in eo genere, aliud concipit, aliud parturit

aculei arescente folio desinunt pungere
C'è anche quella differenza, che alcune fra queste sono con molti fusti e ramificate, come il cardo, invece il cartamo con un fusto e non ramificato

Alcune sono spinose solo in cima, come l'eringio

Alcune fioriscono in estate, come l'erice e la parietaria

[95] Anche il cardone fiorisce tardi e a lungo

Il cardo giallo si distingue dal cartamo solo dal colore rosso e dal succo più denso

Uguale era anche l'atrattile, se non fosse più bianco e se non effondesse un succo sanguigno, per cui da alcuni è detto phonos, forte anche nell'odore, col seme che matura tardi e non prima dell'autunno, sebbene esso può essere annoverato fra tutte quelle spinose

Tutte queste poi possono nascere sia dal seme sia dalla radice

[96] Il cardone della specie dei cardi si distingue da questi, poiché la sua radice è cotta per nutrirsi

Strano, che senza sosta per tutta l'estate in questa specie fiorisce una parte, un'altra germoglia, un'altra produce

Quando la foglia secca gli aculei smettono di pungere

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 70-72
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 70-72

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 70-72

helxine rara visu est neque in omnibus terris, a radice foliosa, ex qua media veluti malum extuberat contectum sua fronde

huius vertex summus lacrimam continet iucundi saporis, acanthicen mastichen appellatam

[97] Et cactos quoque in Sicilia tantum nascitur, suae proprietatis et ipse

in terra serpunt caules a radice emissi, lato folio et spinoso

caules vocant cactos, nec fastidiunt in cibis inveteratos quoque

unum autem caulem rectum habet, quem vocant pternica, eiusdem suavitatis, sed vetustatis inpatientem

semen ei lanuginis, quam papum vocant, quo detracto et cortice teneritas similis cerebro palmae est

vocant ascalian

[98] Tribulus non nisi in palustribus nascitur

dura res alibi, iuxta Nilum et Strymonem amnes recipitur in cibos, inclinatus in vadum, folio lato atque effigie ulmi, pediculo longo
La parietaria è rara a vedersi e non in tutte le zone, con foglie dalla radice, dalla cui metà si alza come una mela coperta dalla sua fronda

La sua cima più alta contiene una goccia di sapore gustoso, detta mastice spinoso

[97] E anche il cacto nasce solo in Sicilia, anch'esso di una sua caratteristica

I fusti serpeggiano sul terreno emessi dalla radice, con una foglia larga e spinosa

Chiamano cacto i fusti, e anche conservati non danno fastidio nei cibi

Inoltre ha un solo fusto dritto, che chiamano ptenica, di una certa dolcezza, ma intollerante della vecchiaia

Per questo il seme della lanugine, che chiamano pappo, tolto il quale anche con la corteccia resta una mollezza simile al midollo della palma

La chiamano ascalia

[98] Il tribolo non nasce se non in zone paludose

Dura la sostanza altrove, vicino ai fiumi Nilo e Strimone è inserito nei cibi, inclinato verso il fondale, con foglia larga e con l'aspetto dell'olmo, con un picciolo lungo
at in reliquo orbe genera II, uni cicerculae folia, alteri aculeata

hic et serius floret magisque saepta obsidet villarum

semen ei rotundius, nigrum, in siliqua, alteri harenaceum

spinosorum etiamnum aliud genus anonis

in ramis enim spinas habet adposito folio rutae simili, toto caule foliato in modum coronae

sequitur arata, frugibus inimica vivaxque praecipue

[99] Aculeatarum caules aliquarum per terram serpunt, ut eius, quam coronopum vocant

e diverso stat anchusa inficiendo ligno cerisque radicis aptae, stant e mitioribus anthemis et phyllanthes et anemone et aphace

caule foliato est crepis et lotos

[100] Differentia foliorum et hic quae in arboribus, brevitate pediculi ac longitudine, angustiis ipsius folii, amplitudine, iam vero angulis, incisuris, odore, flore
Ma nel resto del mondo due i tipi, per uno le foglie della cicerchia, per l'altro aculeate

Questo fiorisce anche più tardi ed occupa maggiormente i recinti delle fattorie

Per questo un seme più rotondo, nero, in baccello, per l'altro sabbioso

Anche la bonagra un'altra specie di quelle spinose

Infatti ha le spine sui rami con la foglia messa accanto simile alla ruta, con tutto lo stelo con foglie al modo di una corona

Segue i terreni arati, nociva alle spighe e particolarmente vitale

[99] Gli steli di alcune spinose strisciano attraverso il terreno, come di quella, che chiamano coronopo

Diversamente sta ritta la borrana di una radice adatta al legno da trattare e alle cere, stanno dritte fra le più tenere la camomilla e il phillantes e l'anemone e la cicerchia

Col fusto con foglie è la crepide e il loto

[100] La differenza delle foglie anche qui quella che sugli alberi, per la brevità e la lunghezza del picciolo, le strettezze della foglia stessa, l'ampiezza, ed ancora per gli angoli, le venature, l'odore, il fiore

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diuturnior hic quibusdam per partes florentibus, ut ocimo, heliotropio, aphacae, onochili

multis inter haec aeterna folia, sicut quibusdam arborum, inprimisque heliotropio, adianto, polio

Questo più duraturo per quelle che fioriscono per parti, come per il basilico, l'eliotropio, la cicerchia, l'ancusa

Per molte fra queste foglie durature, come per alcuni degli alberi, e dapprima per l'eliotropio, il capelvenere, il polio

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