Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 1-55
aranti quattuor sua iugera in Vaticano, quae prata Quintia appellantur, Cincinnato viator attulit dictaturam et quidem, ut traditur, nudo, plenoque nuntius morarum: Vela corpus, inquit, ut perferam senatus populique Romani mandata

[21] tales tum etiam viatores erant, quod ipsum nomen inditum est subinde ex agris senatum ducesque arcessentibus

at nunc eadem illa vincti pedes, damnatae manus inscriptique vultus exercent, non tam surda tellure, quae parens appellatur colique dicitur et ipso honore his absumpto, ut non invita ea et indignante credatur id fieri

et nos miramur ergastulorum non eadem emolumenta esse, quae fuerint imperatorum
A Cincinnato che arava i suoi quattro iugeri sul Vaticano, che sono detti prati Quinzi, il messo comunicò la dittatura e certo, come si tramanda, a lui a torso nudo, e pieno di esitazioni il messaggero disse: Copri il corpo, affinché io riferisca gli ordini del senato e del popolo Romano

[21] Tali allora erano anche i messi, poiché il nome stesso fu assegnato da qui a quelli che portavano dai campi il senato e i comandanti

Ma ora svolgono quei lavori piedi legati, mani schiave e volti marchiati, per una terra non così insensibile, che è definita madre ed è detta essere coltivata e distrutto da questi lo stesso onore, cosicché non si pensi che ciò avvenga non voluto da essa e sdegnata

E noi ci meravigliamo che i frutti dei lavori forzati non siano gli stessi, che c'erano stati (al tempo) dei condottieri
[22] Igitur de cultura agri praecipere principale fuit etiam apud exteros, siquidem et reges fecere, Hiero, Philometor, Attalus, Archelaus, et duces, Xenophon et Poenus etiam Mago, cui quidem tantum honorem senatus noster habuit Carthagine capta, ut, cum regulis Africae bibliothecas donaret, unius eius duodetriginta volumina censeret in Latinam linguam transferenda, cum iam M

Cato praecepta condidisset, [23] peritisque Punicae dandum negotium, in quo praecessit omnes vir clarissimae familiae D

Silanus

sapientiae vero auctores et carminibus excellentes quique alii illustres viri conposuissent, quos sequeremur, praetexuimus hoc in volumine, non in grege nominando M

Varrone, qui LXXXI vitae annum agens de ea re prodendum putavit
[22] Dunque fu importante apprendere circa la coltura del campo anche presso gli stranieri, poiché lo fecero anche i re, gerone, Filometore, Attalo, Archelao, e capi, Senofonte e anche il cartaginese Magone, a cui certo il nostro senato, presa Cartagine, attribuì tanto onore, che, donava ai principi dell'Africa biblioteche, di lui solo decideva che bisognava tradurre ventotto volumi in lingua latina, per avendo M

Catone già fornito i precetti, [23] e bisognava dare l'incarico ad esperti di lingua punica, in questo si distinse fra tutti D

Silano uomo di nobilissima famiglia

Avrebbero contribuito poi gli autori di sapienza e gli eccellenti nei carmi e gli altri uomini famosi, che seguiremo, che abbiamo già citato in questo volume, non col nominare nella schiera M

Varrone, che conducendo l'ottantunesimo anno di vita ritenne di dover scrivere circa questo argomento
[24] Apud Romanos multo serior vitium cultura esse coepit, primoque, ut necesse erat, arva tantum coluere, quorum a nobis nunc ratio tractabitur, non volgari modo, verum, ut adhuc fecimus, et vetustis et postea inventis omni cura perquisitis causaque rerum et ratione simul eruta

dicemus et sidera siderumque ipsorum terrestria signa dabimus indubitata, quandoquidem qui adhuc diligentius ea tractavere, quibusvis potius quam agricolis scripsisse possunt videri

[25] ac primum omnium agricolis maiore ex parte agemus, quae non in alio vitae genere plura certiorave sunt

cur enim non videantur oracula, a certissimo deo maximeque veridico, usu, profecta

[26] Principium autem a Catone sumemus: Fortissimi viri et milites strenuissimi ex agricolis gignuntur minimeque male cogitantes

Praedium ne cupide emas
[24] Presso i Romani la coltura delle viti cominciò ad essere molto più tardiva, e all'inizio, come era necessario, coltivarono solo i campi, di cui ora da noi sarà trattata la tecnica, non in modo comune, ma, come abbiamo fatto finora, con ogni cura per i sistemi antichi e quelli scoperti dopo e con il motivo delle cose e insieme la spiegazione trovata

Tratteremo anche gli astri e daremo sicuri indizi terrestri degli astri stessi, pertanto quelli che hanno trattato finora più diligentemente queste cose, possono sembrare avere scritto per chiunque piuttosto che per i contadini

[25] E prima di tutto nella maggior parte tratteremo per i contadini, quelle cose che non sono più numerose o più sicure in un altro tipo di vita

Infatti perché sembrano oracoli, quelli che derivano dalla consuetudine, da un dio certissimo e soprattutto veritiero

[26] Prenderemo quindi inizio da Catone: gli uomini più forti e i soldati più valorosi e quelli che pensano minimamente al male sono generati fra gli agricoltori

Non comprare avidamente un podere

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 145-152
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 145-152

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 11, Paragrafi 145-152

in re rustica operae ne parcas, in agro emendo minime

quod male emptum est, semper paenitet

agrum paraturos ante omnia intueri oportet aquam, viam, vicinum

singula magnas interpretationes habent nec dubias

[27] Cato in conterminis hoc amplius aestimari iubet, quo pacto niteant

in bona enim, inquit, regione bene nitent

Atilius Regulus ille Punico bello bis consul aiebat neque fecundissimis locis insalubrem agrum parandum neque effetis saluberrimum

salubritas loci non semper incolarum colore detegitur, quoniam adsueti etiam in pestilentibus durant

praeterea sunt quaedam partibus anni salubria, nihil autem salutare est, nisi quod toto anno salubre

malus est ager, cum quo dominus luctatur
Nell'attività agricola del lavoro non risparmiarti, minimamente in un campo da comprare

Ciò che fu comprato male, sempre fa pentire

Occorre che quelli che stanno per acquistare un campo prima di tutte le cose considerino l'acqua, la strada, il vicino

Le singole cose hanno grandi significati e non dubbi

[27] Catone consiglia che questo sia considerato più profondamente riguardo ai confinanti, in che modo si presentino

Infatti in una zona buona, dice, si presentano bene

Attilio Regolo quello due volte console nella guerra punica diceva che non si doveva comprare un campo insalubre in luoghi molto fertili né uno molto salubre in quelli sfruttati

La salubrità del luogo non sempre è rilevata dal colorito degli abitanti, poiché abituati resistono anche in luoghi malsani

Inoltre ci sono alcune zone salubri in periodi dell'anno, niente invece è salubre, se questo non è salubre per tutto l'anno

Il campo è cattivo, quando il padrone lotta con lui
[28] Cato inter prima spectari iubet, ut solum sua virtute valeat qua dictum est positione, ut operariorum copia prope sit oppidumque validum, ut navigiorum evectus vel itinerum, ut bene aedificatus et cultus

in quo falli plerosque video; segnitiem enim prioris domini pro emptore esse arbitrantur

nihil est damnosius deserto agro

itaque Cato, de bono domino melius emi, nec temere contemnendam alienam disciplinam, agroque ut homini, quamvis quaestuosus sit, si tamen et sumptuosus, non multum superesse

[29] ille in agro quaestuosissimam iudicat vitem, non frustra, quoniam ante omnia de inpensae ratione cavit; proxime hortos irriguos, nec id falso, si sub oppido sint; et prata antiqui parata dixere, idemque Cato interrogatus, quis esset certissimus quaestus, respondit: si bene pascas; qui proximus: si sat bene
[28] Catone consiglia fra le prime cose di guardare, che valga solo per la sua qualità nella collocazione in cui si è detto, affinchè vicino ci sia abbondanza di operai e una città valida, sia il trasporto di imbarcazioni o di via terra, sia ben edificato e coltivato

In questo vedo che i più sbagliano; infatti pensano che la pigrizia del padrone precedente sia a favore del compratore

Nulla è più dannoso di un campo abbandonato

Perciò Catone (dice che è), meglio comprare da un buon padrone, e che l'insegnamento altrui non è da disprezzare sconsideratamente, e a un campo come ad un uomo, sebbene sia produttivo, se però anche dispendioso, non rimane molto

[29] Quello giudica la vite molto produttiva nel campo, non inutilmente, poiché prima di tutto badò al metodo di spesa; dopo gli orti irrigui, neanche questo a torto, se sono sotto una città; e gli antichi chiamarono i prati cose pronte, e Catone stesso interrogato, quale guadagno fosse il più sicuro, rispose: se pascoli bene; quale il successivo: se abbastanza bene

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 126-186
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 126-186

[30] summa omnium in hoc spectando fuit, ut fructus is maxime probaretur, qui quam minimo inpendio constaturus esset

hoc ex locorum occasione aliter alibi decernitur

eodemque pertinet, quod agricolam vendacem esse oportere dixit, [31] fundum in adulescentia conserendum sine cunctatione, aedificandum non nisi consito agro, tunc quoque cunctanter, optimumque est, ut volgo dixere, aliena insania frui, sed ita, ut villarum tutela non sit oneri

eum tamen, qui bene habitet, saepius ventitare in agrum, frontemque domini plus prodesse quam occipitium non mentiuntur

[32] Modus hic probatur, ut neque fundus villam quaerat neque villa fundum, non, ut fecere iuxta diversis in eadem aetate exemplis L

Lucullus et Q
[30] La conclusione di tutte le cose nell'osservare ciò fu, che è apprezzato soprattutto quel provento, che sia stato ricavato con una spesa quanto più piccola

Questo è stabilito diversamente altrove in base alla caratteristica dei luoghi

Si riferisce a ciò, il fatto che (Catone) disse essere necessario che il contadino voglia vendere, [31] che in giovinezza bisogna coltivare il campo senza esitazione, non bisogna edificare se non dopo aver coltivato il campo, anche allora cautamente, ed è ottima cosa, come hanno detto comunemente, usufruire dello sbaglio altrui, ma così, che la cura dei poderi non sia di peso

Tuttavia, non negano che colui che abita comodamente, viene più spesso nel campo, e che la fronte del padrone giova più della nuca

[32] Questa norma è sperimentata, che il fondo non richieda una villa né la villa un fondo, non, come ugualmente fecero in modi diversi nello stesso periodo L

Lucullo e Q
Scaevola, cum villa Scaevolae fructus non caperet, villam Luculli ager, quo in genere censoria castigatio erat minus arare quam verrere

nec hoc sine arte quadam est

novissimus villam in Misenensi posuit C

Marius VII cos, sed peritia castra metandi sic, ut conparatos ei ceteros etiam Sulla Felix caecos fuisse diceret

[33] convenit neque iuxta paludes ponendam esse neque adverso amne, quamquam Homerus omnino e flumine semper antelucanas auras insalubres verissime tradidit

spectare in aestuosis locis septentriones debet, meridiem in frigidis, in temperatis exortum aequinoctialem
Scevola, quando il podere di Scevola non conteneva i prodotti, il campo di Lucullo il podere, in tal caso era rimprovero dei censori arare di meno che spazzare

Né questo avviene senza una certa arte

C

Mario console sette volte, per ultimo costruì una villa nella zona di Miseno, ma con l'esperienza di predisporre gli accampamenti in modo che, persino Silla Felice diceva che gli altri paragonati a lui erano stati ciechi

[33] Si concorda che non dev'essere posta vicino alle paludi né con un fiume davanti, sebbene Omero abbia comunque tramandato molto giustamente che le brezze antelucane dal fiume sono sempre dannose

Nei luoghi caldi deve guardare le zone settentrionali, in quelli freddi il meridione, in quelli temperati l'orizzonte equinoziale

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 120-130

[34] Agri ipsius bonitas quibus argumentis iudicanda sit, quamquam de terrae genere optimo disserentes abunde dixisse possumus videri, etiamnum tamen traditas notas subsignabimus Catonis maxime verbis: ebulum vel prunus silvestris vel rubus, bulbus minutus, trifolium, herba pratensis, quercus, silvestris pirus malusque frumentarii soli notae, item nigra terra et cinerei coloris

omnis creta coquet, nisi permacra, sabulumque, nisi id etiam pertenue est, et multo campestribus magis quam clivosis respondent eadem

[35] Modum agri in primis servandum antiqui putavere, quippe ita censebant, satius esse minus serere et melius arare; qua in sententia et Vergilium fuisse video
[34] Con quali elementi si deve giudicare la bontà del campo stesso, sebbene possiamo sembrare aver discusso ampiamente trattando riguardo all'ottima qualità della terra, tuttavia segnaleremo ancora le nozioni tramandate soprattutto con le parole di Catone: il sambuco o il pruno selvatico o il rovo, l'erba cipollina, il trifoglio, l'erba di prato, la quercia, il pero e il melo selvatico (sono) indizi di un suolo da frumento, così la terra nera e del colore della cenere

Ogni terra cretosa brucia, a meno che molto magra, e la sabbiosa, a meno che anche questa non sia sottile, e queste stesse sono adatte alle zone campestri più che a quelle in pendio

[35] Gli antichi considerarono che si dovesse osservare innanzitutto una regola del campo, infatti così ritenevano, che fosse più conveniente seminare meno e arare meglio; nel quale concetto vedo che s'inseriva anche Virgilio
verumque confitentibus latifundia perdidere Italiam, iam vero et provincias, sex domini semissem Africae possidebant, cum interfecit eos Nero princeps, non fraudando magnitudine hac quoque sua Cn Pompeio, qui numquam agrum mercatus est conterminum

agro empto domum vendendam inclementer atque non ex utilitate publici status Mago censuit, hoc exordio praecepta pandere ingressus, ut tamen appareat adsiduitatem desideratam ab eo

[36] Dehinc peritia vilicorum in cura habenda est, multaque de his Cato praecepit

nobis satis sit dixisse, quam proximum domino corde esse debere et tamen sibimet ipsi non videri

coli rura ab ergastulis pessumum est, ut quidquid agitur a desperantibus
E per quelli che dichiarano il vero i latifondi rovinarono l'Italia, ormai veramente anche le province, sei proprietari possedevano la metà dell'Africa, quando il principe Nerone li uccise, non togliendo anche questa sua grandezza a Pompeo, che non comprò mai un campo confinante

Magone severamente e non secondo il vantaggio pubblico dello stato ritenne che bisognava vendere la casa dopo aver comprato il terreno, dopo aver iniziato con questo esordio ad illustrare i precetti, per rendere tuttavia desiderata l'assiduità da parte di questo (del contadino)

[36] Poi bisogna tenere in considerazione la bravura dei fattori, e Catone lasciò molte norme su queste cose

A noi sia sufficiente aver detto, che deve essere quanto più vicino col sentimento al padrone e tuttavia non sembrarlo a se stesso

E' pessimo che i campi siano coltivati da schiavi, come qualunque cosa che sia trattata da disperati

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 171 - 175

temerarium videatur unam vocem antiquorum posuisse, et fortassis incredibile, ni penitus aestimetur, nihil minus expedire, quam agrum optime colere

[37] L

Tarius Rufus infima natalium humilitate consulatum militari industria meritus, antiquae alias parsimoniae, circiter |M| HS liberalitate divi Augusti congestum usque ad detractationem heredis exhausit agros in Piceno coemendo colendoque in gloriam

internicionem ergo famemque censemus

immo, Hercules, modum iudicem rerum omnium utilissimum

[38] bene colere necessarium est, optime damnosum, praeterquam subole sua colono aut pascendis alioqui colente

domino aliquas messes colligere non expedit, si conputetur inpendium operae, nec temere olivam, nec quasdam terras diligenter colere, sicut in Sicilia tradunt, itaque decepit advenas

[39] Quonam igitur modo utilissime colentur agri
Potrebbe sembrare ardito aver inserito una frase degli antichi, e forse incredibile, se non si guardi profondamente, che niente avvantaggia meno, che coltivare un campo perfettamente

[37] L

Tario Rufo di bassa umiltà di origini che aveva meritato il consolato per l'abilità militare, d'altra parte di antica parsimonia, profuse circa 100 milioni di sesterzi accumulati con la generosità del divino Augusto nel comprare e coltivare campi in prestigio nel Piceno fino alla rinuncia dell'erede

Dunque consideriamo una fame sterminata

Anzi, per Ercole, la misura giudice molto efficace di tutte le cose

[38] E' necessario coltivare bene, dannoso troppo bene, a meno che non coltivi il colono con la sua prole o con quelli che comunque deve mantenere

Al padrone non serve raccogliere alcuni prodotti, se si conteggia la spesa del lavoro, non sconsideratamente l'olivo, né coltivare accuratamente alcune terre, come tramandano in Sicilia, pertanto inganna gli stranieri

[39] In che modo dunque i campi siano coltivati molto vantaggiosamente

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 09, Paragrafi 01 - 28

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 161-205

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60