Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 153-186, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 153-186

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 11, Paragrafi 153-186
quibusdam insectis intus lingua, ut formicis; ceterum latet et elephanto praecipue

[174] reliquis in suo genere semper absoluta, homini tantum ita sese constricta venis, ut intercidi eas necesse sit

Metellum pontificem adeo inexplanatae fuisse accepimus, ut multis mensibus tortus credatur, dum meditatur in dedicanda aede Opi Opiferae dicere

ceteris septimo ferme anno sermonem exprimit

multis vero talis ars eius contigit, ut avium et animalium vocis indiscreta edatur imitatio

intellectus saporum ceteris in prima lingua, homini et in palato

[175] Tonsillae in homine, in sue glandulae

quod inter eas uvae nomine ultimo dependet palato, homini tantum est

sub ea minor lingua nulli ova generantium

operta eius gemina duabus interpositae fistulis
Per certi insetti la lingua all'interno, come per le formiche; (la lingua) degli altri si nasconde e soprattutto all'elefante

[174] Per gli altri secondo la propria specie sempre sciolta, solo per l'uomo così legata da vene, che è necessario tagliarle

Abbiamo appreso che il pontefice Metello fu di lingua tanto inceppata, che si crede essersi torturato per molti mesi, mentre si prepara a parlare riguardo al tempio da dedicare ad Opi Opifera

Negli altri (la lingua) esprime un discorso circa nel settimo anno

Ma a molti la sua arte si presenta tale, che è prodotta una indistinguibile imitazione della voce degli uccelli e degli animali

Negli altri la percezione dei sapori sulla punta della lingua, per l'uomo anche sul palato

[175] Nell'uomo le tonsille, nel maiale le ghiandole

Solo per l'uomo c'è ciò che pende fra esse nell'ultima parte del palato col nome di ugola

Sotto essa una lingua più piccola che non ha nessuno di quelli che generano uova

Duplice la sua funzione di questa posta fra due canaletti
interior earum appellatur arteria, ad pulmonum atque cor pertinens; [176] hanc operit in epulando, spiritu et voce in illa meante, ne, si potus cibusve in alienum deerraverit tramitem, torqueat

altera exterior appellatur sane gula, qua cibus atque potus devolant

tendit haec ad stomachum, is ad ventrem

hanc per vices operit, cum spiritus tantum aut vox commeat, ne restagnatio intempestiva alvi obstrepat

ex cartilagine et carne arteria, gula e nervo et carne constat

[177] Cervix nulli nisi quibus utraque haec; ceteris collum, quibus tantum gula; sed quibus cervix, e multis vertebratisque orbiculatim ossibus flexilis ad circumspectum articulorum nodis iungitur, leoni tantum et lupo et hyaenae singulis rectisque ossibus rigens
Il più interno di questi è detto trachea, che arriva al polmone e al cuore; [176] la ricopre nel mangiare, affinché, passando in quella il respiro e la voce, non soffra se la bevanda o il cibo hanno deviato verso un altro percorso

L'altro più esterno è detto propriamente gola, per dove scendono cibo e bevande

Questo porta allo stomaco, esso al ventre

La ricopre a sua volta, quando passa solo il respiro o la voce, affinché un improvviso rigurgito dello stomaco non disturbi

La trachea risulta di cartilagine e carne, la gola di nervi e carne

[177] Per nessuno la nuca se non per quelli che (hanno) entrambe queste; per gli altri i quali (hanno) solo la gola, (c'è) il collo, ma a quelli per cui (c'è) la nuca, è congiunta con nodi di articolazioni da molte vertebre e ossa a circolo flessibile per guardare, soltanto al leone e al lupo e alla iena rigida per le ossa uniche e diritte
[178] cetero spinae adnectitur, spina lumbis, ossea, sed tereti structura, per mediae foramina a cerebro medulla descendente

eandem esse ei naturam quam cerebro colligunt, quoniam praetenui eius membrana modo incisa statim expiretur

quibus longa crura, his longa et colla, item aquaticis quamvis brevia crura habentibus, simili modo uncos ungues

[179] Guttur homini tantum et subus intumescit, aquarum quae potantur plerumque vitio

summum gulae fauces vocantur, extremum stomachus

hoc nomine est sub arteria iam carnosa inanitas adnexa spinae, ad latitudinem ac longitudinem lagonae modo fusa

[180] quibus fauces non sunt, ne stomachus quidem est nec colla nec guttur, ut piscibus, et ora ventribus iunguntur

testudini marinae lingua nulla ac dentes: rostri acie comminuit omnia
[178] per il resto è unita alla spina dorsale, la spina ai lombi, ossea, ma con una struttura tonda, con un midollo che scende dal cervello attraverso fori del centro

Deducono che per essa ci sia la stessa natura del cervello, poiché si muore subito appena incisa la sua sottilissima membrana

Per quelli che hanno lunghe zampe, per questi lunghi anche i colli, ugualmente per gli acquatici sebbene le zampe più corte, allo stesso modo le unghie uncinate

[179] Solo all'uomo e ai maiali la gola s'ingrossa, per lo più per l'inquinamento delle acque che bevono

Fauci sono dette la sommità della gola, stomaco la parte finale

Con questo nome c'è anche sotto la trachea una cavità carnosa appoggiata alla spina dorsale, estesa in larghezza e lunghezza al modo di una bottiglia

[180] A quelli a cui non ci sono le fauci, non c'è neanche lo stomaco né il collo né la gola, come per i pesci, anche le bocche sono unite ai ventri

Per la tartaruga marina nessuna lingua e denti: con la punta del becco sminuzza tutto

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223

postea arteria et stomachus denticulatus callo in modum rubi ad conficiendos cibos, descrescentibus crenis quicquid adpropinquent ventri; novissima asperitas ut scobina fabrilis

[181] Cor animalibus ceteris medio pectore est, homini tantum infra laevam papillam turbinato mucrone in priora eminens

piscibus solis ad os spectat

hoc primum nascentibus formari in utero tradunt, deinde cerebrum, sicut tardissime oculos, sed hos primum emori, cor novissime

huic praecipuus calor

palpitat certe et quasi alterum movetur intra animal praemolli firmoque opertum membranae involucro, munitum costarum et pectoris muro, ut pariat praecipuam vitae causam et originem

[182] prima domicilia intra se animo et sanguini praebet sinuoso specu et in magnis animalibus triplici, in nullo non gemino

ibi mens habitat
Dopo la trachea e lo stomaco denticolato con scaglie al modo di un rovo per spezzettare i cibi, con fenditure decrescenti quanto più si avvicinano al ventre; l'ultima asperità come la raspa del fabbro

[181] Per gli altri animali il cuore è in mezzo al petto, solo per l'uomo sotto la mammella sinistra tendente in avanti con la punta a cono

Per i soli pesci guarda verso la bocca

Dicono che questo nei feti si formi per primo nell'utero, poi il cervello, quindi molto tardi gli occhi, ma che questi muoiano per primi, il cuore per ultimo

A questo particolare il calore

Certamente palpita e si muove dentro quasi come un altro essere vivente avvolto dal rivestimento di una membrana molto morbida e resistente, protetto dalla difesa delle costole e del petto, affinché produca la particolare condizione e origine della vita

[182] Dentro sé offre la prima sede al soffio e al sangue nella cavità sinuosa e triplice negli animali grandi, in nessuno non doppia

Qui risiede la mente
ex hoc fonte duae grandes venae in priora et terga discurrunt sparsaqua ramorum serie per alias minores omnibus membris vitalem sanguinem rigant

solum hoc viscerum vitiis non maceratur nec supplicia vitae trahit laesumque mortem ilico adfert

ceteris corruptis vitalitas in corde durat

[183] Bruta existimantur animalium quibus durum riget, audacia quibus parvum est, pavida quibus praegrande, maximum autem est portione muribus, lepori, asino, cervo, pantherae, mustelis, hyaenis et omnibus timidis aut propter metum maleficis

in Paphlagonia bina pernicibus corda

[184] in equorum corde et boum ossa reperiuntur interdum
Da questa fonte partono due grandi vene verso le parti anteriori e posteriori e con una diffusa serie di ramificazioni attraverso altre più piccole portano il sangue vitale a tutte le membra

Degli organi interni solo questo non è tormentato da malattie né prolunga le sofferenze della vita e colpito subito provoca la morte

Pur rovinati gli altri organi, la vitalità resiste nel cuore

[183] Degli animali sono ritenuti sciocchi quelli a cui risulta rigido, audaci quelli a cui è piccolo, paurosi quelli a cui è molto grande, in proporzione poi è grandissimo ai topi, alla lepre, all'asino, al cervo, alla pantera, alle faine, alle iene e a tutti i timidi o ai dannosi per paura

In Paflagonia per le pernici due cuori

[184] Nel cuore dei cavalli e dei buoi talvolta si trovano ossa

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 01 - 12

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 11, Paragrafi 01 - 12

augeri id per singulos annos in homine et binas drachmas ponderi ad quinquagensimum annum accedere, ab eo detrahi tantundem, et ideo non vivere hominem ultra centesimum annum defectu cordis Aegyptii existimant, quibus mos est cadavera adservare medicata

[185] hirto corde gigni quosdam homines proditur neque alios fortioris esse industriae, sicut Aristomenen Messenium, qui trecentos occidit Lacedaemonios

ipse convolneratus captus semel per cavernam lautumiarum evasit angustias, volpium aditus secutus

iterum captus sopitis custodibus somno ad ignem advolutus lora cum corpore exussit

tertium capto Lacedaemonii pectus dissecuere viventi, hirsutumque cor repertum est

[186] In corde summo pinguitudo quaedam est laetis extis

non semper autem in parte extorum habitum est

L
Gli Egiziani, per i quali è usanza conservare i cadaveri imbalsamati, ritengono che esso aumenti ogni anno nell'uomo e aggiunga due dracme al peso fino al cinquantesimo anno, che da allora diminuisca altrettanto, e che perciò l'uomo non vive oltre il centesimo anno per il mancamento del cuore

[185] Si dice che alcuni uomini nascano con il cuore irsuto e che non ci siano altri d'ingegno più grande, come Aristomene di Messene, che uccise trecento Spartani

Lo stesso catturato ferito una volta sfuggì le angustie delle latomie attraverso una grotta, avendo seguito il passaggio delle volpi

Catturato nuovamente, con le sentinelle addormentate rigiratosi sul fuoco bruciò col corpo le corde

Gli Spartani catturatolo per la terza volta squarciarono il petto a lui vivo, e fu trovato un cuore irsuto

[186] Nella parte superiore del cuore una certa grassezza è per favorevoli presagi

Non sempre poi fu assegnato alla categorie delle viscere

Quando era re dei sacrifici L
Postumio L F Albino rege sacrorum post CXXVI Olympiadem, cum rex Pyrrhus ex Italia decessisset, cor in extis haruspices inspicere coeperunt

Caesari dictatori, quo die primum veste purpurea processit atque in sella aurea sedit, sacrificanti in extis defuit

unde quaestio magna de divinatione argumentantibus, potueritne sine illo viscere hostia vivere an ad tempus amiserit

Postumio Albino figlio di Lucio dopo la centoventiseiesima Olimpiade, essendosi il re Pirro allontanato dall'Italia, gli aruspici cominciarono ad inserire il cuore fra le viscere

Al dittatore Cesare, nel giorno in cui per la prima volta si presentò con la veste purpurea e sedette sulla sedia aurea, mentre sacrificava mancò fra le viscere

Da qui una grande disputa per quelli che discutono circa la divinazione, se la vittima abbia potuto vivere senza quell'organo o l'abbia perso allora

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