Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, paragrafi 45-103

a Corsica, Planasia a specie dicta, aequalis freto ideoque navigiis fallax; [81] amplior Urgo et Capraria, quam Graeci Aegilion dixere, item Igilium et Dianium, quam Artemisiam, ambae contra Cosanum litus, et Barpana, Menaria, Columbaria, Venaria, Ilva cum ferri metallis, circuitus C, a Populonio X, a Graecis Aethalia dicta

ab ea Planasia XXVIII

ab iis ultra Tiberina ostia in Antiano Astura, mox Palmaria, Sinonia, adversum Formias Pontiae

[82] in Puteolano autem sinu Pandateria, Prochyta, non ab Aeneae nutrice, sed quia profusa ab Aenaria erat, Aenaria a statione navium Aeneae, Homero Inarime dicta, Pithecusa, non a simiarum multitudine, ut aliqui existimavere, sed a figlinis doliorum
[81] Più grande Urgo e la Capraria, che i Greci chiamarono Egilion, poi Igilio e Dianio, che (chiamarono) Artemisia, entrambe di fronte al litorale di Cosa, e Barpana, Menaria, Columbaria, Venaria, Ilva con miniere di ferro, il perimetro 100 miglia, 10 miglia da Populonia, detta Etalia dai Greci

Pianosa 28 miglia da questa

Dopo queste oltre le foci del Tevere nel territorio di Anzio Astura, poi Palmaria, Sinonia, Ponza di fronte a Formia

[82] Nel golfo di Pozzuoli poi Pandateria, Procida, non dalla nutrice di Enea, ma perché era stata creata da Enaria, Enaria dalla sosta delle navi di Enea, detta da Omero Inarime, Pitecusa, non dalla moltitudine di scimmie, come alcuni pensarono, ma dalle officine di ceramiche
inter Pausilypum et Neapolim Megaris, mox a Surrento VIII distantes Tiberi principis arce nobiles Capreae circuitu XI:m, [83] Leucothea extraque conspectum pelagus Africum attingens Sardinia, minus VIII p

a Corsicae extremis, etiamnum angustias eas artantibus insulis parvis, quae Cuniculariae appellantur, itemque Phintonis et Fossae, a quibus fretum ipsum Taphros nominatur; [84] Sardinia ab oriente patens CLXXXVIII p

, ab occidente CLXXV, a meridie LXXVII, a septentrione CXXV, circuitu DLXV, abest ab Africa Caralitano promunturio CC, a Gadibus |XII|:L

habet et a Gorditano promunturio duas insulas quae vocantur Herculis, a Sulcensi Enosim, a Caralitano Ficariam; [85] quidam haut procul ab ea et Leberidas ponunt et Callode et quam vocant Heras Lutra
Tra Posillipo e Napoli Megaride, poi distante 8 miglia da Sorrento Capri col perimetro di 11 miglia famosa per il palazzo dell'imperatore Tiberio, [83] Leucotea e fuori vista la Sardegna che tocca il mare Africano, meno di 8 miglia dall'estremità della Corsica, mentre piccole isole rendono anguste quelle, che sono dette dei Conigli, e poi (le località) di Fintone e Fossa, da cui lo stesso stretto è detto Taphros

[84] La Sardegna che si estende da oriente 188 miglia, da occidente 175, dal meridione 77, dal settentrione 125, col perimetro di 565 miglia, dista dall'Africa 200 miglia dal promontorio Cagliaritano, 1200 miglia da Gades

Dal promontorio Gorditano ha anche due isole che sono dette di Ercole, da quello di Sulci Enosi, da quello cagliaritano Ficaria

[85] Alcuni pongono non lontano da questa anche le Leberidi e Callode e quella che chiamano Heras Lutra
celeberrimi in ea populorum Ilienses, Balari, Corsi, oppidorum XVIII Suleitani, Valentini, Neapolitani, Bitienses, Caralitani civium R

et Norenses, colonia autem una, quae vocatur Ad Turrem Libisonis; Sardiniam ipsam Timaeus Sandaliotim appellavit ab effigie soleae, Myrsilus Ichnusam a similitudine vestigii

contra Paestanum sinum Leucosia est, a Sirene ibi sepulta appellata, contra Veliam Pontia et Isacia, utraeque uno nomine Oenotrides, argumentum possessae ab Oenotris Italiae, contra Vibonem parvae quae vocantur Ithacesiae ab Ulixis specula

[86] Verum ante omnes claritate Sicilia, Sicania Thucydide dicta, Trinacria pluribus aut Trinacia a triangula specie, circuitu patens, ut auctor est Agrippa,DCXVIII p
In essa i popoli più famosi gli Iliensi, i Balari, i Corsi, i Sulcitani delle 18 città, i Valentini, i Neapolitani, i Bitiensi, i Cagliaritani di diritto Romano e i Norensi, poi una colonia, che è chiamata Alla Torre di Libisone

Timeo chiamò la Sardegna stessa Sandaliotis per l'aspetto di una suola, Mirsilo Icnusa per la somiglianza di un'orma

Di fronte al golfo di Paestum c'è Leucosia, denominata dalla Sirena qui sepolta, di fronte a Velia Ponza e Isacia, entrambe col solo nome di Enotridi, testimonianza del possesso dell'Italia da parte degli Enotri, di fronte a Vibo le piccole che sono dette Itacesi dalla torre di guardia di Ulisse

[86] In verità davanti a tutte per fama la Sicilia, detta Sicania da Tucidide, Trinacria dalla maggior parte o Trinacia dalla forma triangolare, che si stende con un perimetro, come è testimone Agrippa, di 618 miglia, che si univa un tempo al territorio Bruzio, poi staccata dal mare interpostosi, con uno stretto lungo 15 miglia, largo invece 1500 vicino alla Colonna Regia

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 145-152
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 11, Paragrafi 145-152

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 11, Paragrafi 145-152

, quondam Bruttio agro cohaerens, mox interfuso mari avulsa,XV in longitudinem freto, in latitudinem autem M:D p

iuxta Columnam Regiam; ab hoc dehiscendi argumento Rhegium Graeci nomen dedere oppido in margine Italiae sito; [87] in eo freto est scopulus Scyllae, item Charybdis mare verticosum, ambae clarae saevitia

ipsius triquetrae, ut diximus, promunturium Pelorum vocatur adversus Scyllam vergens in Italiam, Pachynum in Graeciam,CCCCXL ab eo distante Peloponneso, Lilybaeum in Africam CLXXX intervallo a Mercuri promunturio et a Caralitano Sardiniae CXC

inter se autem promunturia ac latera distant his spatiis: terreno itinere a Peloro Pachymum CLXXVI, inde Lilybaeum CC, unde Pelorum CCXLII

[88] coloniae ibi V, urbes aut civitates LXIII

a Peloro mare Ionium ora spectante oppidum Messana civium R
Da questo motivo del dividersi i Greci diedero alla città posta sulla punta dell'Italia il nome di Reggio

[87] In questo stretto c'è lo scoglio di Scilla, anche il mare agitato di Cariddi, entrambe famose per la crudeltà

Come abbiamo detto, il promontorio della stessa terra triangolare che volge verso l'Italia di fronte a Scilla è detto Peloro, (quello) verso la Grecia Pachino, distante il Peloponneso da questo 440 miglia, (quello) verso l'Africa Lilebeo con una distanza di 180 miglia dal promontorio di Mercurio e 190 dal Cagliaritano della Sardegna

Tra loro poi i promontori e i lati distano con questi spazi: il percorso per terra dal Peloro a Pachino 176 miglia, da qui al Lilibeo 200, da qui al Peloro 242

[88] Qui cinque colonie, 63 le città o governi

Sulla costa che guarda il mare Ionio dal Peloro la città di Messina di cittadini di diritto Romano, che sono detti Mamertini, il promontorio Drepano, la colonia dei Tauromeni, che prima (era) Nasso, il fiume Asines, il monte Etna, mirabile per i bagliori notturni
, qui Mamertini vocantur, promunturium Drepanum, colonia Tauromenium, quae antea Naxos, flumen Asines, mons Aetna, nocturnis mirus incendiis; crater eius patet ambitu stadia viginti; favilla Tauromenium et Catinam usque pervenit fervens, fragor vero ad Maroneum et Gemellos colles

[89] scopuli tres Cyclopum, portus Ulixis, colonia Catina, flumina Symaethum, Terias; intus Laestrygoni campi; oppida Leontini, Megaris, amnis Pantagies, colonia Syracusae cum fonte Arethusa, quamquam et Temenitis et Archidemia et Magea et Cyane et Milichie fontes in Syracusano potantur agro, portus Naustathmus, flumen Elorum, promunturium Pachynum, a quo

Il suo Cratere si stende con un giro di venti stadi; la cenere ardente arriva fino a Taormina e Catania, il calore poi fino a Maroneo e ai colli Gemelli

[89] Tre scogli dei Ciclopi, il porto di Ulisse, la colonia Catina, i fiumi Simeto, Teria

All'interno i campi Lestrigoni

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 31, Paragrafi 75-131

fronte Siciliae flumen Hyrminum, oppidum Camarina, fluvius Gelas, oppidum Agragas, quod Agrigentum nostri dixere, [90] Thermae colonia, amnes Achates, Mazara, Hypsa, Selinuus, oppidum Lilybaeum, ab eo promunturium, Drepana, mons Eryx, oppida Panhormum, Soluus, Himera cum fluvio, Cephaloedis, Haluntium, Agathyrnum, Tyndaris colonia, oppidum Mylae et, unde coepimus, Pelorias Le città di Leontini, Megara, il fiume Pantagie, la colonia di Siracusa con la fonte Aretusa, sebbene anche le fonti Temeniti e l'Archidemia e la Magea e Cyane e Milichie, sono bevute nel territorio Siracusano, il porto Naustatmo, il fiume Eloro, il promontorio Pachino, da cui nella parte anteriore della Sicilia il fiume Irmino, la città di Camarina, il fiume Gela, la città di Agragas, che i nostri chiamarono Agrigento, [90] la colonia di Terme, i fiumi Acate, Mazara, Ipsa, Selino, la città di Lilibeo, da cui il promontorio, Drepana, il monte Erice, la città di Palermo, Solo, Imera col fiume, Cefaledi, Aluntio, Agatirno, la colonia di Tindari, la città di Mile e da dove abbiamo iniziato Peloria
[91] intus autem Latinae condicionis Centuripini, Netini, Segestani, stipendiarii Assorini, Aetnenses, Agyrini, Acestaei, Acrenses, Bidini, Citarini, Drepanitani, Ergetini, Echetlienses, Erycini, Entellini, Enini, Egguini, Gelani, Galacteni, Halesini, Hennenses, Hyblenses, Herbitenses, Herbessenses, Herulenses, Halicuenses, Hadranitani, Imacarenses, Ipanenses, Iaetenses, Mutustratini, Magellini, Murgentini, Mutycenses, Menanini, Naxi, Noini, Petrini, Paropini, Phintienses, Semelitani, Scherini, Selinunti, Symaethii, Talarenses, Tissinenses, Triocalini, Tyracinenses, Zanclaei Messeniorum

[92] In Siculo freto sunt insulae in Africam versae Gaulos, Melita a Camarina LXXXVII, a Lilybaeo CXIII, Cossyra, Hieronnesos, Caene, Galata, Lopadusa, Aethusa, quam alii Aegusam scripserunt, Bucinna et a Solunte LXXV Osteodes contraque Paropinos Ustica
[91] All'interno poi di diritto latino i Centuripini, i Netini, Segestani, gli Assorini tributari, gli Etnensi, gli Agirini, Acestei, Acrensi, Bidini, Citarini, Drepanitani, Ergetini, Echetliensi, Ericini, Entellini, Enini, Egguini, Gelani, Galacteni, Alesini, Ennensi, Iblensi, Erbitensi, Erbitensi, Erbessensi, Erulensi, Alicuensi, Adranitani, Imacarensi, Ipanensi, Ietensi, Mutustratini, Magellini, Murgentini, Muticensi, Menanini, Naxi, Noini, Petrini, Paropini, Fintiensi, Semelitani, Scherini, Selinunti, Simezii, Talarensi, Tissinensi, Triocalini, Tiracinensi, gli Zanclei (della zona) dei Messinesi

[92] Nello stretto Siculo rivolte verso l'Africa ci sono le isole Gaulo, Melita a 87 miglia da Camarina, 113 dal Lilibeo, Cossira, Ieronneso, Cene, Galata, Lopadusa, Etusa, che altri riportarono come Egusa, Bucinna e Osteode 75 miglia da Solunto e Ustica di fronte a Paropino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 187-216
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 187-216

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 187-216

citra vero Siciliam ex adverso Metauri amnis XXV ferme p

ab Italia septem Aeoliae appellatae, eaedem Liparaeorum, Hephaestiades a Graecis, a nostris Volcaniae, Aeoliae, quod Aeolus Iliacis temporibus ibi regnavit; [93] Lipara cum civium Romanorum oppido, dicta a Liparo rege, qui successit Aeolo, antea Milogonis vel Meligunis vocitata, abest XXV ab Italia, ipsa circuitu paulo minor V

inter hanc et Siciliam altera, antea Therasia appellata, nunc Hiera, quia sacra Volcano est, colle in ea nocturnas evomente flammas

[94] tertia Strongyle, a Lipara VI p

ad exortum solis vergens, in qua regnavit Aeolus; quae a Lipara liquidiore tantum flamma differt, e cuius fumo, quinam flaturi sint venti in triduo, praedicere incolae traduntur; unde ventos Aeolo paruisse existimatum; quarta Didyme, minor quam Lipara

quinta Ericusa, sexta Phoenicusa, pabulo proximarum relictae
Al di qua poi della Sicilia di fronte al fiume Metauro a circa 25 miglia dall'Italia le sette dette Eolie, le stesse dei Lipari, (dette) Efestiadi dai Greci, dai nostri Vulcanie, Eolie, poiché Eolo regnò qui ai tempi della guerra di Troia

[93] Lipari con la città di diritto Romano denominata dal re Liparo, che successe ad Eolo, chioamata prima Milogonis o Meligunis, dista 25 miglia dall'Italia, la stessa con un perimetro poco meno di 5 miglia

Tra questa e la Sicilia un'altra, chiamata prima Terasia, ora Hiera, perché è sacra a Vulcano, con un colle su di essa che emette fiamme notturne

[94] La terza Strongile, a 6 miglia da Lipari che volge verso il soegere del sole, in cui regnò Eolo; che differisce da Lipari solo per una fiamma più viva, dal cui fumo, tramandano che gli abitanti predicano quali venti stanno per soffiare per tre giorni, da qui si pensò che i venti obbedivano ad Eolo

La quarta Dydime, minore di Lipari

La quinta Ericusa, la sesta Fenicusa, lasciate a pascolo delle più vicine
novissima eademque minima Euonymos

hactenus de primo Europae sinu

[95] A Locris Italiae frons incipit, Magna Graecia appellata, in tris sinus recedens Ausonii maris, quoniam Ausones tenuere primi

patet LXXXVI, ut auctor est Varro; plerique LXXV fecere; in ea ora flumina innumera, sed memoratu digna a Locris Sagra et vestigia oppidi Caulonis, Mustiae, Consilinum castrum, Cocynthum, quod esse longissimum Italiae promunturium aliqui existimant

dein sinus et oppidum Scolacium, Scylaceum et Scylletium Atheniensibus, cum conderent, dictum, quem locum occurrens Terinaeus sinus paeninsulam efficit, et in ea portus qui vocatur Castra Hannibalis, nusquam angustiore Italia:XL p

latitudo est; itaque Dionysius maior intercisam eo loco adicere Siciliae voluit
L'ultima e la stessa la più piccola Evonimo

Fin qui riguardo alla prima insenatura d'Europa

[95] Da Locri incomincia l'inizio dell'Italia, chiamata Magna Grecia, che si ritrae in tre golfi del mare Ausonio, poiché gli Ausoni si stabilirono per primi

Si estende per 86 miglia, come è testimone Varrone; la maggior parte la ritennero di 75 miglia

Su questa costa innumerevoli fiumi, ma degne da ricordare a partire da Locri il Sagra e i resti della città di Caulonia, Mustia, la fortezza di Consilino, Cocinto che alcuni ritengono essere il promontorio più lungo d'Italia

Poi il golfo e la città di Scolacio, detta Scylaceo e Scyllezio dagli Ateniesi, quando la fondarono, occupando questo luogo il golfo Terineo forma una penisola, e in essa il porto che è chiamato Accampamento di Annibale, in nessun luogo è più stretta l'Italia: 40 miglia di larghezza; perciò Dionisio il grande volle aggiungere la parte tagliata in quel luogo alla Sicilia

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 146 - 156
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 146 - 156

[96] amnes ibi navigabiles Carcinus, Crotalus, Semirus, Arogas, Thagines, oppidum intus Petelia, mons Clibanus, promunturium Lacinium, cuius ante oram insula X m

a terra Dioscoron, altera Calypsus quam Ogygiam appellasse Homerus existimatur, praeterea Tyris, Eranusa, Meloessa

ipsum a Caulone abesse LXX prodit Agrippa; [97] A Lacinio promunturio secundus Europae sinus incipit, magno ambitu flexus et Acroceraunio Epiri finitus promunturio, a quo abest LXXV

oppidum Croto, amnis Neaethus, oppidum Thuri inter duos amnes Crathim et Sybarim, ubi fuit urbs eodem nomine

similiter est inter Sirim et Acirim Heraclea, aliquando Siris vocitata

flumina Acandrum, Casuentum, oppidum Metapontum, quo tertia Italiae regio finitur
[96] Qui navigabili i fiumi Carcino, Crotalo, Semiro, Aroga, Tagine, all'interno la città di Petelia, il monte Clibano, il promontorio Lacinio, davanti alla cui costa l'isola Dioscoro a 10 miglia dalla terra, l'altra Calipso che Omero è ritenuto aver chiamato Ogigia, inoltre Tyri, Eranusa, Melessa

Agrippa riferisce che lo stesso (promontorio) dista 70 miglia da Caulon

[97] Dal promontorio Lacinio comincia il secondo golfo dell'Europa, piegato in un grande arco e delimitato dal promontorio Acroceraunio dell'Epiro, da cui dista 75 miglia

La città di Croto, il fiume Neto, la città di Thuri tra due fiumi il Crati e il Sibari, dove ci fu la città con lo stesso nome

Ugualmente c'è fra il Siri e l'Aciri Eraclea, un tempo chiamata Siri

I fiumi Acandro, Casuento, la città di Metaponto, dove è fissata la terza regione d'Italia
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 29-101