Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 04, pag 4

Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 04

Latino: dall'autore Nepote, opera Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium parte Parte 04
Ibi brevi tempore barbarum copiis disiectis tota regione, quam petierat, potitus, loca castellis idonea communiit, multitudinem, quam secum duxerat, in agris collocavit crebrisque excursionibus locupletavit

Neque minus in ea re prudentia quam felicitate adiutus est

Nam cum virtute militum devicisset hostium exercitus, summa aequitate res constituit atque ipse ibidem manere decrevit

Erat enim inter eos dignitate regia, quamvis carebat nomine, neque id magis imperio quam iustitia consecutus

Neque eo setius Atheniensibus, a quibus erat profectus, officia praestabat

Quibus rebus fiebat, ut non minus eorum voluntate perpetuo imperium obtineret, qui miserant, quam illorum, cum quibus erat profectus

Chersoneso tali modo constituta Lemnum revertitur et ex pacto postulat, ut sibi urbem tradant
Là sbaragliò in breve tempo le truppe dei barbari, si impadronì di tutta la regione meta della sua spedizione, munì di fortezze le posizioni, strategiche, distribuì nei campi le genti che aveva portato con sé e le arricchì con frequenti scorrerie

E in questo non fu aiutato meno dalla accortezza che dalla fortuna

Infatti dopo aver sbaragliato, grazie al valore dei suoi soldati, le truppe nemiche, ordinò la colonia con somma equità ed egli stesso decise di rimanere sul posto

Aveva presso di loro l'autorità di un re, sebbene non ne avesse il nome e ottenne questo più con il suo senso della giustizia che in forza del suo potere

Non per questo trascurava gli interessi degli Ateniesi, per conto dei quali era partito

In questo modo riusciva a mantenere ininterrottamente il potere non meno per volontà di quelli che lo avevano inviato che di quelli con i quali era partito

Ordinato così il Chersoneso, torna a Lemno ed in base ai patti reclama la consegna della città
Illi enim dixerant, cum vento borea domo profectus eo pervenisset, sese dedituros: se autem domum Chersonesi habere

Cares, qui tum Lemnum incolebant, etsi praeter opinionem res ceciderat, tamen non dicto, sed secunda fortuna adversariorum capti resistere ausi non sunt atque ex insula demigrarunt

Pari felicitate ceteras insulas, quae Cyclades nominantur, sub Atheniensium redegit potestatem

Eisdem temporibus Persarum rex Darius ex Asia in Europam exercitu traiecto Scythis bellum inferre decrevit

Pontem fecit in Histro flumine, qua copias traduceret

Eius pontis, dum ipse abesset, custodes reliquit principes, quos secum ex Ionia et Aeolide duxerat; quibus singulis illarum urbium perpetua dederat imperia
quelli infatti avevano detto che gli si sarebbero arresi, quando partito da casa fosse giunto là con il vento di tramontana: ebbene egli aveva la sua casa nel Chersoneso

I Cari, che allora abitavano Lemno, sebbene la cosa si fosse svolta contro la loro aspettativa, tuttavia vinti non dalla promessa fatta ma dalla buona fortuna dei nemici, non osarono resistere e abbandonarono l'isola

Con pari successo ridusse sotto il dominio degli Ateniesi le altre isole che hanno il nome di Cicladi

In quello stesso tomo di tempo, il re dei Persiani, Dario, trasferito l'esercito dall'Asia in Europa, decise di portar guerra agli Sciti

Per fare passare le truppe fece costruire un ponte sul Danubio

A custodia di quel ponte, per il tempo della sua assenza, lasciò dei capi che aveva portato con sé dalla Ionia e dall'Eolide ad ognuno dei quali aveva affidato la signoria perpetua di quelle città
Sic enim facillime putavit se Graeca lingua loquentes, qui Asiam incolerent, sub sua retenturum potestate, si amicis suis oppida tuenda tradidisset, quibus se oppresso nulla spes salutis relinqueretur

In hoc fuit tum numero Miltiades, cui illa custodia crederetur

Hic, cum crebri afferrent nuntii male rem gerere Darium premique a Scythis, Miltiades hortatus est pontis custodes, ne a fortuna datam occasionem liberandae Graeciae dimitterent

Nam si cum iis copiis, quas secum transportarat, interiisset Darius, non solum Europam fore tutam, sed etiam eos, qui Asiam incolerent Graeci genere, liberos a Persarum futuros dominatione et periculo; id facile effici posse

Ponte enim rescisso regem vel hostium ferro vel inopia paucis diebus interiturum
In questo modo infatti riteneva di poter conservare facilmente in suo potere le popolazioni di lingua greca che abitavano l'Asia se avesse affidato la difesa delle città ai suoi amici che non avrebbero avuto via di scampo una volta che lui fosse stato soppresso

Nel numero di questi a cui doveva essere affidata tale custodia c'era anche Milziade

Ora siccome frequenti messaggeri riferivano che Dario era in difficoltà con la sua impresa ed era incalzato dagli Sciti, Milziade esortò i custodi del ponte a non lasciarsi sfuggire l'occasione offerta dalla fortuna di liberare la Grecia

Se Dario infatti fosse perito con le truppe che aveva trasportato con sé, non solo l'Europa sarebbe stata al sicuro, ma anche i popoli di stirpe greca che abitavano l'Asia, sarebbero stati liberi dalla dominazione e dalle minacce persiane

Era anche facile ottenere questo: se infatti si fosse tagliato il ponte, il re sarebbe perito in pochi giorni o per gli attacchi nemici o per mancanza di vettovaglie

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Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 03
Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 03

Latino: dall'autore Nepote, opera Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium parte Parte 03

Ad hoc consilium cum plerique accederent, Histiaeus Milesius, ne res conficeretur, obstitit, dicens: non idem ipsis, qui summas imperii tenerent, expedire et multitudini, quod Darii regno ipsorum niteretur dominatio; quo exstincto ipsos potestate expulsos civibus suis poenas daturos

Itaque adeo se abhorrere a ceterorum consilio, ut nihil putet ipsis utilius quam confirmari regnum Persarum

Huius cum sententiam plurimi essent secuti, Miltiades, non dubitans tam multis consciis ad regis aures consilia sua perventura, Chersonesum reliquit ac rursus Athenas demigravit

Cuius ratio etsi non valuit, tamen magnopere est laudanda, cum amicior omnium libertati quam suae fuerit dominationi
Molti condivisero il piano, ma Istico di Mileto si oppose alla esecuzione dell'impresa, dicendo che gli interessi di quelli che avevano in mano il potere non coincidevano con quelli del popolo, perché il loro potere si fondava sul regno di Dario: ucciso lui, loro sarebbero stati cacciati dal potere ed avrebbero subito la vendetta dei propri concittadini

egli era perciò tanto contrario al piano degli altri, da ritenere che nulla fosse più conforme ai loro interessi che il rafforzamento del regno dei Persiani

Poiché moltissimi avevano abbracciato il parere di costui, Milziade sicuro che, con tanti che ne erano a conoscenza, i suoi disegni sarebbero arrivati anche alle orecchie del re, lasciò il Chersoneso e se ne tornò ad Atene

Il suo piano anche se non andò ad effetto merita però la massima lode: con esso infatti egli dimostrò di amare più la libertà di tutti che il proprio personale potere
Darius autem cum ex Europa in Asiam redisset, hortantibus amicis, ut Graeciam redigeret in suam potestatem, classem quingentarum navium comparavit eique Datim praefecit et Artaphernem hisque ducenta peditum, decem milia equitum dedit, causam interserens, se hostem esse Atheniensibus, quod eorum auxilio Iones Sardis expugnassent suaque praesidia interfecissent

Illi praefecti regii classe ad Euboeam appulsa celeriter Eretriam ceperunt omnesque eius gentis cives abreptos in Asiam ad regem miserunt

Inde ad Atticam accesserunt ac suas copias in campum Marathona deduxerunt

Is est ab oppido circiter milia passuum decem

Hoc tumultu Athenienses tam propinquo tamque magno permoti auxilium usquam nisi a Lacedaemoniis petiverunt Phidippumque, cursorem eius generis, qui hemerodromoe vocantur Lacedaemonem miserunt, ut nuntiaret, quam celeri opus esset auxilio
Dario poi, ritornato dall'Europa in Asia, poichè gli amici consigliavano di ridurre in suo potere la Grecia, allestì una flotta di cinquecento navi e vi pose a capo Dati e Artaferne; a costoro diede duecentomila fanti e diecimila cavalieri, adducendo come pretesto di essere nemico degli Ateniesi perchè con il loro aiuto gli Ioni avevano espugnato Sardi e avevano annientato i suoi presidi

Quei comandanti regi, approdata la flotta in Eubea, presero rapidamente Eretria e catturarono tutti gli abitanti di quella regione e li mandarono dal re in Asia

Poi si avvicinarono all'Attica e sbarcarono le loro truppe sulla pianura di Maratona

Questa dista circa diecimila passi dalla città di Atene

Gli Ateniesi, turbati da questo attacco così vicino e grande, a nessun altro chiesero aiuto se non agli Spartani e inviarono a Sparta Filippide, uno di quei corrieri che si chiamano emerodromi, per riferire quanto fosse urgente l'aiuto di cui avevano bisogno

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Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 01
Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 01

Latino: dall'autore Nepote, opera Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium parte Parte 01

Domi autem creant decem praetores, qui exercitui praeessent, in eis Miltiadem

Inter quos magna fuit contentio, utrum moenibus se defenderent an obviam irent hostibus acieque decernerent

Unus Miltiades maxime nitebatur, ut primo quoque tempore castra fierent: id si factum esset, et civibus animum accessurum, cum viderent de eorum virtute non desperari, et hostes eadem re fore tardiores, si animadverterent auderi adversus se tam exiguis copiis dimicari

Hoc in tempore nulla civitas Atheniensibus auxilio fuit praeter Plataeenses

Ea mille misit militum Itaque horum adventu decem milia armatorum completa sunt; quae manus mirabili flagrabat pugnandi cupiditate

Quo factum est, ut plus quam collegae Miltiades valeret

Eius ergo auctoritate impulsi Athenienses copias ex urbe eduxerunt locoque idoneo castra fecerunt
Intanto in patria si nominano dieci condottieri per comandare l'esercito, tra questi Milziade

Ma tra loro ci fu un'aspra contesa: se difendersi entro le mura o andare contro i nemici e combattere in campo aperto

Solo Milziade insisteva con grande energia perchè si allestisse l'accampamento al piu' presto: diceva che se questo fosse stato fatto sia il coraggio sarebbe cresciuto nei concittadini, vedendo che non si diffidava del loro valore, sia i nemici sarebbero stati piu' cauti se avessero capito che si osava combattere contro di loro con truppe così esigue

In questo frangente nessuna città venne in aiuto agli Ateniesi tranne Platea che inviò mille soldati

Così con il loro arrivo si raggiunse il numero di diecimila unità: e questi erano presi da un mirabile ardore di combattere

Ne conseguì che il piano di Milziade ebbe la meglio su quello dei suoi colleghi

Spinti dunque dalla sua autorità, gli Ateniesi fecero uscire le loro truppe dalla Città e le accamparono in una posizione strategica
Dein postero die sub montis radicibus acie e regione instructa non apertissuma - namque arbores multis locis erant rarae - proelium commiserunt hoc consilio, ut et montium altitudine tegerentur et arborum tractu equitatus hostium impediretur, ne multitudine clauderentur

Datis etsi non aequum locum videbat suis, tamen fretus numero copiarum suarum confligere cupiebat eoque magis, quod, priusquam Lacedaemonii subsidio venirent, dimicare utile arbitrabatur

Itaque in aciem peditum centum, equitum decem milia produxit proeliumque commisit

In quo tanto plus virtute valuerunt Athenienses, ut decemplicem numerum hostium profligarint adeoque perterruerint, ut Persae non castra, sed naves petierint

Qua pugna nihil adhuc exstitit nobilius Nulla enim umquam tam exigua manus tantas opes prostravit
Il giorno dopo, schierato l'esercito alle falde del monte, in un luogo non molto aperto (c'erano difatti degli alberi in più punti), attaccarono battaglia pensando di essere protetti dai monti piuttosto alti e che la fila degli alberi avrebbe impedito alla cavalleria nemica l'accerchiamento in massa

Dati, sebbene capisse che il luogo non era favorevole ai suoi, tuttavia desiderava combattere confidando nel numero delle sue truppe, tanto più che riteneva opportuno scontrarsi prima dell'arrivo dei rinforzi spartani

Così schierò a battaglia centomila fanti e diecimila cavalieri e sferrò l'attacco

E in questa battaglia gli Ateniesi si dimostrarono tanto più valorosi da sconfiggere un numero di nemici dieci volte più grande: e li terrorizzarono a tal punto che i Persiani non si diressero agli accampamenti, ma alle navi

Fino ad oggi non si è vista battaglia più gloriosa: mai una schiera tanto piccola infatti sbaragliò un esercito tanto poderoso

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Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 02
Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 02

Latino: dall'autore Nepote, opera Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium parte Parte 02

Cuius victoriae non alienum videtur quale praemium Miltiadi sit tributum, docere, quo facilius intellegi possit eandem omnium civitatum esse naturam

Ut enim populi Romani honores quondam fuerunt rari et tenues ob eamque causam gloriosi, nunc autem effusi atque obsoleti, sic olim apud Athenienses fuisse reperimus

Namque huic Miltiadi, qui Athenas totamque Graeciam liberarat, talis honos tributus est, in porticu, quae Poecile vocatur, cum pugna depingeretur Marathonia, ut in decem praetorum numero prima eius imago poneretur isque hortaretur milites proeliumque committeret

Idem ille populus posteaquam maius imperium est nactus et largitione magistratuum corruptus est, trecentas statuas Demetrio Phalereo decrevit
Per questa vittoria non sembra estraneo all'argomento dire quale premio sia stato assegnato a Milziade, perchè si possa piu' facilmente capire che la natura di tutti i popoli sia la medesima

Infatti come le onoreficenze del popolo romano una volta furono rare e di scarso valore, e per questo prestigiose, ora invece frequenti e senza pregio, così troviamo fosse per gli Ateniesi

Infatti a questo Milziade, che aveva liberato Atene e tutta la Grecia, fu assegnata questa ricompensa: poichè si dipingeva nel porticato che si chiama Pecile la battaglia di Maratona, il suo ritratto fu posto come primo nel numero dei dieci strateghi: lui nell'atto di incitare i soldati e di attaccare battaglia

Quello stesso popolo, dopo aver ottenuto maggior potenza ed essere stato corrotto dalle elargizioni dei magistrati, fece innalzare trecento statue a Demetrio Falereo
Post hoc proelium classem LXX navium Athenienses eidem Miltiadi dederunt, ut insulas, quae barbaros adiuverant, bello persequeretur

Quo in imperio plerasque ad officium redire coegit, nonnullas vi expugnavit

Ex his Parum insulam opibus elatam cum oratione reconciliare non posset, copias e navibus eduxit, urbem operibus clausit omnique commeatu privavit; dein vineis ac testudinibus constitutis propius muros accessit

Cum iam in eo esset, ut oppido potiretur, procul in continenti lucus, qui ex insula conspiciebatur, nescio quo casu nocturno tempore incensus est

Cuius flamma ut ab oppidanis et oppugnatoribus est visa, utrisque venit in opinionem signum a classiariis regis datum
Dopo questa battaglia gli Ateniesi misero a disposizione dello stesso Milziade una flotta di settanta navi perché portasse la guerra a quelle isole che avevano aiutato i barbari

Durante questa missione ne costrinse molte a tornare all'obbedienza, alcune le prese con la forza

Fra queste non riusciva convincere con i negoziati l'isola di Paro orgogliosa della sua potenza; allora fece sbarcare truppe dalle navi, cinse con opere d'assedio la città e la tagliò fuori da ogni approvvigionamento: poi piazzate vigne e testuggini si accostò alle mura

Quando stava per impadronirsi della città, lontano sul continente, un bosco che si vedeva dall'isola, non so per quale accidente, di notte prese fuoco

Quando le fiamme furono viste dagli assediati e dagli assalitori, ad entrambi venne il sospetto che si trattasse di un segnale mandato dai marinai del re

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Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 05
Nepote, Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium: Parte 05

Latino: dall'autore Nepote, opera Liber De Excellentibus Ducibus Exterarum Gentium parte Parte 05

Quo factum est, ut et Parii a deditione deterrerentur, et Miltiades, timens, ne classis regia adventaret, incensis operibus, quae statuerat, cum totidem navibus, atque erat profectus, Athenas magna cum offensione civium suorum rediret

Accusatus ergo est proditionis, quod, cum Parum expugnare posset, a rege corruptus infectis rebus discessisset

Eo tempore aeger erat vulneribus, quae in oppugnando oppido acceperat Itaque, quoniam ipse pro se dicere non posset, verba fecit frater eius Stesagoras

Causa cognita capitis absolutus pecunia multatus est, eaque lis quinquaginta talentis aestimata est, quantus in classem sumptus factus erat

Hanc pecuniam quod solvere in praesentia non poterat, in vincula publica coniectus est ibique diem obiit supremum

Hic etsi crimine Pario est accusatus, tamen alia causa fuit damnationis
Ne conseguì che i Parii non vollero più saperne di arrendersi e Milziade temendo che si avvicinasse la flotta del re, incendiate le opere d'assedio che aveva predisposto, con le stesse navi con cui era partito tornò ad Atene, con grande disappunto dei suoi concittadini

Fu quindi accusato di tradimento perché pur potendo espugnare Paro, se ne era andato senza portare a termine l'impresa, in quanto corrotto dal re

In quel tempo era sofferente per le ferite che aveva riportato nell'assalto alla città; così, non essendo egli in grado di difendersi personalmente, parlò per lui il fratello Steságora

Fatto il processo, assolto dalla pena capitale, fu condannato a una multa che fu stabilita di cinquanta talenti, esattamente la somma impiegata per allestire la flotta

Siccome non era in grado di pagare sul momento questo denaro, fu gettato nelle carceri dello Stato e lì morì

Sebbene egli fosse stato accusato della colpa di Paro, tuttavia la causa della condanna fu un'altra