Mummificazione e riti funerari nell’antico Egitto

mummificazione e riti funerari nell’antico Egitto

Gli egizi utilizzavano la mummificazione per far sì che il corpo restasse un luogo di riposo per l'anima. In migliaia di anni perfezionano al massimo l'arte di preservare i morti per impedirne la putrefazione

I sacerdoti estraggono gli organi interni attraverso una fessura nell'addome ma il deceduto ne avrebbe avuto bisogno nell'aldilà per cui vanno protetti. Quattro vasi in porcellana, chiamati vasi Canopi, rinvenuti nella tomba di Tutankhamen contengono polmoni, stomaco, fegato e intestino del giovane faraone.  Questi contenitori sono sorvegliati dai quattro figli di Horus il Dio del cielo.

C'è un solo organo che non riceve questo particolare trattamento: il cervello, questo perchè gli antichi egizi ritenevano che il cervello era la causa scatenante della putrefazione. Non considerando il cervello indispensabile per la vita nell'aldilà lo estraevano con un uncino che veniva inserito dal naso e sempre dal naso lo estraevano

vasi Canopi contengono polmoni, stomaco, fegato e intestino del defunto vasi Canopi contengono polmoni, stomaco, fegato e intestino del defunto

Tutti gli antichi funerali egizi culminano in un rituale che prevede l'applicazione sul volto della mummia di uno strumento magico, con il quale gli veniva riaperta la bocca, restituendo il controllo dei sensi e permettendogli di vedere, respirare e parlare anche nell'aldilà.

L'apertura della bocca è essenziale i deceduti devono essere in grado di parlare per recitare le formule del Libro dei Morti solo a questa condizione avrebbero riacquistato i loro poteri nell'aldilà per poi unirsi RA, il Dio del Sole, nel suo viaggio nell'oltretomba. Era il Libro dei Morti, con la sua raccolta di procedure e preghiere, a offrire il modo di sopravvivere in questo mondo così pericoloso.

Proprio come Osiride, il re dei morti che era diventato tale dopo essere stato resuscitato da Iside, tutti coloro che morivano desideravano la possibilità di avere una vita nell'aldilà e aspirare magari alla vita eterna. L'aldilà rispecchia il movimento del Sole, ogni sera il dio Ra va a morire ad occidente E durante le 12 ore della notte porta a termine il viaggio nell'oltretomba.

 I guardiani e gli ingressi dell'oltretomba sono raffigurati fin nei dettagli più terrificanti nelle tombe degli antichi Faraoni. I bassorilievi e i geroglifici descrivono un panorama sinistro, dov'è il Dio del Sole interagisce con gli abitanti di 6 grandi caverne dell'aldilà. Tra questi ci sono creature chiamate massacratori che uccidono gli iniqui. Creature dai poteri soprannaturali che vigilano sul oltretomba è che possono essere buoni o cattivi. L'unico modo per passare attraverso gli ingressi a loro affidati e possedendo quella conoscenza che deriva dal contenuto del Libro dei Morti 

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Anche i vivi non sono al sicuro da questi demoni che non sono confinati nell'oltretomba. Possono infatti accedere al mondo dei vivi e aiutare gli esseri viventi o arrecare loro indicibili sofferenze. La magia di questi demoni è un potente strumento che permette di spaziare tra il mondo dei vivi e quello dei morti ma non è l'unico.

Mentre il deceduto continua il suo viaggio, finisce inevitabilmente per affrontare una fase critica che è descritta sulle pareti di un'altra tomba aperta di recente. Sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor, sorge un altro sito sacro. La tomba di Roy uno scriba egiziano vissuto intorno al 1300 a.C. . Roy e sua moglie sono raffigurati mentre attraversano uno dei varchi verso l'aldilà e nella scena che segue, il Dio Horus li guida verso l'evento che deciderà del loro destino: il Giudizio finale. Davanti ai giudici, l'uomo dovrà prendere quella che si definisce confessione negativa, elencare cioè tutti quei peccati mortali che non si è commesso come affamare qualcuno infliggere dolore o uccidere qualcuno. Dopo questa particolare confessione ecco finalmente il giudizio ma il deceduto può non affrontarlo da solo. In alcune tombe si possono Infatti vedere marito e moglie attenderlo fianco a fianco. E' il momento della verità, quello che può assicurare loro un'esistenza felice o condannarli all'oblio, diventato noto come pesatura del cuore 

Roy e sua moglie sono raffigurati mentre attraversano uno dei varchi verso l'aldilà Roy e sua moglie sono raffigurati mentre attraversano uno dei varchi verso l’aldilà

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La pesatura del cuore rappresenta il nucleo del Libro dei Morti e in questo specifico rituale il cuore del deceduto viene pesato a confronto con una fiume a simbolizzare la verità, l'ordine e la giustizia. Se fosse stato pesante a causa dei nostri peccati la bilancia l'avrebbe rivelato e sarebbe stato divorato da Ammit (colei che divora) la divoratrice una creatura terrificante con la testa di coccodrillo il corpo di leone e le zampe posteriori d'ippopotamo

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INTERPRETAZIONE ERRATA DEI VASI CANOPI

Se i coperchi erano affidati ai figli di Horus, i vasi veri e propri erano invece custoditi da quattro idee: Iside, Nefti, Neith e Serqet. Un'iscrizione sulla pancia di ciascun vaso riportava l'invocazione della dea preposta a ciascun vaso, affinché Osiride proteggesse gli organi che vi erano conservati. Insieme alla mummificazione del corpo, la preservazione di certi organi, comportava la garanzia di sopravvivenza nell'aldilà.

La definizione "vaso canopo" è in verità frutto di un errore di interpretazione da parte dei primi studiosi, all'inizio del Novecento che ravvisarono in questi vasi, la prova di un culto locale tributato al timoniere di Menelao, Canopo, morto, secondo la tradizione, proprio in Egitto. Oggi è l'espressione "vaso canopo" per indicare i vasi funerari egiziani e oramai uno universalmente accettata 

  1. Duamutef e Neith proteggono lo stomaco
  2. Hapi conserva i polmoni insieme a Nefti
  3. Imseti in coppia con Iside a guardia del fegato
  4. Qebehsenuf e Serqet sono i custodi degli intestini 

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