Mosè salvato dalle acque - Orazio Gentileschi

Mosè salvato dalle acque - Orazio Gentileschi

L'opera fu probabilmente commissionata da Filippo IV di spagna. Il sipario si apre su un gruppo di donne la cui attenzione è tutta rivolta verso un bambino in una culla sorretta da una giovane donna inginocchiata, la schiava della figlia del Faraone a cui fu ordinato di prendere la cesta tra i giunchi del vino

nel gruppo si distingue per una vistosa corona e la ricchezza dell'abbigliamento, la figlia del faraone che indica i genitali del pargoletto (riconosciuto come ebreo proprio a causa della circoncisione); La giovane si rivolge al contempo verso una donna dall'aria più dimessa all'estrema sinistra, da riconoscersi come l'ebrea (in realtà la madre del bambino) mandata a chiamare dalla sorellina (inginocchiata in primo piano) affinché si prenda cura del neonato. 

Il tutto si svolge con estrema naturalezza, il ritmo delle figure viene dato non soltanto dalla varietà degli atteggiamenti ma soprattutto dalla gamma dei colori qui dispiegata, dal grigio fino all'arancio, passando per tutte le mezze tinte. Oltre che dalla gestualità delle figure la nostra attenzione è catturata dalla preziosità dei tessuti serici, dalla compostezza ed eleganza delle movenze, dalla maniera di narrare pacata, a sottolineare la maestà legale dell'intervento salvifico della figlia del faraone

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