l'elemento di maggiore evidenza è la larga tenda che crea una cesura orizzontale tra cielo e terra; sopra in un vortice centrifugo, esplode l'epifania divina; sotto, una sequenza di piani visivi conduce fino a Mosè e all'israelita col cesto sollevato. Due figure imponenti, che arginano lateralmente la dispersione compositiva, ricacciando l'osservatore all'interno della terra.
La scena del miracolo, nel deserto di Sin, diventa nell'interpretazione di Tintoretto un luogo lirico. Ai piedi di una collinetta vertiginosamente ripida, siedono una donna esausta, debilitata dalla carenza di cibo, e un uomo che volge il capo di scatto tra l'incuriosito e il sospettoso. Sulle pendici della collina, posano in progressione tre giovani:
- il primo si è risvegliato, ha un moto di sorpresa
- il secondo si leva
- il terzo allarga la veste per raccogliere la mamma.