Il programma iconografico si proponeva di sottolineare la concordanza dei due testamenti sulla scorta delle indicazioni dello stesso Sisto IV. La storia relativa alla giovinezza di Mosè è infatti messa a confronto con quella narrata sulla parete di fronte dove trovano posto le prove o tentazioni di Cristo, anche esse di mano del Botticelli.
Nelle prove di Mosè, il pittore suggerisce come il protagonista, tentato tre volte dal demonio come accadde a Cristo, cada nel peccato uccidendo un Egizio che aveva ferito un israelita. Nella raffigurazione vengono presentati simultaneamente diversi episodi della vita di Mosè la cui figura, che compare ben sette volte all'interno della narrazione è resa riconoscibile da un inconfondibile tunica giallo-oro e dal mantello verde.
- Iniziando da destra si scorge la violenta rissa con l'egizio che aveva colpito uno dei compagni ebrei di Mosè
- subito dietro il patriarca di spalle fugge verso la Terra di Madian a causa della condanna a morte che pendeva su di lui
- Una volta arrivati in quella regione, presso un pozzo, Mosè scaccia con un bastone due pastori che avevano impedito alle figlie del sacerdote Ietro, abbeverarvi il loro gregge;
- al centro in primo piano egli versa da bere alle pecore, osservato dalle due fanciulle una delle quali Zippora (o Sephora) diventerà la sua sposa.
- Divenuto pastore del gregge del suocero, Mosè lo conduce sul monte Oreb dove su comando Divino in segno di rispetto per il luogo, egli si toglie sandali come si vede in secondo piano, proprio sopra le figure femminili
- sull'estrema sinistra in alto invece è raffigurato il colloquio con Dio che gli parla dal roveto ardente, invitandolo a tornare in Egitto per liberare i figli di Israele dal giogo del faraone
- segue in bassoa l'esodo degli ebrei dall'Egitto guidati dallo stesso Mosè