Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 06 - 10, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 41; 06 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 41; 06 - 10
Ad legem et edictum consulis senatus consultum adiectum est, ut dictator, consul, interrex, censor, praetor, qui nunc esset , apud eorum quem manu mitteretur, in libertatem vindicaretur, ut ius iurandum daret, qui eum manu mitteret, civitatis mutandae causa manu non mittere; in quo id non iuraret, eum manu mittendum non censuerunt

Haec in posterum cauta iussique edicto C Claudi cons* * * Claudio decreta est

[10] Dum haec Romae geruntur, M Iunius et A Manlius, qui priore anno consules fuerant, cum Aquileiae hibernassent, principio veris in finis Histrorum exercitum introduxerunt; ubi cum effuse popularentur, dolor magis et indignatio diripi res suas cernentis Histros, quam certa spes, satis sibi virium adversus duos exercitus , excivit
Alla legge e allordinanza del console fu aggiunto un decreto del senato, secondo il quale chi era manomesso ed affrancato dinanzi ad uno di questi magistrati: dittatore, console, interré, censore, pretore, in carica attualmente , il manumissore doveva pronunciare giuramento di non manometterlo in vista del cambiamento di cittadinanza;non si ritenne di dover manomettere alcuno, nei cui confronti non fosse pronunciato siffatto giuramento

Con questo si provvide al futuro e in base allordinanza del console G Claudio ebbero ordine di ** fu assegnata a Claudio

[10] Mentre a Roma avvenivano questi fatti, i consoli dellanno precedente M Giunio e A Manlio, dopo aver svernato ad Aquileia, allinizio della primavera fecero entrare lesercito nel territorio degli Istri; e devastandolo per ampio tratto, piuttosto il dolore e lo sdegno di veder depredare le proprie cose che non la speranza di aver forze sufficienti per tener testa ai due eserciti infiammò lanimo degli abitanti
Concursu ex omnibus populis iuventutis facto repentinus et tumultuarius exercitus acrius primo impetu quam perseverantius pugnavit

Ad quattuor milia eorum in acie caesa; ceteri omisso bello in civitates passim diffugerunt

Inde legatos primum ad pacem petendam in castra Romana, deinde obsides imperatos miserunt

Haec cum Romae cognita litteris proconsulum essent, C Claudius consul veritus, ne forte eae res provinciam exercitum sibi adimerent, non votis nuncupatis, non paludatis lictoribus, uno omnium certiore facto collega, nocte profectus, praeceps in provinciam abiit; ubi inconsultius quam venerat se gessit
Per laccorrer dei giovani di tutte le popolazioni si mise insieme un esercito improvvisato e demergenza che al primo attacco combatté con più accanimento che ostinazione

Ne furono uccisi sul campo circa quattromila, tutti gli altri, interrotta la guerra, fuggendo si dispersero nelle varie città

Di dove dapprima inviarono legati allaccampamento romano per chieder la pace, di poi i richiesti ostaggi

Conosciutesi a Roma queste notizie da una lettera dei proconsoli, il console G Claudio temendo che quel successo potesse togliergli lamministrazione della provincia il comando dellesercito, senza pronunciare i voti, senza farsi accompagnare dai littori in tenuta di guerra, dandone comunicazione unicamente al collega, di nottetempo partì e in tutta fretta si recò nella provincia;qui si comportò con minor prudenza di come vi era giunto
Nam cum contione advocata fugam e castris A Manlio adversis auribus militum, quippe qui primi ipsi fugissent, obiectasset ingessisset probra M Iunio, quod se dedecoris socium collegae fecisset, ad extremum utrumque decedere provincia iussit

quod cum illi tum consulis imperio dicto audientes futuros esse dicerent, cum is more maiorum, secundum vota in Capitolio nuncupata, lictoribus paludatis profectus ab urbe esset, furens ira vocatum, qui pro quaestore Manli erat, catenas poposcit, vinctos se Iunium Manliumque minitans Romam missurum

Ab eo quoque spretum consulis imperium est; et circumfusus exercitus, favens imperatorum causae et consuli infestus, animos ad non parendum addebat
Difatti, convocata ladunanza di tutti i soldati, dopo aver rinfacciato ad A Manlio la fuga dallaccampamento tra lostile attenzione dei soldati, in quanto erano stati loro i primi a fuggire, dopo aver lanciato ol traggi a M Giunio, per essersi reso complice del suo collega in quella vergogna, alla fine ordinò ad entrambi di lasciar la provincia

Quando alle sue parole opposero che avrebbero ubbidito al comando del console allorché secondo il patrio costume fosse partito dalla città dopo aver pronunciati solennemente i voti e con il seguito di littori in assetto di guerra, egli fremente dira chiamò il proquestore di Manlio chiedendogli le catene, in cui avvinti minacciò di mandare a Roma Giunio e Manlio

Ma neppur lui si curò dellordine del console; e lesercito accalcatosi attorno, favo upe revole alla causa dei suoi comandanti e ostile al console, accendeva gli spiriti a disubbidire

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Livio, Ab urbe condita: Libro 23; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 23; 01-10

Postremo fatigatus consul et contumeliis singulorum et multitudinis++nam insuper inridebant++ludibriis, nave eadem, qua venerat, Aquileiam redit

Inde collegae scripsit, ut militum novorum ei parti, quae scripta in Histriam provinciam esset, ediceret, Aquileiam ut conveniret, ne quid se Romae teneret, quo minus votis nuncupatis paludatus ab urbe exiret

Haec a collega obsequenter facta, brevisque dies ad conveniendum edicta est

Claudius prope consecutus est litteras suas

Contione adveniens de Manlio et Iunio habita, non ultra triduum moratus Romae, paludatis lictoribus votisque in Capitolio nuncupatis, in provinciam aeque ac prius praecipiti celeritate abit
Alla fine il console, esasperato dalle offese dei singoil e dallirrisione della folla ché per di più lo schernivano ritornò ad Aquileia sulla stessa nave con cui era venuto

Di là scrisse al collega che al contingente di reclute arruolato per la campagna nel lIstria notificasse di raccogliersi ad Aquileia perché nessun ostacolo a Roma gli impedisse, appena pronunciati i voti, di partire dalla città nellabbigliamento di comandante

Lordine fu eseguito dal collega con grande scrupolosità e un breve lasso di tempo fu fissato per la radunata delle truppe

Claudio poco mancò che giungesse insieme alla lettera

Al suo arrivo tenne un discorso al popolo sul comportamento di Manlio e Giunio; dopo un soggiorno di appena tre giorni, con la scorta di littori in tenuta di guerra e dopo aver pronunciato i voti in Campidoglio, ripartì per la provincia con la stessa rapidità della volta precedente

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