[6] Sedato tandem Histrico tumultu senatus consultum factum est, ut consules inter se compararent, uter eorum ad comitia habenda Romam rediret Cum absentem Manlium tribuni plebis Licinius Nerva et C Papirius Turdus in contionibus lacerarent rogationemque promulgarent, ne Manlius post idus Martias++ prorogatae namque consulibus iam in annum provinciae erant++imperium retineret, uti causam extemplo dicere, cum abisset magistratu, posset, huic rogationi Q Aelius collega intercessit magnisque contentionibus obtinuit, ne perferretur Per eos dies Ti Sempronius Gracchus et L Postumius Albinus ex Hispania Romam cum revertissent, senatus iis a M Titinio praetore datus in aede Bellonae ad disserendas res, quas gessissent, postulandosque honores meritos ut diis immortalibus haberetur honos |
[6] Finalmente placata la rivolta degli Istri fu deliberato in senato, che i consoli si accordassero su chi di loro dovesse tornare a Roma per presiedere i comizi Poiché i tribuni della plebe Licinio Nerva e G Papirio Tordo violentemente criticavano lassente Manlio nei loro discorsi al popolo e presentarono una proposta di legge che egli non avesse più a conservare il comando militare oltre le idi di marzo ché già era stato prorogato di un anno ai consoli il governo delle province perché potesse giustificarsi del suo operato immediatamente dopo uscito di carica, a questa proposta oppose il veto il loro collega Q Elio e con gran sforzo ottenne che non fosse approvata In quei giorni a Ti Sempronio Gracco ed a L Postumio Albino, di ritorno a Roma dalla Spagna, fu concessa udienza in senato nel tempio di Bellona ad opera del pretore Titinio perché riferissero delle proprie imprese, richiedessero i meritati onori e si rendesse pubblico ringraziamento agli dei immortali |
Eodem tempore et in Sardinia magnum tumultum esse litteris T Aebuti praetoris cognitum est, quas filius eius ad senatum attulerat Ilienses adiunctis Balarorum auxiliis pacatam provinciam invaserant, nec eis invalido exercitu et magna parte pestilentia absumpto resisti poterat Eadem et Sardorum legati nuntiabant orantes, ut urbibus saltem++iam enim agros deploratos esse++opem senatus ferret Haec legatio totumque, quod ad Sardiniam pertinebat, ad novos magistratus reiectum est Aeque miserabilis legatio Lyciorum, qui crudelitatem Rhodiorum, quibus ab L Cornelio Scipione attributi erant, querebantur: fuisse sub dicione Antiochi; eam regiam servitutem conlatam cum praesenti statu praeclaram libertatem visam Non publice tantum se premi imperio, sed singulos iustum pati servitium |
Nello stesso tempo si venne a sapere anche di una grave rivolta in Sardegna da una lettera del pretore T Ebuzio, recapitata al senato dai figlio di lui Gli Iliensi con laiuto dei Balari avevano invaso quella pacifica provincia, nè ad essi si poteva tenere testa con un esercito debole ed in gran parte consumato dalla peste Le stesse notizie riferivano i legati dei Sardi con la preghiera che il senato portasse almeno soccorso alle città, visto che ormai era troppo tardi per salvar le campagne Questa ambasceria e tutto ciò che si riferiva alla situazione della Sardegna fu rimesso ai nuovi magistrati Parimenti triste lambasceria dei Licii, che si dolevano della crudeltà dei Rodii, ai quali erano stati assegnati da L Cornelio Scipione: sudditi di Antioco eran stati, ma quella schiavitù alla dipendenza di un re, confrontata con la condizione presente, era ad essi sembrata somma libertà Non nei rapporti ufficiali soltanto si sentivano privati dalla loro autorità, ma come singoli subivano un autentico trattamento di schiavi |
[Iustos] coniuges liberosque vexari; in corpus, in tergum saeviri; famam, quod indignum sit, maculari dehonestarique; et palam res odiosas fieri iuris etiam usurpandi causa, ne pro dubio habeant, nihil inter se et argento parata mancipia interesse Motus his senatus litteras Lyciis ad Rhodios dedit, nec Lycios Rhodiis nec ullos alii cuiquam, qui nati liberi sint, in servitutem dari placere; Lycios ita sub Rhodiorum simul imperio et tutela esse, ut in dicione populi Romani ciuitates sociae sint [7] Triumphi deinde ex Hispania duo continui acti Prior Sempronius Gracchus de Celtiberis sociisque eorum, postero die L Postumius de Lusitanis aliisque eiusdem regionis Hispanis triumphavit Quadraginta milia pondo argenti [Ti] Gracchus transtulit, viginti milia Albinus |
Mogli e figli erano molestati; si infieriva contro le persone, non si risparmiavano fustigazioni sul dorso; si macchiava e infamava (cosa indegna) lonorabilità di ciascuno; e apertamente commettevano atti disgustosi, anche allo scopo di far valere i propri diritti, perché i Licii non avessero dubbio che non cera alcuna differenza fra loro e gli schiavi comperati con denaro Mosso da queste lagnanze il senato consegnò ai Licii una lettera per i Rodii: non ammetteva né che i Licii fossero dati ai Rodii in schiavitù, né che alcuno mai, nato libero, fosse dato ad altri per servire; ma voleva che i Licii fossero sottoposti allimpero e insieme alla tutela dei Rodii, siccome le città alleate erano soggette allautorità del popolo romano [7] Furono poi celebrati due trionfi sulle popolazioni di Spagna, uno di seguito allaltro Per primo lo riportò Sempronio Gracco sui Celtiberi e loro alleati, il giorno di poi L Postumio sui Lusitani e le altre genti ispaniche di quello stesso paese Gracco portò nel trionfo quarantamila libbre dargento, ventimila Albino |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 23; 01-10
Militibus denarios quinos vicenos, duplex centurioni, triplex equiti ambo diviserunt; sociis tantumdem quantum Romanis Per eosdem forte dies M Iunius consul ex Histria comitiorum causa Romam venit Eum cum in senatu fatigassent interrogationibus tribuni plebis Papirius et Licinius de iis, quae in Histria essent acta, in contionem quoque produxerunt Ad quae cum consul se dies non plus undecim in ea provincia fuisse responderet, quae se absente acta essent, se quoque, ut illos, fama comperta habere, exsequebantur deinde quaerentes, quid ita non potius A Manlius Romam venisset, ut rationem redderet populo Romano, cur ex Gallia provincia, quam sortitus esset, in Histriam transisset Quando id bellum senatus decrevisset, quando [id bellum] populus Romanus iussisset |
Ai soldati distribuirono entrambi venticinque denari a testa, il doppio ai centurioni, il triplo ai cavalieri; agli alleati nella stessa misura dei Romani Nei medesimi giorni capitò al console M Giunio di far ritorno a Roma dallIstria per tenere i comizi E i tribuni della plebe Papirio e Licinio dopo averlo estenuato con ripetute interrogazioni in senato sugli avvenimenti dellIstria, lo presentarono anche allassemblea popolare Alle domande rivoltegli rispondendo il console di non essersi trattenuto in quella provincia più di undici giorni e degli eventi accaduti, quando egli non era presente, di avere anche lui, come loro, notizia soltanto per sentito dire, allora insistevano per sapere perché in questo caso non fosse venuto a Roma piuttosto A Manlio per render conto al popolo Romano come mai dalla provincia di Gallia, da lui ottenuta per sorteggio, fosse passato nellIstria Quando mai aveva deliberato quella guerra il senato e il popolo laveva approvata |
At hercule privato quidem consilio bellum susceptum esse, sed gestum prudenter fortiterque Immo, utrum susceptum sit nequius an inconsultius gestum, dici non posse Stationes duas necopinantes ab Histris oppressas, castra Romana capta, quod peditum, quod equitum in castris fuerit ceteros inermes fusosque, ante omnes consulem ipsum, ad mare ac naves fugisse Privatum rationem redditurum earum rerum esse, quoniam consul noluisset [8] Comitia deinde habita Consules creati C Claudius Pulcher Ti Sempronius Gracchus Et postero die praetores facti P Aelius Tubero iterum C Quinctius Flamininus C Numisius L Mummius Cn Cornelius Scipio C Valerius Laevinus |
Ma almeno fosse stata intrapresa per arbitrio di un solo, e tuttavia condotta con senno e valore Tuttaltro, anzi non si poteva giudicare se fosse stata iniziata maggiore negligenza o condotta con maggior sconsideratezza Ben due postazioni di sorpresa erano state travolte dagli Istri, laccampamento romano era stato conquistato, i contingenti di fanti e cavalieri, che vi si trovavano dentro, ; tutti gli altri, buttate le armi e nelia più gran confusione, a cominciare dal console, avevano cercato scampo in riva al mare e presso le navi Di questi rovesci avrebbe dato conto da cittadino privato, quando da console si era rifiutato di farlo [8] Quindi si tennero i comizi Furono creati consoli G Claudio Puicro, Ti Sempronio Gracco Nel giorno seguente furono eletti pretori P Elio Tuberone per la seconda volta, G Quinzio Flaminino, G Numisio, L Mummio, Gn Cornelio Scipione, G Valerio Levino |
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Tuberoni urbana iurisdictio, Quinctio peregrina evenit, Numisio Sicilia, Mummio Sardinia; sed ea propter belli magnitudinem provincia consularis facta Scipio et Laevinus Galliam in duas divisam provincias sortiti sunt Idibus Martiis, quo die Sempronius Claudiusque consulatum inierunt, mentio tantum de provinciis Sardinia Histriaque et utriusque hostibus fuit, qui in his provinciis bellum concivissent Postero die legati Sardorum, qui ad novos magistratus dilati erant, L Minucius Thermus, qui legatus Manli consulis in Histria fuerat, in senatum venit Ab his edoctus est senatus, quantum belli eae provinciae haberent Moverunt senatum et legationes socium nominis Latini, quae et censores et priores consules fatigaverant, tandem in senatum introductae |
A Tuberone venne in sorte la giurisdizione sui cittadini, a Quinzio quella sui forestieri, a Numisio la Sicilia, a Mummio la Sardegna; ma questa provincia per via dellaspra guerra che vi si combatteva passò alla competenza dei consoli Scipione e Levino ebbero in sorte la Gallia divisa in due province Il giorno delle idi di Marzo, in cui Sempronio e Claudio assunsero la carica di consoli, non si fece parola che delle province di Sardegna e dellIstria e dei nemici rispettivamente che vi avevano provocato la guerra Il giorno seguente si presentò al senato lambasceria dei Sardi, che era stata rimandata ai nuovi magistrati, L Minucio Termo, legato del console Manlio nell Istria Da tutti costoro il senato fu ampiamente informato sulle dimensioni delle guerre nelle rispettive province Impressionarono vivamente anche le rapprestntanze dei socii di nome latino, finalmente introdotte in senato, dopo aver sfinito con le loro doglianze i censori e i consoli dellanno avanti |
Summa querellarum erat, cives suos Romae censos plerosque Romam commigrasse; quod si permittatur, perpaucis lustris futurum, ut deserta oppida, deserti agri nullum militem dare possint Fregellas quoque milia quattuor familiarum transisse ab se Samnites Paelignique querebantur, neque eo minus aut hos aut illos in dilectu militum dare Genera autem fraudis duo mutandae viritim ciuitatis inducta erant Lex sociis [ac] nominis Latini, qui stirpem ex sese domi relinquerent, dabat, ut cives Romani fierent Ea lege male utendo alii sociis, alii populo Romano iniuriam faciebant |
La cosa più importante del malcontento era che molti dei loro concittadini censiti a Roma, a Roma si erano trasferiti; tollerando questo stato di cose in pochissimi lustri sarebbe avvenuto che le città abbandonate e le campagne deserte non potrebbero fornire più alcun soldato Sanniti e Peligni lamentavano il trasferimento anche a Fregelle di quattromula famiglie che avevano lasciato le loro terre, e tuttavia non per questo gli uni o gli altri in occasione di arruolamenti davano minor numero di soldati E due tipi di frode si usavano in questo mutar di città da parte dei singoli La legge consentiva ai socii di nome latino, che lasciassero nella rispettiva patria prole naturale di sesso maschile, di diventare cittadini romani Ma a furia di abusarne alcuni recavano danno ai socii, gli altri al popolo romano |
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Nam et ne stirpem domi relinquerent, liberos suos quibuslibet Romanis in eam condicionem, ut manu mitterentur, mancipio dabant, libertinique cives essent; et quibus stirps deesset, quam relinquerent, ut cives Romani * * fiebant Postea his quoque imaginibus iuris spretis, promiscue sine lege, sine stirpe in civitatem Romanam per migrationem et censum transibant Haec ne postea fierent, petebant legati, et ut redire in civitates iuberent socios; deinde ut lege caverent, ne quis quem ciuitatis mutandae causa suum faceret neve alienaret; et si quis ita civis Romanus factus esset, Haec impetrata ab senatu [9] Provinciae deinde, quae in bello erant, Sardinia atque Histria decretae |
Infatti per evitare di lasciare in patria prole maschile, davano in proprietà i loro figli a un cittadino romano qualsiasi, a condizione che poi fossero liberati e divenissero cittadini della classe dei liberti, e quelli che erano privi di prole maschile, da lasciare nella loro città dorigine, per divenivano cittadini romani In un secondo tempo con totale disprezzo anche di codeste finzioni giuridiche, indiscriminatamente, senza alcuna osservanza della legge, senza badare allesistenza o meno della prole, passavano nella cittadinanza di Roma col solo trasferirsi nellurbe e facendovisi censire I legati chiedevano di porre termine a questo stato di cose e di ordinare ai socii di far ritorno nelle rispettive città; e secondariamente di vietare per legge che alcuno adottasse un figlio allo scopo di cambiare cittadinanza o che lo cedesse: e se uno con tali raggiri fosse divenuto cittadino romano, Queste richieste furono accolte dal senato [9] Poi furono assegnate le due province in stato di guerra, Sardegna ed Istria |
In Sardiniam duae legiones scribi iussae, quina milia in singulas et duceni pedites, treceni equites, et duodecim milia peditum sociorum ac Latini nominis et sescenti equites et decem quinqueremes naves, si deducere ex navalibus vellet Tantumdem peditum equitumque in Histriam, quantum in Sardiniam, decretum Et legionem unam cum equitibus trecentis, et quinque milia peditum sociorum et ducentos quinquaginta mittere equites in Hispaniam consules ad M Titinium iussi Priusquam consules provincias sortirentur, prodigia nuntiata sunt: lapidem in agro Crustumino in lucum Martis de caelo cecidisse; puerum trunci corporis in agro Romano natum et quadrupedem anguem visum; et Capuae multa in foro aedificia de caelo tacta; et Puteolis duas naves fulminis ictu concrematas esse |
Per la Sardegna furono fatte arruolare due legioni, ciascuna di cinquemiladuecento fanti, trecento cavalieri e dodicimila fanti dei socii e degli alleati di nome latino e seicento cavalieri, nonché dieci navi quinqueremi, nel caso che il console volesse farle scendere in mare dai cantieri doverano in secco Lo stesso numero di fanti e cavalieri destinato alla Sardegna fu stabilito per lIstria E i consoli ricevettero lordine dinviare a M Titinio in Spagna una legione con trecento cavalieri e cinquemila fanti dei socii e duecentocinquanta cavalieri Prima che i consoli sorteggiassero le rispettive province, giunse notizia di taluni prodigi: una pietra era caduta dal cielo nel bosco sacro a Marte entro il territorio Crustumino; in quello romano un bambino era nato col corpo privo degli arti ed era stato avvistato un serpente a quattro zampe, ed a Capua erano stati colpiti dal fulmine molti edifici del foro, mentre a Pozzuoli due navi folgorate si erano ridotte in cenere |
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Inter haec, quae nuntiabantur, lupus etiam Romae interdiu agitatus, cum Collina porta intrasset, per Esquilinam magno consectantium tumultu evasit Eorum prodigiorum causa consules maiores hostias immolarunt, et diem unum circa omnia pulvinaria supplicatio fuit Sacrificiis rite perfectis provincias sortiti sunt; Claudio Histria, Sempronio Sardinia obvenit Legem dein de sociis C Claudius tulit senatus consulto et edixit, qui socii [ac] nominis Latini, ipsi maioresve eorum, M Claudio T Quinctio censoribus postve ea apud socios nominis Latini censi essent, ut omnes in suam quisque civitatem ante kal Novembres redirent Quaestio, qui ita non redissent, L Mummio praetori decreta est |
Oltre a queste notizie di fuori, anche a Roma in pieno giorno un lupo era stato inseguito, che entrato per la porta Collina riuscì a scappare per la porta Esquilina pur in mezzo ad un eccitato nugolo di gente che gli dava la caccia A causa di tali prodigi i consoli sacrificarono vittime maggiori e fu indetto un giorno di supplicazione in tutti i templi Compiuti i sacrifici secondo il rito, trassero a sorte le province: a Claudio toccò lIstria, a Sempronio la Sardegna Poi G Claudio delibera del senato presentò una legge riguardante i socii ed ordinò che di quelli di nome latino, qu anti nella propria persona o nelle persone dei loro antenati erano stati censiti fra i socii di nome latino dal tempo della censura di M Claudio e T Quinzio in poi, facessero tutti ritorno alle rispettive città entro le calende di Novembre Fu assegnato lincarico al pretore L Mummio di fare indagini su chi, nelle predette circostanze, non fosse tornato a casa sua |