Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 26 - 30, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 26 - 30
L Manlius proconsul ex Hispania redierat; cui postulanti ab senatu in aede Bellonae triumphum rerum gestarum magnitudo impetrabilem faciebat; exemplum obstabat, quod ita comparatum more maiorum erat, ne quis, qui exercitum non deportasset, triumpharet, nisi perdomitam pacatamque provinciam tradidisset successori

Medius tamen honos Manlio habitus, ut ovans urbem iniret

Tulit coronas aureas quinquaginta duas, auri praeterea pondo centum triginta duo, argenti sedecim milia trecenta, et pronuntiavit in senatu decem milia pondo argenti et octoginta auri Q Fabium quaestorem advehere: id quoque se in aerarium delaturum

Magnus motus servilis eo anno in Apulia fuit

Tarentum provinciam L Postumius praetor habebat

Is de pastorum coniuratione, qui vias latrociniis pascuaque publica infesta habuerant, quaestionem seuere exercuit
Il proconsole L Manlio era tornato dalla Spagna; alla richiesta del trionfo da lui rivolta al senato nel tempio di Bellona dava motivo di ottenerlo limportanza delle imprese compiute, ma si opponeva il precedente che veniva a crearsi, perché era stabilito dalla tradizione che nessuno potesse trionfare senza aver ricondotto in patria lesercito , salvo che avesse consegnata al successore la provincia pacificata e sottomessa

Ad ogni modo a Manlio fu reso un onore intermedio , quello di entrare i città con lovazione

Recò cinquantadue corone doro, inoltre centotrentadue libbre doro, sedicimila trecento dargento, e dichiarò in senato che il questore Q Fabio recava ancora diecimila libbre dargento e ottanta doro; anche queste egli avrebbe depositato nellerario

Quellanno ci fu in Apulia una vasta rivolta di schiavi

La provincia di Taranto era in mano del pretore L Postumio

Egli procedé severamente contro una banda di pastori che avevano reso pericolose le vie e i pascoli pubblici con le loro rapine
Ad septem milia hominum condemnavit: multi inde fugerunt, de multis sumptum est supplicium

Consules diu retenti ad urbem dilectibus tandem in provincias profecti sunt

[30] Eodem anno in Hispania praetores C Calpurnius et L Quinctius, cum primo vere ex hibernis copias eductas in Baeturia iunxissent, in Carpetaniam, ubi hostium castra erant, progressi sunt, communi animo consilioque parati rem gerere

Haud procul Dipone et Toleto urbibus inter pabulatores pugna orta est, quibus dum utrimque subvenitur a castris, paulatim omnes copiae in aciem eductae sunt

In eo tumultuario certamine et loca sua et genus pugnae pro hoste fuere

Duo exercitus Romani fusi atque in castra compulsi sunt

Non institere perculsis hostes
Condannò settemila persone; molti fuggirono di là, molti furono suppliziati

I consoli, dopo essere stati lungo trattenuti dalle leve nei pressi di Roma, alla fine poterono partire per le loro provincie

[30] Nello stesso anno in Spagna i pretori C Calpurnio e L Quinzio, dopo aver riunito in Beturia a primavera le loro forze fatte uscire dai quartieri , avanzarono in Carpetania , ove erano gli accampamenti nemici, decisi a condurre limpresa di comune accordo

Non lontano dalle città di Toledo e Dipone, si accese una zuffa fra foraggieri; e, mentre da ambo le parti venivano loro aiuti dagli accampamenti, a poco a poco tutte le forze scesero in campo

In quello scontro irregolare il nemico fu avvantaggiato sia dalla località sia dal tipo di combattimento

Ben due eserciti romani furono messi in fuga e ricacciati negli accampamenti

I nemici non dettero la caccia ai vinti
Praetores Romani, ne postero die castra oppugnarentur, silentio proximae noctis tacito signo exercitum abduxerunt

Luce prima Hispani acie instructa ad vallum accesserunt, vacuaque praeter spem castra ingressi, quae relicta inter nocturnam trepidationem erant, diripuerunt, regressique in castra sua paucos dies quieti stativis manserunt

Romanorum sociorumque in proelio fugaque ad quinque milia occisa, quorum se spoliis hostes armarunt

Inde ad Tagum flumen profecti sunt

Praetores interim Romani omne id tempus contrahendis ex civitatibus sociis Hispanorum auxiliis et reficiendis ab terrore adversae pugnae militum animis consumpserunt

Ubi satis placuere vires et iam miles quoque ad delendam priorem ignominiam hostem poscebat, duodecim milia passuum ab Tago flumine posuerunt castra
I pretori romani, per non vedersi assalire gli accampamenti il giorno dopo, nel silenzio della notte successiva a un tacito segnale lo ritirarono gli eserciti

Allalba gli Ispani, con le forze in ordine di battaglia, si avvicinarono alla linea fortificata e, entrati nellaccampamento inaspettatamente deserto, fecero man bassa di quanto era stato abbandonato nella confusione di quella notte, e, ritornati allaccampamento loro, per un po di giorni rimasero tranquilli nei propri quartieri

Tra la battaglia e la fuga furono uccisi circa cinquemila tra Romani e alleati e delle loro spoglie si armarono i nemici

Quindi partirono alla volta del fiume Tago

Intanto i pretori romani spesero tutto quel tempo per raccogliere aiuti dalle città alleate della Spagna e per rinfrancare lanimo dei soldati dopo lo smarrimento prodotto dalla sfortunata battaglia

Quando le forze parvero sodisfacenti e già anche i soldati chiedevano combattere per cancellare lonta precedente, partirono e posero il campo a dodicimila passi dal fiume Tago

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 25; 21-30

Inde tertia vigilia sublatis signis quadrato agmine principio lucis ad Tagi ripam pervenerunt

Trans fluvium in colle hostium castra erant

Extemplo, qua duobus locis vada nudabat amnis, dextra parte Calpurnius, laeva Quinctius exercitus traduxerunt quieto hoste, dum miratur subitum adventum consultatque, qui tumultum inicere trepidantibus in ipso transitu amnis potuisset

Interim Romani, impedimentis quoque omnibus traductis contractisque in unum locum, quia iam moveri videbant hostem nec spatium erat castra communiendi, aciem instruxerunt

In medio locatae quinta Calpurnii legio et octava Quinctii: id robur totius exercitus erat

Campum apertum usque ad hostium castra habebant, liberum a metu insidiarum
Di lì, levate le insegne alla terza vigilia la, in formazione quadrata arrivarono alla riva del Tago ai far del giorno

Al di là del fiume su di un colle erano gli accampamenti dei nemici

Subito, in una parte dove il fiume lasciava vedere due punti la possibilità di guadarlo, da destra Calpurnio, sinistra Quinzio fecero passare lesercito, senza che il nemico sorpreso comera dellarrivo improvviso e intento a prendere le sue decisioni, mentre avrebbe potuto spargere lo scompiglio tra i nostri disorientati già nel passaggio del fiume

Intanto i Romani, fatte passare e riunite in un sol luogo anche tutte le salmerie, poiché vedevano muoversi il nemico e non cera tempo per fortificare un accampamento, si ordinarono a battaglia

Al centro fu disposta la quinta legione di Calpurnio, e lottava di Quinzio: quella era la parte più efficiente di tutto lesercito

Essi avevano dinanzi una pianura aperta fino allaccampamento nemico, scevra da pericoli dinsidie

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