[6] Iam consularium comitiorum appetebat tempus; quibus quia M Aemilius, cuius sortis ea cura erat, occurrere non potuit, C Flaminius Romam venit Ab eo creati consules Sp Postumius Albinus Q Marcius Philippus Praetores inde facti T Maenius P Cornelius Sulla C Calpurnius Piso M Licinius Lucullus C Aurelius Scaurus L Quinctius Crispinus Extremo anni, magistratibus iam creatis, ante diem tertium nonas Martias Cn Manlius Vulso de Gallis qui Asiam incolunt triumphavit Serius ei triumphandi causa fuit, ne Q Terentio Culleone praetore causam lege Petillia diceret, et incendio alieni iudicii, quo L Scipio damnatus erat, conflagraret, eo infensioribus in se quam in illum iudicibus, quod disciplinam militarem severe ab eo conservatam successorem ipsum omni genere licentiae corrupisse fama attulerat |
[6] Già si avvicinava lepoca dei comizi consolari; e poiché M Emilio, cui ne era toccata in sorte la direzione, non poté intervenirvi, venne a Roma C Flaminio Da lui furono proclamati consoli Sp Postumio Albino e Q Marcio Filippo Indi furono eletti pretori T Menio , P Cornelio Silla , C Calpurnio Pisone , M Licinio Lucullo, C Aurelio Scauro , L Quinzio Crispino Solo alla fine dellanno , quando erano stati creati già i magistrati, Cn Manlio Volsone trionfò sui Galli dellAsia il cinque marzo Lo scopo del ritardo al suo trionfo fu quello di non dover sostenere davanti al pretore Q Terenzio Colleone il processo intentato per la legge Petillia e di non essere coinvolto nellatmosfera arroventata di un processo a lui estraneo, come era quello in cui era stato condannato L Scipione, in cui i giudici erano anche più mal disposti verso di lui che verso laltro, poiché era risaputo che, il successore aveva lasciato cadere con ogni sorta di concessioni la disciplina militare che laltro aveva tenuta rigorosamente |
Neque ea sola infamiae erant, quae in provincia procul ab oculis facta narrabantur, sed ea etiam magis, quae in militibus eius quotidie aspiciebantur Luxuriae enim peregrinae origo ab exercitu Asiatico invecta in urbem est Ii primum lectos aeratos, vestem stragulam pretiosam, plagulas et alia textilia, et quae tum magnificae supellectilis habebantur, monopodia et abacos Romam advexerunt Tunc psaltriae sambucistriaeque et convivalia alia ludorum oblectamenta addita epulis; epulae quoque ipsae et cura et sumptu maiore apparari coeptae Tum coquus, vilissimum antiquis mancipium et aestimatione et usu, in pretio esse, et quod ministerium fuerat, ars haberi coepta Vix tamen illa quae tum conspiciebantur, semina erant futurae luxuriae |
E non era uno scandalo soltanto quello che si diceva accaduto nella provincia senza spettatori, più ancora quello che ogni giorno si poteva osservare suoi soldati Infatti il primo germe del lusso straniero fu introdotto a Roma dallesercito dAsia Furono quei soldati i primi a importare letti decorati in bronzo , coperte preziose, drappeggi e altri tessuti e infine, cose ritenute allora come oggetti di una suppellettile lussuosa, tavole a un piede e àbaci Fu allora che ai banchetti si fecero intervenire danzatrici e sonatrici di sambuca e si aggiunsero altri spettacoli a delìzia dei convitati;e i conviti stessi cominciarono a essere imbanditi con maggior cura e sontuosità Fu allora che il cuoco, lo schiavo meno pregiato e considerato meno utile dagli antichi, cominciò ad essere ricercato, e qnello che prima era stato un mestiere diventò unarte Ma quelli che si notavano allora erano appena i germi del lusso di poi |
[7] In triumpho tulit Cn Manlius coronas aureas ducenta duodecim [pondo], argenti pondo ducenta viginti milia, auri pondo duo milia centum tria, tetrachmum Atticum centum viginti septem milia, cistophori ducenta quinquaginta, Philippeorum aureorum nummorum sedecim milia trecentos viginti; et arma spoliaque multa Gallica carpentis travecta, duces hostium duo et quinquaginta ducti ante currum Militibus quadragenos binos denarios divisit, duplex centurioni, triplex in equites, et stipendium duplex [in pedites] dedit; multi omnium ordinum donati militaribus donis currum secuti sunt Carminaque a militibus ea in imperatorem dicta, ut facile appareret in ducem indulgentem ambitiosumque ea dici, triumphum esse militari magis favore quam populari celebrem |
[7] Cn Manlio portò nel suo trionfo corone doro per duecentododici libbre, duecentoventimila libbre dargento, duemilacentotrè doro, centoventisettemila tetradacmi attici, duecentocinquantamila cistofori, sedicimilatrecentoventi filippi doro; anche molte armi e spoglie galliche furono recate sui carri; davanti al cocchio furono condotti cinquantadue condottieri nemici Fra i soldati, il trionfatore distribuì quarantadue denari a testa, il doppio ai centurionì, il triplo ai cavalieri, e dette loro stipendio doppio; molti di ogni grado, che erano stati compensati con doni militari, seguirono il carro Dai soldati erano cantati allindirizzo del generale versi tali che si capiva facilmente come fossero rivolti a un duce indulgente e desideroso di popolarità, e che quel trionfo era circondato piuttosto dalla simpatia dei soldati che da quella della popolazione |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 31-40
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 26; 31-40
Sed ad populi quoque gratiam conciliandam amici Manlii valuerunt; quibus adnitentibus senatus consultum factum est, ut ex pecunia quae in triumpho translata esset, stipendium collatum a populo in publicum, quod eius solutum antea non esset, solveretur Vicenos quinos et semisses in milia aeris quaestores urbani cum fide et cura solverunt Per idem tempus tribuni militum duo ex duabus Hispaniis cum litteris C Atinii et L Manlii, qui eas provincias obtinebant, venerunt Ex iis litteris cognitum est Celtiberos Lusitanosque in armis esse et sociorum agros populari De ea re consultationem integram senatus ad novos magistratus reiecit Ludis Romanis eo anno, quos P Cornelius Cethegus A Postumius Albinus faciebant, malus in circo instabilis in signum Pollentiae procidit atque id deicit |
Ma, per ottenergli anche il favore popolare seppero adoprarsi gli amici di Manlio, perché per le pressioni loro fu emesso un senatoconsulto per cui dal denaro recato nel trionfo si rimborsava il prestito sottoscritto dal popolo, per la parte che non era stata prima rimborsata I questori urbani puntualmente e scrupolosamente pagarono il venticinque e mezzo per mille Dalle due Spagne vennero contemporaneamente due tribuni militari con lettere di C Atinio e di L Manlio, che governavano quelle province Da quelle lettere si seppe che i Celtiberi e i Lusitani erano in armi e devastavano il territorio degli alleati Su questo fatto il senato rimise ogni discussione impregiudicata ai nuovi magistrati Nei Ludi romani di quellanno, celebrati da P Cornelio Cetego e A Postumio Albino , un palo poco stabile che era nel circo cadde sulla statua della dea Pollenza e la gettò a terra |
Ea religione moti patres et diem unum adiciendum ludorum censuerunt, et signa duo pro uno reponenda, et novum auratum faciendum Et plebeii ludi ab aedilibus C Sempronio Blaeso et M Furio Lusco diem unum instaurati sunt [8] Insequens annus Sp Postumium Albinum et Q Marcium Philippum consules ab exercitu bellorumque et provinciarum cura ad intestinae coniurationis vindictam avertit Praetores provincias sortiti sunt, T Maenius urbanam, M Licinius Lucullus inter cives et peregrinos, C Aurelius Scaurus Sardiniam, P Cornelius Sulla Siciliam, L Quinctius Crispinus Hispaniam citeriorem, C Calpurnius Piso Hispaniam ulteriorem Consulibus ambobus quaestio de clandestinis coniurationibus decreta est |
I senatori allora, per scrupolo religioso, fecero aggiungere un giorno ai ludi e ricollocare due statue invece di una, e unaltra nuova fecero fare dorata Anche i ludi plebei furono indetti di nuovo per un giorno dagli edili C Sempronio Bleso e M Furie Lusco [8] Lanno seguentetenne lontani i due consoli Sp Postuniio Albino e Q Marcio Filippo dal comando degli eserciti e dalla direzione delle guerre e delle province, e li volse alla repressione di una congiura interna I pretori si divisero a sorte le competenze: T Menio la pretura urbana, M Licinio Lucullo la giurisdizione tra cittadini e stranieri, C Aurelio Scauro il governo della Sardegna; P Cornelio Silla la Sicilia, L Quinzio Crispino la Spagna Citeriore, C Calpumio Pisone la Spagna Ulteriore A entrambi i consoli fu assegnata la procedura contro le sette segrete |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 48 - 50
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 48 - 50
Graecus ignobilis in Etruriam primum venit nulla cum arte earum, quas multas ad animorum corporumque cultum nobis eruditissima omnium gens invexit, sacrificulus et vates; nec is qui aperta religione, propalam et quaestum et disciplinam profitendo, animos errore imbueret, sed occultorum et nocturnorum antistes sacrorum Initia erant, quae primo paucis tradita sunt, deinde vulgari coepta sunt per uiros mulieresque Additae voluptates religioni vini et epularum, quo plurium animi illicerentur Cum vinum animos , et nox et mixti feminis mares, aetatis tenerae maioribus, discrimen omne pudoris exstinxissent, corruptelae primum omnis generis fieri coeptae, cum ad id quisque, quo natura pronioris libidinis esset, paratam voluptatem haberet |
La cosa partì da un Greco sconosciuto che venne in Etruria non già recando qualcuna di quelle arti che quel popolo maestro fra tutti diffuse fra noi a delizia dello spirito e del corpo; era un praticante di riti e un indovino ,e non già uno che insinuasse lerrore nelle menti con pubblici riti professando apertamente una sua arte a scopo di lucro , ma un sacerdote di riti segreti e notturni Misteri quelli, a cui pochi in origine furono iniziati e che poi cominciarono adiffondersi senza distinzione fra uomini e donne Al rito si aggiunsero le delizie del vino e dei banchetti, perché fossero di più le menti attratte nellerrore Quando il vino incendiava gli animi, la notte e il trovarsi confusi maschi e femmine, fanciulli e adulti ebbero cancellato ogni limite posto dal pudore , cominciarono a commettersi depravazioni di ogni genere, poiché ognuno vi trovava pronto sodisfacimento per quello a cui eran più portate dallistinto le sue voglie |
Nec unum genus noxae, stupra promiscua ingenuorum feminarumque erant, sed falsi testes, falsa signa testamentaque et indicia ex eadem officina exibant: venena indidem intestinaeque caedes, ita ut ne corpora quidem interdum ad sepulturam exstarent Multa dolo, pleraque per vim audebantur Occulebat vim quod prae ululatibus tympanorumque et cymbalorum strepitu nulla vox quiritantium inter stupra et caedes exaudiri poterat [9] Huius mali labes ex Etruria Romam veluti contagione morbi penetravit Primo urbis magnitudo capacior patientiorque talium malorum ea celavit: tandem indicium hoc maxime modo ad Postumium consulem pervenit |
E non ci si limitò a un solo genere di malefici come violenze indiscriminate su uomini liberi e su donne, ma anche false testimonianze , falsificazione di suggelli nei testamenti e delazioni uscivano da una stessa fucina, e sempre di là azioni di magia e delitti familiari, al punto che a volte non restavano neppure i corpi da seppellire Molto si osava con linsidia, ma di più con la violenza A nascondere la violenza valeva il fatto che per le grida e il fragore dei timpani e dei cembali non si poteva udire la voce di quelli che gridavano aiuto fra gli stupri e le uccisioni [9] Questo flagello dallEtruria si propagò a Roma come in unepidemia Prima lo tenne celato la vastità dellurbe, più atta ad accogliere e lasciar passare simili malanni; finché una denuncia al console Postnmio arrivò più o meno nel modo che segue |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 01-10
P Aebutius, cuius pater publico equo stipendia fecerat, pupillus relictus, mortuis deinde tutoribus sub tutela Duroniae matris et vitrici T Sempronii Rutili educatus fuerat Et mater dedita viro erat, et vitricus, quia tutelam ita gesserat, ut rationem reddere non posset, aut tolli pupillum aut obnoxium sibi vinculo aliquo fieri cupiebat Via una corruptelae Bacchanalia erant Mater adulescentem appellat: se pro aegro eo vovisse, ubi primum convaluisset, Bacchis eum se initiaturam; damnatam voti benignitate deum exsolvere id velle Decem dierum castimonia opus esse: decimo die cenatum, deinde pure lautum in sacrarium deducturam |
P Ebuzio, il cui padre aveva servito come cavaliere spesato dallerario, era rimasto orfano in etàminore, poi, morti anche i primi tutori , era stato educato sotto la tutela della madre Duronia e del patrigno T Sempronio Rutilo Ora, da una parte la madre era sottomessa al marito, dallaltra il patrigno, che aveva amministrato la tutela in modo da non poterne rendere conto, cercava un modo di disfarsi del pupillo ovvero di averlo alla sua mercé con qualche possibilità di ricatto Lunica via di comprometterlo erano i Baccanali Ecco che la madre si rivolge al giovane, per dirgli che, in occasione di una sua malattia, ella aveva fatto voto di iniziazione, appena fosse guarito, ai Baccanali, e ora, vincolata al voto dalla bontà degli dei, voleva soddisfarlo Si richiedevano dieci giorni di castità; nel decimo giorno, dopo che avesse cenato e preso il bagno con acqua pura, ella lo avrebbe accompagnato nel sacrario |
Scortum nobile libertina Hispala Faecenia, non digna quaestu, cui ancillula adsuerat, etiam postquam manumissa erat, eodem se genere tuebatur Huic consuetudo iuxta vicinitatem cum Aebutio fuit, minime adulescentis aut rei aut famae damnosa: ultro enim amatus appetitusque erat, et maligne omnia praebentibus suis meretriculae munificentia sustinebatur Quin eo processerat consuetudine capta, ut post patroni mortem, quia in nullius manu erat, tutore ab tribunis et praetore petito, cum testamentum faceret, unum Aebutium institueret heredem [10] Haec amoris pignora cum essent, nec quicquam secretum alter ab altero haberent, per iocum adulescens vetat eam mirari, si per aliquot noctes secubuisset: religionis se causa, ut voto pro valetudine sua facto liberetur, Bacchis initiari velle |
Una meretrice famosa, la liberta Ispala Fecennia, non degna veramente del mestiere cui si era abituata da schiava, anche dopo liberata continuava nella stessa vita Costei ebbe con Ebuzio una relazione nata dalla vicinanza, senza portar danno alcuno alle finanze o alla riputazione del giovane; ché egli aveva trovato in lei amore e affetto disinteressato e anzi, mentre i suoi lo tenevano a stecchetto di tutto, era aiutato dalla generosità di quella povera sgualdrina E tutta presa da questa relazione era arrivata al punto che, mortole il patrono, e non essendo sotto tutela di nessuno, chiese ai tribuni e al pretore un tutore e nominò Ebuzio unico erede [10]Quando già erano corsi questi pegni di affetto e ormai ltino non aveva segreti per laltro, ecco che il giovane le dice tra lo scherzo di non meravigliarsi se avesse fatto astinenza per qualche notte; per una ragione religiosa, cioè per sciogliere un voto fatto per la sua guarigione, voleva essere iniziato ai Baccanali |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02; 25 - 38
Id ubi mulier audivit, perturbata 'dii meliora ' Inquit: mori et sibi et illi satius esse quam id faceret; et in caput eorum detestari minas periculaque, qui id suasissent Admiratus cum verba tum perturbationem tantam adulescens parcere exsecrationibus iubet: matrem id sibi adsentiente vitrico imperasse 'Vitricus ergo' inquit 'tuusmatrem enim insimulare forsitan fas non sitpudicitiam famam spem uitamque tuam perditum ire hoc facto properat ' Eo magis mirabundo quaerentique, quid rei esset, pacem veniamque precata deorum dearumque, si coacta caritate eius silenda enuntiasset, ancillam se ait dominae comitem id sacrarium intrasse, liberam numquam eo accessisse |
Quando la donna sentì questo: Per caritàesclamò tutta sconvolta E lì a dire che era meglio per lei e per lui morire piuttosto che egli facesse una cosa simile; e che il male e il malanno ricadessero sul capo di chi laveva consigliato Il giovane, sorpreso dalle parole e da tanta disperazione, la prega di lasciar da parte le imprecazioni: era stata sua madre a voler così, daccordo col patrigno Ah, è dunque il tuo patrigno , ribatté lei (forse non sarà lecito accusare tua madre) che ha fretta di compromettere così il tuo onore, il tuo nome, il tuo avvenire, la tua vita Quello, più che mai meravigliato, chiedeva che volesse dir ciò: Ispala, invocato il perdono e lassenso degli dei e delle dee se per amore di lui rivelava dei misteri, gli racconta come fosse entrata, quando era schiava, in quel sacrario per accompagnarvi la sua padrona ;da libera non ci si era più accostata |