Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30, pag 4

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 15 - 30
Cum quidam pacis petitae, alii indutiarumnecdum enim dies exieratfidem opponerent, permixto paene senatus populique concilio consensum est ut classem quinquaginta navium Hasdrubal Aegimurum traiceret, inde per litora portusque dispersas Romanas naves conligeret

Desertae fuga nautarum primum ab Aegimuro, deinde ab Aquis onerariae Carthaginem puppibus tractae sunt

[25] Nondum ab Roma reverterant legati neque sciebatur quae senatus Romani de bello aut pace sententia esset, necdum indutiarum dies exierat; eo indigniorem iniuriam ratus Scipio ab iis qui petissent pacem et indutias et spem pacis et fidem indutiarum violatam esse, legatos Carthaginem L Baebium L Sergium L Fabium extemplo misit
Per quanto alcuni opponessero che si dovevano rispettare sia gli impegni della pace richiesta ai Romani, sia i termini della tregua - che non erano ancora scaduti - pure il senato e il popolo confusi insieme senza ordine alcuno stabilirono che Asdrubale con una flotta di cinquanta navi passasse a Egimuro e di là raccogliesse le navi romane disperse sulla spiaggia e nei porti

I navigli da carico abbandonati dai marinai che erano fuggiti, furono trasportati prima a Egimuro, poi rimorchiati dalle Acque Calde a Cartagine

[25] Gli ambasciatori non erano ancora ritornati da Roma e non si sapeva ancora quale fosse l'opinione del senato intorno alla questione della pace e della guerra, né erano ancora scaduti i termini della tregua; perciò Scipione, ritenendo che l'offesa della cattura delle navi fosse tanto più grave proprio da parte di coloro che, avendo chiesto pace e tregua, avevano frustrato ogni speranza di pace ed avevano violato i patti della tregua, inviò subito come messaggeri a Cartagine L Bebio, L Sergio e L Fabio
Qui cum multitudinis concursu prope violati essent nec reditum tutiorem futurum cernerent, petierunt a magistratibus quorum auxilio vis prohibita erat ut naves mitterent quae se prosequerentur

Datae triremes duae cum ad Bagradam flumen pervenissent unde castra Romana conspiciebantur Carthaginem rediere

Classis Punica ad Uticam stationem habebat

Ex ea tres quadriremes, seu clam misso a Carthagine nuntio ut id fieret, seu Hasdrubale qui classi praeerat sine publica fraude auso facinus, quinqueremem Romanam superantem promunturium ex alto repente adgressae sunt

Sed neque rostro ferire celeritate subterlabentem poterant neque transilire armati ex humilioribus in altiorem navem; et defendebatur egregie quoad tela suppeditarunt
Costoro, avendo corso pericolo di essere oltraggiati dalla folla accorsa e non vedendo troppo sicura la possibilità del ritorno, chiesero a quei magistrati che col loro intervento avevano impedito la violenza, che inviassero delle navi come scorta

Furono a loro date due triremi, che giunte presso il fiume Bagrada,' dal quale si scorgevano gli accampamenti romani, tornarono a Cartagine

La flotta cartaginese era di stanza ad Utica

Da questa si staccarono tre quinqueremi, sia che da Cartagine fosse stato mandato un ordine segreto per quell'azione, sia che Asdrubale, capo della flotta, avesse preso da solo l'iniziativa di compiere quell'atto di ostilità fraudolenta senza alcuna responsabilità da parte del governo, fatto si è che le tre quinqueremi assalirono improvvisamente dall'alto mare la quinquereme romana mentre doppiava il promontorio

Tuttavia, non poterono colpire col rostro la nave che rapidamente scivolò via sulle onde; neppure fu loro possibile balzare armati da navi più basse sopra una nave più alta; finché poterono disporre di proiettili i marinai romani si difesero valorosamente
Quis deficientibus iam nulla alia res eam quam propinquitas terrae multitudoque a castris in litus effusa tueri potuisset

Concitatam enim remis quanto maximo impetu poterant in terram cum immisissent, navis tantum iactura facta incolumes ipsi evaserunt

Ita alio super aliud scelere cum haud dubie indutiae ruptae essent, Laelius Fulviusque ab Roma cum legatis Carthaginiensibus supervenerunt

Quibus Scipio etsi non indutiarum fides modo a Carthaginiensibus sed ius etiam gentium in legatis violatum esset tamen se nihil nec institutis populi Romani nec suis moribus indignum in iis facturum esse cum dixisset, dimissis legatis bellum parabat
Quando le armi da getto cominciarono a mancare, ad essi non rimase altra possibilità di difesa che la vicinanza della terra e la folla che dagli accampamenti si era riversata sulla spiaggia

Infatti la nave, spinta dai remi col massimo impeto possibile, si arenò sulla terra e l'equipaggio si salvò con la sola perdita dei naviglio

Così, mentre con l'aggiunta di scelleratezza a scelleratezza si era indubbiamente rotta la tregua, sopraggiunsero da Roma Lelio e Fulvio con gli ambasciatori cartaginesi

Scipione, dopo aver dichiarato a loro che, per quanto i Cartaginesi avessero non solo violato l'impegno della tregua, ma anche offeso nei suoi ambasciatori il diritto delle genti, egli non avrebbe mai compiuto nei loro riguardi nessuna azione che fosse indegna delle istituzioni e dei costumi del popolo romano, congedati i messi cartaginesi, si accinse a preparare la guerra

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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 51-61
Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 51-61

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 51-61

Hannibali iam terrae adpropinquanti iussus e nauticis unus escendere in malum ut specularetur quam tenerent regionem cum dixisset sepulcrum dirutum proram spectare, abominatus praetervehi iusso gubernatore ad Leptim adpulit classem atque ibi copias exposuit

[26] Haec eo anno in Africa gesta; insequentia excedunt in eum annum quo M Servilius Geminus, qui tum magister equitum erat, et Ti Claudius Nero consules facti sunt
Mentre Annibale si avvicinava ormai alla terra, un marinaio salito sull'albero maestro con l'ordine di esplorare quale fosse la zona in cui stavano per approdare, annunciò che la prora puntava verso le rovine di un sepolcro; allora Annibale, considerando questo fatto segno di cattivo augurio, ordinò al pilota di passare oltre ed approdato con la flotta a Leptis, quivi sbarcò con le sue truppe

[26] Questi furono in Africa gli avvenimenti di quell'anno; ciò che avvenne dopo appartiene all'anno in cui furono eletti consoli M Servilio Gemino, che allora era maestro della cavalleria, e Tiberio Claudio Nerone
Ceterum exitus superioris anni cum legati sociarum urbium ex Graecia questi essent vastatos agros ab regiis praesidiis profectosque in Macedoniam legatos ad res repetendas non admissos ad Philippum regem, simul nuntiassent quattuor milia militum cum Sopatro duce traiecta in Africam dici ut essent Carthaginiensibus praesidio et pecuniae aliquantum una missum, legatos ad regem qui haec adversus foedus facta videri patribus nuntiarent mittendos censuit senatus

Missi C Terentius Varro C Mamilius M Aurelius; iis tres quinqueremes datae
Tuttavia, verso la fine dell'anno precedente, accadde che giunsero a Roma ambasciatori delle città greche alleate dei Romani a lamentarsi che le truppe del re Filippo avevano depredato i campi e che il re stesso non aveva voluto ricevere i loro ambasciatori mandati in Macedonia per reclamare soddisfazione; nello stesso tempo riferirono anche che si diceva che quattromila soldati condotti da Sopatro erano passati in Africa per recare aiuto ai Cartaginesi e che con loro era stata anche inviata una grossa somma di denaro, il senato deliberò allora di mandare al re degli ambasciatori con l'incarico di avvertirlo che i senatori ritenevano che il suo comportamento fosse contrario alle clausole del vigente trattato di pace

Furono inviati con tre quinqueremi C Terenzio Varrone, C Mamilio, Marco Aurelio

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Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49
Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 33; 26 - 49

Annus insignis incendio ingenti, quo clivus Publicius ad solum exustus est, et aquarum magnitudine, sed annonae vilitate fuit, praeterquam quod pace omnis Italia erat aperta, etiam quod magnam vim frumenti ex Hispania missam M Valerius Falto et M Fabius Buteo aediles curules quaternis aeris vicatim populo discripserunt

Eodem anno Q Fabius Maximus moritur, exactae aetatis si quidem verum est augurem duos et sexaginta annos fuisse, quod quidam auctores sunt

Vir certe fuit dignus tanto cognomine vel si novum ab eo inciperet

Superavit paternos honores, avitos aequavit

Pluribus victoriis et maioribus proeliis avus insignis Rullus; sed omnia aequare unus hostis Hannibal potest
Quell'anno divenne famoso per un gravissimo incendio che rase al suolo tutti gli edifici della salita Publicia, nonché per un'inondazione del Tevere e per un forte ribasso nei prezzi dei viveri, che fu provocato, oltre che dalla pace, in virtù della quale tutta l'Italia ormai era aperta liberamente al commercio, anche dal fatto che gli edili curuli M Valerio Faltone e M Fabio Buteone distribuirono al popolo per le strade a quattro assi il moggio una gran quantità di frumento mandato dalla Spagna

In quell'anno morì in età molto avanzata Fabio Massimo che, se è vero quello che molti storici affermano, fu augure per sessantadue anni

Egli fu certamente uomo degno di un soprannome così onorifico, anche se l'avesse assunto lui per la prima volta

Fu superiore al padre per il numero delle magistrature esercitate, fu in esse eguale a suo nonno

Allinsigne nonno Rullo la gloria venne soprattutto dalle molte vittorie e dall'aver combattuto in più numerose battaglie, ma il solo fatto di aver avuto come nemico Annibale adeguò la fama del nipote a quella dell'avo
Cautior tamen quam promptior hic habitus; et sicut dubites utrum ingenio cunctator fuerit an quia ita bello proprie quod tum gerebatur aptum erat, sic nihil certius est quam unum hominem nobis cunctando rem restituisse, sicut Ennius ait

Augur in locum eius inauguratus Q Fabius Maximus filius: in eiusdem locum pontifexnam duo sacerdotia habuitSer Sulpicius Galba

Ludi Romani diem unum, plebeii ter toti instaurati ab aedilibus M Sextio Sabino et Cn Tremelio Flacco

Ii ambo praetores facti et cum his C Livius Salinator et C Aurelius Cotta

Comitia eius anni utrum C Servilius consul habuerit an, quia eum res in Etruria tenuerint quaestiones ex senatus consulto de coniurationibus principum habentem, dictator ab eo dictus P Sulpicius incertum ut sit diversi auctores faciunt
Fu, tuttavia, di carattere più cauto che impetuoso; se non possiamo essere sicuri se egli abbia temporeggiato perché tale era l'indole sua o perché lo richiedeva quel tipo di guerra che allora si combatteva, nulla è, pertanto, più certo di quello che affermò il poeta Ennio quando disse che un solo uomo temporeggiando salvò i destini della nostra repubblica

Lo sostituì come augure il figlio Q Fabio Massimo, e poiché ebbe due cariche sacerdotali, in quella di pontefice gli successe Ser Sulpicio Galba

Gli edili M Sestio Sabino e Cn Tremellio Fiacco fecero celebrare per un sol giorno i ludi Romani e per tre giorni quelli Plebei

Entrambi gli edili insieme con C Livio Salinatore e C Aurelio Cotta furono fatti pretori

Fonti storiche si contraddicono per quanto riguarda i comizi di quell'anno, se li abbia indetti il console C Servilio oppure il dittatore da lui eletto P Sulpicio, poiché il console era trattenuto in Etruria per certe inchieste deliberate dal senato intorno agli intrighi dei capi di quella gente

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 25; 21-30

[27] Principio insequenti anni M Servilius et Ti Claudius senatu in Capitolium vocato de provinciis rettulerunt

Italiam atque Africam in sortem conici, Africam ambo cupientes, volebant; ceterum Q Metello maxime adnitente neque negata neque data est Africa

Consules iussi cum tribunis plebis agere ut, si iis videretur, populum rogarent quem vellet in Africa bellum gerere

Omnes tribus P Scipionem iusserunt

Nihilo minus consules provinciam Africamita enim senatus decreveratin sortem coniecerunt

Ti Claudio Africa evenit ut quinquaginta navium classem, omnes quinqueremes, in Africam traiceret parique imperio cum P Scipione imperator esset: M Servilius Etruriam sortitus

In eadem provincia et C Servilio prorogatum imperium si consulem manere ad urbem senatui placuisset
[27] All'inizio dell'anno seguente, M Servilio e Ti Claudio, convocato il senato in Campidoglio, fecero una relazione intorno alla situazione delle province

Volevano che l'ltalia e l'Africa fossero assegnate per sorteggio, poiché ambedue desideravano l'Africa; tuttavia, per le vive insistenze di Q Metello, non si procedette al sorteggio dell'Africa

Il senato impose ai consoli di trattare la cosa coi tribuni della plebe perché, se lo credevano opportuno, chiedessero al popolo a quale generale voleva fosse affidata la guerra in Africa

Tutte quante le tribù all'unanimità imposero la scelta di Scipione

Nondimeno i consoli - in ossequio al decreto del senato - affidarono al sorteggio l'assegnazione della provincia d'Africa

A Ti Claudio toccò l'Africa con l'ordine di far passare là una flotta di cinquanta navi, tutte quinqueremi,' e di esercitare il comando con autorità pari a quella di Scipione; M Servilio ebbe in sorte l'Etruria

In questa stessa provincia fu prorogato il comando a C Servilio, se il senato avesse deliberato che il console rimanesse nei pressi di Roma
Praetores M Sextius Galliam est sortitus ut duas legiones provinciamque traderet ei P Quinctilius Varus: C Livius Bruttios cum duabus legionibus quibus P Sempronius proconsul priore anno praefuerat: Cn Tremelius Siciliam ut a P Villio Tappulo praetore prioris anni provinciam et duas legiones acciperet; Villius pro praetore viginti navibus longis militibus mille oram Siciliae tutaretur: M Pomponius viginti navibus reliquis mille et quingentos milites Romam deportaret

C Aurelio Cottae urbana evenit

Ceteris ita uti quisque obtinebant provincias exercitusque prorogata imperia

Sedecim non amplius eo anno legionibus defensum imperium est
Dei pretori, a M Sestio toccò la Gallia, a lui P Quintilio Varo avrebbe dovuto consegnare due legioni e la provincia; a C Livio fu assegnato il Bruzzio con due legioni, che l'anno precedente erano state comandate dal proconsole P Sempronio; ebbe la Sicilia Cneo Tremellio a cui P Villio Tappulo, pretore dell'anno prima, doveva consegnare la provincia insieme con due legioni; Villio come propretore fu incaricato di difendere le coste della Sicilia con venti navi da guerra e mille soldati: M Pomponio con le altre venti navi avrebbe dovuto riportare a Roma millecinquecento soldati

A C Aurelio Cotta toccò la pretura urbana

A tutti gli altri furono prorogati, sia riguardo alle province sia riguardo agli eserciti, i comandi che ciascuno già teneva

In quell'anno il dominio di Roma fu difeso da non più di sedici legioni

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Et ut placatis dis omnia inciperent agerentque, ludos quos M Claudio Marcello T Quinctio consulibus T Manlius dictator quasque hostias maiores voverat si per quinquennium res publica eodem statu fuisset, ut eos ludos consules priusquam ad bellum proficiscerentur facerent

Ludi in circo per quadriduum facti hostiaeque quibus votae erant dis caesae
Perché ogni impresa si cominciasse e si effettuasse con la benevolenza degli dei, il senato dispose che i consoli prima di partire celebrassero quei ludi, che sotto il consolato di M Claudio Marcello e T Quinzio, il dittatore T Manlio aveva promesso in voto col sacrificio di vittime adulte, se per cinque anni la situazione della repubblica fosse rimasta la stessa

I ludi si svolsero nel Circo Massimo e durarono quattro giorni; furono sacrificate vittime a quegli dei ai quali erano state offerte in voto

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