Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 11-20, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 26; 11-20
(16) Quia et quod ad supplicium attinet Campanorum et pleraque alia de Flacci unius sententia acta erant, mortuum Ap Claudium sub deditionem Capuae quidam tradunt; hunc quoque ipsum Tauream neque sua sponte uenisse Cales neque sua manu interfectum, sed dum inter ceteros ad palum deligatur, quia parum inter strepitus exaudiri possent quae uociferaretur silentium fieri Flaccum iussisse; tum Tauream illa quae ante memorata sunt dixisse, uirum se fortissimum ab nequaquam pari ad uirtutem occidi; sub haec dicta iussu proconsulis praeconem ita pronuntiasse: lictor, uiro forti adde uirgas et in eum primum lege age 16 Poiché tutto quello che riguardò il supplizio dei Campani ed altri provvedimenti era stato deciso secondo la volontà del solo Flacco, alcuni storici ne deducono che Appio Claudio sia morto pressappoco nel momento della resa di Capua; narrano anche che lo stesso Taurea non sia venuto spontaneamente a Cales, né si sia ucciso di propria mano, ma che, essendo egli in mezzo agli altri legato ad un palo e gridando al soccorso, Flacco abbia ordinato a tutti di fare silenzio perché la voce di Vibellio Taurea non si poteva udire in mezzo allo strepito degli altri; allora si racconta che Taurea abbia rivolto a Flacco le parole testé ricordate, cioè che egli uccideva un uomo fortissimo, al quale non era per nulla pari in valore; a queste parole si dice che l'araldo, per ordine del proconsole, avesse intimato: O littore, somministra le nerbate a quest'uomo valoroso e comincia da lui a procedere secondo la legge
lectum quoque senatus consultum priusquam securi feriret quidam auctores sunt, sed quia adscriptum in senatus consulto fuerit si ei uideretur integram rem ad senatum reiceret, interpretatum esse quid magis e re publica duceret aestimationem sibi permissam

Capuam a Calibus reditum est, Atellaque et Calatia in deditionem acceptae; ibi quoque in eos qui capita rerum erant animaduersum

ita ad septuaginta principes senatus interfecti, trecenti ferme nobiles Campani in carcerem conditi, alii per sociorum Latini nominis urbes in custodias dati, uariis casibus interierunt: multitudo alia ciuium Campanorum uenum data

de urbe agroque reliqua consultatio fuit, quibusdam delendam censentibus urbem praeualidam propinquam inimicam
Alcuni storici, invece, tramandano che Flacco lesse anche il decreto del senato prima di colpire con la scure; ma Poiché in quel decreto stava scritto che, a suo giudizio, Poteva rimandare al senato ogni decisione sul caso, egli interpretò queste parole nel senso di essere libero lui di giudicare che cosa si ritenesse più utile allo stato

Da Cales si fece ritorno a Capua; fu accettata la resa di Atella e Calaza; anche qui furono giustiziati coloro che furono i principali protagonisti degli avvenimenti

Così furono uccisi circa settanta dei più influenti senatori e quasi trecento nobili Campani furono gettati in carcere;altri, consegnati per essere custoditi a città alleate di stirpe latina, morirono per diversi accidenti; una gran quantità di cittadini campani fu venduta, dopo essere stata ridotta in schiavitù

Restava ancora da deliberare la sorte di Capua e del suo territorio; alcuni ritenevano che si dovesse distruggere quella città così potente, vicina ed ostile
ceterum praesens utilitas uicit; nam propter agrum, quem omni fertilitate terrae satis constabat primum in Italia esse, urbs seruata est ut esset aliqua aratorum sedes

urbi frequentandae multitudo incolarum libertinorumque et institorum opificumque retenta: ager omnis et tecta publica populi Romani facta

ceterum habitari tantum tamquam urbem Capuam frequentarique placuit, corpus nullum ciuitatis nec senatum nec plebis concilium nec magistratus esse: sine consilio publico, sine imperio multitudinem nullius rei inter se sociam ad consensum inhabilem fore; praefectum ad iura reddenda ab Roma quotannis missuros

ita ad Capuam res compositae consilio ab omni parte laudabili
Tuttavia prevalse l'interesse contingente; infatti Capua fu salvata diventando città agricola, sede di coltivatori, poiché le sue terre erano tra le più fertili d'Italia

Per ripopolarla fu tenuta nella città una moltitudine di abitanti, di schiavi liberati, di mercanti al minuto, di operai; tutto il terreno e gli edifici pubblici divennero proprietà del popolo romano

Si deliberò che Capua, solo per il fatto di essere affollata di abitanti, potesse sembrare una città; per il resto, non vi sarebbe stato in essa alcun corpo municipale, né senato, né assemblea di popolo, né magistrature; una moltitudine che non aveva né organi pubblici, né autorità politica, che non poteva accordarsi pubblicamente su nessuna cosa, sarebbe stata incapace di fare complotti; ogni anno da Roma sarebbe venuto un prefetto a rendere giustizia

Così riguardo a Capua, la situazione si stabilì con decisioni sotto ogni aspetto degne di lode

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 01- 06

seuere et celeriter in maxime noxios animaduersum; multitudo ciuium dissipata in nullam spem reditus; non saeuitum incendiis ruinisque in tecta innoxia murosque, et cum emolumento quaesita etiam apud socios lenitatis species incolumitate urbis nobilissimae opulentissimaeque, cuius ruinis omnis Campania, omnes qui Campaniam circa accolunt populi ingemuissent; confessio expressa hosti quanta uis in Romanis ad expetendas poenas ab infidelibus sociis et quam nihil in Hannibale auxilii ad receptos in fidem tuendos esset

(17) Romani patres perfuncti quod ad Capuam attinebat cura, C Neroni ex iis duabus legionibus quas ad Capuam habuerat sex milia peditum et trecentos equites quos ipse legisset et socium Latini nominis peditum numerum parem et octingentos equites decernunt
Con estrema severità fu fatta rapida giustizia contro coloro che erano stati i maggiori colpevoli, la massa dei cittadini fu dispersa senza alcuna speranza di ritorno; tuttavia, non si incrudeli con incendi e con abbattimenti di edifici e mura, incolpevoli dei delitti dei cittadini, e con vantaggio si cercò di conseguire anche presso gli alleati un'apparenza di clemenza per aver risparmiato quella città così nobile e così ricca, la cui rovina tutta la Campania e tutte le popolazioni intorno avrebbero deplorato; il nemico fu così costretto a riconoscere quanto grande fosse l'energia dei Romani nel far pagare agli alleati infedeli la giusta pena e come nessun aiuto fosse venuto da Annibale a coloro che si erano dati a lui per essere protetti

17 I senatori romani, dopo essersi liberati da tutte le preoccupazioni che riguardavano Capua, deliberarono di affidare a C Nerone l'incarico di scegliere dalle due legioni che aveva comandato presso Capua seimila fanti e trecento cavalieri e dai contingenti alleati di stirpe latina un numero pari di soldati di fanteria ed ottocento cavalieri
eum exercitum Puteolis in naues impositum Nero in Hispaniam transportauit

cum Tarraconem nauibus uenisset, expositisque ibi copiis et nauibus subductis socios quoque nauales multitudinis augendae causa armasset, profectus ad Hiberum flumen exercitum ab Ti Fonteio et L Marcio accepit

inde pergit ad hostes ire

Hasdrubal Hamilcaris ad Lapides Atros castra habebat; in Ausetanis is locus est inter oppida Iliturgim et Mentissam

huius saltus fauces Nero occupauit

Hasdrubal, ne in arto res esset, caduceatorem misit qui promitteret si inde missus foret se omnem exercitum ex Hispania deportaturum

quam rem cum laeto animo Romanus accepisset, diem posterum Hasdrubal conloquio petiuit ut coram leges conscriberentur de tradendis arcibus urbium dieque statuenda ad quam praesidia deducerentur suaque omnia sine fraude Poeni deportarent
Nerone imbarcò a Pozzuoli questo contingente di truppe e lo trasportò in Spagna

Giunto con le navi a Tarragona, sbarcate qui le milizie, e tirate in secco le navi, per aumentare le sue forze armò anche i marinai alleati e, partito verso il fiume Ebro, ricevette in consegna l'esercito da Tiberio Fonteio e L Marcio

Di là accelerò la marcia contro il nemico

Asdrubale figlio di Amilcare aveva il campo ai Sassi Neri, nel territorio degli Ausetani, fra le città di Iliturgi e Mentissa

Nerone occupò l'imboccatura di questo passo

Asdrubale, essendo alle strette, mandò un araldo, con l'incarico di promettere che, se Nerone lo avesse lasciato uscire di là, egli avrebbe portato via dalla Spagna tutto l'esercito

Poiché la proposta fu accolta con grande favore da Nerone, Asdrubale chiese un colloquio per l'indomani al fine di sottoscrivere personalmente i patti, per consegnare le fortezze delle città e stabilire il giorno in cui le guarnigioni dovessero essere allontanate e i Cartaginesi potessero portar via tutte le cose loro senza alcun danno

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 31-36

quod ubi impetrauit, extemplo primis tenebris atque inde tota nocte quod grauissimum exercitus erat Hasdrubal quacunque posset euadere e saltu iussit

data sedulo opera est ne multi ea nocte exirent, ut ipsa paucitas cum ad hostem silentio fallendum aptior, tum ad euadendum per artas semitas ac difficiles esset

uentum insequenti die ad conloquium est; sed loquendo plura scribendoque dedita opera quae in rem non essent die consumpto, in posterum dilatum est

addita insequens nox spatium dedit et alios emittendi; nec postero die res finem inuenit

ita aliquot dies disceptando palam de legibus noctesque emittendis clam e castris Carthaginiensibus absumptae
Ottenuto ciò, Asdrubale comandò che subito appena buio e per tutta la notte i reparti di pesante armatura dell'esercito uscissero per ogni via possibile da quella stretta

Con molta attenzione si fece in modo che quella notte non uscissero in molti, poiché lo stesso esiguo numero si prestava meglio sia ad ingannare col silenzio il nemico sia ad uscir fuori attraverso quelle scorciatoie strette ed impervie

Il giorno dopo si venne al colloquio; ma la giornata fu perduta perché a bella posta si trattò con scritti e con parole di parecchi argomenti che erano estranei alla questione; si rimandò perciò tutto all'indomani

La notte che si aggiunse diede ad Asdrubale la possibilità di far uscire anche altri soldati: la cosa, tuttavia, non finì nemmeno il giorno dopo

Così, discutendo apertamente delle condizioni del patto, passarono alcuni giorni, mentre le notti furono impiegate a mandar fuori di nascosto i Cartaginesi dai loro accampamenti
et postquam pars maior emissa exercitus erat, iam ne iis quidem quae ultro dicta erant stabatur; minusque ac minus, cum timore simul fide decrescente, conueniebat

iam ferme pedestres omnes copiae euaserant e saltu cum prima luce densa nebula saltum omnem camposque circa intexit

quod ubi sensit Hasdrubal, mittit ad Neronem qui in posterum diem conloquium differret: illum diem religiosum Carthaginiensibus ad agendum quicquam rei seriae esse

ne tum quidem suspecta fraus cum esset, data uenia eius diei, extemploque Hasdrubal cum equitatu elephantisque castris egressus sine ullo tumultu in tutum euasit
Quando poi fu fatta uscire la maggior parte dell'esercito, Asdrubale non stette più neppure a quei patti che aveva lui stesso proposti e mentre con la paura diminuiva anche la lealtà, gli accordi diventavano sempre più difficili

Ormai, quasi tutta la fanteria era uscita dallo stretto passo, quando all'alba una densa nebbia avvolse all'intorno tutto quanto il passo e i campi

Quando Asdrubale si accorse di ciò, mandò ad avvertire Nerone che intendeva differire il colloquio all'indomani, poiché, essendo quel giorno sacro per i Cartaginesi, essi non potevano trattare alcun affare d'importanza

Nerone, neppure allora sospettando la frode, concesse di rimandare di un giorno; Asdrubale, uscito subito dopo dal campo con la cavalleria e gli elefanti senza far confusione si mise in salvo

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 01 - 05

hora ferme quarta dispulsa sole nebula aperuit diem, uacuaque hostium castra conspexerunt Romani tum demum Claudius Punicam fraudem adgnoscens ut se dolo captum sensit, proficiscentem institit sequi paratus confligere acie ; sed hostis detractabat pugnam; leuia tamen proelia inter extremum Punicum agmen praecursoresque Romanorum fiebant

(18) Inter haec Hispaniae populi nec qui post cladem acceptam defecerant redibant ad Romanos, nec ulli noui deficiebant; et Romae senatui populoque post receptam Capuam non Italiae iam maior quam Hispaniae cura erat

et exercitum augeri et imperatorem mitti placebat; nec tam quem mitterent satis constabat quam illud, ubi duo summi imperatores intra dies triginta cecidissent, qui in locum duorum succederet extraordinaria cura deligendum esse
Verso l'ora quarta, quando il sole disperse la nebbia e riportò la luce, i Romani videro che l'accampamento nemico era vuoto; allora finalmente Claudio Nerone, riconoscendo la fraudolenza cartaginese, si accorse di essere caduto in un'insidia; pronto ad attaccare battaglia, si mise ad incalzare il nemico che fuggiva, ma questi si rifiutava di combattere; tuttavia, fra la retroguardia dei Cartaginesi e l'avanguardia dei Romani si accesero alcuni brevi scontri

18 Frattanto delle popolazioni della Spagna, né quelle che dopo la sconfitta degli Scipioni si erano staccate da Roma, né altre nuove ritornavano ai Romani; in Roma ilsenato e il popolo, dopo la resa di Capua, non si preoccupavano certo dellItalia piu che della Spagna

Fu allora deliberato di accrescere le forze militari e di mandare in Spagna un comandante in capo; si era, tuttavia, perplessi chi mandare; una cosa era certa, che il nuovo generale destinato a succedere a due valorissimi comandanti caduti nello spazio di un mese, doveva essere scelto con grandissima cura
cum alii alium nominarent, postremum eo decursum est ut proconsuli creando in Hispaniam comitia haberentur; diemque comitiis consules edixerunt

primo exspectauerant ut qui se tanto imperio dignos crederent nomina profiterentur; quae ut destituta exspectatio est, redintegratus luctus acceptae cladis desideriumque imperatorum amissorum
Chi faceva il nome di questo, chi di quello; alla fine si decise di convocare i comizi centuriati per eleggere il proconsole da mandare in Spagna; i consoli allora fissarono il giorno per tale convocazione

Dapprima erano rimasti in attesa che qualcuno che si ritenesse degno del supremo comando ponesse la sua candidatura; poiché tale attesa fu delusa, si rinnovò la costernazione della sconfitta ricevuta e con essa il rimpianto dei due generali caduti

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maesta itaque ciuitas prope inops consilii comitiorum die tamen in campum descendit; atque in magistratus uersi circumspectant ora principum aliorum alios intuentium fremuntque adeo perditas res desperatumque de re publica esse ut nemo audeat in Hispaniam imperium accipere, cum subito P Cornelius Publi filius eius qui in Hispania ceciderat, (filius) quattuor et uiginti ferme annos natus, professus se petere, in superiore unde conspici posset loco constitit

in quem postquam omnium ora conuersa sunt, clamore ac fauore ominati extemplo sunt felix faustumque imperium

iussi deinde inire suffragium ad unum omnes non centuriae modo, sed etiam homines P Scipioni imperium esse in Hispania iusserunt
Per quanto i cittadini fossero afflitti, quasi privi di ogni orientamento sulla scelta, pure nel giorno stabilito per i comizi si adunarono nel Campo Marzio; con gli sguardi rivolti ai magistrati osservavano attentamente i volti dei principali cittadini, che a loro volta si guardavano l'un l'altro; il popolo mormorando fremeva nel constatare fino a che punto la situazione era compromessa e disperava della repubblica, tanto che nessuno osava presentarsi per assumere il comando dell'esercito in Spagna; in quel momento all'improvviso P Cornelio Scipione, figlio di quel Publio che era caduto in Spagna, giovane di appena ventiquattro anni, dichiarando di porre la sua candidatura, si collocò subito in posizione elevata per essere bene in vista

Dopo che gli sguardi di tutti si furono rivolti verso di lui, la folla con grida di simpatia gli augurò subito un comando fortunato e felice

Quando poi fu dato inizio alla votazione, tutti fino all'ultimo, non solo le centurie ma i singoli cittadini, decretarono che il supremo comando in Spagna fosse conferito a P Scipione

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