In Egitto serviva a fabbricare le bare. Gli antichi Greci conservavano le ceneri dei soldati caduti in battaglia dentro urne di cipresso. Si ipotizza inoltre che la croce su cui morì Gesù, fosse di cipresso. Nei paesi del Mediterraneo cresce spesso nei cimiteri dove la sua longevità lo rende un guardiano solenne.
Il più noto reperto archeologico in legno di cipresso è la tomba di Tutankhamon. Al momento della sepoltura, frammenti del coperchio della barra furono scalpellati per assicurare una perfetta aderenza. L'analisi di quei frammenti rivelò che erano di cipresso, attestando la straordinaria tenuta del legno, che aveva sostenuto il peso del sarcofago per millenni. Greci e romani usavano il cipresso per i portoni dei loro palazzi. Si ritiene che quelli della prima Basilica di san Pietro, siano durati un migliaio di anni. La forma di quest'albero è talmente particolare da identificare un paesaggio, come nella Notte Stellata, in cui Vincent van Gogh ha immortalato il cipresso di Saint-Remy-de-Provence.
Il suo portameno lo rende ideale per giardini piccoli o strade strette. Tollerante al caldo e alla siccità, l'albero assiste impassibile ai cambiamenti climatici in corso